“Massi” e la teoria del caos applicata alla corsa

Cadenza "Massi" Milani

"Massi" a Tradate 2015È sempre un piacere ospitare un articolo del mio amico “Massi” Milani (qui li trovate tutti), che anche stavolta conferma una capacità d’analisi fuori dal comune. Lo conosco da diversi anni e ho praticamente visto in diretta i suoi costanti miglioramenti, frutto di una grandissima perseveranza negli allenamenti, anche e soprattutto tenendo conto degli impegni lavorativi, spostamenti compresi. Devo tuttavia ammettere che inizio a ipotizzare un’origine extra-terrestre: dopo la media di 3’31” al km e 192 bpm (!!!) alla 10 km del 31 maggio scorso (qui), leggere una media di “221 passi per minuto”, anche se per un solo chilometro, mi fa salire più di qualche dubbio…

“Dunque, per primo fu il Chaos, e poi Gaia dall’ampio petto, sede sicura per sempre di tutti gli immortali che tengono le vette dell’Olimpo nevoso”. Ho rimosso tutte le reminiscenze classiche ma ricordo vividamente anche se sono passati più di vent’anni l’articolo di Lorenz che ha dato alla luce alla teoria del chaos e secondo cui il battito delle ali di una farfalla in Brasile può generare un tornado in Texas. Che senso ha parlare di “disordine” in un sito di corsa, tra l’altro molto tecnico? Ce lo siamo chiesti anche noi, e senza addentrarci in analisi matematica ci siamo dati una risposta convincente proprio ieri, alla prima maratonina dei due Comuni di Tradate (VA).

La teoria del Chaos inventata nel lontano Dicembre 1972 da Edward Lorenz del Massachusetts institute of Technology ha rivoluzionato il modo di pensare di una generazione di matematici perché si applica ad eventi complessi e mutevoli, sempre più comuni ai giorni nostri. L’idea principale è che un piccolo cambiamento delle condizioni iniziali di un “sistema”, il battito delle ali di una farfalla, per esempio in Brasile, può produrre delle conseguenze inaspettate e molto divergenti rispetto alle previsioni iniziali, il famoso tornado, avvenuto tra l’altro in un luogo molto distante, il Texas.

Anche se noi podisti conosciamo più precisamente la legge di Murphy (“quello che può andare storto, andrà storto”), qui non stiamo parlando di eventi casuali, ma solo del fatto che alcuni sistemi sono più difficili da prevedere rispetto ad altri. Il problema si manifesta quando la previsione di un evento è basato su dati non precisi o involontariamente sbagliati. Per esempio, supponete che dobbiate sommare 5 + 5, ma che per un errore di digitazione abbiate scritto 6 nel secondo addendo. L’errore è soltanto del 10%, non gravissimo, visto che stiamo parlando di dati lineari. Ma se al posto di 5 alla quinta (3215), avessimo scritto 5 alla sesta (15625), l’errore diventerebbe di più del 500 percento. Inoltre se il processo è dinamico, ripetuto nel tempo, con l’output di un evento come input del successivo, gli errori si trasformerebbero esponenzialmente: applicando la potenza di 5 al calcolo precedente, otterremo un errore del 3000 percento. Dopo una sola iterazione, il nostro piccolo errore di digitazione è diventato assolutamente più grande. Anche la corsa, potrebbe essere classificata come un sistema dinamico non lineare: noi podisti ci alleniamo per “stressare il corpo” a portarlo ad adattarsi alla fatica, per raggiungere un livello di forma superiore. Ogni allenamento viene influenzato dal precedente e influenza il successivo. Inoltre il risultato degli sforzi è non lineare rispetto all’impegno, all’inizio il risultato è esponenziale, poi diventa logaritmico.

Tutta questa lunga premessa per dire che, reduce da una stagione primaverile deludente, ieri ho potuto verificare la teoria del “disordine”. Ai nastri di partenza della prima edizione della Maratonina dei 2 comuni a Tradate (VA), 400 podisti lombardi si sono dati battaglia sulla distanza preferita dal corridore domenicale. Purtroppo la gara ha parecchio risentito d’inesperienza della prima edizione e di un’organizzazione approssimativa. Come consiglio non richiesto, al posto di un montepremi elevato, avrei investito sulla sicurezza dei podisti. Troppe macchine sul percorso, non sono in grado di valutare se ci fossero rischi reali per i podisti, ma una cosa è certa: non è piacevole gareggiare di fianco ad una serie infinita di automobili. Anticipare la partenza di un’ora per ridurne l’affluenza sul percorso, incrementare il numero di addetti al controllo del traffico, partire in orario e non diciassette minuti dopo sono tutti piccoli accorgimenti che avrebbero sicuramente aumentato la valutazione di un evento dalle prospettive di crescita e con un percorso molto veloce. Ma il Chaos non si riferisce alla gara (lì parlerei solo di disorganizzazione), quanto piuttosto alla mia settimana.

Infatti, la gara di ieri era finalizzata ad aumentare la forma in vista della maratona di Verona, con un test a ritmo gara (meno qualcosa). Sul sito del mio datore di lavoro troverete interessanti articoli per spiegare come mai è importante fare un test pre-gara ad un mese circa dalla maratona. Lascio all’attento lettore cercarli.

Cadenza "Massi" MilaniMa perché il Chaos si applica alla mia gara di ieri? Settimana scorsa ho trascurato un piccolo dettaglio che ha avuto conseguenze impreviste. Da Lunedi a Giovedi sono stato ad Anversa dove, come di consueto nel periodo autunnale, ha piovuto tantissimo. Avendo a disposizione solamente due paia di calze, che sfortunatamente non si sono asciugate, ed un solo paio di scarpe, sono stato costretto a correre con il piede bagnato e mi si è creata una piccola vescica vicino all’alluce del piede sinistro, che mi ha portato a correre in maniera non bilanciata. Non avendo a disposizione un cerotto anti-vesciche, la mia corsa scomposta ha generato un affaticamento all’adduttore. Nessun problema in condizioni standard: una seduta aerobica blanda, visto che incrementa il flusso di sangue ai muscoli, contribuisce a velocizzare il recupero muscolare. Ma stamattina dovevo correre ad un buon ritmo e la presenza del forte podista Luca Filipas, tra l’altro amante della fisiologia dello sport come me (leggi qui), mi ha fatto andare a ritmi a cui non correvo da diverso tempo (10 miglia di Anversa di Aprile, per il racconto leggere qui). Dopo 20 minuti di gara, il riacutizzarsi del dolore mi ha portato a saggi consigli, facendomi prima rallentare e poi fermare a metà gara. Analizzando il tracciato post-gara, la mia running economy è migliorata rispetto a 6 mesi fa (ne parlerò in un prossimo articolo per spiegare come analizzare i dati), forse grazie alle molte sedute di core stability e di alternations degli ultimi mesi. Sorprendente essere riuscito a tenere una cadenza di passo di 221 passi per minuto al quinto km.

In sintesi, se avessi tenuto nel trolley un cerotto anti-vesciche, a quest’ora starei festeggiando un nuovo Personal Best sulla mezza Maratona e sul sito di Gianmarco avrei recensito un nuovo vino. Ma nulla è compromesso per Verona, mancano solo 3 settimane, dovrei rimettermi in sesto senza grossa fatica e potrò festeggiare con un Saint Emilion Grand Cru al traguardo della gara scaligera, anche nel caso non dovessi scendere sotto le 2h e 40.

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