Ancora in alto mare per i regali di Natale? Ecco la guida agli activity tracker presenti sul mercato, come sempre completa ed esauriente, a cura di “Massi” Milani.
Gli eventi a venire proiettano prima le loro ombre. Qualcuno di molto informato scrisse che il poeta scozzese Thomas Campbell copiò la famosa frase del poema “L’allarme di Lochiel” da un vecchio proverbio cinese. Scherzi a parte, non sappiamo se la vicenda sia vera, ma sicuramente i principali attori del mercato degli activity tracker e degli smartwatch avranno letto il poema, o quantomeno sentito il detto cinese. Per noi di TheRunningPitt.com studiare l’evoluzione di questo segmento è molto interessante perché, anche se a prima vista non sembrerebbe, molti podisti amatori tra qualche anno avranno al polso una nuova tipologia di strumenti al posto dei classici GPS. I sentori di quest’evoluzione ci sono tutti: per esempio Polar ha introdotto nel 2016 il primo orologio Android (Polar M600), mettendo da parte la piattaforma tradizionale. Studiando i principali prospetti informativi di Wall Street e con la nostra esperienza, siamo giunti a diverse conclusioni che vorremmo condividere con i lettori. Ma questa è soprattutto una guida su quali activity tracker e smartwatch scegliere tra quelli attualmente disponibili sul mercato.
Quali sono i principali attori? Come sta evolvendo il mercato? Ma è vero quanto letto qualche mese fa sul declino di Apple Watch? Soprattutto, consigliamo di usare gli activity tracker o gli smartwatch per correre? E quali scegliere? Che cosa dovrebbe avere un sistema di activity tracker o uno smartwatch per essere acquistato? Quali sono i criteri di scelta? Di seguito tutte le risposte: come al solito, abbiamo preparato l’articolo in maniera analitica, e per questioni di spazio l’abbiamo diviso in due parti.
Activity Tracker, Fitness Watch e GPS
Definizioni e convergenze parallele. Uno smartwatch è semplicemente… un orologio intelligente, tipicamente collegabile via Bluetooth low energy allo smartphone. Non esisteva fino al 2014, ma prima Samsung, poi Apple, hanno aperto il mercato, inizialmente definendo il prodotto come “un telefono collegato al polso”. Per fortuna le versioni più recenti degli smart watch si sono indirizzate a un pubblico più sportivo: ne parleremo nella seconda parte dell’articolo.
Invece, per definire gli activity tracker, prendo spunto dalla risposta data a mia figlia Silvia alla domanda: “A cosa ti serve il cinturino che hai al braccio?”. In effetti il cinturino misura diversi dati, di giorno i passi e il battito cardiaco, di notte il sonno. Alla seconda domanda della piccola non ho saputo rispondere: “Ma il tuo orologio e l’iPhone non riescono già a farlo?”. In effetti activity tracker, smart watch e orologi GPS sono di fatto l’altra faccia della stessa medaglia, strumenti per misurare eventi, visualizzarli e analizzarli a posteriori. Davvero convergenze parallele: a complicare la scelta del potenziale acquirente, chi ha inventato gli activity tracker ha aggiunto un dispositivo GPS, negli smart watch sono state introdotte App per correre (per esempio Strava e Runkeeper funzionano sul Apple Watch) e gli orologi GPS hanno oramai funzioni di monitoraggio sonno e passi. Se il vostro budget non è illimitato, il nostro suggerimento è quello di focalizzare la scelta su quello che vi serve veramente. Per quale ragione vi serve lo strumento che volete comprare? Che cosa vorreste davvero analizzare?
Dati di Vendita. Per capire come il mercato stia evolvendo, iniziamo dai dati di vendita mondiali. In particolare partiamo dallo studio di inizio ottobre 2016 della società di ricerche IDC, ripreso ampiamente dalla stampa italiana. Interpretare tali dati è fondamentale. Il leader sul mercato degli activity tracker e smartwatch resta Apple. È verissimo che nel terzo trimestre 2016 Apple ha visto un calo delle vendite dell’Apple Watch del 71% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma l’azienda californiana aveva già preannunciato la versione 2 del suo giocattolino. Chi mai avrebbe comprato a prezzo pieno un oggetto del genere destinato a essere desueto dopo poche settimane? Quello che ci interessa dell’analisi di IDC è che, anche se Apple è calata, il mercato dei prodotti indossabili ha visto una crescita significativa degli acquisti, grazie soprattutto a Fitbit, Samsung, Garmin e alla miriade di concorrenti. Ma è un mercato in forte evoluzione: i dati di novembre 2016, basati sul Black Friday, hanno visto un cambiamento delle quote di mercato, con Apple in grado di rosicchiare fette significative di business ai concorrenti, grazie all’introduzione del Apple Watch 2 (recensione a gennaio qui sul sito), focalizzata a utenti fitness. Il 47% di quota di mercato di Apple non sembra esattamente marginale. Inoltre il CEO di Apple Tim Cook ha dichiarato che l’azienda è sulla buona strada per il miglior trimestre di sempre di vendite del loro oggettino. Per un confronto utile a capire, Fitbit è attualmente proiettata a vendere circa 742 milioni di dollari di tracker per il quarto trimestre, mentre Apple potrebbe facilmente raggiungere 1 miliardo di dollari nello stesso periodo e segmento. Mentre Apple non ha ancora rivelato i dati di vendita dell’orologio, la forte crescita delle vendite potrebbe alla fine obbligare l’azienda di Cupertino a farlo nel 2017. E sarebbe anche ora.
Activity Tracker come fitness tracker
Caratteristiche di base di un activity tracker. Partiamo dai dati essenziali. La maggior parte dei tracker aiuta a tenere sotto controllo passi, distanza, calorie ed eventuali allenamenti. Se non avete ancora comprato un orologio GPS, sappiate che esistono dei tracker che hanno l’obiettivo di misurare determinati sport, per esempio Fitbit Flex 2 misurerà le vostre attività natatorie, oltre a monitorare i principali indicatori: il sonno e i passi.
1) Sonno. Dal nostro punto di vista, misurare la durata del sonno è una delle due ragioni per comprare un activity tracker. Siccome c’è una correlazione evidente tra ore dormite e recupero, sapere quanto e come si è dormito vi servirà per capire se avete recuperato completamente dell’allenamento oppure no. Le piattaforme dedicate offrono grafici interattivi per valutare l’evoluzione del vostro riposo. Basandosi sui movimenti del braccio, otterrete statistiche sulla durata e la qualità del sonno. Molti dispositivi hanno anche allarmi silenziosi che vibrano al polso per svegliarsi senza disturbare il partner, utile per chi si sveglia a correre presto.
2) Passi. Anche la misurazione dei passi fa parte del DNA di un tracker: si dice che un essere umano dovrebbe camminare per almeno diecimila passi al giorno per potersi sentire in forma, che equivalgono sostanzialmente a 6-8 km e a un consumo di calorie “relativamente” importanti. Addirittura Fitbit, la società più innovativa di tracker, ha sviluppato delle “sfide” per raggiungere quell’obiettivo. Per una persona “molto sedentaria”, camminare diecimila passi al giorno significa bruciare circa 2.000-3.000 calorie a settimana. Per chi vuole perdere peso, è un buon inizio, poi però suggeriamo di leggere l’articolo su come alimentarsi durante la preparazione di una gara. Per i lettori abituali di TheRunningPitt, misurare i passi ha una valenza relativa. Per curiosità, ogni azienda ha il suo algoritmo di conversione dei movimenti in passi, ognuno con le sue peculiarità. Il nostro consiglio? Se scegliete le sei piattaforme principali, state tranquilli. A meno di dover competere “a livello aziendale” (yes, in aziende americane ci sono pure queste “sfide”, perché collegate ad aspetti assicurativi), suggeriamo di confrontare soltanto la variazione dei passi nell’arco della settimana e non tra diversi activity tracker. Noi abbiamo valutato che i diversi algoritmi delle aziende hanno un errore inferiore al 2%. Cosa cambia sapere se abbiamo camminato per 14.532 passi o per 14.698?
Quanto vorremmo avere nei tracker.
3) Misurazione battito cardiaco. Gli activity tracker hanno dato un grande impulso allo sviluppo dei sensori di frequenza ottica, gli ultimi modelli ne sono tutti dotati. Un aspetto davvero utile è la valutazione automatica della frequenza cardiaca a riposo e in particolare durante il sonno. I tracker più evoluti potranno fornire dati storici per vedere come le letture cambiano nel corso del tempo. Ottenere una valutazione del battito 24/7 non ha una grande utilità pratica, ma ricordatevi di verificare se lo strumento la gestisce e soprattutto se il sistema la salva nel database. I manuali dei tracker indicano che la frequenza cardiaca a riposo può essere utilizzata anche per valutare i livelli di stanchezza, perché è una misura indicativa per stabilire il recupero, noi suggeriamo di leggere l’articolo sulla variabilità del battito cardiaco per una valutazione più precisa. L’evoluzione del battito a riposo è interessante ma forse un po’ obsoleta.
4) Collegamento con il telefono e notifiche. Un’altra caratteristica degli activity tracker, frutto delle “convergenze parallele”, è la possibilità di collegarsi e ricevere notifiche sul cinturino. In effetti la sincronizzazione è necessaria per trasferire i dati all’App, ma i produttori di activity tracker hanno pensato di aggiungere messaggi generati sul telefono. Secondo noi è un sistema di “distrazione di massa”, non riteniamo un grande valore aggiunto sapere se abbiamo appena ricevuto un SMS, una notifica dei social network, ma se per voi fosse importante, verificate che la funzione sia disponibile. Infine, la maggior parte dei tracker gestiscono “degli obiettivi”, offrendo un feedback “positivo” sotto forma di premi virtuali (se volete leggere un libro per impostare i vostri obiettivi 2017, il nostro consiglio è quello di leggere il libro sull’execution del figlio di Covey, Conseguire gli obiettivi strategici fondamentali). I migliori activity tracker aiutano davvero la motivazione interna? Ai lettori l’ardua sentenza.
5) Visualizzazione dati ed esperienza d’uso. Ci sono due correnti di pensiero: visualizzare tutto dal tracker, oppure affidarsi a un App e/o al web. Ci sono molte opzioni sul mercato, display a bianco e nero, a colori, solo con luci LED. Tenete conto che più sarà grande e colorato il vostro schermo, maggiore sarà il consumo della batteria e più tempo richiederà la carica, con un impatto sulla possibilità di fare tracking! Proprio per questa ragione, suggeriamo di scegliere un’interfaccia che abbia dati sullo smartphone o via web per verificare i vostri progressi.
Altri aspetti da valutare nelle Fitness Band
6) Estetica dell’oggetto. I tracker sono disponibili in diverse forme, stili e dimensioni. Va da sé che un tracker sarà indossato 24/7 (altrimenti, a cosa servirebbe?), quindi l’aspetto estetico è fondamentale. Ma una statistica di Fitbit ci ha lasciato di stucco: circa il 70% dei loro dispositivi sono venduti agli uomini. L’evoluzione verso la parità è lenta, ma ci auguriamo che succeda rapidamente, in tal caso l’aspetto estetico sarà migliorato rapidamente. Ci aspettiamo un futuro con tracker più piccoli, esteticamente più gradevoli e con maggiori funzionalità. Alcune aziende del settore hanno pensato a trasformare i tracker in articoli di gioielleria, oppure aziende del lusso aggiunto tracker ai gioielli. Chissà se ci saranno ulteriori evoluzioni estetiche? Per ora dobbiamo accontentarci del Garmin VivoMove, Withings Activité, Polar Loop Crystal e Swarovski Activity. Ma nel futuro, anche altre aziende di lusso attiveranno le loro offerte, Montblanc è stato un precursore con il Time Walker Urban Speed. Ma anche Tag Heuer ha il suo tracker.
7) Monitoraggio dei dati. Al di là delle misure descritte precedentemente, i tracker possono tenere sotto controllo altri dati, per esempio il monitoraggio della temperatura corporea, la risposta galvanica della pelle, l’esposizione ai raggi UV e il vostro VO2max per citarne alcuni. La Microsoft Band 2 per esempio include undici sensori, ma ogni dato deve essere interpretato e soprattutto costerà qualche soldino in più. Ne vale davvero la pena? Alcuni tracker analizzano il numero di piani di scale che è stato percorso in giornata. Ma per farlo adeguatamente, lo strumento avrebbe bisogno di un altimetro barometrico, altrimenti i dati sarebbero approssimativi. Quanto siete disposti a pagare per avere quest’informazione? Spero più di dieci euro! Infine, ci sono anche tracker che offrono coaching: Moov è un dispositivo che monitora attivamente la vostra attività e consiglia in tempo reale come ottenere il massimo dal vostro allenamento. Bello, ma forse uno strumento di nicchia.
8) E il GPS? Gli activity tracker recenti hanno introdotto un ricevitore GPS per permettere di trasferire i dati della corsa via web. Normalmente la scelta è associata a monitor relativamente più grandi, probabilmente a colori. Altri tracker invece hanno scelto una versione più semplice, cioè associare il telefono al tracker per monitorare le vostre corse all’aperto, in tal caso sarete obbligati a portarvi il telefono con voi.
I migliori Activity Tracker
Sintesi e suggerimenti. Dopo aver fatto una panoramica delle principali caratteristiche degli activity tracker, il nostro consiglio (a fine 2016) resta quello di comprarvi un orologio GPS che abbia a disposizione funzioni di monitoraggio. Restiamo convinti che il Garmin Forerunner 235 abbia il miglior rapporto qualità/prezzo, consentendo di monitorare anche di notte il battito cardiaco, oltre ad avere le principali opzioni di base di un tracker. Ma se non avete la possibilità di monitorare passi, battiti e sonno, perché il vostro GPS è stato acquistato prima del 2015, allora la scelta secondo noi ricade su diverse opzioni in funzione del prezzo, ma anche della piattaforma che intendete adottare. Se pensate di condividere le vostre attività con amici, scegliete la loro piattaforma (una delle sei principali, Apple, Microsoft, Fitbit, Garmin, Samsung e Xiaomi), stesso ragionamento se caricate già le corse (ma ricordate che ora esistono interfacce d’esportazione dati). Se invece non avete questa preoccupazione, le nostre raccomandazioni sono qui sotto, per fasce di prezzo.
Premium. Microsoft Band 2. Senza ombra di dubbio, il miglior activity tracker disponibile sul mercato. Se non fosse per il prezzo (intorno ai 270 euro), e per la piattaforma separata rispetto a quella di noi podisti, sarebbe davvero uno strumento da consigliare come sostituto dei migliori GPS in circolazione.
Mid range. Fitbit Charge HR. Secondo noi spendere oltre 100 euro per un tracker è esagerato. A 99 euro la nostra scelta ricade su questo sensore molto venduto nel passato, ma sempre attuale. Inoltre la piattaforma Fitbit è una delle migliori a disposizione, l’azienda è nata proprio con lo scopo di aiutare i suoi clienti a misurare il maggior numero di dati.
Entry. Scendendo di prezzo, rimane valida l’alternativa Garmin Vivofit 3, che consente di ottenere tutto quello che vi serve, e soprattutto è collegato alla piattaforma più usata dai podisti.
Low cost. Infine per la scelta low cost, Xiaomi Band 2 è un prodotto cinese che sfiora la perfezione: si può trovare su internet a 30 euro (ma anche a meno), e praticamente fa moltissime delle cose dei prodotti a prezzo triplo. In particolare il rilevamento del sonno è perfetto, battiti e passi discreti. Le altre funzioni saranno descritte dopo le vacanze in una recensione dedicata. Suggeriamo l’acquisto su Amazon, per poter eventualmente restituire il prodotto nel caso aveste problemi.
Buon Natale e buone corse. Questo è l’ultimo articolo del 2016, ne abbiamo scritti parecchi quest’anno, spaziando dalla tecnologia, ai racconti delle gare, ai libri, oltre a qualche curiosità. Ci siamo appassionati a descrivere argomenti non banali. Da parte mia, vorrei augurare a tutti i lettori buone corse: il periodo natalizio serve per riposarsi, rilassarsi, pensare e ogni tanto anche correre. A tutti quelli che mi hanno chiesto che fine abbiano fatto le “seconde parti” degli articoli, rispondo che arriveranno nella prima parte del 2017. Gli eventi a venire proiettano prima le loro ombre.