Nike Flyknit Racer: 189 grammi di bontà… per i 10.000 in pista?

Nike Flyknit Racer

Nike Flyknit Racer

Dilemma: con che scarpe corro i 10.000 in pista di sabato prossimo (qui il programma)? Con le chiodate no (al massimo ci ho corso i 3.000 in pista l’anno scorso, qui l’8’57”, qui l’8’52”), il rischio d’imballarsi i polpacci a metà gara è troppo alto. Avrebbero senso se corressi i 10.000 sotto i 3’00” al km, ma il mio obiettivo è 12” al km più su!
OK, corro con le A1 (superleggere), ma serve un modello non troppo morbido e ammortizzato, con una suola ben segnata per far presa sul tartan. Ho ancora le fantastiche “Nike Air Zoom Katana Rac3R III”, usate per l’unico 5.000 in pista (due anni fa, 15’45” praticamente da solo), per un paio di 3.000 in pista e altrettante gare corte su strada, oltre a qualche seduta di ripetute sempre in pista. Chilometraggio totale di poco più di 60 km, praticamente come nuove. Messe sulla bilancia, il mio numero (11 US) dice 197 grammi.

Due giorni fa ho provato in pista le “Nike Flyknit Racer”, il top di gamma per quanto riguarda le superleggere Nike: 189 grammi il mio numero (11 US), addirittura meno delle Katana!
Quattro anni di studi per crearle e presentarle alla vigilia delle Olimpiadi di Londra. La particolarità è la tomaia, cucita in un unico pezzo, talmente leggera da risultare invisibile (dicono 34 grammi, pesa poco più di un calzino!).
Con la stessa tomaia Flyknit si trovano anche nella versione Trainer+ e Lunar1+, entrambe con peso da A1 (abbondantemente sotto i 250 grammi!), ma sicuramente meno “estreme” delle Racer, del resto sono le versioni da allenamento.

Come sono le Flyknit Racer? Strane, molto strane! Inutile dire che in mano sembrano essere “senza peso”. La tomaia è più sottile di una calza. La suola è rigida, quasi non la pieghi con le mani! La pianta è stretta. Addirittura i lacci sono “minimal” per risparmiare peso.

E ai piedi? Semplicemente calzini sottilissimi (ho delle calze che sono più spesse!) con la suola attaccata sotto. Avvolgenti, non risultano né secche né ammortizzate. Il dislivello si sente, come si sente parecchio il fatto che sono “alte”, nel senso che la suola stretta accentua l’altezza da terra, che comunque non è poca: sembra di stare su di un rialzo. Sicuramente diverse da qualsiasi altra superleggera mai provata.

E in pista? Inutile dire che sono perfette per l’utilizzo senza calze. Mi sono serviti un paio di allunghi per regolare i lacci (ho la mania delle scarpe strette, me la trascino da quando giocavo a basket…). Già negli allunghi ho notato la reattività: suola rigida ma molto elastica, effetto fionda!
Nessuna sensazione anomala dovuta alla pianta stretta o all’altezza da terra. Al contrario, la tomaia fa un effetto strano: sembra di correre in calze!!!
La suola “waffleskin” ha una bella presa, nessun problema neanche in curva (tra l’altro la pista era ancora umida).
Porto a casa 24 giri in pista (4 x 2.000 metri forte con recupero 400 metri piano, qui il GPS) in 33’10” nonostante la Bora.

Nessun problema ai polpacci, né ai piedi, nemmeno a 24, 36 e 48 ore di distanza.

Sicuramente non sono scarpe da ritmi lenti. Direi esclusivamente da 3’30” in giù. Chilometraggio totale? Difficile da dire, dipende dal peso dell’atleta e da come si corre. Per quanto mi riguarda, credo massimo 10 km. La mezza? Forse. La maratona? Per me no, sono troppo pesante!

Le provo ancora una volta a metà settimana assieme alle Katana e poi decido…

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