“Maratonina Città di Busto Arsizio 2015”

Busto 2015 - distribuzione tempi

Busto 2015 - distribuzione tempi

L’anno scorso, per l’edizione del 2014 (qui), iniziavo l’articolo così: “Un vero peccato!!!”.
Stesso incipit potrei utilizzare anche per questo articolo. La continuazione però sarebbe diversa: “… aver sprecato un’occasione per correre forte…” per l’anno scorso, “… non esserci stato…” per quest’anno, anche considerando il clima particolarmente favorevole.
Lascio infatti la tastiera al mio amico Massi (qui i suoi articoli su questo blog), con una raccomandazione: oltre a leggere il testo, aprite anche i grafici!

“E fiamma e foco il lucid’elmo spande, onde armata ha la fronte. E qual scintilla in ciel sereno e di sanguigna luce arde rabbioso ne’ cocenti giorni l’estivo cane”. Sono diciannove anni che non analizzo più dati statistici in maniera professionale, la “passione” si è spenta il giorno in cui, post università, mi chiesero di prevedere, sulla base di dati storici, in che anno i dispositivi mobili avrebbero superato come utilizzo la telefonia fissa. Siccome ero più interessato alla produttività delle imprese italiane, ho declinato senza grande rimorso l’offerta per lanciarmi nel favoloso mondo aziendale, dove purtroppo, la statistica più interessante riguarda il numero di prodotti venduti in un trimestre. Anche se ora le cose stanno cambiando con i big data.

Non sono una persona molto curiosa, ma complice la giornata primaverile (la base dati dei meteorologici non ricorda un evento simile da parecchi anni, i più saggi caratterizzano la seconda domenica di Novembre come giornata piovosa) e l’introduzione per la prima volta delle griglie in partenza (dato il numero record di partecipanti), domenica alla maratonina di Busto la scintilla così ben descritta da Omero mi è ritornata.

Nella mia piccola mente, due domande si sono affacciate prepotentemente: “Se avessi corso in condizioni climatiche perfette, sarei riuscito ad ottenere il Personal Best?”. In altri termini, a parità di altri parametri, le condizioni erano davvero più favorevoli? La seconda domanda è invece maturata con il passaggio delle ore, partendo da un evento fortuito. Sebbene fossi posizionato a presidiare il flusso degli spettatori nella centralissima via Milano, pochi minuti prima della partenza gli organizzatori mi hanno chiesto di aiutare a verificare che l’ingresso nelle griglie venisse rispettato. Compito piuttosto banale a priori, bastava controllare che il colore della griglia coincidesse con quello del pettorale dell’atleta. Ma per il genio italico armato di grande fantasia risultava facile convincere i poveri addetti ai controlli che ci fosse almeno una ragione valida per passare davanti senza averne apparentemente il diritto. Tornato a casa mi sono chiesto quale fosse la probabilità che i nostri interlocutori ci stessero mentendo.

Confronto Busto 2014 - 2015Alla prima domanda sapevo rispondere senza alcuna analisi statistica, avevo letto sia la seconda, sia la terza edizione del libro di Jack Daniels (più approfondita la seconda edizione, ma nella terza hanno introdotto tabelle personalizzate per tutte le distanze). Un percorso così scorrevole con un clima meteorologico favorevole poteva portare in effetti il podista medio ad ottenere prestazioni cronometriche superiori. Ma come si scontra la teoria con la pratica? Per saperlo, è bastato confrontare la distribuzione statistica dei risultati degli ultimi 2 anni. Le conclusioni sono sorprendenti, In maniera contro-intuitiva, non è possibile affermare dal punto di vista statistico che il clima abbia permesso migliori risultati: la differenza del risultato medio e mediano era inferiore all’1 per mille, mentre la deviazione standard è stata equivalente. Ma una figura vale più di mille parole: usando la tecnica del “violino”, si nota che le distribuzioni statistiche dei risultati degli ultimi due anni sono perfettamente equivalenti.

Busto 2015Alla seconda domanda non sapevo dare nessuna risposta intuitiva, nemmeno con le tecniche descritte dal premio nobel Kahneman nel libro “Thinking, Fast and Slow”. Ma armato di molta pazienza, di carta, penna e calamaio, ho passato il pomeriggio a confrontare la distribuzione empirica con una curva normale. E dopo aver verificato che solamente il 20-22 percento dei podisti in realtà è in grado di correre tra l’1h e 25 e l’1h 36, ora sono sempre più convinto che qualcuno domenica mattina ci abbia mentito. Ma forse i podisti sono inguaribili ottimisti, nelle poche corse competitive a cui ho partecipato ho visto runners seguire pacers pur avendo un personale del 5 percento superiore rispetto a quello dei palloncini.


Anche se con una probabilità non nulla sarei arrivato nei primi 100, ho vissuto una giornata fantastica da spettatore: vedere amici, conoscenti, super podisti e normali amatori, felici e tristi al traguardo, tutto ciò mi ha fatto capire quanto sia bello correre e come sia ben organizzata la maratonina di Busto.

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