Terza gara in quattro settimane, ma la prima in piano (finalmente!) dopo l’esordio su e giù nel bosco e la successiva con solo salite e discese su asfalto. Percorso già sperimentato nel 2015, con qualche piccola modifica nei primi chilometri, ma grande differenza a livello climatico: due anni fa infatti scrivevo “… la temperatura è ideale per correre…” grazie alla pioggia caduta fino a qualche ora prima, sabato invece sembrava la classica serata estiva, tanto da rendere quasi superfluo il riscaldamento iniziale con l’amico Stefano, atleta della Nazionale Italiana di Pesca in Apnea (aka “Il killer dell’Adriatico”).
Mi piazzo come sempre nelle prime file, ma mi faccio sorprendere allo sparo (forse mi sono perso l’“Ai vostri posti…”, o forse non l’hanno proprio detto!), tanto da ricordarmi di far partire solo una trentina di secondi dopo.
L’idea era di partire in controllo per poi andare in progressione nella seconda parte di gara, ma mi superano talmente in tanti che mi faccio anch’io trascinare da un ritmo troppo alto, soprattutto considerando le condizioni climatiche che suggerirebbero prudenza nella prima parte. Corro dal cartello del 1° a quello del 2° chilometro in 3’23” (con tre curve), i successivi due chilometri sulla ciclabile li percorro in 6’50”, effettuando già qualche sorpasso. Continuo a superare anche tra il 4° e il 6° km (7’06” manuali, con un cavalcavia in mezzo) e tra il 6° e l’8° (sempre 7’06” manuali). Ultimi due chilometri sul vialone centrale, davanti vedo diversi atleti raggiungibili, ma la sensazione di caldo e la partenza sicuramente troppo “allegra” non mi permettono di cambiare marcia: riesco ad effettuare un unico sorpasso (3’35” manuali tra il cartello dell’8° e del 9° km), concludendo all’undicesimo posto assoluto a 23” dal decimo, in 34’52”, poco sotto i 3’30” al km (classifica completa, GPS della gara). Arrivo in albergo per la doccia, mi guardo allo specchio e prendo paura: è completamente ricoperta di moschini! Un vegano si sarebbe tagliato le vene seduta stante… :-)
Rispetto a due anni fa, ho corso più velocemente la prima parte di gara per poi rallentare nel finale, com’era del resto prevedibile. Ora quattro settimane di allenamenti pensando esclusivamente alla pista (un 5.000 m a fine giugno come obiettivo), con in mezzo forse ancora una gara corta su strada. Nelle settimane passate sono andato in pista già quattro volte, dovrei riuscire ad andarci ancora almeno altre sei volte.