Pronti per il ? Ecco qualche suggerimento (a cura di “Massi” Milani), per un acquisto consapevole… ;-)
Se nel 1945 fossimo stati all’ingresso della Fattoria degli Animali, romanzo scritto da George Orwell, avremmo trovato grandi scritte in lettere bianche che potevano essere lette a trenta passi di distanza. I caratteri cubitali dipinti sul muro rappresentavano i sette comandamenti della fattoria, e l’ultimo diceva che tutti gli animali sono uguali. Usiamo questa reminiscenza di letteratura inglese per suggerire che anche i GPS nel tempo si sono mostrati simili agli animali di Orwell: sono nati tutti uguali, ma alcuni sono più “uguali” degli altri. In effetti oramai è il segreto di Pulcinella tra noi amatori: la complessità della scelta del GPS è aumentata significativamente. Per esempio, la divisione Fitness di Garmin, azienda leader del settore, ha introdotto ventisei prodotti tra il 2010 e oggi, e ne ha ancora una dozzina in vendita! Senza dimenticare i prodotti offerti da Garmin Outdoor, e dai concorrenti (Suunto, Polar, Timex, Apple, Adidas, Fitbit, Tom Tom, persino Epson, quelli delle stampanti): oggi il podista amatore si ritrova a fare i conti con tante offerte e, dal nostro punto di vista, tanti mal di testa prima di decidere se e come cambiare il GPS. Come mostra il grafico allegato però, l’attenzione spasmodica della ricerca di nuovo GPS di corsa è diminuita negli ultimi anni.
Ma qual è la storia dei GPS? Come sono evoluti nel tempo i principali orologi GPS? Come scegliere quello più adatto alle nostre esigenze? Quanto spendere per avere una funzione in più? Quali sono le funzionalità che “fanno” la differenza? Quali sono quelli attualmente (novembre 2016) più utilizzati in Italia? E infine, quali sono secondo il nostro modo di vedere le migliori scelte per ogni fascia di prezzo? Anche alla luce del Natale e del , abbiamo approntato una guida pratica ma analitica che consenta di scegliere, senza farsi influenzare dai messaggi marketing, quale sia il miglior GPS per fascia di prezzo. Noi di TheRunningPitt.com abbiamo utilizzato più di 20 GPS negli ultimi sette anni, analizzato e valutato le principali caratteristiche dei modelli più interessanti. Di seguito, i nostri suggerimenti.
Storia del GPS. Originariamente progettato per applicazioni militari e di “intelligence” al culmine della guerra fredda nel 1960, il sistema di posizionamento globale (GPS) è null’altro che una rete di satelliti orbitanti intorno alla terra, che trasferiscono dati con un elemento temporale e di localizzazione. Questi segnali permettono all’utente di individuare la sua esatta posizione, velocità e tempo, in qualsiasi luogo del pianeta. Mai avremmo pensato che i sovietici fossero alla base di una grande innovazione podistica! In effetti, fu il lancio della sonda sovietica Sputnik nel 1957 che spinse lo sviluppo dei GPS e tale evento paradossalmente ha avuto, come effetto collaterale cinquanta anni dopo, la gioia del podista amatore medio nel mondo. Le prime versioni dei GPS erano solamente militari, ma nel lontano 1983, quando la Russia abbatté un aereo di linea coreano, l’amministrazione Reagan decise di aprire il sistema GPS ad applicazioni civili in modo tale che gli aerei potessero correggere le loro posizioni ed evitare di sconfinare in territorio estero. Da lì la storia è nota, con il primo GPS Garmin (Forerunner 101) sviluppato nel 2001 e lanciato sul mercato americano nel 2003.
Non tutti i GPS sono uguali. Se nel 2003 la scelta risultava ovvia, oggi per decidere quale GPS acquistare, assumendo che nessun podista abbia fondi illimitati, suggeriamo di pensare all’utilizzo che si debba fare dello strumento. Noi abbiamo impostato una serie di domande, definito alcune caratteristiche e associato a ognuna di loro un valore, basandoci su tutti gli orologi GPS disponibili sul mercato. Come si vede dal grafico allegato (estratto da uno dei principali siti americani di shopping, eliminando la duplicazione di modelli), ci sono GPS per tutti i prezzi, quindi valutare le funzioni a disposizione risulta cruciale nella scelta. Per noi ci sono tre gruppi di funzionalità da considerare prima di scegliere cosa comprare: essenziali, importanti e interessanti (ma solo per alcuni).
Funzioni essenziali. Nel primo gruppo la fanno da padrone l’accuratezza della distanza misurata e della velocità durante la corsa, oltre alla valutazione della prestazione subito dopo la corsa. Se “esistesse soltanto l’orologio” e non anche l’ecosistema, queste sarebbero le uniche funzioni da valutare, alla luce della regola 80/20. Sembra banale, ma sapere quanto si sta correndo è la prima ragione per cui un GPS va comprato. Sebbene abbiamo mostrato nell’articolo dell’arte di valutare i GPS che non ci siano grosse differenze tra i vari modelli sul mercato, essendoci fattori di compensazione, la precisione della distanza è maggiore, più recente sarà l’orologio. Alla 10 km di Monza del 2015 abbiamo calcolato analiticamente che i modelli meno recenti tendono a sovrastimare la distanza dello 0,6% rispetto a quelli nuovi. In sintesi, la maggior parte degli orologi fanno molto bene correndo in luoghi aperti e in rettilineo, ma soffrono quando le strade hanno variazioni significative. Si potrebbe disquisire a lungo sulla precisione, ma il nostro suggerimento resta di comprare un prodotto recente. Un secondo fattore rilevante è la precisione della velocità. Anche di questo fattore ne abbiamo parlato, confrontando le tipologie di GPS: dal grafico dell’articolo si vede chiaramente che “gli errori” di misurazione della velocità tendono a ridursi, più recente sarà il vostro orologio. E abbiamo fatto questo “grafico” con almeno venti orologi. Questi due parametri sono “must have”, ma oramai la differenziazione è minima, verificate comunque i forum soprattutto se l’orologio è di una marca o modello meno noto. Cosa differenzia i modelli sono altre informazioni misurabili, in particolare nella scelta ponetevi la domanda: quali sono i miei principali parametri di corsa?
Un’altra ragione chiave per utilizzare un GPS è la capacità di visualizzazione dei dati, da un lato conta capire quanti dati sono contemporaneamente visualizzabili, dall’altro quali siano a disposizione, infine come si riescono fisicamente a vedere. Nel mio semplice modo di interpretare le cose, mai scegliere un orologio che abbia soltanto tre “campi” a disposizione contemporaneamente, né un display troppo piccolo. Almeno quattro dati dovrebbe essere la norma. Si tenga conto che con l’introduzione di Garmin IQ, esistono oramai svariate possibilità di visualizzare fino a nove dati contemporaneamente. Inoltre, più il prezzo dell’orologio sale, più è probabile che ci sia un’infinità di combinazioni disponibili. Per esempio il Garmin fenix 3 ha fino a dodici schermate, e la scelta di oltre cento dati visualizzabili. Tutti utili? Io durante la maratona non utilizzo il dato relativo all’orario del tramonto, ma se siete in escursione forse potrebbe essere un dato chiave. Invece, non avere a disposizione la cadenza mi crea un problema esistenziale. In sintesi, scegliete i dati che vi sembrano necessari e verificate se e come si possono visualizzare sull’orologio. Se mancano, ripiegate su un’altra opzione.
Funzioni importanti. Tra le funzioni da non trascurare nella scelta, includiamo le sue dimensioni e l’estetica, oltre la grafica e il peso dell’orologio stesso. Per quel che riguarda le dimensioni e l’estetica, occorre pensare alla tipologia d’utilizzo: pensate d’usarlo solo per correre, oppure anche durante la giornata? Solo alcuni orologi sono esteticamente piacevoli: nessuno avrebbe mai avuto interesse ad andare in giro con il Garmin 310xt, mentre i suoi successori 920xt e 735xt, sono “più gradevoli”, ma quella deve essere una scelta personale. Un altro parametro da considerare è la grafica e la risoluzione dell’orologio: quanti colori visualizzabili? Vi accontentate di un orologio con le scritte in bianco e nero? Personalmente non siamo grandi fan di grosse funzionalità di visualizzazione, anche perché una migliore luminosità andrà a discapito della durata della batteria. Certo è che con l’introduzione dell’Apple Watch, ora pure in versione GPS (recensione analitica prevista su questo blog entro Natale), la “barra” è salita di parecchio. Un altro fattore di scelta è il peso dell’orologio, variabile importante soltanto se si pensa d’indossare il dispositivo durante la giornata. In effetti anche se esiste una variazione tra il peso massimo e minimo dei vari modelli attualmente in commercio, il peso (limitato) non ha nessun impatto sulle prestazioni in gara o in allenamento, quindi la scelta è puramente personale e non tecnica. Un altro fattore importante ma che sta perdendo sempre più significato è il tipo di collegamento ai sensori. Se state passando da un vecchio (o nuovo) GPS a un altro, è molto probabile che disponiate di sensori, strumenti che arricchiscono le informazioni del GPS, con altri dati. Siccome esistono due standard (Ant+/Bluetooth), verificate che il vostro nuovo oggetto del desiderio sia compatibile con i sensori a disposizione, per esempio una vecchia fascia cardio oppure un contapassi. Questo scrupolo non è solo necessario nel caso passiate da una marca all’altra, ma anche all’interno della stessa marca: Garmin renderà sempre disponibile il collegamento ad Ant+, mentre per le aziende più piccole non è assolutamente detto (per esempio Suunto ha lasciato il primo standard per passare al secondo).
Integrazione con altri sistemi. In linea di principio ogni produttore dispone non soltanto di hardware, ma anche di software per visualizzare i dati ottenuti, ma se siete podisti tecnologicamente evoluti, ci sono probabilità che abbiate optato per una piattaforma indipendentemente dal costruttore. In tal caso, diventa critica la capacità di esportare i dati in maniera automatica sulla vostra piattaforma preferita. Che stiate usando TrainingPeaks, SportTracks, Strava o altre piattaforme web open, assicuratevi un trasferimento automatico, altrimenti preparatevi a passare qualche minuto al giorno al computer per caricare i dati sul sito. Come dimostrano le immagini (esempio, Maratona di Reggio Emilia 2014), potreste ottenere informazioni interessanti da siti diversi. Senza dimenticare che anche la modalità di scarico dati è un aspetto fondamentale di un GPS: se inizialmente ci si collegava al PC con un cavetto USB, dal 2013 esiste sia la possibilità di trasferire i dati via Bluetooth sul telefono, sia quella di farlo con una rete WiFi. Ovviamente la prima e la terza opzione sono le più rapide, mentre la seconda la più diffusa. Avendo a disposizione un tempo molto limitato, dal nostro punto di vista è fondamentale essere in grado di sfruttare tutte e tre le possibilità. Ma chiaramente per altri podisti potrebbe non essere esattamente così. Tra le funzioni importanti, anche la possibilità di pianificare l’allenamento, ossia la capacità d’orologio d’informarci durante la corsa se stiamo correndo forte/piano, quando fermarci, se aumentare il ritmo, ecc. Inizialmente la ritenevo una funzione fondamentale, ma indubbiamente se corriamo in pista non ne abbiamo bisogno, in strada invece è utilissima. Certo è che Garmin da questo punto di vista è un passo avanti ai concorrenti. Infine, riteniamo sia importante disporre del lettore ottico dell’orologio, soprattutto durante il periodo estivo e se pensiamo di correre lentamente oppure sul tapis roulant. Infine, i nuovi GPS hanno attivato delle funzioni avanzate di performance. Ne abbiamo parlato dettagliatamente nell’articolo allegato, citando quanto offre Garmin, ma in particolare Polar e Suunto hanno funzioni (relativamente) simili, chiamate diversamente.
Funzioni di nicchia e/o avanzate. Infine, parliamo delle funzioni di nicchia e di quelle avanzate. Un grosso punto di domanda degli anni passati era la Durata batteria. Per il podista amatore come il sottoscritto, è una scelta irrilevante: la batteria del GPS più semplice dura almeno 6-7 ore, se invece vi state avvicinando al mondo Ultra, è fondamentale porsi la domanda, soprattutto se “dovete” correre una gara sopra le 8 ore di durata. L’alternativa sarebbe quella di ricaricare il GPS durante la gara, ma se state pensandoci seriamente, forse avreste bisogno di un nuovo GPS. Ultimamente Garmin e Suunto hanno sviluppato soluzioni che consentono di risparmiare energia, limitando il collegamento ai satelliti, mantenendo in tal modo il GPS acceso per più di un giorno intero. Un’altra funzione di nicchia è l’Altimetro barometrico, che misurerà la pressione atmosferica e vi darà l’altitudine. La funzione è decisamente più precisa di quella del GPS, e correndo i montagna vi sarà utile, ad Anversa sicuramente di meno. Navigazione. Nel caso foste interessati alla corsa in montagna, volendo percorrere dei sentieri, il suggerimento è quello di utilizzare… l’iPhone Plus. Se l’obiettivo è quello di gareggiare in un trail in montagna, esistono soluzioni a disposizione con strumenti avanzati di navigazione, come Garmin fenix 3 o Suunto Ambit. Ma anche se non state correndo in montagna, due funzioni di navigazione sono davvero utili, “ritorno alla partenza” e “ritorno a un punto prefissato”. Entrambe vi aiuteranno a tornare da dove siete partiti o in un luogo da voi precedentemente definito. Esiste poi la possibilità di caricare un file di navigazione (in formato GPX, TCX o FIT), che consentirà di “indirizzare” il podista sul percorso. Per me è una funzionalità critica del GPS, spostandomi in giro per il mondo, devo essere capace di ritornare all’albergo senza alcuna esitazione. Mi è capitato una volta di correre a Shanghai un lento lungo, e forse inebriato dallo smog, ho maledetto il fatto di non aver a disposizione l’ultimo modello Garmin. Ma la navigazione non è una funzione necessaria se correte sempre nello stesso posto. I costruttori di GPS con lo sviluppo del mercato degli Activity Tracking hanno, a partire dal 2015, introdotto all’interno dei GPS una funzione equivalente. Sapere quanti passi avete camminato durante il giorno, oppure quale battito cardiaco medio avete avuto di notte potrebbe essere interessante, ma solo per alcuni. Alcuni orologi hanno la Funzione Multisport per chi pratica il triathlon, certamente valida se gareggiate sulla triplice, molto meno se vi allenate solamente di corsa, inoltre il telefono è una buona alternativa per il ciclismo. Come al solito è tutta una questione personale.
Infine, le cosiddette Dinamiche di corsa. Ne abbiamo parlato diffusamente in diversi articoli, analizzandole empiricamente in dettaglio e studiando alcuni podisti. Sono funzioni interessantissime, ma assolutamente non indispensabili, per le quali però il monitoraggio dati nel lungo termine potrebbe permettervi di capire se state migliorando. Ovviamente è affascinante sapere come correte, la questione vera è se, per esempio, vale la pena spendere oltre cento euro in più rispetto al prezzo medio di un orologio equivalente senza tali funzioni. Ai posteri l’ardua sentenza.
I migliori affari di Amazon, Black Friday. Un famoso proverbio cinese suggerisce che nessun ambulante di meloni griderà “Meloni amari” e nessun distributore di vino commenterà “Vino aspro”. Tuttavia, possiamo affermare che venerdì ci saranno parecchi “affari” su Amazon, tenendo conto che gli orologi offerti sono molto recenti. Dall’altro lato, il fenix 5 non è ancora uscito! Evitando di essere troppo enciclopedici, ha predisposto una serie di boutique virtuali tra cui scegliere. Per esempio, nella boutique Garmin troverete molte opportunità. Secondo indiscrezioni, il migliore affare dovrebbe essere quello del Forerunner 920xt che, uscito a fine 2014, ha visto diminuire il suo prezzo negli ultimi mesi, essendo stato affiancato dal 735xt e dal fenix 3. Anche la boutique Polar è molto interessante: al sempre classico M400, troverete affiancato il nuovissimo M600, che si caratterizza per uno schermo molto luminoso e per l’utilizzo del sistema Android, ma senza stravolgere l’impostazione classica della casa finlandese. Nella boutique Suunto è già venduto il nuovo Spartan (uscito a ottobre 2016), sostituto dell’Ambit 3, che sebbene non abbia ricevuto recensioni esattamente brillanti, è destinato a competere, se migliorato, con il fenix 3. Infine, Tom Tom non ha una boutique dedicata, ma almeno uno dei suoi orologi è nella nostra classifica.
La nostra raccomandazione. Analizzando tutte le possibili combinazioni di orologi disponibili sul mercato, ci sentiamo di concludere l’articolo con alcune raccomandazioni, divise per fascia di prezzo. Orologio “Entry”: TomTom Spark Music (qui la nostra recensione). Per gli amatori che cercano il miglior rapporto qualità prezzo, Tom Tom è la scelta giusta. Troviamo inoltre interessante la capacità di associare la corsa alla musica, senza doversi portare dietro il telefono. La versione base/originale del Tom Tom costa meno di 100 euro, ma ha fondamentalmente tutte le funzioni base e molte di quelle importanti disponibili, mentre la versione 3 (a 170 euro) include 3GB di archiviazione dati, permette di collegare qualsiasi cuffia Bluetooth, dispone di un lettore ottico e consente il monitoraggio del sonno, oltre a funzioni base di navigazione. Orologio “Mid Range”: Garmin Forerunner 235 (non abbiamo ancora preparato una recensione purtroppo). Dal nostro punto di vista il 235 è un orologio Premium, venduto a prezzo di Mid range: ha tutte le funzioni più utili, il lettore ottico, gli allenamenti strutturati, la stima delle performance e la possibilità di personalizzare i dati. Gli mancano però le dinamiche di corsa per essere perfetto. Orologio “Premium”: (qui la nostra recensione). La nostra raccomandazione a chi non vuole badare a spese è optare per il Forerunner 630: il numero di dati a disposizione è praticamente infinito, e tutti i parametri descritti nella guida sono disponibili. Rimandiamo alla nostra recensione per ulteriori dettagli. Ci è stato chiesto di paragonare il 630 con il 735xt: chiaramente quest’ultimo pensato per il triathlon costerà mediamente 50 euro (senza fascia, quindi senza dinamiche di corsa) o 100 euro in più (con fascia), non ci sentiremmo di consigliarlo oggi per il podista medio, sebbene abbia componenti hardware migliori. Ma cosa sono 100 euro?
E i più utilizzati? Dopo aver analizzato i migliori, ci siamo anche posti la domanda di capire quali siano quelli attualmente più utilizzati nell’ultima settimana dai podisti italiani. La seconda parte dell’articolo dedicato all’analisi dei podisti italiani ne parlerà diffusamente.