Il non-recupero post-maratona: Massimiliano “Massi” Milani alle 10 miglia d’Anversa

10 miglia d'Anversa

Massimiliano "Massi" Milani alla 10 miglia d'AnversaDella serie “Don’t try this at home!”.

A meno di una settimana dalla Boston Marathon (qui il suo racconto, a Boston si corre di lunedì…), il nostro Massi è tornato in gara domenica, alla 10 miglia d’Anversa, una “garetta” con qualcosa come 41.000 iscritti! Contrariamente a quanto si consiglia (dopo la maratona, meglio prendersi almeno un paio di settimane lontano dalle gare e dagli allenamenti intensi, anche se sarebbe meglio prolungare ulteriormente il periodo di recupero), non solo ha partecipato alla gara, ma l’ha fatto correndo a tutta dal primo all’ultimo metro (193 bpm medi, qui il suo GPS!!!), con un ottimo riscontro cronometrico. Come se non bastasse, da lunedì a domenica ha corso quasi ogni giorno (martedì 12 km, giovedì 13 km, venerdì 10 km, sabato 10 km), alla faccia del recupero e del tapering pre-gara (ne avevo parlato qui, quasi quattro anni fa)!

La conferma che NON seguire talvolta i vari consigli e raccomandazioni porta a dei risultati inaspettati… ecco il suo resoconto.

Plutarco ricordava ai suoi allievi che i matematici Pitagorici associavano un poligono di 56 facce al Tifone, considerata tra le più grandi e pericolose creature della mitologia Greca. La mia interpretazione della storia del filosofo greco è che a tutti gli effetti, il numero 56 era visto nell’antichità come simbolo della paura.

Non avevo fatto caso a questo numero altrimenti insignificante, peraltro somma dei primi sei numeri primi, fino al mio ritorno in ufficio martedì sera, dopo aver partecipato per la seconda volta di fila ad una delle gare più affascinanti del panorama podistico Europeo: le 10 miglia di Anversa. L’aspetto per me affascinante della manifestazione svolta domenica pomeriggio nella capitale Fiamminga, è legato sia alla popolarità, al percorso e all’insolita distanza, sia all’eccellente organizzazione.

Giunta quest’anno alla trentesima edizione, una gara così ben organizzata è in grado di attrarre sempre più podisti e infatti in 30 anni si è passati da 800 iscritti agli oltre 41 mila di quest’anno.
10 miglia sono l’equivalente di 16,1 km, una distanza non troppo lunga per spaventare il neofita, e non troppo corta per scoraggiare l’amatore medio. Il percorso è veramente variegato, all’interno della cittadina fiamminga, con frequenti cambi di ritmo, passando 3 ponti sotterranei, di cui l’ultimo posto a poche centinaia di metri dal traguardo. La gara mette alla prova anche i più recenti GPS, con le numerose curve e i km corsi nei tunnel. Infine, la presenza di pubblico è davvero imponente pure a vista d’occhio, nonostante il tempo non propriamente primaverile. Secondo la stampa locale, ci sarebbero stati almeno 80 mila spettatori: non male per una città di 500 mila abitanti.

10 miglia d'AnversaRicorderò le 10 miglia d’Anversa come il luogo in cui ho commesso il mio più grande errore di podista: nel 2014 non ho fornito il mio tempo d’iscrizione, e quindi sono partito in terza griglia. Se teoricamente questo non rappresenta per me un problema in una gara normale, superare ventimila podisti in meno di 60 minuti non è banale nemmeno per il più famoso professionista africano (senza guardare internet, il gestore del blog fornirà consigli gratuiti di corsa per 3 mesi a chi calcolerà con un errore di 6 sigma il piazzamento real time del sottoscritto nel 2014, sapendo che il numero d’iscritti era molto simile a quello di quest’anno).

Pensando al proverbio cinese “non sperare di poter raggiungere la tua destinazione, prima di aver raggiunto la spiaggia”, quest’anno sono riuscito a partire davanti e la differenza si è vista. Ho potuto apprezzare la mancanza di professionisti nelle prime file, la presenza di moltissimi ventenni pronti a dare battaglia fin dai primi metri, il fascino della cittadina fiamminga senza dover pensare a dove e come superare, ho notato la presenza dei sanpietrini resi scivolosi dalla pioggia caduta nella seconda parte della gara. Mi sono anche accorto che i battiti hanno raggiunto un livello assolutamente altissimo per un quarantenne: 193 bpm di media, il più alto da me raggiunto in una gara (la mia attenzione maniacale alla misurazione dei battiti è famosa).

Ma cosa c’entra il 56 con le 10 miglia d’Anversa? Sono arrivato cinquantaseiesimo assoluto, in 56 minuti e 56 secondi. Sembra una coincidenza, ma in realtà ho fatto proprio una gara da paura: correre in 3 minuti e 32 secondi al km a sei giorni dalla maratona di Boston non è da tutti, e sicuramente non so farmene una ragione. Probabilmente il recupero fulmineo è dovuto al mio approccio low carb adottato negli ultimi 18 mesi. A meno di considerare il consumo esagerato di vino argentino post gara come nuova frontiera per la rinascita di un podista amatoriale…

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