“Firenze Marathon 2017”, una gara epica

Firenze Marathon 2017

Dopo oltre quattro anni senza una maratona corsa BENE (Londra 2h29′ e in parte Torino 2h32′ nel 2013), e sole due maratone (Milano nel 2014 e Padova nel 2016) iniziate e concluse così così (nessuno spunto agonistico e seconda metà parecchio più lenta della prima), finalmente è arrivata la maratona della riscossa, vissuta dall’inizio alla fine con una grande presenza mentale e un furore agonistico che non provavo da tanti anni nella distanza regina. Il tutto reso ancora più epico da condizioni meteo particolarmente avverse, soprattutto se valutate in associazione al percorso della Firenze Marathon 2017 (vedi anche l’articolo a cinque giorni dalla gara). In situazioni come queste, ogni velleità sul tempo finale va abbandonata, preferendo una gestione delle situazioni che si creano in gara: “Rinuncia al crono, e pensa al piazzamento!”

Firenze Marathon 2017 in cifre

Firenze Marathon 2017Parto subito dalle cifre e dai numeri, per poi passare al racconto vero e proprio: 2h38’55” il mio real time (3’46” al km, 163 bpm medi, 187 la cadenza media), 1h19’24” il passaggio alla mezza maratona, 1h19’31” la seconda metà (7” di differenza, negative split mancato per 8”, anche se il percorso della seconda mezza è nettamente più impegnativo di quello della prima). 24° assoluto all’arrivo, 20° maschio, 3° di categoria SM40. Qui la classifica completa, qui la mia gara su Strava, qui tutti i video ai vari passaggi, da tutte le angolature (gran bel servizio di TDS!).
La mia progressione in classifica: 55° (50° maschio, 8° SM40) al 5° km, 42° (37° maschio, 9° SM40) alla mezza maratona, 29° (24° maschio, 4° SM40) al 40° km, per un totale di trentun sorpassi dal quinto chilometro al traguardo!

L’arrivo a Firenze sabato

Mia moglie e io siamo arrivati in treno a Firenze nel primo pomeriggio. Un veloce passaggio in albergo (zona Ponte Vecchio) a lasciare i bagagli e poi via in taxi all’Expo a ritirare il pettorale e a incontrare gli altri ASICS FrontRunner presenti. Stringere la mano ad Alex Zanardi e fare una foto con lui la ciliegina sulla torta di una giornata da subito molto positiva. Rientro a piedi in albergo con qualche perplessità sulla situazione climatica, a causa di un caldo umido quasi estivo! Cena “talebana” in camera con l’amico Federico, compagno di ben quattro (ora cinque!) maratone, mentre le nostre mogli erano in libera uscita a mangiar tartufo e simili…
Ore 21:30 a letto, sveglia puntata alle 5:00 per la (finta) colazione in camera (la partenza della gara era alle 8:30).

Sveglia battuta sul tempo, un occhio alla situazione meteo (Google dava 20% possibilità di pioggia, su altri due siti addirittura niente pioggia), ore 6:47 su WhatsApp arriva il messaggio di Fede: “Pioggia sfangata mi sa.”. Le classiche ultime parole famose, poi quasi aggravate da quelle dell’amico e compagno di squadra Simone in griglia, cinque minuti prima della partenza… “Fa quasi troppo caldo!”.

Vista la temperatura prevista in gara (tra i 7° e i 10°), opto per calze lunghe compressive (ASICS), pantaloncino attillato (ASICS), smanicato compressivo (SKINS) sotto la canotta, manicotti (ASICS) più per la comodità d’infilarci i due gel che per altro. Ai piedi, le ASICS Gel DS-Trainer 22, ancora non utilizzate in gara, ma testate per una sessantina di chilometri in vari allenamenti intorno al ritmo previsto.

Appuntamento con Simone una cinquantina di minuti prima della partenza, breve sgambata di cinque minuti e poi via nelle rispettive griglie (io nella prima, loro nella seconda, ma la distanza effettiva era di due metri!).

La partenza dal Duomo

Firenze Marathon 2017Bellissimo partire tra il Duomo e il Battistero, nessun problema a trovare il proprio spazio, visto che la prima parte di gara prevedeva un bel rettilineo. Parto senza preoccuparmi del ritmo e infatti vengo superato da tutte le parti dai soliti indiavolati. Primo mille intorno ai 3’50”, quindi decido di mettermi a ritmo e mi accodo a un gruppetto molto numeroso.

Nel frattempo, ha già iniziato a piovere: prima un paio di gocce, che ben presto diventano un vero e proprio diluvio! La frase “Non può piovere per sempre” mi rimbalza un paio di volte nella testa… e anche questa sarà un’altra previsione sbagliata!

Passaggio alle Cascine

Come sempre in maratona, decido di splittare manualmente ogni 5 km e di controllare il tempo trascorso, anche se ora con Race Screen risulta tutto ancora più semplice. Primo split 18’46” (3’45” al km), tutto come da programma. Tra il settimo e l’ottavo chilometro entriamo nel Parco delle Cascine, e poco alla volta mi ritrovo a guidare un gruppetto di diversi atleti. Nel frattempo, la pioggia sempre più battente rende il fondo parecchio scivoloso, soprattutto perché in certi tratti si corre su un tappeto di foglie secche bagnate. A un certo punto l’intensità della pioggia cala, ma in realtà si è solo trasformata in grandine!

Secondo split di 5 km in 18’57” (3’47” al km), un lieve rallentamento che non mi preoccupa, considerando le condizioni del fondo sul quale stavamo correndo. Terzo split leggermente più veloce (18’50”, 3’46” al km), al 17° km usciamo dalle Cascine e passiamo sul ponte per il primo dei due tratti Oltrarno.

Oltrarno e passaggio alla mezza maratona

Mi sento praticamente un pacer: dalle Cascine sto guidando un bel gruppo di podisti a un ritmo molto regolare, e chilometro dopo chilometro raggiungiamo e superiamo diversi atleti. C’è un unico atleta (spagnolo) del gruppetto che procede a strappi: a momenti mi supera e mi stacca di una decina di metri, per poi farsi riprendere. Farà così diverse volte, per poi staccarsi definitivamente poco prima del cavalcavia più impegnativo del percorso, intorno al trentacinquesimo chilometro. Per tutta la gara (la mente gioca brutti scherzi sotto sforzo, chiederò lumi a Cesare Picco!), m’immaginavo la scena di questo sorpasso con io che gli dico “No se escherza con Jesus!”. Avete visto tutti “Il Grande Lebowski” (The Big Lebowski), il capolavoro dei fratelli Coen? Ecco, quella scena lì… :-D

Firenze Marathon 2017Firenze Marathon 2017Al 19° km c’è il bellissimo passaggio (“bellissimo” per le foto e il contesto, meno per correrci…) per Ponte Vecchio (5 km dal 15° al 20° in 18’44”, 3’45” al km), col primo “assaggio” di pietroni scivolosi, poi al ponte successivo si va nuovamente Oltrarno per un breve tratto, altro ponte e via verso il Lungarno della Zecca Vecchia per il passaggio alla mezza maratona. Mi sento molto bene fisicamente, ho la consapevolezza di poter aumentare, ma voglio aspettare fino al 30° o 32° km prima di provare a cambiare ritmo.

I chilometri intorno allo stadio, il momento peggiore

Firenze Marathon 2017Dopo la mezza si passa vicino a Santa Croce, e anche qui i pietroni scivolosi la fanno da padrone, poi arriva la parte peggiore della gara. Si corre in periferia, la pioggia è sempre tanta, il pubblico (giustamente, visto anche il clima) praticamente inesistente, la strada è ora un lungo rettilineo, ma non ci si può rilassare perché è pieno di pozzanghere, quindi spesso siamo costretti a cambiare traiettoria per evitarle. Inizio a sentire parecchio freddo alle mani e alle cosce. Poco alla volta mi accorgo che il gruppo che sto trainando è sempre meno numeroso. Davanti invece continuo a vedere atleti sempre più vicini e a superarli.

Al 25° km lo split più veloce, 18’38” (3’44” al km), poi i successivi chilometri si fanno difficili perché la pioggia s’intensifica nuovamente e a essa si aggiunge un forte vento contrario. Dal 25° al 30° km infatti lo split più lento della gara (18’59”, 3’48” al km), ciononostante ho effettuato altri sei sorpassi e nel gruppetto rimaniamo ormai in cinque.

Al 32° km c’è il passaggio nello stadio, sulla pista di atletica, nonostante tutto sento che le gambe spingono ancora bene, quindi cerco di rimanere concentrato e di aumentare piano piano il passo. In poche centinaia di metri mi accorgo di essere rimasto da solo, al passaggio del 35° km guardo lo split (18’50”, 3’46” al km), sensazione stranissima: ero convinto di aver aumentato tanto il ritmo, in realtà l’ho praticamente mantenuto mentre sono gli altri (sia quelli che erano con me, sia quelli che erano davanti) ad aver rallentato: e qui sale un po’ di preoccupazione, visto che ci sono ancora sette chilometri, i più duri del percorso!

La trance agonistica degli ultimi chilometri nel centro storico

Davanti vedo un bel gruppo di atleti, ma sono veramente lontanissimi. Sono abbastanza convinto di non rischiare di andare in crisi proprio adesso, mi concentro quindi sul passo e sulla cadenza, cercando di correre leggero, visto il fondo sconnesso e scivoloso e le tante curve insidiose. Butto sempre un occhio davanti e curva dopo curva vedo che il distacco diminuisce, anche se rimane sempre consistente.

Firenze Marathon 2017Al cartello del 39° km decido di giocarmela, quindi faccio un ulteriore sforzo e provo ad aumentare il passo, più che altro agendo sulla frequenza, visto che a livello spinta dei piedi c’è poco da fare, dopo tutti quei chilometri su fondo scivoloso le gambe non rispondono ai comandi. Intorno al 40° km (18’52” dal 35° al 40° km, 3’46” al km) effettuo altri tre sorpassi, davanti ormai mi restano solo tre atleti, ma sono a una quindicina di secondi. Il primo (la quinta donna) lo passo poco dopo, e procede veramente molto piano. Gli altri due però sono ancora più avanti, quindi serve veramente un ultimo sforzo. Siamo in pieno centro storico, il fondo e le curve non aiutano. Ne supero uno al 41° km, poi affianco l’altro e poco prima della curva a 90° che immette sul rettilineo dove erano posizionate le griglie, lo supero. A questo punto, la trance agonistica è totale, mancano poco più di quattrocento metri, vado in progressione anche se mi accorgo che le ginocchia ormai non si alzano più.

Firenze Marathon 2017Arrivo al Duomo, curva secca a sinistra, vedo il traguardo con il tempo, 2h38’45”… non esiste che lo faccio arrivare a 2h39′, quindi ultimo scatto e taglio il traguardo qualche secondo prima. Foto di rito con il fotografo ufficiale, poi medaglia, telo di sopravvivenza, una bacio alla moglie infreddolita, non provo nemmeno a spogliarmi e a mettermi una maglia asciutta perché le braccia sono praticamente paralizzate, aspetto Simone che arriva poco dopo (gran gara anche per lui!) e piano piano mi dirigo verso l’albergo.

Nonostante la doccia bollente, finirò di battere i denti e tremare circa un’ora e mezza dopo, davanti a un paio di chili di fiorentina accompagnati da due bottiglie di Rosso e da una di Brunello di Montalcino. Degna di nota anche la bottiglia di Laurent-Perrier rosé bevuta a cena o i sei vini degustati durante la serata di lunedì, ma qui parliamo di corsa… ;-)
Correre è bello, come è bello mangiare e bere bene: mangiare e bere BENE dopo aver corso ALLA GRANDE, credo sia la combinazione perfetta!

Strumenti utilizzati in gara

Per chi fosse interessato, ecco la lista degli strumenti utilizzati durante la Firenze Marathon 2017 e i link alle nostre recensioni:

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