L’autore
Ho avuto la possibilità di conoscere Claudio Bagnasco in occasione del lancio di Bed&Runfast, il portale che connette la passione per il running con le vacanze e mobilità in generale. Bagnasco, come scrive nella sua biografia, è autore e curatore di diversi volumi di narrativa, oltre ad essere un amante della corsa.
L’autore di Runningsofia, sin dai primi scambi via Messenger, colpisce per una comunicazione asciutta, scarna, quasi essenziale e molto diretta. Una comunicazione -spero non me ne voglia- profondamente ligure. Ora Bagnasco vive e lavora Tortolì, città sulla costa est della Sardegna.
Una panoramica del libro
Runningsofia si compone di 125 pagine, relativamente poche. Anche i lettori meno abituati ai volumi più corposi non troveranno particolari difficoltà a terminare il volume.
Considerando il tempo dedicato alla sua lettura, per me circa 3 ore, e le tematiche trattate, mi piace pensarlo come un sorta libro “maratona”. Questo infatti è infatti il tempo che impiego per coprire la distanza regina.
Non solo però il dato cronometrico lo accomuna alla maratona, ma anche e soprattutto la sensazione di impegno che lo scorrere delle pagine richiedono. La prima parte del libro, intitolata “la pratica della corsa”, circa 70 pagine, è leggera, veloce, necessaria per prendere dimestichezza con il volume e con il suo autore, ma quasi superflua se si ha dimestichezza con il mondo della corsa.
Eppure, eppure, in questo incedere svelto, alcuni paragrafi richiedono soste, dei blocchi repentini, perché richiamano un’attenzione addizionale e la richiesta di attivare il pensiero e la riflessione. Queste finestre presentano quello che il libro diventerà nella seconda parte, “la mistica della corsa”: un volume che si pone sulla linea di confine tra narrazione, sport, filosofia e teologia. Sicuramente qualcosa di più impegnativo.
Un libro maratona
Chiunque abbia corso i 42,195km sa che i primi 21 sono una sorta di avvicinamento alla corsa, dal passaggio alla mezza e per i successivi 10km si prende dimestichezza con la distanza, ma è solo dal 32esimo km in poi che la gara e la maratona avviene. Così succede anche con il libro di Bagnasco.
Le prime pagine riscaldano il lettore, la parte centrale del volume permette di comprendere che la sensazione di agio sperimentata in precedenza era solo una fase, un’adolescenza, ma la vita, la corsa e l’adultità avviene quando la fatica si affianca alla spalla del lettore e lo accompagna lungo il tragitto.
Le difficoltà, però, che si incontrano sono ricompensate da un acquisizione di senso. Questo è quello che l’autore cerca di fornire. Bagnasco cerca di spiegare il senso del correre e la funzione che può ricoprire nella vita di una persona adulta.
Senza dire troppo, chi fosse interessato può scoprire di più direttamente leggendo il volume, per l’autore, per come mi piace pensarla, correre è sinonimo del sapersi abbandonare alla vita. Abbandonarsi alla vita per diventarne partecipe. Lasciarsi vivere, per vivere. Compiere una attività fisica per andare oltre al livello corporeo. Allontanarsi dal trascendente, per incontrare il trascendente.
Questo è per me Runningsofia. Un libro che merita di essere letto.
A chi consiglio il libro?
A mio parere i possibili lettori del libro sono 2:
- La vostra/il vostro compagna/o, fidanzata/o, moglie/marito, che poco capisce la bellezza della corsa e che desiderereste convertire a questo sport.
- Il Runner o lo sportivo curioso, che ama domandarsi perché fa ciò che fa e che cerca il significato profondo di ciò che lo appassiona.
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