Niente di che, solo la constatazione di come siano cambiati i tempi (faccio riferimento a quando ero piccolo io), soprattutto relativamente alle “tempistiche” del quotidiano.
Da qualche tempo infatti mi sembra di vivere, dal lunedì al venerdì, perennemente di corsa.
E non faccio riferimento all’attività sportiva, ma alle altre attività quotidiane.
E non faccio riferimento all’attività sportiva, ma alle altre attività quotidiane.
Vi illustro la mia giornata tipo, nei primi cinque giorni della settimana.
– dalle 5:00 alle 7:00: sveglia impostata alle 5:00, ma ormai il mio orologio biologico mi fa aprire gli occhi prima, del resto andando a dormire presto, le mie 7 ore di sonno riesco a farle più o meno sempre. Mi alzo, bevo una tazzona di caffé americano (qualità Illy eh, lo dico per i detrattori del cosiddetto “caffé annacquato”…) preparato la sera prima, faccio stretching, sosta tecnica in bagno per lenti a contatto e… vabbé si capisce… veloce vestizione e via in strada intorno alle 5:50, alle volte anche prima se è previsto un allenamento più lungo;
– dalle 7:00 alle 8:00: ritorno a casa dopo l’allenamento entro le 7:00, trovo Valentina (moglie) e Arianna (figlia, 22 mesi) che fanno colazione, mi spoglio velocemente, entro in doccia, esco letteralmente schivando figlia (inseguita da moglie!) che si butta in doccia, mi asciugo e mi vesto parzialmente. Giusto in tempo per recuperare Arianna fuori dalla doccia, asciugarla (capelli inclusi), incremarla, vestirla (nel frattempo si lava Valentina) e finire di vestirmi. Vado in cucina a fare colazione, che essendo bella abbondante (a breve il post sulla mia alimentazione, dopo il primo più generico), la consumo rigorosamente in piedi per risparmiar tempo. Nel frattempo il “Garmin Forerunner 310XT” sta scaricando automaticamente l’allenamento sul computer e poi su Internet sul mio profilo in “Garmin Connect“, inclusa la pubblicazione su “Facebook” e “Twitter” (sarò tecnico informatico per qualcosa, no?). Alle 7:45 arrivano i nonni (EVVIVA i nonni!) per Arianna, quindi entro le 8:00 usciamo da casa;
– dalle 8:00 alle 8:30: tempo tecnico per raggiungere il posto di lavoro in scooter (ogni tanto anche a piedi), trovare parcheggio, andare a bere un caffé assieme (stavolta espresso… sempre Illy) e salire in ufficio;
– dalle 8:30 alle 17:30: 8 ore di lavoro alle quali si va ad aggiungere l’inutile ora di pausa pranzo, che tranne un paio di volte a settimana viene consumata direttamente alla scrivania per la pigrizia di uscire;
– dalle 17:30 alle 18:00: tempo tecnico per ritornare a casa, talvolta con veloce passaggio al supermercato;
– dalle 18:00 alle 19:30: preparo la cena per tutti (sono io il cuoco di casa, mi piace molto cucinare, prossimamente un post con le mie ricette_cavallo_di_battaglia), con l’aggravante che io e Valentina abbiamo gusti diversi, quindi raramente mangiamo la stessa cosa. A seconda di cosa prevede il menù, si mangia indicativamente intorno alle 19:00, quindi entro le 19:30 anche le operazioni successive (sparecchiare, caricare la lavastoviglie ecc.) sono concluse;
– dalle 19:30 alle 21:00: e alla fine ci si siede sul divano! Cercando di passare un po’ di tempo con Arianna (sempre troppo poco!). Dopo le 20:00 iniziano le operazioni pre-nanna, quindi pigiamino, denti da lavare, storie da leggere (“Pocoyo”, “Topo Tip” e “La Volpe Rossa” la fanno da padrone) ecc. Intorno alle 21:00 la mettiamo nel suo lettino, per fortuna è bravissima (modestamente un po’ del merito ce lo prendiamo pure noi) e si addormenta subito, dormendo tutta la notte tranquilla;
– dalle 21:00: la stanchezza si fa sentire di botto. Difficilmente arriviamo a stare svegli oltre le 22:00…
Facendo un paio di conti, dal lunedì al venerdì le mie giornate sono così suddivise:
– il 38% (9 ore) se ne va sul posto di lavoro, includendo anche l’inutile ora di pausa pranzo;
– il 31% o il 29% (7,5 o 7 ore) li passo a dormire;
– il 10% (2,5 ore) se ne va tra preparazione e consumo dei 3 pasti della giornata;
– l’8% o il 10% (2 o 2,5 ore) sono dedicati allo “stare in famiglia”;
– il 6% (1,5 ore) è dedicato allo sport (in definitiva sono ore rubate al sonno, calcolando che finisco sempre entro le 7:00);
– il 4% (1 ora) serve per gli spostamenti casa-lavoro-casa;
– il 2% (0,5 ore) va via tra doccia e simili, compresi i cambi di vestiti nei vari momenti della giornata.
Ci possono essere delle piccole variazioni (al venerdì finisco di lavorare un po’ prima), ma lo standard è questo.
Per fortuna poi c’è il fine settimana, dove si fa tutto con più calma (non sempre…), però molto spesso in quei due giorni si cerca di smaltire le faccende che si sono accumulate durante gli altri giorni, per esempio la spesa settimanale che si porta via una mezza giornata…
Quindi, ritornando al titolo del post, cosa mi piacerebbe ricevere da San Nicolò? Almeno DUE ORE in più al giorno (26 invece di 24) dal lunedì al venerdì, in modo da riuscire a fare anche le altre cose che mi piacciono e che è da un po’ che sto trascurando: un po’ di più tempo da passare con Arianna, tanti film da vedere (da cinefilo convinto ho degli arretrati pazzeschi), qualche libro da leggere (libreria piena di libri nuovi che aspettano solo di essere letti) ecc.
Poi ci sarebbero tante altre nuove attività che vorrei provare/intraprendere, ma per quelle mi servirebbe una clonazione…
La cosa peggiore però è sentirsi costantemente con l’acqua alla gola, anche quando in realtà non ce ne sarebbe bisogno.
Una sensazione che potrebbe essere normale quando si fanno le ripetute sotto i 3’10” al km, meno quando si fa la spesa tornando a casa dal lavoro o quando si cucina un risotto (che è una delle mie specialità!)…
Una sensazione che potrebbe essere normale quando si fanno le ripetute sotto i 3’10” al km, meno quando si fa la spesa tornando a casa dal lavoro o quando si cucina un risotto (che è una delle mie specialità!)…