Tra due giorni correrò per la terza volta la Maratonina delle 4 porte a Pieve di Cento, in provincia di Bologna (ne parlo qui, qui e qui invece i resoconti delle mie gare del 2012 e del 2013). Sarà anche l’occasione per rivedere i tanti amici che ho in zona.
Ne approfitto quindi per un piccolo “sfogo”: possibile che un triatleta con un tempo di 9h13′ nell’IronMan (3,8 km di nuoto, 180 km di bici, 42,195 km di corsa, tutti di seguito eh…), qualificato per Kona 2015 (la finale mondiale alla quale tutti aspirano!), non trovi uno straccio di “sponsor” o simili, anche solo per i materiali? Parliamo del 10° ASSOLUTO nella classifica 2015 degli italiani che hanno concluso un IronMan, professionisti inclusi! OK, ogni gara è storia a sé e ovviamente percorso e clima influiscono molto sul risultato finale, ci vuole anche un pizzico di fortuna per trovarsi nel posto giusto (percorso) nel momento giusto (clima e forma), però…
Tutto questo, con un lavoro a tempo pieno (ricercatore presso Unibo – DipSA nel campo della fisiologia delle piante da frutto e frutticoltura di precisione e socio fondatore di HK-Horticultural Knowledge) e famiglia altrettanto “sportiva” (moglie oncologa/runner/triatleta e due figli piccoli). Un impegno di nove allenamenti settimanali per un totale di 16/18 ore (nei 3/4 mesi che precedono l’IronMan…), che si riducono a “sole” 10/12 (o poco meno…) durante le poche settimane di scarico!
Questa la sua settimana-tipo, ovviamente variabile a seconda del periodo…
- Lunedì, NUOTO: soft per il precedente fine settimana di carico, quindi tecnica e velocità.
- Martedì, BICI: normalmente 2h/2h30′ tranquille o 50’/1h di rulli agili.
- Mercoledì, CORSA: salite (80/100 m), poi progressione per 2/3 km o corsa con intermezzo di qualche ritmo medio/veloce, poi NUOTO: tecnica.
- Giovedì, BICI: SFR (salite forza-resistenza) o variazioni di ritmo o stessa cosa ma sui rulli.
- Venerdì, CORSA: fartlek, poi NUOTO: resistenza alla distanza (serie lunghe).
- Sabato, BICI: uscita lunga.
- Domenica, CORSA (alle volte con anche BICI): uscita lunga di corsa o combinato bici-corsa o corsa-bici-corsa.
Vi presento quindi Luigi Manfrini (per gli amici “Giggi”): se c’è qualcuno che vuole fargli testare e/o promuovere un nuovo modello di scarpe, una muta da triathlon o qualsiasi altro accessorio/integratore/materiale utile alla causa… che si faccia avanti!!!
Ecco il suo racconto…
Tutto inizia come sempre con largo anticipo nella preparazione di un IronMan. O forse dovrei dire che non esiste inizio né fine. Infatti, con ancora il sudore addosso dell’IM di Nizza, ho ricevuto sul telefono un messaggio da Active.com che digitava: “Richiesta autorizzazione per IRONMAN KLAGENFURT”. Ero già iscritto al prossimo! Complice, mia moglie. Da quel giorno, o quasi, è iniziata la preparazione, fatta di allenamenti ma anche costellata di infortuni, che con il facile “senno di poi” hanno anch’essi contribuito, almeno a me piace pensare così, al risultato finale.
È agosto, e dopo un dovuto periodo di recupero e di gozzoviglie, decido di riprendere con gli allenamenti. Ma a ottobre sono già costretto a fermarmi per essere operato di ernia inguinale, perché ormai quel fastidio (ignorato fino a quel momento) era divenuto insopportabile, con un successivo stop di circa un mese e mezzo da ogni attività sportiva. Con cautela, ma mai abbastanza, riprendo gli allenamenti, ma a dicembre sono fermo di nuovo per uno strappo al polpaccio destro (ovviamente la gamba opposta al lato dove avevo subito l’intervento), preso durante una sessione di corsa collinare, aggiungendo così altre tre settimane di stop dalla corsa. Per fortuna nel triathlon ci si può “buttare” sulle altre discipline… e la preparazione, seppure zoppa della corsa e sbilanciata sul resto, continua. Il calvario però non è ancora finito: appena riesco a riprendere con gli allenamenti, arriva anche una bella bronchite che mi tiene ai box fino alla fine di febbraio.
Finalmente riesco a uscire da questo filotto negativo e in debito di caldo e sole, trascorro la prima settimana di marzo a Gran Canaria, reale punto di partenza della preparazione per “Klag”. A Maspalomas, con altri tre amici del TRIBO, la mia squadra, in sette giorni copriamo circa 500 km di bici (con più di 13.000 m D+), 100 km di corsa e 15 km di nuoto (in mare), ottima base per gli allenamenti che il mio allenatore Federico “Gira” Girasole, ha pianificato per il fatidico appuntamento del 28 giugno.
Rientrato da questa settimana da finto professionista, ho ripreso a incastrare gli allenamenti nella routine quotidiana. Nello specifico, la tabella da me seguita si articola nel classico 3+3+3, ovvero 3 allenamenti di nuoto, 3 di corsa, e 3 di bici, concentrando nel weekend i lunghi di bicicletta e di corsa o i combinati (bici-corsa, corsa-bici-corsa). Non appena però il meteo diventa più mite e le giornate si allungano, sostituisco (o inserisco) a discapito del nuoto che mi piace meno, un’uscita in più in bici. Normalmente la pianificazione alterna tre settimane di carico, in cui non vengono mai superate le 16/18 ore di allenamento, a una settimana di scarico, in cui il volume si riduce a circa 10/12 ore (ma anche meno per me). Per non rimanere proprio a digiuno di gare, prima di Klag io e il mio allenatore abbiamo inserito un paio di triathlon lunghi, Lido di Volano (aprile, 13° assoluto) e Barberino del Mugello (maggio, 5° assoluto), come test intermedio dello stato di forma.
A posteriori, devo ammettere che nonostante la preparazione fosse iniziata solo quattro mesi prima dell’IronMan, le sensazioni e i risultati in allenamento e in gara erano davvero buoni, in più aleggiava sempre una continua curiosità di fondo nel testarsi, che metteva in secondo piano i carichi di allenamento. Sono così arrivato alla gara sempre più incuriosito e con la voglia di portare a casa il miglior risultato possibile, che per me significava “semplicemente” migliorare il crono sulla distanza (al momento avevo un 9h59′ fatto a Zurigo due anni prima), senza dare numeri di tempi e piazzamenti.
La trasferta in Austria sembra un’uscita tra amici: siamo in parecchi della zona bolognese e con me, oltre alla mia famiglia al completo, ci sono anche il mio allenatore e diversi amici stretti con cui mi sono allenato nei mesi precedenti. Sono tutti lì per tifare e per il brindisi dopo l’arrivo (con tanta birra).
È il 28 Giugno 2015 e la giornata è perfetta: sole, temperature non eccessive, poco vento. Esco dai 3,8 km di nuoto in poco più di 1h e finisco i 180 km di bici in 5h spaccate. Entrambi sono tempi che sapevo di poter avere. Ma la vera magia avviene nella maratona: dopo un veloce pit-stop infatti, le gambe iniziano a girare come se la gara fosse iniziata in quel momento, e questo stato di grazia, sostenuto da un tifo da stadio, mi accompagna fino al 35° km, quando l’inevitabile crisi mi costringe a rallentare, chiudendo la frazione in 3h06′. Tempo finale 9h13′ e una manciata di secondi.
L’ultima e più grande sorpresa arriva dopo il traguardo, quando scopro che mi sono posizionato 32° assoluto e 6° di categoria. Solitamente un 6° posto di categoria non ha un gran valore (soprattutto nel mondo del podismo), ma in questo caso ne ha eccome! Il numero di slot (posti) disponibili per accedere al campionato mondiale di IronMan alle Hawaii nella mia categoria è infatti… 6!
E quando il giorno dopo, alla cerimonia di premiazione, sento pronunciare il mio nome e mi trovo con una corona di fiori al collo, realizzo che sto coronando il sogno di ogni triatleta: Kona!
… continua…