In partenza… |
Giovedì l’arrivo in serata a Sappada, venerdì corsetta di adattamento, poi ai giochi con Arianna, pranzo a casa, nel pomeriggio una bella passeggiata al laghetto di pesca sportiva.
Sabato sgambata leggera, pranzo a casa e nel primo pomeriggio trasferimento in hotel a Villabassa solo per lasciare i bagagli, poi subito a Dobbiaco a ritirare pettorale e pacco gara e all’appuntamento con Maggie, Giggi, Simone e i fantastici nonni.
Bel giro alla riserva naturale “Gustav Mahler” di Dobbiaco, con tanti animali liberi e avvicinabili (anche se la lince guardava Arianna e Simone con fare minaccioso…), poi ospiti a Tesido a casa Nannini per un super pasta party. Per un volta il meteo è stato clemente: le previsioni davano pioggia, per fortuna sia sabato che domenica si passava da nuvoloso a soleggiato… e quando spuntava il sole, estate piena!!!
Domenica sveglia ancora prima del solito (ho lottato col cuscino dell’albergo tutta la notte…), recupero al volo grazie al passaggio in auto di Giggi, arrivo a Dobbiaco puntualissimi alle 6:45 per il trasporto in bus a Cortina. Un bel caffé seduti in un bar del centro (massima attenzione allo scontrino eh!), poi con calma per le solite operazioni pre-partenza: bagno, stretching, consegna delle sacche, qualche minuto di riscaldamento, poi ci si saluta e via nella griglia assegnata.
LA GARA
Parto in prima fila grazie al pettorale bianco, quindi nessun problema con i sorpassi: dopo pochi metri sono già davanti.
Primo km tranquillo, siamo un gruppo compatto di dodici atleti, che poi piano piano si divide in tre parti: cinque atleti (tutti stranieri d’origine) davanti a giocarsi la vittoria, poi due italiani, infine il mio gruppetto.
Siamo in quattro, ma già al terzo km mi ritrovo praticamente da solo: davanti hanno una ventina di secondi di vantaggio, dietro non si vede nessuno.
Proseguo così per tutta la salita e il problema principale è che non avendo riferimenti, è molto difficile capire se si sta andando “troppo” o “troppo poco”. In piano si possono controllare i passaggi, in salita è più difficile.
Al rilevamento dei 11,75 km passo ottavo con una quarantina di secondi di vantaggio sul gruppetto dietro. A fine salita (intorno al 14° km) guardo il GPS e la media dalla partenza è di 3’48” al km, non male calcolando gli oltri 300 metri di dislivello.
Inizia la discesa e qui forse mi rilasso troppo, dimenticandomi di spingere come si deve. In un paio di tratti col fondo particolarmente disastrato (ci han fatto fare un paio di deviazioni causa lavori sulla ciclabile), quasi cammino più che correre. Morale della favola, intorno al 17° km mi accorgo di avere compagnia: da dietro arrivano due atleti, e poco dopo ne arrivano altri due! Uno di questi lo vedo particolarmente a suo agio in discesa sui tratti più difficili, riesce letteralmente a buttarsi giù, io invece valuto bene ogni appoggio.
Continuiamo così per parecchi km, ma intorno al 23° restiamo solo in quattro (il “discesista folle” è rimasto staccato, una volta che il fondo è tornato normale e corribile). Ci alterniamo al comando del gruppetto più volte, c’è lo spazio anche per qualche tentativo di allungo, sia in rettilineo che nei due strappetti in salita, ma senza sortire alcun effetto.
A quattro km dalla fine la gara inizia a farsi un po’ più “tattica”: chi era davanti rallenta bruscamente costringendomi a superarlo, cerco di forzare un po’ il ritmo ma siamo sempre tutti attaccati.
A due km dall’arrivo ormai si capisce che ci sarà una volata: mi metto in coda, cerco di rilassare le spalle e le braccia e di fare qualche respiro un po’ più profondo, cosa non semplice calcolando che siamo costantemente sotto i 3’20” al km…
Arriviamo sull’asfalto, manca un km alla fine e siamo rimasti in tre, cerco di capire un po’ l’arrivo guardandomi intorno… ed ecco la beffa: a circa 700 metri quasi mi ammazzo su un dosso rallentatore! Per non cadere e rotolare, appoggio la mano sull’asfalto, ma i due davanti han preso almeno una decina di metri di vantaggio. Per un secondo mi passa per la testa anche l’idea di accontentarmi e arrivare semplicemente mantenendo la posizione… non sia mai!!! Provo ad allungare, entriamo in zona arrivo, bisogna percorrere una lunga curva a sinistra, quello davanti si gira più volte a controllare, ultimo rettilineo, ma il traguardo è troppo vicino: arrivo 10° a 2” dall’8° e 1” dal 9° (il rilevamento del “real time” dirà 1” dall’8° e… stesso tempo del 9°!).
Poco male, l’importante è aver dato tutto, e comunque il mio bicchiere è sempre mezzo pieno! In più, arrivare praticamente assieme a chi ha concluso al 25° posto assoluto l’ultima maratona di New York (in 2h27’06”!)… beh vorrà pur dire qualcosa!
Qui il GPS della gara, qui la classifica completa (1h47’35” a 3’35” di media al km, 10° assoluto, 1° M35).
Ho corso con le “Karhu Flow Fulcrum Ride” (qui i vari post), ottime anche sullo sterrato, con le polpaccere “Compressport R2” (qui altri post) e per la prima volta con le calze “Compressport ProRacingSocks” in versione TRAIL, molto fascianti come piacciono a me!
Post-gara dedicato al recupero: doccia, pranzo (due piatti di pasta, due piatti di formaggi e salumi tipici altoatesini), una quindicina di “Yakult” (i promoter passavano di continuo, pareva maleducato rifiutarli…), poi le premiazioni, una sosta al parco giochi di Villabassa (spettacolare!), infine a cena tutti assieme alla “Gustav Mahler Stube” a Dobbiaco: semplicemente di tutto, di più!
Dopo la bellissima serata, il ritorno a Sappada per la notte.
Lunedì ci siamo svegliati con la pioggia, durata per tutto il giorno: per una volta, quasi un toccasana, costretti in casa senza rimpianti, un ottimo modo per recuperare…
Martedì (corsetta di recupero) una bellissima giornata di sole passata principalmente all’aperto, poi mercoledì (prima corsetta seria per testare le gambe) il ritorno in città.
Come prosegue ora la mia stagione podistica? Domenica una gara di 5,2 km su strada (Giro Podistico dei Campi Elisi), un continuo saliscendi, cercherò di battere il mio tempo del 2011 (16’31”, qui il GPS della gara).
Poi due settimane di allenamenti per presentarsi ai 3.000 in pista del 23 giugno (Trofeo Val Rosandra) pronti per l’appuntamento con gli 8 minuti: dei “9” sono stufo (visti cinque volte, dai 9’50” del 2007 ai 9’07” del 2010), per i “7”… forse in un’altra vita!!!