Domanda: ma è peggio il freddo o il caldo?



Risposta: dipende da quanto freddo e da quanto caldo!!!

Trieste, Piazza Unità vista da Molo Audace, ghiaccio “salato”

Argomento quanto mai attuale, vista la situazione climatica del periodo (ieri sono uscito come sempre intorno alle 6:00, temperatura -6°, ma combinandola con la Bora… la percezione era circa -18°!). 

In questo post riporto alcuni dati relativi agli effetti del clima sulla prestazione.

Parlo di “clima” e non solo di “temperatura”, perché quella che conta è la condizione finale nella quale si corre. I fattori da valutare sono:
1) temperatura all’ombra: è il dato che di solito ci arriva dalle varie previsioni, ed è ovviamente una buona base di partenza;
2) temperatura al sole: visto che spesso si corre sotto il sole…;
3) umidità: è sempre penalizzante sopra una certa percentuale (75/80%), ma se fa molto caldo, diventa fondamentale valutarla anche a partire da percentuali più basse, per esempio 25° col 60% equivalgono a 30° col 25%!
4) vento: penalizzante se contrario, favorevole se a favore (ovvio!). Ricordandosi sempre che lo stesso vento contrario non è mai compensato dallo stesso vento a favore (provate per esempio a fare le ripetute sui 1.000 metri, nel tratto contro vento si perde di più di quanto si guadagna nel tratto a favore). Oltre a questo, c’è da considerare che a basse temperature il vento contribuisce ad abbassare la temperatura percepita, anche di oltre 10°!!!
Ricapitolando, per non perdersi tra miriadi di combinazioni:
– quando fa caldo, bisogna preoccuparsi principalmente dell’umidità (più sale, più caldo ci sarà);
– quando fa freddo, bisogna preoccuparsi principalmente del vento (più forte è, più freddo ci sarà).
E a livello fisico, cosa succede? Si fa più fatica con tanto freddo o con tanto caldo? Si consuma di più a 0° o a 30°? È quindi più “penalizzante” il freddo o il caldo?
Vado con ordine, a parità di percorso e ritmo di corsa:
– col freddo (diciamo intorno a 0°): le pulsazioni sono più basse, i polmoni risentono dell’aria fredda, i muscoli fanno più fatica a “riscaldarsi”, il tutto viene inoltre penalizzato dal fatto di vestirsi a strati (zavorra in più e movimenti limitati, anche con l’abbigliamento più tecnico e caro presente sul mercato). Ne risentirà soprattutto una gara corta (risulta più difficoltoso raggiungere e mantenere ritmi veloci);
– col caldo (diciamo sopra i 26° di temperatura percepita): le pulsazioni sono più alte, ma soprattutto si consuma di più a causa della sudorazione (far evaporare 1 litro di sudore può “costare” anche 500 kcal, da aggiungere a quelle spese per correre). Ne risentirà soprattutto una gara lunga, a causa dei consumi aumentati (dal punto di vista fisiologico, correre una maratona con temperature torride equivale a correre per ben più di 42 km!).
Quindi, in base alla lunghezza della gara:
– gara corta, meglio il caldo;
– gara lunga, meglio il freddo (ci sono top runner che hanno concluso maratone con temperature intorno allo 0° in tempi molto buoni, mentre nessuno ha mai corso una maratona oltre i 30° in tempi paragonabili).
Questo per quanto riguarda i due estremi, ma come sempre l’ideale è una via di mezzo: niente vento (averlo sempre a favore sarebbe troppo facile…) e bassa percentuale d’umidità. Poi temperatura calda (ma non troppo!) per una gara corta, fresca (8°-18°) per una gara lunga.
… e la pioggia? Quella rompe (e rallenta) sempre!

P. S. Foto scattate dal mio collega Andrea, che ha letteralmente rischiato la vita per realizzarle…

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