Il cardio da polso è stata la principale innovazione degli ultimi cinque anni nei cardiofrequenzimetri GPS. Introdotta da TomTom già nel 2013, ora tutti i nuovi orologi GPS di fascia media o alta hanno un piccolo sensore cardio da polso per misurare la frequenza cardiaca senza fascia. Ma la maggior parte dei podisti è davvero scettica sulla sua capacità di misurare accuratamente il battito cardiaco. Il cardiofrequenzimetro da polso senza fascia è amato da alcuni, odiato da molti. Nel seguito, descriveremo i principali aggiornamenti del mercato.
Cardio da polso, una recensione dettagliata
Il sensore cardio funziona davvero? Nei mesi scorsi, dopo la pubblicazione dell’articolo teorico sui lettori cardio da polso, ci hanno contattato tantissimi lettori per chiederci di fare luce su questo argomento “davvero ostico”. Secondo molti, la promessa marketing di alcune case produttrici “… dimenticatevi la fascia, ora vi basta soltanto un GPS nuovo fiammante per misurare il battito…” è soltanto una promessa da marinaio. Per molti lettori, il sensore cardio da polso non funziona.
Essendo un argomento davvero complesso, abbiamo preparato una recensione a quattro mani effettuando test su parecchi cardiofrequenzimetri da polso. Sono sostanzialmente quattro anni che abbiamo acquistato gadget e cardio da polso, activity tracker, auricolari con misurazione del battito e fasce cardio. Le nostre conoscenze statistiche e fisiologiche non sono sicuramente perfette, in ottica Pitt 2.0 abbiamo chiesto aiuto. Per preparare la recensione, ci siamo avvalsi del supporto di Andrea Biotti, giovane studente universitario di scienze motorie, brillante promessa del podismo del Varesotto, addetto alle vendite di orologi GPS di Cisalfa Sport, e assaggiatore Lindt (essere “beta tester” aiuta sempre!). Abbiamo avuto grande fortuna a incontrare Andrea: vendendo Garmin e Polar, ne ha viste di tutti i colori! Ci abbiamo messo un mese per preparare questa recensione sui rilevatori cardio da polso, chiedendo ai “nostri collaboratori” Gianmarco e Marco di valutare errori e omissioni.
E quindi, il lettore cardio da polso funziona? In quali condizioni? Ma siete proprio sicuri? La tesi fondamentale dell’articolo è che i progressi tecnologici, non soltanto hardware, ma anche software, collegati all’integrazione dei GPS, hanno permesso un miglioramento significativo della misurazione del battito sul polso. Paradossalmente però, la precisione dipende dalle vostre caratteristiche fisiche, dal modo di correre e non ultimo, da come indossate l’orologio.
La recensione è abbastanza dettagliata, si divide in sette sezioni:
- Corsa Lenta e sensore cardio, ovvero le condizioni teoriche che limitano l’accuratezza del sensore cardio da polso;
- Corsa Veloce e sensore cardio, ovvero in quali condizioni pratiche di allenamento il sensore cardio da polso non funziona;
- Cardio da polso, l’opinione di Andrea Biotti, come Andrea ha vissuto l’esperienza e analizzato i principali cardiofrequenzimetri GPS;
- Cardio da polso Garmin, le opzioni dell’azienda americana;
- Cardio da polso Polar, le opzioni dell’azienda finlandese;
- Cardiofrequenzimetro da polso, come si sono differenziate le varie case produttrici e qualche consiglio di scelta;
- Conclusioni sul sensore cardio, la nostra sintesi, oltre ai soliti approfondimenti.
Siete pronti a proseguire? Mettetevi comodi.
Corsa Lenta e sensore cardio
Una delle poche certezze che tutti i podisti amatori hanno è che a riposo il rilevatore cardio fornirà dati assolutamente corretti, se adeguatamente indossato al polso, sia in termini di posizionamento, sia di modalità di allacciamento. Se avete dei dubbi in merito, molto probabilmente non state indossando correttamente il vostro activity tracker o GPS. In questo ambito, la tecnologia è davvero matura. Durante il periodo natalizio 2016, abbiamo testato l’activity tracker Xiaomi Band 2, confrontandolo con quelli Garmin e Polar di ultima generazione e abbiamo notato come non ci fossero differenze significative.
Vediamo quali possono essere le tre principali ragioni che possono influenzare la misurazione del cardiofrequenzimetro da polso. Si tenga presente che la luce trasmessa alla pelle dal sensore alla pelle viene trasferita soltanto per una piccola frazione con cui viene poi misurato il battito. I rumori generati da muscoli, pelle e tendini devono essere rimossi da specifici software del produttore del sensore.
1. Cadenza e Corsa Lenta
Gli sviluppatori delle aziende di fitness devono risolvere un problema di fondo: serve interpretare il segnale fornito dal polso per poter determinare il battito cardiaco. Gli algoritmi sviluppati dalle aziende purtroppo non funzionano se la cadenza di corsa e il battito cardiaco coincidono. La fortuna è che la situazione si verifica soltanto a ritmi alti, mentre correndo a ritmi facili non avrete problemi. Diventa quantomeno improbabile correre a 140 passi al minuto e avere gli stessi battiti. Questa situazione si chiama in gergo tecnico “problema di sovrapposizione” e impedisce di calcolare correttamente il risultato.
2. Problemi di pelle
Quello che leggerete nel seguito è la dimostrazione che la tecnologia cardio da polso non è perfetta. La valutazione del cardio da polso è precisa ma… tutto dipende dalla vostra pelle! Capiamo ovviamente la frustrazione di chi non riuscirà a valutare correttamente il battito con il cardiofrequenzimetro da polso. Purtroppo la diversa tonalità della pelle assorbe la luce in modo diverso e influenza il risultato finale. Non saremmo in grado di fare un test super-accurato senza un campione significativo, però gli studi sono chiari. L’accuratezza del battito da polso dipende dal vostro DNA. Infine, anche l’irsutismo e i tatuaggi hanno un’influenza negativa sulla valutazione dei dati. Per migliorare la rilevazione, suggeriamo comunque di depilarvi il polso: su di noi, sembra funzionare.
3. Posizionamento sensore
Non ci sono scuse per chi allacci l’orologio GPS in maniera errata. Se è vero che l’avambraccio ha una maggiore densità di vasi sanguigni vicino alla superficie della pelle, il nostro suggerimento è di posizionare il vostro cardiofrequenzimetro da polso a due dita sopra la stiloide ulnare. Assicuratevi comunque che il cardio sia allacciato abbastanza stretto da non potersi muovere, ma non così stretto da bloccare la circolazione.
Anche la temperatura ha un’influenza sulla rilevazione, soprattutto nel caso in cui sia particolarmente elevata. Queste ragioni sono sufficienti per avere clienti frustrati, ma nella Corsa Lenta, nel 90% dei casi la misurazione dei battiti con il cardiofrequenzimetro da polso funziona.
E sulle corse più veloci? Beh, la situazione è più complessa.
Corsa Veloce e sensore cardio
Come tutti i lettori sanno, correndo in maniera più veloce e cambiando repentinamente la velocità e quindi la frequenza cardiaca, la valutazione del battito cardiaco è meno precisa di quella su una corsa lenta e costante. In quali condizioni possiamo dire che il cardiofrequenzimetro da polso darà valutazioni accurate? Abbiamo fatto diversi test, correndo in gara, in allenamento con corti veloci, con ripetute brevi e lunghe. Funziona davvero la misurazione? Vediamo i principali test.
Corsa Media, Tempo Run e sensore cardio
Noi la definiamo come Corsa Media e ne abbiamo parlato nell’articolo collegato. Il Fondo Medio è a metà strada come ritmo tra corsa lenta e velocità massimale che si può tenere. In tal caso, il sensore cardio da polso funziona abbastanza bene, il ritmo sarà costante e le uniche due ragioni per non funzionare sono legate al posizionamento al polso oltre alla sovrapposizione cadenza/frequenza cardiaca. A un ritmo medio, stimiamo che tra il 50% e l’80% dei podisti avrà dei dati corretti.
Ripetute Brevi e sensore cardio
Le ripetute brevi, tipo 20 x 200 m, oppure 10 x 400 m, possono creare grossi problemi di valutazione dei battiti. Qui la situazione è difficile. Non soltanto ci potrebbe essere una sovrapposizione tra battiti e cadenza, ma essendo il cambio di ritmo repentino, può succedere che il vostro orologio non sia in grado di rilevare immediatamente il cambiamento di passo. Statisticamente, stimiamo che tra il 20% e il 40% dei podisti potrà avere dei dati corretti, mentre tutti gli altri saranno frustrati! E alla fine sapere che per la maggior parte dei podisti il cardio da polso non funziona non è una grande soddisfazione.
Ripetute Lunghe e sensore cardio
Sulle ripetute lunghe, tipo 5 x 1,2 km, oppure 3 x 2 km, la situazione è una via di mezzo tra il medio e le ripetute brevi. Se da un lato la durata è più lunga, dall’altra anche la velocità diminuisce. Nulla da aggiungere rispetto a quanto già scritto, anche perché la valutazione è davvero individuale. Riteniamo comunque che tra il 40% e i 60% degli amatori potrà utilizzare correttamente i dati del cardio da polso.
In sintesi, correndo intensamente, la probabilità che i dati siano corretti diminuisce significativamente, soprattutto se la vostra cadenza e la vostra frequenza teorica siano molto elevate. Nel mio caso particolare, correndo d’estate un 5.000 m in pista, dove battiti e cadenza raggiungono rispettivamente 200 bpm e 200 pam, avrò la certezza di non ottenere dati corretti. E per voi? Visto che non possiamo sentire tutti i podisti italiani, abbiamo chiesto ad Andrea la sua opinione in merito.
Sensore Cardio, l’opinione di Andrea Biotti
Eccomi a scrivere una piccola recensione secondo il mio punto di vista sul cardio da polso, dopo un test effettuato in data 18 giugno con il buon “Massi” Milani. Innanzitutto ci tengo a precisare che sono onorato di poter scrivere e lasciare la mia impronta su di un blog, ormai si può dire, di un certo calibro.
Partiamo! Io e Massi ci eravamo promessi da tempo di condividere un allenamento assieme, così quale migliore occasione per testare il mio nuovo fenix 5 con il rilevatore ottico? Massi è un grande esperto, quindi è stato un bene contattarlo per chiarire in un batter d’occhio le mie perplessità. Lo contatto alla sera e il mattino dopo corro con quattro orologi. E qui devo ammetterlo, Massi non l’avevo ancora inquadrato… Ci troviamo alle 8:00 di una piacevole domenica mattina. La seduta di allenamento che gli propongo è di un’ora in leggera progressione. Accetta e partiamo dopo aver fatto partire gli orologi nello stesso istante. Parlerò qui soltanto di quelli che ho testato, ovvero il fenix 5 e il fenix 5X, il primo con il rilevatore di frequenza cardiaca al polso e il secondo con la rilevazione esterna tramite fascia Polar H7 (Bluetooth).
Fenix 5. Sebbene fossi in possesso del fenix 3, il fenix 5 mi sembra un orologio tutto nuovo. Il peso è pressappoco uguale al predecessore, ma avendo la cassa più piccola non dà assolutamente fastidio al polso. La mia perplessità più grande è sul cardio al polso, inizialmente estremamente errato per un mio errore di posizionamento.
Infatti, come mi ha suggerito Massi, il cardio da polso deve essere inteso come una “fascia” da polso. Per avere una misurazione precisa infatti andrà posizionato dietro il processo stiloideo dell’ulna, ben stretto. Dopo questi accorgimenti attuati a metà corsa, il cardio è diventato estremamente preciso anche ad alte intensità (180/185 battiti al minuto). Ammetto di essere incredulo ed estremamente soddisfatto. Per il resto, è un orologio che già conosco e non trovo grandi novità nella rilevazione dell’attività di corsa. Certo è che la grafica, la velocità e la rilevazione dei parametri è totalmente diversa.
Fenix 5X. “Questo è tuo, indossalo”. Ed ecco che al polso destro mi ritrovo quello che al momento è il King tra gli orologi GPS sul mercato. La prima impressione è l’ingombro e il peso che a parere mio sono eccessivi per chi svolge attività di corsa. Bisogna però precisare che il fenix nasce come orologio da outdoor/escursionismo e analizzato in questo ambito, il peso è un valore positivo denotando solidità e resistenza. Per chi invece pratica trail running, sebbene abbia tutti i valori possibili e immaginabili a livello altimetrico e barometrico, può essere fastidioso. Ma sono considerazioni personali. Tornando a noi, nel giro di pochi secondi accede al segnale GPS e trova la fascia, e siamo pronti a partire. La prima cosa che voglio testare è il cartografico: sarà veramente utile, veloce e chiara la lettura?
Per essere il primo cartografico da polso, direi molto più di quello che mi aspettavo!
Quella mattina stavamo correndo lungo un fiume, su di una ciclabile che comprendeva attraversamenti stradali. Ebbene, dalla mappa si potevano notare tutte queste belle cose ed era estremamente figo sapere dove eravamo! Esagerando la cosa, è una sorta di “drone” da polso che ti vede costantemente dall’alto, e senza aver paura che ti cada in testa! :-)
Per chi viaggia molto e visita spesso terre straniere è senza dubbio un ausilio utilissimo.
Altro punto a favore sono i Segmenti Live di Strava. “Massi”: “Qui ti avvisa che c’è un segmento, facciamolo!” Così, mentre ci lanciamo a 3’10” al km, il 5X ti dice il tuo PR, il PR del segmento, la distanza dello stesso, e se sei in linea per batterlo. In altre parole… spettacolare!
Precisazioni e note a margine. Ci sono due ultime precisazioni prima di concludere questa mia piccola parte che ho notato nei giorni seguenti al test:
- Come suggerito, togliere i peli nella zona dove poggia il sensore ottico di rilevazione cardio da polso aiuta tantissimo la precisione di lettura.
- In questi giorni ho fatto provare il mio fenix 5 a un ragazzo di pelle nera. Il lettore non si attivava e non dava riscontri, così come su di una ragazza che presentava un tatuaggio a livello del polso di colore nero. Mentre leggeva il battito, se applicato su un tatuaggio colorato sull’avambraccio.
Spero di essere stato utile con questa mia piccola recensione. Ringrazio nuovamente “Massi” per l’invito e l’allenamento!
Cardio da polso Garmin: i principali orologi GPS
Tra le varie considerazioni di fondo, vale la pena spendere due parole per dire che non tutti i cardio da polso sono uguali. Anche se è vero che le più grandi case produttrici di GPS hanno adottato il sensore da polso sugli orologi di fascia medio alta, il meccanismo di implementazione della tecnologia è stato davvero diverso. C’è chi ha sviluppato il proprio sensore e ovviamente il relativo software per correggere le imperfezioni hardware, e chi invece ha sfruttato delle società produttrici di sensori cardio. Vediamo le principali scelte delle “Top 4”, indicando qualche modello particolarmente utile.
Garmin. Partiamo dall’azienda americana. Pur essendo in una situazione di svantaggio, in ventiquattro mesi è riuscita a recuperare il gap tecnologico nei confronti dei suoi concorrenti e a recuperare incredibilmente. Ora i prodotti della casa del Kansas funzionano (quasi) perfettamente, tenuto conto delle limitazioni che abbiamo descritto precedentemente. Per il singolo GPS, abbiamo preparato recensioni dettagliate, che potrete trovare nei link degli approfondimenti.
Per sintetizzare, abbiamo elencato i principali GPS con cardio da polso della società americana. Abbiamo incluso soltanto quelli attualmente in catalogo, senza considerare gli Activity Tracker, ma su Amazon è possibile trovare anche dispositivi di due anni fa che attualmente hanno il miglior rapporto qualità/prezzo:
- Garmin Forerunner 235, prossimamente troverete la recensione dettagliata sul nostro blog;
- Garmin Forerunner 935, l’orologio di punta della divisione Fitness;
- Garmin fenix 5, l’orologio di punta della divisione Outdoor;
- Garmin Forerunner 35, il miglior rapporto qualità/prezzo, con un sensore cardio da polso molto efficace.
Cardio da polso Polar
L’azienda finlandese è indissolubilmente legata al cardiofrequenzimetro. Polar ha inventato la fascia cardio, ha suggerito come allenarsi con il cardio, ha ancora i migliori strumenti cardio che si possono trovare sul mercato. Secondo noi, i suoi orologi GPS hanno meno funzionalità rispetto a quelli Garmin, ma il sito web funziona bene e la personalizzazione degli allenamenti è davvero interessante. Negli ultimi mesi la value proposition dell’azienda finlandese è migliorata: perché usare soltanto tre sensori cardio, potendone mettere sei? Prossimamente testeremo il Polar M430, l’ultimo prodotto introdotto a giugno 2017 sul mercato italiano. Ci sembra che Polar stia recuperando lo svantaggio accumulato negli ultimi anni. Occorrerà però investire parecchi soldi in ricerca e sviluppo per tornare a essere leader di mercato! Di seguito la scelta dei cardiofrequenzimetri da polso offerti dalla casa finlandese:
- Polar M430, l’ultimo uscito della casa finlandese, con recensione prevista entro fine mese;
- Polar M200, il modello base, con cui misurare la frequenza cardiaca e correre.
Cardio da polso, le altre case produttrici
Se proprio non amate Garmin o Polar, ci sono almeno altre tre opzioni a disposizione. Ovviamente a ognuno la libertà di scelta, anche se le due aziende hanno oramai acquisito un vantaggio tecnologico rispetto alla concorrenza. In tal caso, vi suggeriamo di scegliere Tom Tom per il fantastico rapporto qualità/prezzo, Suunto per la partnership con Valencell, la società più innovativa del settore. Ci sono inoltre i sensori cardio esterni, la cui qualità è eccellente, ma i collegamenti con gli orologi potrebbero essere problematici.
Cardio da polso Tom Tom
È stata la prima azienda che ha capito quale sarebbe stato il trend dei prossimi cinque anni, prima utilizzando il sensore Mio Link, poi adottando LifeQ, con l’obiettivo di estendere nuove funzionalità di valutazione del VO2max, di analisi del recupero e di altre funzioni interessanti. TomTom aveva pure preparato un “white paper” per descrivere come sarebbero cambiati i loro strumenti nel futuro. Senza dubbio, l’azienda olandese non manca di capacità strategiche, forse a livello di implementazione è inferiore a quella dei concorrenti, anche perché per realizzare alcune idee, servono investimenti ingenti! A ogni modo, ne abbiamo parlato nella recensione dedicata, il Tom Tom Cardio da polso funziona molto bene, è vero che non ci sono a disposizioni grosse funzioni, ma per un podista amatore potrebbero bastare solo la precisione del cardio da polso oltre a quella del GPS. Nel seguito la scelta dei cardiofrequenzimetri da polso offerti dalla casa olandese:
- TomTom Spark 3 Cardio, il miglior rapporto qualità/prezzo, con musica integrata a un prezzo veramente interessante;
- TomTom Cardio, il primo modello introdotto sul mercato nel 2014, senza dubbio un grande affare!
Cardio da polso Suunto
Suunto è davvero l’ultima arrivata nella realizzazione di orologi con cardio da polso. Bisogna pensare che fino al 2016 non esisteva la possibilità di correre senza fascia cardio per la casa finlandese! Nel 2017 è stata attivata una linea completa di orologi con cardiofrequenzimetro da polso. L’azienda ha preso la linea Suunto Spartan Sport aggiungendo il sensore di frequenza cardiaca ottica Valencell, che è considerata l’azienda più innovativa del settore per la misurazione cardio. Si noti che l’obiettivo di Suunto è misurare i battiti durante l’allenamento, non durante il giorno. Riteniamo che sia stato un errore rinunciare alla misurazione 24×7, anche perché tutti i concorrenti ormai ce l’hanno. Secondo le analisi di DC Rainmaker sembrerebbe che, sebbene l’hardware sia il migliore sul mercato, l’integrazione software con la piattaforma Suunto non sia ancora funzionante al 100%. Ma i prossimi aggiornamenti promettono grandi integrazioni. Di seguito, ecco la lista di orologi GPS che offrono il cardio da polso:
- Suunto Spartan Sport Wrist Heart rate, l’ultimo modello Sport 2017, con sensore Valencell.
Altri strumenti cardio da polso
Nel 2017 non consigliamo di utilizzare strumenti non integrati rispetto agli orologi, nel passato abbiamo usato Mio Link, Scosche heart rate oppure il sensore Wtek. Ma oggi, con i cambiamenti repentini di tecnologie, purtroppo questi strumenti sembrano obsoleti. Se però utilizzate un GPS pre-2013, potrebbe essere ancora un’opzione da esercitare: in fondo questi strumenti si trovano in offerta a 50-70 euro e funzionano bene.
Conclusione sensore cardio e approfondimenti
Il sensore cardio è stato aggiunto a tutti i cardiofrequenzimetri da polso degli ultimi dodici mesi. Ricordate qualche modello che non presenti le lucine verdi per catturare la frequenza cardiaca? Pensiamo che rispetto a qualche anno fa l’accuratezza sia migliorata significativamente. Se è vero che nel passato esistevano già sensori esterni per misurare la frequenza, la scelta di integrazione e la comodità di utilizzo rendono il cliente quasi obbligato a cambiare il GPS per prenderne uno cardio da polso senza fascia. I nostri consigli sono sicuramente semplici:
- Provate questa nuova tecnologia con curiosità, se cambiate GPS è improbabile che non sia presente, visto che oramai è adottata da tutte le case produttrici;
- Posizionate adeguatamente l’orologio sul polso, non troppo largo, non troppo stretto, a 1-2 cm sopra il malleolo;
- Scegliete consapevolmente, non tutti gli orologi GPS sono uguali anche a livello di misurazione cardio, e per non restare delusi, cercate di farvi consigliare al meglio.
Per chi volesse approfondire l’argomento, suggeriamo la lettura di alcuni articoli in cui abbiamo già trattato l’argomento sull’accuratezza della frequenza cardiaca:
- Sensore ottico e Garmin fenix 5, la nostra esperienza con l’orologio top di gamma Garmin;
- La recensione TomTom cardio, la recensione del primo orologio GPS con sensore cardio, introdotto sul mercato italiano;
- Sensore cardio e Forerunner 935, la recensione del sensore cardio con il Garmin Forerunner 935;
- Fascia cardio Garmin, come risolvere gli eventuali problemi di misurazione;
- La storia della Fascia Cardio, e la sua evoluzione naturale;
- Cardiofrequenzimetro con GPS, i nostri test sul loro funzionamento.
Su Amazon potrete poi trovare diversi libri per utilizzare al meglio gli allenamenti basati sulla frequenza cardiaca. Per chi fosse interessato a questa tipologia di allenamenti, suggeriamo di leggere The Big Book of Endurance Training and Racing di Phil Maffetone. Buona fortuna con la preparazione della stagione autunnale: correre è sempre bello, a qualunque velocità!