La BOclassic è una gara per atleti veri. Si corre all’ultimo dell’anno a Bolzano da oltre quarant’anni e pochi “fortunati” possono partecipare alla competizione Elite. Per chi non lo sapesse, è su un circuito cittadino da 1.250 metri da ripetere otto volte. Quest’anno il nostro amico Andrea Soffientini (seguitelo su Instagram) è stato invitato e ha voluto raccontarci le sue impressioni ed emozioni. Nel 2018 Andrea ci racconterà le sue gare, preparerà delle recensioni su scarpe e orologi e aggiungerà ulteriori spunti tecnici al nostro blog, pensato da amatori per amatori che vogliono migliorare le proprie prestazioni. Come si è preparato Andrea? Come ha gareggiato? Senza ulteriore indugio, lasciamo la parola ad Andrea che ci racconta l’emozione di competere con i professionisti. Il suo obiettivo era non farsi doppiare da Edris: ci sarà riuscito?
Il racconto della BOclassic 2017, ovvero come correre a tutta il 31 dicembre
La BOclassic non era l’unico obiettivo stagionale, ma soltanto il culmine della stagione autunnale ormai giunta al termine. Nel seguito la mia analisi tecnica della preparazione, ovviamente sono disponibile a consigli e chiarimenti nei commenti.
La stagione autunnale
Ho diviso la preparazione della BOclassic in due macro fasi, la prima composta dalla costruzione aerobica, la seconda di finalizzazione.
Prima parte di preparazione. È partito tutto il 18 settembre, svolgendo un lunghissimo da 26 km a 4′ al km in totale controllo. Da lì si sono susseguiti dei lavori di ripetute sui 3.000 metri il martedì con recupero da fermo. Ricordo in particolare una seduta 3 x 3.000 m più un 1.000 m finale oppure 4 x 3.000 m. Invece il giovedì ho svolto dei medi da 18 km sempre più forti di 3’30” al km. Questa prima parte di allenamenti mi ha portato a migliorare il personale a Pavia, nonostante l’influenza. Nella gara pavese ho ottenuto un ottimo secondo posto in 1h11’06”, su un percorso davvero tortuoso. Il “vero” personale il 29 ottobre a Gallarate, dove riesco a fare jackpot: bissare la vittoria dell’anno prima e portarmi a casa un super tempo di 1h09’16”.
Seconda parte. Ma come tutti gli atleti sanno, la seconda fase è la più difficile: i medi da 18 km diventano da 15 km ma viene velocizzato il passo e i 3.000 m si trasformano sovente in un 3.000 m seguito da cinque mille sotto i 3′ al km. Come se non bastasse, in aggiunta la domenica abbiamo inserito un lavoro da trenta minuti variato in pista. Ai primi di dicembre la parte di costruzione è conclusa e inizio la finalizzazione: i medi si accorciano e si velocizzano ancora di più. Ora devo correre solamente 12 km, ma il passo si velocizza a 3’20” al km, purtroppo non sempre rispettato anche per le condizioni della pista non sempre perfette. I lavori invece del giovedì diventano ripetute sui mille sotto i 3′ al km, con un recupero ampio di 2′. A posteriori, le ultime due settimane pre-gara sono strane, le ripetute del martedì finite ma con tempi inferiori alle attese soprattutto le ultime due, mentre il medio del giovedì interrotto due km prima del previsto per un piccolo dolore inguinale, che mi ha creato parecchia preoccupazione.
Vicino alla gara. Per fortuna in pochi giorni mi sono ripreso. Per testare la condizione, so che gareggiare è fondamentale. Domenica 17 dicembre, anche per il meteo favorevole, decidiamo di partecipare alla prima edizione del Cross del Roccolo a Canegrate, su un percorso gara in buone condizioni. Partendo davvero forte riesco a prendere la posizione di testa e a mantenerla fino alla fine. Arriva però la settimana del Natale: la più ardua per me. Anche se ho mangiato oltremodo, riesco in pochi giorni a riportarmi al peso “forma”. A ogni modo, il 26 decido di gareggiare vicino a casa mia. In generale non l’avrei mai fatto, ma sono stato spinto da tre motivi: la gara è organizzata da un caro amico, vorrei provare l’outfit da usare poi in gara a Bolzano e testare il passo gara della BOclassic su una gara di 5 km. Ho comunque fallito l’obbiettivo in quanto ho girato più lento del previsto. Nei giorni seguenti ho limitato le uscite a lenti rigeneranti di tapering fino al giorno della gara.
Arrivo a Bolzano il giorno prima
Ho deciso di partire per Bolzano soltanto alla vigilia della gara. Sveglia ore 6:40, trenta minuti svelti a 4’20” al km. Poi partenza con due soste per non restare troppo tempo seduto a guidare, per arrivare in un albergo a dieci minuti d’auto dalla partenza. Per fortuna non ho avuto ansia fino alla mattina di San Silvestro.
Colazione. Ma al risveglio tutta l’agitazione esplode, faccio una colazione verso le 9:30 principalmente di carboidrati, cercando di non esagerare: mangio due fettine di strudel, uno yogurt e pane con marmellata. Alle 10:00 arrivo a Bolzano, ritiro il pettorale, faccio qualche foto e torno in albergo. Seguo alle 13:00 la gara del mio amico che correva la BOclassic amatoriale e poi mi rifugio in un bar al caldo ed entro in clima pre-gara, bevo un tè caldo e faccio passare il tempo cercando di non agitarmi troppo.
Tensione pre-gara. Arrivano le ore 14:30, mi cambio nell’area adibita ed esco a fare un po’ di riscaldamento. Corro circa 3,5 km in compagnia di un altro partecipante a circa 5′ al km, dopodiché raggiungo la partenza, tolgo la tuta, metto le scarpette da gara e la canotta: qui decido all’ultimo di togliere la perché avevo caldo. Purtroppo si rivelerà una scelta azzardata!
In Gara
Ore 15:33, la gara parte con qualche minuto di ritardo. Anche se eravamo un plotoncino di 32 partecipanti, decido di partire defilato a sinistra dando spazio ai campionissimi. Mi ripeto mentalmente che devo cercare di chiudere i giri di 1.250 metri in 3’55”, con una proiezione finale di circa 31′ per i 10 km. Bang! Alla partenza cerco di non cadere sui cartelloni poggiati a terra e soprattutto di non perdere la scia dei corridori con cui volevo gareggiare.
Percorso. Il percorso lo ricordo oramai a memoria. Alla prima curva a sinistra mi ritrovo su un rettilineo che ci porta a una curva secca a destra, qualche bancarella e nuovamente a destra. Si arriva finalmente a scollinare e correre tra i portici con il tifo dei miei amici. In quel frangente ritrovo le forze, proseguendo su una linea di lastricato meno scivoloso fino a una curva maledetta sempre a destra che complice il porfido umido ci portava sempre all’esterno contro le balaustre. Infine un altro pezzo in discesa con il gradito asfalto, curva a gomito a destra e via in leggera salita fino all’arrivo. Il passaggio finale era un rettilineo agrodolce, agro perché infinitamente lungo e in leggera salita scivolosa, dolce perché c’erano tutti i miei tifosi dalla mia fidanzata Jessica, Umberto, la zia, la Jacopla e rispettive famiglie, praticamente una curva come allo stadio.
Seconda parte di gara. La gara procede discretamente bene, anche se il tempo del primo giro (3’52”) non lo riuscirò più a tenere. Anzi ad ogni giro il mio parziale peggiora sempre di qualche secondo fino ad arrivare al quinto km. In quel momento rimpiango di non avere la canotta a compressione perché avverto una fatica a respirare data da una leggera congestione, decido quindi di cercare di recuperare fiato ed energie nella parte in salita e cercare di riprendere il passo in discesa. Dovevo perdere il meno possibile: la preoccupazione principale è di non farmi riprendere da Edris che da dietro incalzava. Decido quindi di dare tutto fino a concludere il settimo giro in quanto da lì mi sarei potuto considerare salvo.
Finito il settimo giro, la liberazione, ho fatto l’ultimo come passerella, sapendo di aver raggiunto l’obbiettivo di non essere doppiato e aver portato a casa un buon tempo nel gotha dell’atletica. Chiudo con 32’27” che su quel percorso e in quelle condizioni vale molto di meno. Ora qualche settimana di riposo, poi ripartirò pensando ai prossimi appuntamenti, che avrò l’onore di potervi raccontare sul blog.
Strumenti utilizzati in gara
Per chi fosse interessato, ecco la lista degli strumenti utilizzati da Andrea durante la BOclassic:
- orologio: Polar M200 (la nostra recensione completa)
- scarpe: Adidas Adizero Adios Boost 2
- calze: Nike Dri Fit
- gambali: Oxyburn
- pantaloncini:
- canotta: Sociale VAM