Stress e performance atletica

Stress e performance atletica

Stress mentale e performance atletica sono raramente legati, almeno nei libri di fisiologia sportiva. Avendo il tempo di scorrere la lista della nostra bibliografia sportiva, troveremo molti riferimenti allo stress fisico e a come allenarsi in maniera ottimale in funzione del nostro stato di forma. Ma è solo il fisico che influenza i risultati sportivi?

Stress e performance atleticaLa pubblicazione del libro Stress e performance atletica apre un nuovo capitolo sull’argomento. Il suo autore, Cesare Picco, psicologo e psicoterapeuta appassionato di podismo e ciclismo e consulente di aziende multinazionali, ha spiegato in maniera semplice come utilizzare la mente per ottenere il meglio di sé nello sport e nella vita. Noi di TherunningPitt.com abbiamo avuto in anteprima il suo libro e partecipato alla presentazione ufficiale ai giornalisti. Negli ultimi giorni, dopo aver letto il libro, abbiamo preparato una recensione sintetica, proprio il giorno dell’uscita in libreria dell’opera dello psicologo bustocco.

STRESS E PERFORMANCE ATLETICA: COME MIGLIORARE LA PRESTAZIONE?

Conosco Cesare, l’autore del libro, da diverso tempo, essendo stato intervistato in passato sul suo blog sportivo Psiche & Sport. Cesare è esperto di formazione sulle tematiche dello stress e della sua gestione. Non ci avevo mai pensato prima di incontrarlo: la mia focalizzazione su come migliorare la performance atletica era sempre legata ad aspetti fisici. Ma se non fosse solo così? Se intervenissero altri parametri che possono influenzare i risultati in gara? È possibile per esempio che le nostre capacità cardiocircolatorie siano soltanto UNO degli aspetti rilevanti nei risultati sportivi? E soprattutto, in cosa consiste l’aspetto mentale? Come allenare la mente per migliorare i vostri risultati sportivi? Non vorremmo privarvi del piacere della lettura completa, ma vediamo in sintesi quali sono le principali tesi del libro.

Lo stress sportivo e la sua gestione

Lo stress non è solo un problema della società moderna, è un fenomeno ben conosciuto in ambito sportivo, ma che è stato in primo luogo analizzato in medicina. Di fatto rappresenta la gestione, o meglio la reazione di un organismo a un cambiamento. Dal punto di vista atletico, sappiamo tutti che per migliorare le nostre performance dobbiamo “stressare” il corpo. Ma facendolo oltremodo, andremo in condizione di overtraining, ossia sovrallenamento.  Come per il fisico, anche per la mente si tratta di arrivare a una condizione ottimale, derivata dalla combinazione di capacità mentali dipendenti dall’atleta, dal bisogno di stress per migliorare e dalla resistenza allo stress per adattarsi a nuove situazioni. Queste caratteristiche, se adeguatamente gestite, si fondono in quello che gli psicologi chiamano flow.

Di per sé quindi lo stress non è un male assoluto: se è vero che l’eccesso di stimolazione dovuto a molti cambiamenti genera stress, è altresì corretto pensare che la mancanza di stimoli ne riduca il suo livello, ma anche la performance. Lo stress in quest’ottica diventa un requisito fondamentale per ottenere e raggiungere risultati di prestigio e non un nemico contro cui combattere.

Stress e performance atleticaIn teoria questo concetto è stato espresso più di cento anni fa da due signori di Harvard, Yerkes e Dodson, che hanno rappresentato la performance con una curva gaussiana. Per i due psicologi, le prestazioni aumentano con l’eccitazione fisiologica o mentale, ma solo fino a un certo punto. Quando i livelli di stress diventano troppo elevati, esse tendono a diminuire. Il libro descrive con molto dettaglio la situazione, ma poi si chiede: è proprio vera? In quali condizioni?

I vari motori dell’atleta e del podista in particolare

L’aspetto davvero innovativo del libro è la sorprendente risposta dell’autore alle domande precedenti. Ascoltando Cesare, sentirete spesso dire: “… dipende…”. Per spiegare “da cosa” dipende la performance atletica rispetto allo stress, viene utilizzata l’auto come metafora per differenziare le prestazioni dei podisti, che siano campioni o semplicemente amatori. L’auto è alimentata a “stress”, ciò che consente di far funzionare al meglio i diversi motori è la quantità di carburante. Ci sarebbero secondo Cesare cinque tipologie di runner: a benzina, a diesel, a gas, a funzionamento misto A o B.

Stress e performance atleticaI runner “a gas” richiedono un ridotto livello di stress per ottimizzare la performance, i “benzina” quantità intermedie, i “diesel” alte, mentre i motori a funzionamento misto sono la risultante della combinazione dei precedenti. Aspetto di grande importanza, che si affianca al tradizionale piano di allenamento atletico, consiste quindi nell’identificare il motore mentale che ci contraddistingue. Ma quindi? Perché il tipo di motore è importante? Conoscere sé stessi e catalogarsi in una categoria, consente di capire come comportarsi durante le varie fasi di allenamento, di pre-gara, durante la gara e nel periodo di recupero. L’illustrazione delle tipologie di atleti e come associarsi a una di esse è superbamente descritta nel libro, così come i consigli di comportamento per raggiungere la migliore performance mentale.

A chi avesse ancora dei dubbi sulla scelta della propria personalità atletica è rivolto poi il quarto capitolo, che descrive alcune caratteristiche di personalità, che rappresentano “indizi di colpevolezza”. Se abbiamo una determinata caratteristica, sarà più probabile che reagiremo in un certo modo allo stress e avremo un tipo di motore particolare.

Per esempio, il grado di apertura sociale potrà influenzare il vostro livello di stress: più siete aperti, minore sarà la probabilità di incorrere in un burnout, l’abitudine a confrontarsi con le persone diventerebbe un antidoto per evitare l’aumento di stress. Interessante la parte legata alla paura di vincere: alcuni atleti nei momenti decisivi si spengono, il livello di stress tenderà a mancare quando si è sicuri di vincere, facendo necessariamente crollare la motivazione. Il libro è pieno di esempi, non soltanto nel mondo dell’atletica, ma anche nei giochi di squadra. Per esempio, è raccontata la famigerata sconfitta nella finale della Champions League del Milan con il Liverpool dopo un fantastico primo tempo. Che pensieri erano entrati nella testa dei giocatori rossoneri nello spogliatoio dopo il 3 a 0? Anche questo episodio lo potrete trovare descritto nel libro.

Conclusioni e approfondimenti

In conclusione, il modello proposto consente di trovare strumenti utili a migliorare le proprie performance, in funzione della risposta al livello di stress sperimentati. Come ha detto Cesare durante la conferenza stampa alla presentazione del libro “Spesso i campioni della vita e dello sport tendono a far sembrare semplici aspetti che per la maggioranza delle persone devono essere acquisiti con fatica e lentezza”. Tra l’altro, il podcast della presentazione del libro, con gli atleti Francesco Puppi e Stefano Ruzza si può scaricare al link precedente (39 MB, 56 minuti).

Indipendentemente dalla vostra forza mentale, avere “testa” permette di migliorare le proprie performance nella vita, nello sport e nelle relazioni con gli altri. Non esiste un modello chiaro oppure tecniche definitive per consentire di migliorare gli aspetti mentali, però Cesare Picco è riuscito ad aprire un mondo a chi come noi è sempre alla ricerca di un modo di alzare l’asticella in tutte le cose che si fanno.

“Stress e performance atletica” è disponibile da oggi, 19 ottobre 2017, nelle migliori librerie e su Amazon.it.

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