Questo articolo non è decisamente adatto ai seguaci della filosofia “less is more”, in questo caso applicata sia all’utilizzo di gadget tecnologici… sia alla cura e completezza della recensione di “Massi” Milani! Un lavoro certosino di diversi mesi per testare e soprattutto comprendere come un misuratore di potenza per la corsa (Stryd) possa essere utilizzato in abbinamento a un orologio GPS o come vedremo, anche da solo!
Stryd, il misuratore di potenza per la corsa, la vera rivoluzione?
Non sono sicuro che i fondatori di Stryd (pronunciato “straid”, non “strid”, dall’inglese “stride”, “passo”), piccola ma innovativa azienda di Boulder nel Colorado, conoscano lo slogan di una campagna di un’azienda di pneumatici, resa celebre negli anni duemila da un calciatore brasiliano. Sembrerebbe comunque di sì, visto che la pubblicità è passata per molto tempo anche sui network americani più importanti. Certo è che dal giorno in cui hanno introdotto su Kickstarter l’inserzione per finanziarsi tramite un sito di crowdfunding, i fondatori hanno dimostrato molto controllo, portando in pochi mesi sul mercato una nuova tecnologia che, secondo i documenti di marketing, sta “rivoluzionando il modo di correre” di noi podisti amatori. Nel 2014 Stryd è stato citato da Wired come “la ricetta perfetta per migliorare” il modo di correre, ad agosto 2016 ha vinto l’Hype Foundation Global per l’innovazione nella competizione sportiva. Infine a ottobre 2016 la versione 2.0 è stata indossata da tantissimi triatleti all’Ironman delle Hawaii a Kona. Anche noi di TheRunningPitt.com abbiamo voluto valutarne l’efficacia, testando in maniera analitica i due modelli Stryd, la versione Pioneer (1.0) e due (!) footpod (2.0), analizzandone pregi e difetti.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente? E cos’è la potenza applicata alla corsa? Ma davvero misurare la potenza serve a migliorare la performance di noi amatori? Quali sono i principali vantaggi di misurare la potenza? Cosa servirebbe per farlo? Come cambia l’ecosistema tecnologico di noi podisti? E Stryd “funziona”? In questa recensione troverete la risposta a molte domande, ma speriamo che la recensione ne creerà altrettante! Abbiamo sei mesi di test alle spalle, ma ci servirà almeno una preparazione completa di una maratona per poter determinare se la potenza potrà essere adottata come parametro di riferimento di noi amatori evoluti.
Stryd in sintesi
Non avete tempo di leggere tutto l’articolo? In meno di duecento parole e con una piccola grafica, vi sintetizziamo pregi e difetti dello Stryd. Chiaramente suggeriamo la lettura approfondita, soprattutto se pensate di comprarlo oppure se già lo possedete. Dato che un manuale in italiano non esiste, non vorremmo che compraste un oggetto costoso senza veramente utilizzarlo al meglio. In sintesi, Stryd è uno strumento che misura la potenza della corsa (in watt), consentendo al podista di allenarsi in maniera ottimale in tutte le condizioni, eliminando fattori esterni, come salite, discese, vento, temperatura oltre a parametri fisiologici. Stryd consente non soltanto di determinare “a che ritmo” allenarsi, ma offre analisi innovative dell’economia di corsa e permette di capire come gareggiare. La misurazione è effettuata con un footpod, che contiene un contapassi, un altimetro e un barometro e sfrutta proprietà fisiche per calcolare la potenza generata dalle gambe. Nei nostri test e in quelli di altre recensioni web, la potenza è risultata molto accurata, e riteniamo che sarà uno strumento sempre più utilizzato dai podisti nostrani, una volta stabiliti i limiti e gli utilizzi futuri. Infine, Stryd aiuta a capire se variare il modo di correre, grazie alla (quasi) perfetta stima dell’economia di corsa.
Unboxing
Il gesto di aprire la scatola l’ho compiuto due volte a distanza di due mesi perché il primo modello di footpod è risultato difettoso (faceva parte del lotto iniziale distribuito in anteprima in Europa dall’azienda americana): dopo il primo “ciclo” d’utilizzo, non si caricava più. Ma con la seconda versione non ho più avuto problemi. Peccato aver perso la possibilità di correre la maratona del personal best con Stryd!
Apriamo la scatola. Scatola nera, aspetto solido, lo Stryd è avvolto in una confezione a pacchetti, al cui interno si trova un dispositivo caricabatteria wireless, che si collega al PC con un collegamento micro SD. Oltre al caricabatteria, la confezione contiene un piccolo cavetto e due clip, di tre grammi l’uno, per permettere di allacciare il misuratore alla scarpa. Vista la complessità dell’argomento trattato, nessun documento è stato incluso nella scatola, ma è disponibile un manuale via web, inoltre Stryd consiglia di leggere Run with power, del coach americano Jim Vance, oppure The secrets of running, di due podisti amatori olandesi, il professore emerito Hans Van Dijk e il manager Ron Van Megen. Entrambi libri molto validi. A nostro modesto parere, partiremmo dalla lettura di Allenarsi e gareggiare con il misuratore di potenza: anche se è per il ciclismo, oltre a essere in italiano, è davvero ben scritto. Una volta aperte tutte le confezioni, troverete un minuscolo “contapassi” di sette grammi, leggermente più grande di un footpod Garmin, con una piccola lucina che si illumina se caricato sulla base o che lampeggia per qualche secondo per indicare se deve essere ricaricato. Il nuovo footpod trasmette dati con entrambe le tecnologie ANT+ e Bluetooth. Le connessioni con iPhone, Android e dispositivi Garmin funzionano perfettamente (nel seguito qualche dettaglio), ahimè non abbiamo avuto modo di testarlo con Suunto e Polar né con il nuovo Garmin fenix 5, ma succederà presto.
Attaccarlo alla scarpa. Anche se ci sono due clip, il footpod è unico, molto probabilmente ne sono stati inseriti due per evitare di dover spedire successivamente ulteriori pezzi, in caso di smarrimento. Il clip si inserisce facilmente sotto i lacci della scarpa: per attaccarlo, basta inserire l’estremità più larga e premere verso il basso quella più stretta fino a quando non scatta in posizione. L’alloggiamento è molto sicuro, per rimuovere Stryd basta premere e sollevare il footpod. Rispetto ad altri contapassi è leggermente più grande, ma il design non avrà nessun impatto sulle vostre dinamiche di corsa.
Stryd e i GPS
Ma il footpod a che cosa si collega? Fondamentalmente agli orologi GPS, ma non a tutti!
Compatibilità orologi. La tabella allegata fornisce la lista degli orologi compatibili, ovviamente i modelli più recenti sono maggiormente integrabili, ma anche quelli molto meno recenti, soprattutto se impostati in modalità “ciclismo”, vi consentiranno di visualizzare la potenza. Tra i Big 4, solo Suunto ha sposato la causa di Stryd fin dal primo giorno, fornendo una compatibilità pressoché perfetta con il power meter. Dopo un po’ di tempo anche Garmin e Polar (V800) hanno attivato un collegamento ai loro sistemi. Come regola, ogni orologio con collegamento a un misuratore di potenza per il ciclismo sarà compatibile, qui sotto la lista completa (ma costantemente in aggiornamento):
Garmin Forerunner: 230, 235, 310XT, 630, 910XT, 920XT, 735XT
Garmin Fenix: Fenix 2, Fenix 3, Fenix 3 HR
Garmin Vivoactive: Vivoactive, Vivoactive HR
Suunto Ambit: Ambit 2, Ambit 2S, Ambit 3 Sport, Ambit 3 Peak, Ambit 3 Vertical
Suunto Spartan: Suunto Spartan, Suunto Spartan Ultra
Polar: V800
Garmin e Stryd. Per quanto riguarda Garmin, la situazione si è evoluta nel tempo. Non è nato come un matrimonio felice, con due anni di fidanzamento e una grande preparazione pre-matrimoniale. Ci sono voluti parecchi mesi prima che l’azienda di Boulder rilasciasse un’App, tramite Garmin IQ, che si collegasse con gli orologi della casa del Kansas. Ora però lo strumento si integra perfettamente con gli orologi Garmin e infatti esistono diversi modi di visualizzare i dati.
Senza GPS. Ma non disperate se non avete a disposizione un orologio compatibile, sappiate che Stryd si collega sia ad Android, sia a iOS. Ho voluto testare per trenta giorni il footpod senza alcun collegamento a orologi. Il risultato è sorprendente: anche se non avrete la possibilità di leggere la potenza durante la corsa, a fine allenamento troverete la distanza misurata quasi perfettamente e tutte le metriche saranno aggiornate via web. L’unico inconveniente sarà l’impossibilità di legare il tracciato GPS con quello della potenza. In realtà ci sarebbe anche un secondo inconveniente, verificate che lo Stryd sia completamente carico: domenica scorsa per testare la mia stiffness (vedi sotto) ho corso una maratona “autogestita” in 3h10′ (cosa non farei per il blog?) e al momento di aggiornare i dati mi sono accorto che il sensore… si era scaricato!
Prima di raccontare come si è comportato Stryd durante i nostri test, siamo costretti a fare una “piccola digressione” sulla potenza, per avere una base comune d’analisi. Per chi avesse poco tempo per leggere, suggeriamo di saltare i paragrafi con l’asterisco (*) e dedicarvi soltanto a quelli che spiegano come allenarsi e perché usare il misuratore di potenza Stryd.
La misurazione della potenza nel ciclismo
Non vorrei partire da reminiscenze scolastiche ma da un evento sicuramente conosciuto. Prendete il vostro ciclista preferito, immaginate che chieda al suo gregario di aiutarlo nella rincorsa di un fuggitivo in una gara di montagna a piacere. Cosa gli dirà? D’impostare un ritmo basato sulla potenza, magari 400w. Ma cos’è la potenza? Potremmo tornare al famoso libro del liceo del professor Amaldi che definisce “la potenza di un sistema fisico” come “il rapporto tra il lavoro compiuto e il tempo necessario a svolgerlo” ed “è misurata in watt”. Nel ciclismo il misuratore di potenza è diventato uno strumento indispensabile per gareggiare e allenarsi, non soltanto per professionisti ma anche per amatori, perché… la prestazione in un percorso pianeggiante è fortemente correlata alla potenza assoluta, mentre in salita alla potenza specifica (misurata in watt per kg, accorciato in w/kg). Misurando la potenza si riesce a determinare come allenarsi (= quanta potenza erogare), come capire se si sta migliorando (= se il consumo energetico diminuisce nel tempo a parità di velocità) e come gareggiare (= mantenendo costante la potenza si ottimizza la prestazione).
Quanta potenza nella corsa e a cosa serve?
E nel podismo? La bellissima recensione di CorroErgoSum si chiudeva con dei dubbi esistenziali sull’utilizzo della potenza nella corsa. Sebbene Dario, ottimo giornalista di Runnersworld, fosse positivamente colpito dallo strumento, il dubbio che non ci fosse un vero valore di riferimento permeava la conclusione. In realtà, la fisica e l’analisi della storia del podismo aiuta a capire come i dubbi di Dario siano infondati. Per capirci di più, tre sono le domande a cui rispondere: i dati sono accurati? Qual è la potenza a cui allenarsi? A che potenza gareggiare?
La fisica della potenza. (*) Partiamo dalla prima domanda: ma come funziona esattamente Stryd? Ovviamente è scontato dire che misurare la potenza delle gambe di un podista non è possibile, ma la tecnologia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante: grazie ai nuovi accelerometri e alle conoscenze centennali sulla piezoelettricità (scoperta da Marie Curie), è possibile stimare in maniera molto precisa la potenza del podista. In sintesi, l’accelerometro di Stryd converte una forza fisica in un segnale elettrico: quando una forza viene esercitata sull’accelerometro, la massa carica l’elemento piezoelettrico in funzione della seconda legge di Newton. La potenza è calcolata dall’accelerometro in tre dimensioni, moltiplicando il peso corporeo in kg, l’accelerazione (misurata in metri al secondo quadrato) e la velocità (in metri al secondo). Se la formula è semplice, quello che rende Stryd unico, è la capacità di calcolare la potenza in tempo reale, grazie al software dedicato, riuscendo a trasferirla agli orologi collegati. Ci si sono dedicati quattro professori universitari, tra cui il dottor Coggan. Per ora il sistema calcola una potenza istantanea, ma non escludiamo che con il tempo non si possano aggiungere le medie a tre oppure a dieci secondi, proprio come succede nel ciclismo. Invero è disponibile l’intermedio al km della potenza, ma solo utilizzando l’app Garmin IQ.
Quanta potenza? (*) Prima di dire a che potenza allenarsi, la domanda che ci siamo posti è quale sarà la potenza massima a cui si può correre una determinata distanza. Per un confronto omogeneo si dovrebbe usare un dato orario (gli esperti utilizzano un parametro chiamato FTP, l’equivalente della soglia anaerobica). Occorre sapere che ci sono diversi studi in merito, legati alla potenza nei diversi sport. Per esempio è noto che nella finale dei 100 metri con il famoso record del mondo di 9’58”, Bolt ha sprigionato una potenza di 24,6 w/kg, ma usando un sistema energetico diverso da quello del mezzofondista e del maratoneta. Nel ciclismo si sono analizzate a fondo le performance di Armstrong, Pantani e altri ciclisti, e si è evidenziata una potenza relativa di 6,5 w/kg nella scalata del Mont Ventoux in 37 minuti e mezzo. In tal caso però si parla di prestazioni “sospette”. E nella corsa di media e lunga distanza? In tal caso, dopo aver convertito i risultati in performance equivalenti, spicca l’etiope Kenenisa Bekele, che non soltanto ha il record del test di Cooper, ma anche la migliore performance di potenza relativa, sui 10.000 metri, con 6,74 w/kg (con un FTP di 6,36 w/kg). Interessante notare che sulla maratona il record del keniano Kimetto è molto vicino al record di Bekele, attestandosi a 5,99 w/kg (con un FTP di 6,30 w/kg). Chiaramente questi calcoli sono stati fatti utilizzando le conoscenze della fisica, non derivati da Stryd. Empiricamente però si può dedurre una tabella che, basata sulla fisiologia della corsa e dei meccanismi energetici del corpo umano, consente di valutare la massima potenza di un podista e il potenziale di ciascuno di noi. La sintesi di tutti gli studi è che non si può correre a più di 6,4 w/kg, che rappresenta il limite umano per 1 ora di corsa (5,7 w/kg per le donne).
Confronto tra le due versioni. Si noti che nel passato non avevo sufficienti dati a disposizione e nell’articolo sulla dieci chilometri di Pavia ho mostrato un grafico illustrante una potenza superiore a quella stimata. L’errore è derivato da una sovrastima dello Stryd 1.0: non a caso gli “early adopter” soffrono degli errori delle start-up! Pensiamo che la prima versione sovrastimasse la potenza del 10-15%. Non sono il solo ad aver evidenziato questa differenza, anche dalle immagini di Dario si capisce che c’è una variazione “importante” tra le due versioni. Ma se 6,4 w/kg è il massimo raggiungibile da un essere umano nel mezzofondo, qual è il valore suggerito? Prima di capirlo, vediamo quali sono i dati a disposizione dello strumento.
Le metriche di Stryd, il suo ecosistema e il rapporto con Garmin, Strava e TrainingPeaks
Come tutte le tecnologie basate su un accelerometro, non è sorprendente sapere che Stryd sia in grado di misurare diverse metriche supplementari, non soltanto la potenza. Ma a cosa servono? Cosa misurano? Come sono visualizzate?
Metriche di Stryd. Le metriche di Stryd sono nove: la potenza, l’elevazione, la cadenza, il tempo di contatto al terreno, l’oscillazione verticale, il passo istantaneo, la distanza e infine la Form Power (FP) e la Leg Spring Stiffness (LSS). Delle prime sette abbiamo discusso dettagliatamente nell’articolo sulle dinamiche di corsa Garmin, mentre le ultime due sono un’innovazione del misuratore di potenza. La Form Power indica la quantità di energia prodotta per mantenere un determinato ritmo, la potenza che serve “per restare in piedi”, non per avanzare. Rappresenta di fatto la quantità di energia che viene dissipata senza permettere di correre più velocemente. Visto in altri termini, è un indicatore dell’economia di corsa: diminuendo l’FP, correndo alla stessa velocità, riuscirete a consumare meno energia. L’energia massima è limitata, utilizzarla per avanzare è fondamentale! Atleti élite e amatori evoluti avranno una percentuale di FP (rispetto alla potenza totale) pari al 20%-25% del totale. Nell’analisi del tracciato Stryd di Patrick Smyth, podista americano arrivato decimo alla maratona di New York, si evidenzia che la Form Power tende ad aumentare con il passare dei chilometri, dimostrando un fatto già noto: l’economia di corsa peggiora con i chilometri. Per Patrick l’aumento è stato soltanto del 2,2%, ma un podista amatore potrebbe arrivare anche al 10%, con un rapporto FP di 35-40%. Anche l’altra metrica è molto interessante: finalmente una misura quantitativa della tanto decantata Stiffness! Pensate alle vostre gambe come delle molle su cui il vostro corpo “rimbalzi”. Più rigida sarà la molla, meno energia sarà necessaria per andare avanti. In altri termini, LSS misura la capacità di riciclare l’energia durante la corsa. Riuscendo ad aumentare la LSS, si può affermare che si migliori anche l’economia di corsa. La LSS è tipicamente nell’intervallo 4-12 kN/m (più alto è questo valore, migliore sarà la vostra stiffness). La metrica non è influenzata molto dalla velocità di corsa, invece è destinata a peggiorare leggermente nel tempo, per l’insorgere della fatica. In allegato il grafico della maratona dell’Ironman delle Hawaii, in cui si vede benissimo il trend (= la stiffness peggiora nel tempo).
Confronto con le dinamiche di corsa Garmin. Per divertimento abbiamo fatto qualche confronto con le dinamiche Garmin: possiamo affermare che sono assolutamente correlate, la differenza non è mai stata superiore allo 0,5%, ma in realtà utilizzando diversi strumenti di visualizzazione dati, saranno i grafici a far sembrare un risultato simile molto diverso! Cadenza e oscillazione verticale sono perfettamente equivalenti, per le altre metriche abbiamo notato minime differenze. Ricordiamo che ciò che conta è l’analisi differenziale: confrontate le vostre prestazioni con quelle di qualche mese prima, basandovi sullo stesso strumento. Non confrontate mai strumenti diversi!
Passo istantaneo di Stryd. Tra le altre innovazioni dello strumento, è stato aggiunto un passo istantaneo, sicuramente più stabile di quello calcolato dal GPS, ma non necessariamente così accurato. Tutto sicuramente dipende dalla calibrazione della cadenza, nei nostri test la variazione tra il passo del GPS e quello di Stryd è risultata inferiore all’1%, se invece Stryd è calibrato, risulta il miglior footpod in circolazione e l’errore sarà irrilevante. Per ora Garmin IQ consente soltanto di attivare due campi, quindi il nostro suggerimento è di usare solo la potenza come campo visualizzabile. Oppure attivare l’App Garmin di Stryd, che però mostra peccati di gioventù: in particolare il mancato aggiornamento del VO2max e di tutti gli strumenti ausiliari Garmin. Con l’applicazione dedicata non potrete nemmeno vedere i dati delle dinamiche di corsa. Saranno disponibili solamente a fine allenamento.
L’ecosistema Stryd. L’azienda americana ha messo a disposizione dei suoi utenti un cruscotto informativo per poter visualizzare e analizzare i dati della potenza dopo l’allenamento. Lo ha chiamato Powercenter. Se le prime versioni sembravano abbastanza semplici e non esattamente innovative, con il tempo abbiamo visto moltiplicare il numero di funzioni che ne hanno reso quasi indispensabile l’utilizzo: a parte le due metriche supplementari, non disponibili altrove, ora il cruscotto visualizza anche gli split chilometrici, oltre a un indicatore di “carico dell’allenamento” basato sulla potenza (chiamato RSS). Niente di particolarmente estremo, ma sicuramente diverso da quanto disponibile finora.
L’App di Stryd. Abbiamo anche testato l’App mobile Stryd (da non confondere con quella dell’orologio), disponibile sia su Android, sia su iOS. In questo caso il giudizio non è particolarmente positivo, perché sembra pensata solamente per caricare i dati sul sito: troverete esclusivamente la sintesi delle vostre uscite, ma non il dettaglio e nemmeno le informazioni disponibili su Powercenter. Resta però il fatto che sia uno strumento necessario per eventuali aggiornamenti firmware, oltre che per verificare la carica della batteria, che normalmente consente di allenarsi per una dozzina d’ore.
Strava e Stryd. Per il ciclismo, Strava ha la migliore reportistica disponibile sul mercato, è intuitiva, chiara, ma al tempo stesso completa. Per la corsa, la situazione è complicata, attualmente il sistema non mostra ancora i dati della potenza, ma convertendo il vostro allenamento in seduta di ciclismo, troverete le zone di potenza a cui avete corso, l’istogramma di potenza con intervalli di 25w e soprattutto la curva di potenza, che vi consentirà di stimare il vostro FTP e in generale il vostro potenziale su un determinato orizzonte temporale. Nell’esempio allegato si vede che nelle ultime settimane potevo mantenere una potenza di 4,6 w/kg per 1 ora. Si narra che queste funzionalità saranno attivate quest’anno (2017) anche per la corsa: sarà vero?
TrainingPeaks e Stryd. Anche il famoso sito americano si è dotato di un cruscotto informativo della potenza, e risulta disponibile per utenti base (ma solo il tracciato dettagliato, non i dati sintetici). Se disponete della versione Premium, vedrete altri dati, come l’indice di variabilità, la potenza normalizzata e altre informazioni utili: per non appesantire ulteriormente la recensione, rimandiamo al blog di Vance.
Altri strumenti. Non ci soffermeremo ad analizzare altri strumenti come SportTracks (online), Golden Cheetah (software, gratuito), WKO4+ (software, a pagamento), Xert (App e online, a pagamento), ma siamo sicuri che con il tempo il podista amatore vorrà utilizzare anche ulteriori dati.
Stryd stima la vostra economia di corsa
Se avete avuto la costanza di leggere fino a qui, siete a buon punto.
L’economia di corsa, questa sconosciuta. Vi suggeriamo di provare un esperimento: cercate di chiedere ai vostri amici un indice da 1 a 100 della loro economia di corsa (100 = keniano che corre la maratona sotto le 2h05′, 1 = vostro marito/vostra moglie che svolge solo l’esercizio di portare fuori il cane la mattina). Quale sarà la loro economia di corsa? Con Stryd si può determinare.
Fidal e l’economia di corsa. (*) Come spiegato nel documento sul sito Fidal, “il costo energetico della corsa è la quantità di energia che il soggetto deve spendere per compiere un percorso unitario. Il costo energetico è, quindi, una misura dell’economia della progressione; esso è tanto minore quanto più economico è il gesto del soggetto.” L’economia di corsa è semplicemente la capacità di consumare meno “energia” in un intervallo di tempo. Come stimare l’economia di corsa? Ci aiutano gli studi di Margaria che indicavano che il consumo energetico fosse pari al peso corporeo dell’atleta. In fisiologia il dispendio energetico è calcolato a partire da misure di consumo di ossigeno, O2, per cui è spesso pratico esprimere il costo energetico in ml O2/(Kg * m). Dato che il consumo di un litro di O2 nell’organismo umano sviluppa 4,19 Kcal, si ottiene che 0,98 kcal/kg/km è equivalente a 201 ml O2/kg/km, indipendentemente dalla velocità (per lo meno fino ai 20 km/h). Sappiamo da test di laboratorio che i migliori keniani consumano 180 ml O2/kg/km, ossia il 21 percento in meno di un podista “normale”.
Stryd stima l’economia di corsa. Finora si poteva misurare solamente in laboratorio, ma con Stryd si riesce a farlo in maniera “semplice”. Abbiamo già descritto due parametri di misurazione indiretta, ma grazie alla fisica, si può effettuare un calcolo diretto: dividendo la vostra potenza specifica in w/kg per la velocità (in metri al secondo, m/s) otterrete una stima precisa del costo energetico della corsa. In pratica, Stryd misurerà l’economia di corsa e consentirà di capire i vostri eventuali miglioramenti, grazie ai cambiamenti della tecnica di corsa. Gli autori olandesi hanno stimato in laboratorio che i dati dell’economia di corsa sono equivalenti a quelli calcolati con la formuletta! In sintesi Stryd non vi consentirà di migliorare ma solo di valutare se gli allenamenti vi hanno fatto migliorare l’economia di corsa. Modificate la tecnica di corsa, allenatevi per migliorare la forza, e Stryd vi dirà se questi cambiamenti hanno un impatto sull’economia di corsa.
Correre sul tappeto. La potenza si riesce a misurare anche sul tapis e sarebbe davvero sciocco non sfruttare quest’opzione. In tal caso suggeriamo di portarvi dietro il telefono per visualizzare la potenza. L’App mostrerà non soltanto la potenza, ma anche l’oscillazione verticale e il contatto al suolo, oltre a stimare la velocità, abbastanza accurata. Proprio settimana scorsa è stata rilasciata una nuova versione firmware per migliorare ulteriormente la valutazione della velocità in ambiente chiuso. Ne parleremo presto nel prossimo articolo sull’arte di correre sul tapis roulant.
Posizionamento del misuratore. Se foste dei ciclisti, sarebbe la prima domanda a cui rispondere: dove posizionare il misuratore di potenza, o meglio quale scegliere sulla base delle vostre preferenze, della capacità di misurazione e del numero di bici a disposizione. Correndo a piedi, la situazione sembra intuitivamente più semplice e come luogo adatto alla misurazione la scelta ideale sembrerebbe ovvia. Ma lo è davvero? Se la prima versione del misuratore era pensata con la fascia cardio, con il passaggio a “contapassi” si è migliorata notevolmente la comodità, ma creato un problema supplementare. Siamo davvero sicuri che le due gambe abbiano la stessa potenza? Come tutti i ciclisti sanno, un misuratore di potenza di una gamba (es. Stages) potrebbe creare degli errori di misurazione, in caso di asimmetrie del corpo. Prima di capire se è davvero un problema, suggeriamo di verificare il bilanciamento (con Runscribe o Garmin). Purtroppo nel mio caso lo è, soprattutto in gara.
La foto lo mostra chiaramente: ho la tendenza a compensare con la spalla per sopperire alla mancanza di forza della gamba sinistra a certe velocità (nella foto il quinto chilometro della mezza maratona di Gallarate conclusa in 1h13′). E in effetti il bilanciamento è stato di 49,3%-50,7%. Non dimentichiamo però che, come confermato da Coggan, lo studioso che ha supportato lo sviluppo di Stryd, la motivazione del passaggio dalla fascia al footpod è stata proprio il desiderio di massimizzare la correttezza del tempo di contatto al terreno e la stima della LSS. Siamo sicuri che con il tempo, Stryd aggiungerà un secondo footpod per consentire ai podisti più evoluti di misurare la potenza sulle due gambe.
Allenarsi e gareggiare con la potenza: quattro ragioni per usare Stryd
Per quanto riguarda l’allenamento, gli esperti suggeriscono un consiglio semplice: “continuate ad allenarvi allo stesso modo di prima, ma raccogliete il più possibile i dati a disposizione”. È vero che esistono già delle tabelle per preparare varie gare basandosi sulla distanza, la nostra opinione è che siano ugualmente utili rispetto a quelle “classiche”. I nostri sei mesi di test confermano che i dati della potenza e delle altre metriche ottenibili dallo strumento sono accurate. Abbiamo già spiegato i test per stabilire la potenza critica, preferiamo non soffermarci. Sappiate comunque che la relazione potenza / velocità resta sempre lineare, mentre quella del lattato subisce una variazione significativa. Conoscere l’FTP per allenarsi risulta quindi fondamentale.
Ma in sintesi, perché usare Stryd? Su internet e sui due libri citati precedentemente, sono indicate molti motivi. A noi ne bastano quattro, anche perché… è difficile ricordarsi i nomi dei sette nani, figuriamoci le quattordici ragioni per usare Stryd!
Mantenere la potenza costante aiuta a correre “perfettamente”. Cercare di correre a velocità costante aiuta a ottimizzare la prestazione, ma il vero problema è che non è una possibilità concreta perché le condizioni in gara, soprattutto durante una corsa lunga, variano: salite, discese, vento… influenzano il vostro ritmo. Con Stryd ora siamo in grado di misurare in maniera accurata il nostro sforzo. Certo è molto più difficile rispetto a farlo in bici: gli strumenti per visualizzare la potenza sono molto più grandi, i dati sono sempre a disposizione di fronte a noi! Correndo la situazione è più complessa: non possiamo immaginare di visualizzare costantemente la potenza, anche perché alzando il braccio altereremmo il nostro modo di correre e saremmo inefficienti. Speriamo che gli occhiali Oakley Radar Pace saranno presto venduti in Italia!
Sforzo e risultato. Come riusciamo a convertire la nostra energia (in watt) in velocità? Stryd è l’unico sistema in grado di dare una risposta a questa domanda. Senza dover andare in un centro specializzato (eppure il centro Mapei è a tre chilometri da casa mia in Italia, senza dimenticare il Runner’s lab in Belgio), siamo in grado di calcolare la nostra economia di corsa e confrontarla con i dati della letteratura scientifica, con quella dei keniani, ma anche dei nostri amici podisti.
Analizzare la potenza con l’aiuto di persone esperte. Parlando di amatori, non ci piace parlare di allenatori, ma piuttosto di consulenti. La materia è molto complessa, più di quanto sia possibile immaginare. Ma una volta trasferiti i dati via Bluetooth, sicuramente qualcuno sarà in grado di leggere il vostro tracciato .FIT. Affidatevi a chi sia in grado d’interpretare non soltanto la fisiologia della corsa, ma anche di conoscere in dettaglio la biomeccanica e abbia studiato approfonditamente statistica. Se lo troverete… riceverete consigli assolutamente unici, e vi saprà dare informazioni sui vostri punti di forza e debolezza nella biomeccanica di corsa.
Analisi delle scarpe. Un aspetto fondamentale di Stryd, grazie soprattutto alla scelta di cambiare il posizionamento del sensore, è la possibilità d’analizzare lo stato di salute delle vostre scarpe. Assumendo di correre sempre sullo stesso percorso, sarete in grado di capire se la vostra scarpa è “scarica”, quando cambiarla, e quale scegliere. Ovviamente i dati dei coefficienti di restituzione non sono disponibili nelle “caratteristiche”, ma grazie alla Stiffness, sarete in grado di determinarlo voi stessi! Per esempio, una Nike Lunartempo 2, dopo 800 km avrà una Stiffness del 10-15% inferiore rispetto a una versione nuova. Divertitevi con gli esperimenti…
Conclusioni
Come tutte le nuove tecnologie introdotte sul mercato, Stryd ha dimostrato delle funzionalità molto promettenti che con il tempo saranno sempre più adottate da noi podisti amatori. La scelta della potenza come parametro di riferimento degli allenamenti, a complemento o in sostituzione di ritmo e battito cardiaco, è molto “audace” e per ora limitata soltanto a chi ha attitudini d’innovazione. Ma una cosa è certa: scegliere di allenarsi con la potenza non è radicale, non significa abbandonare gli altri metodi a disposizione per correre. Inizialmente il sistema Stryd era fondamentalmente acerbo e pochi si erano avventurati in questa direzione. Ai nostri lettori non resta che aspettare qualche giorno prima di decidere se spendere 250 euro per la potenza. Di certo, senza conoscere il concetto di potenza, senza capire come si leghi a fattori fisiologici, senza determinare come usare le metriche in allenamento e in gara, molto probabilmente comprerete un gadget “relativamente” costoso, che non vi consentirà di migliorare le performance in corsa. D’altro canto, con conoscenze approfondite, il vero vantaggio dello Stryd (e di tecnologie simili) è che “renderà il vostro corpo un laboratorio biomeccanico mobile”.
Il footpod Stryd è disponibile su Amazon.it o sul sito ufficiale (leggete in fondo per il codice sconto).
Per approfondimenti su Stryd e sulla potenza
Quest’articolo molto dettagliato dovrebbe avervi aiutato a capire se la potenza è uno strumento utile a migliorare il vostro modo di correre, alleghiamo nel seguito alcuni link per approfondimenti, oltre a quello per acquistare Stryd:
– Recensione di CorroErgoSum
– Libro di Jim Vance
– Libro di Hans Van Dick
– link per acquistare Stryd su Amazon. Per chi volesse acquistare Stryd, in alternativa ad Amazon, c’è un codice sconto del 10% appositamente creato da utilizzare sul sito ufficiale Stryd.com: therunningpitt