Qui l’articolo introduttivo dove spiegavo la filosofia di “Altra Running”, alla fine del quale descrivevo le sensazioni percepite durante la prima seduta, una breve e tranquilla corsetta di recupero a meno di 24 ore dalla gara del giorno prima (qui). Da quel giorno le ho testate in allenamento in altre cinque occasioni, oltre che in gara nella mezza (andata molto bene!) di cinque giorni fa (qui). Tre sedute di recupero tra i 6 e i 9 km, due sedute di qualità tra i 9 e i 12 km (rispettivamente qui e qui), con la gara e il riscaldamento pre-gara fanno un totale di oltre 70 km, abbastanza per farsi un’idea complessiva.
Giudizio molto positivo!
Come già avevo accennato nell’articolo iniziale, nessun disturbo o fastidio dovuto al drop zero, neanche dopo i 21 km di domenica scorsa. Anche a ritmi veloci la scarpa si comporta benissimo, tanto bene che non sembra nemmeno di averla ai piedi. L’ammortizzazione non è per nulla evidente, quindi anche in caso di scatti o cambi di direzione, la risposta è immediata.
La grande differenza con altre superleggere l’ho notata nel post-gara: normalmente, quando utilizzo le classiche scarpe da competizione, dopo gare così lunghe i piedi sono comunque un po’ “sofferenti” (principalmente a livello dita dei piedi e zona centrale della pianta), a causa del fatto che calzano stretto. Con le “Altra One2” niente di tutto ciò! Piedi perfetti come se avessi corso una normalissima seduta di allenamento, nemmeno troppo lunga.
Le utilizzerò sicuramente anche nella gara di sabato 23 maggio a Jesolo (farò la 10 km competitiva della Moonlight Half Marathon). A questo punto, sono molto curioso di provare anche uno dei modelli super-ammortizzati (qui)!