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Nike Odyssey React Flyknit 2, la recensione

Le Nike Odyssey React Flyknit 2 sono scarpe intermedie di Nike, in commercio da marzo 2019 con un biglietto da visita che urla: «Comfort Zone!». Visto il caldo e il calo di allenamenti prima della nuova stagione cercavo una scarpa da allenamento diversa da Pegasus, morbida come i «marshmallow» ma comunque reattiva. Sfogliando il web alla ricerca di qualcosa che colpisse la mia attenzione tra i marchi più gettonati mi sono imbattuto in questo modello i cui colori erano perfetti per il dress code dei miei allenamenti estivi. L’idea era quella di sfruttare la scarpa per ritornare ad un volume di allenamenti decente in vista della preparazione per la maratona di Firenze a fine novembre, quindi ritmi medi e distanza intorno ai 10km. In base alle sensazioni ai vari ritmi decidere come alternarle a modelli più veloci. Come suggerito dal numeretto posto in coda al nome Odyssey React Flyknit 2 si tratta della seconda edizione. Qui trovate la nostra recensione del modello React Odyssey precedente.

Nike Odyssey React Flyknit 2, un secondo parere e opinione più che una recensione

Principali domande della recensione

Quali sono le principali caratteristiche delle Nike Odyssey React Flyknit 2? quali sono le differenze rispetto al modello precedente?  Per chi sono pensate? com’è il comportamento nella corsa? per quali ritmi? e per quale distanza? 

Per guidare il lettore, l’articolo è diviso in sezioni. Vi consigliamo di leggerlo tutto d’un fiato e poi di soffermarvi sulle parti che vi interessano ad una seconda lettura:

Le Nike Odyssey React Flyknit 2, sono state regolarmente comprate su Internet poco dopo l’uscita ufficiale nei negozi e di seguito vi raccontiamo la nostra opinione.

Caratteristiche generali

Le Nike Odyssey React 2 sono scarpe di categoria «massimo ammortizzazione», sono adatte ai podisti con appoggio neutro e supino, hanno un drop 10, tipico dell’azienda americana, anche negli ultimi modelli. Possono essere utilizzate in tutte le superfici, ma pensate per correre prevalentemente in asfalto. Restiamo un po’ scettici sull’utilizzo in condizioni meteo sfavorevoli a causa di un grip imperfetto sul bagnato.

Caratteristiche tecniche

Sintesi delle principali caratteristiche tecniche.

Ecco le principali caratteristiche tecniche delle Nike Odyssey React 2. Rispetto alla versione precedente non ci sono state modifiche sostanziali, il peso si attesta intorno ai 215-250 grammi a seconda del numero utilizzato. Ma per la versione standard US 9, il dato esatto è di 232 grammi, diminuendo di 6 grammi rispetto al primo modello.

  • Peso: 232 g (EU, 42.5), nella foto abbiamo sbagliato ad indicare l’unità di misura, sorry!

  • Altezze della suola: 28 mm (tallone), 18 mm (avampiede)
  • Larghezza disponibile: D=Medium; come calza (basato sulla larghezza D)
    • Calzata: standard
    • Tallone: stretto (attenzione!)
    • mesopiede: medio
    • avampiede: medio/stretto
    • spazio dita: medio/stretto
    • arco plantare: medio basso
    • forma: semi arcuata

Differenze rispetto alle Odyssey React Flyknit 2

Cosa è cambiato a distanza di un anno dal primo modello oltre al numero? 

La casa madre ha provveduto ad un aggiornamento di design con colori e personalizzazioni ma ha integrato la tecnologia della schiuma React, già presente nel modello precedente, con il tessuto Flyknit che riveste la parte anteriore della scarpa e la linguetta. Tutto questo per unire ammortizzazione, reattività alla sensazione di indossare delle calze… come se questo dovesse essere una gioia per i runner. Come le Nike Pegasus Turbo 2 hanno un drop 10 millimetri. Tra il perplesso ed il curioso mi sono fatto convincere anche perché prive di cuciture.

Estetica e forma

Ricevuto il pacco ho aperto la classica scatola arancio Nike con l’entusiasmo di un bambino a Natale! Sul fronte estetico sono rimasto positivamente colpito, dopo un passaggio di rito sulla bilancia dove rimango sorpreso della leggerezza nonostante tutta quella gomma, decido di provarle e appena recuperate delle calze da corsa le infilo aspettandomi quella sensazione piacevole di scarpa nuova, confortevole, morbida che tutti conosciamo…. e niente le ho tolte e rimesse controllando il numero convinto che ci fosse un errore… Strette!!! (ovvero giuste giuste). Solitamente con le scarpe da running prendo un numero di più per compensare la dilatazione dovuta ai km degli allenamenti, sui modelli Nike ordino l’11 e mi son sempre trovato bene ma ora sembrano davvero strette. Rabbia!!!

Comportamento nella corsa

La pianta del piede ha la sua posizione quindi non le sostituisco con una taglia in più ma decido di provarle per delle corse da 5 km immaginando che la sensazione, a mio avviso spiacevole, sia legata all’innovativo “tessuto calza” Flyknit. La gioia da scarpa nuova lascia un posto vacante subito riempito da una sensazione di claustrofobia che mi fa venir voglia di tornare a casa e recuperare le Pegasus o le Ghost che sono rimaste in scarpiera.

Corsa lenta

Ma dovendo dire la mia al resto del gruppo di therunningpitt non demordo e mi concentro sull’effetto marshmallow, cioè ammortizzazione a livelli altissimi. Dopo questa prima sessione decido di testarle nei giorni successivi con delle calze da corsa più sottili insistendo per vedere se il tessuto elasticizzato cede un pochino e si adatta al mio piede. La prima settimana di allenamenti non convince affatto e l’idea di aver buttato via dei soldi cerca di prendere il sopravvento, ma pensando alla grande capacità di ammortizzare e al gran caldo decido di esplorare percorsi da trail nelle zone boschive del Carso triestino, nulla di estremo ma comunque zone in cui non mi avventuro con le scarpe che uso solitamente. Con gran gioia scopro che le Nike Odyssey React Flyknit 2 sono il giusto compromesso tra trail e strada e pian piano il tessuto flyknit …come dire… «calza» meglio! La schiuma React garantisce un buona sensazione di appoggio al terreno, non sembra molto React-iva ma sicuramente morbida.

Se inizialmente avrei voluto regalarle e scrivere un pezzo negativo, ora iniziano ad avere un motivo essere utilizzate saltuariamente ma dovendo scrivere una recensione non potevo limitarmi a qualche km e visto il cambio di opinione ho rimandato la sentenza a settembre per farmi un’idea precisa in due mesi.

Corse Medie e lunghi

Finalmente il caldo molla la presa e la voglia di correre ricomincia, le date delle gare si avvicinano e gli allenamenti iniziano ad aumentare. Vittima del Black Friday mi ritrovo con i pettorali 3 mezze maratone e 2 maratone entro fine novembre. Così tra una corsa e l’altra alternando Pegasus e ORF2 (troppo lungo da scrivere) ho valutato la scarpa sotto vari punti di vista. Quelli che sembravano caratteri negativi erano giudicati sulla base delle mie aspettative e del mio modo di concepire la corsa. Se da un lato mi sembrano fin troppo morbide ma pur sempre reattive dall’altro sono l’ideale per corse di media distanza ad un passo lento, dove mi sentivo troppo aderente per il tessuto-calza ora mi sono abituato e negli allenamenti più tranquilli risulta piacevole, la gomma abbondante non crea problemi e se si spinge le scarpe risultano reattive più di quello che mi aspettavo inizialmente. Insomma a conti fatti sono contento dell’acquisto, mi piace cambiare le scarpe a seconda del programma di allenamento ed essendo molto diverse da Ghost, Pegasus e Ride si sono guadagnate il loro posto nella scarpiera in zona Running.

Durata

La questione della durata delle scarpe da corsa è una delle più «dibattute» tra i podisti di tutti i livelli. Il nostro suggerimento di fondo, per qualunque scarpa, è quello di cambiarla dopo 500 km. Pensiamo che per questo modello valga quanto già detto nella prima recensione, a cui rimandiamo.

Conclusioni

Dopo due mesi le Odyssey React Flyknit 2 sono diventate la miglior scelta per le corse lente, medie e per sterrato.

Ai runner veterani non le consiglio per gare dalla mezza in su ma solo per lenti e medi mentre credo siano una valida scelta per chi sta iniziando a correre e desidera grande ammortizzazione e comodità. Sulla loro longevità non posso ancora esprimermi ma grazie a Strava e Garmin Connect saprò dirvi esattamente dopo quanti km sono passate al ripiano “passeggiate col cane”.

Prezzi e disponibilità

La scarpa da listino costa 131 €, ma grazie ai saldi si riesce a trovarla scontata sia online sia nei negozi. Chiaramente Running Warehouse Europa è il sito da noi per l’acquisto online. Ma come al solito suggeriamo di comprare dove costa meno, soprattutto se siete già clienti Nike. Ovviamente i modelli precedenti sono scesi di prezzo e potreste trovare scarpe a prezzi davvero conveniente (in alcuni casi, sotto i 70 euro):

siti web prezzo medio Link acquisto
Running Warehouse 74 – 99 € link
Maxisport 79 – 99 € link
Sito Nike ufficiale 78 – 91  € link
Cisalfa 79 – 99 € link
Amazon 79 – 120 € link

Altri link d’acquisto dei modelli precedenti li trovate ai seguenti indirizzi:





Settimana 4… e prima non competitiva di 5 km!

Giorno 10

… continua da qui

Settimana 4

Giorno 10Giorno 10: i giochi iniziano a farsi seri. Ai soliti 5 minuti di camminata veloce seguono: 400 m di corsa, poi 200 m di camminata, 800 m di corsa, 400 m di camminata e altrettanti di corsa, per finire con 200 m di camminata e di nuovo 800 m di corsa. Magari leggendomi molti sorrideranno, cosa saranno mai 800 m di corsa alternati a camminata per la maggior parte di voi? Una baggianata, ne son certa, ma per me che ho trascorso gli ultimi anni sul divano o tuttalpiù nuotando, il raggiungimento degli 800 m non è un obiettivo affatto banale. Mentre percorro i primi 800 m, ve lo posso giurare, sono convinta di mo-ri-re prima di arrivare alla fine dell’allenamento. Calcolo e ricalcolo i metri mentalmente per esser sicura di non sbagliare, perché, vi ricordo, il mio TomTom non ha la possibilità di registrare allenamenti personalizzati, e mentre lo faccio mi ricordo che ero così entusiasta di iniziare la quarta settimana! E non mollo, magari rallento poco poco, ma non mollo! Il fiato sembra sempre non bastare e la milza, dopo il secondo lap da 800 m mi duole, ma ho portato a termine l’allenamento e, signore e signori, sono ancora viva! Arrivo a casa e mi regalo una bella colazione in famiglia con le brioche della mia amata Basovizza e mi preparo per la lezione settimanale di agility con Penny, così, per non farsi mancar nulla in questo sabato di “riposo”. Domani è prevista una gara di 10 km per Andrea e una non competitiva di 5 km per Riccardo e me… chissà come andrà!

Per fortuna Ricky si sveglia presto, tutto eccitato dall’idea di andare a correre con mamma e papà, il nostro tesoro! Belli come il sole (e la foto lo testimonia, che ve lo dico a fare) ci prepariamo per la partenza, papà Andrea scaldandosi coi suoi scatti che me li sogno, perché mai riuscirò a raggiungere quelle velocità, mentre noi, sotto-atleti, facciamo stretching, alla vecchia! Ricky è restio, forse si vergogna in mezzo alla gente, chi lo sa, ma gli spiego i vantaggi di preparare i muscoli e si lascia convincere.

CinqueAlle 9:30 partiamo dalla Scala Reale, il sole è appena spuntato e già fa caldissimo, noi partiamo forse un pelo troppo convinti (o ignoranti, come dicono i nostri amici – la partenza ignorante è una partenza troppo veloce, quella che poi ti fa scoppiare). Lungo il tragitto ricordo al mio settenne che può camminare quando vuole, per poi magari riprendere, che può anche rallentare, volendo… :-) “Sì, mamma!” – Boccheggia, ma non molla! Quindi ci facciamo la bellezza di 2 km di fila, poi una pausetta camminando e di seguito altri 1,5 km sempre correndo. Nel frattempo siamo così fortunati da incontrare anche il papy, un bel “5” tra i miei due atleti che corrono in senso opposto e poi si prosegue verso l’arrivo, noi per il nostro km finale, Andrea per i suoi 6… e il resto sarà ricordato negli annali come un momento famigliare davvero commovente.

ArrivoCamminando vedo sfilare i primi tre che hanno vinto la Corri Trieste con tempi incredibili, dato il caldo, e a seguire gli altri che avevo memorizzato esser prima di Andrea, inizio a pensare che quasi quasi potremmo arrivare assieme a lui al traguardo, così chiedo a Riccardo di corricchiare fino all’arrivo del papà, che ci prende per mano e, con una velocità per me impensabile – visto che lui non accenna a rallentare e a noi è toccato di accelerare, tagliamo il traguardo assieme, con tanta tanta gioia nel cuore.

 

Giorno 11Giorno 11: ahimè, un raffreddore potentissimo mi ha colpito pochi giorni prima del mio compleanno, tutto l’inverno sana come un pesce e proprio adesso che sono in pieno programma sportivo mi tocca fermarmi per ben quattro giorni fino al 2 giugno, giorno in cui inizio ad allenarmi col mio giocattolo nuovo: uno stupendo Garmin Forrunner 45 viola che il mio meraviglioso marito mi ha regalato. Oh ma che felicità, oltre a esser bello è anche pratico, finalmente posso inserire gli allenamenti personalizzati, così da non dover più fare calcoli mentali mentre corro e dedicarmi solo alla “tecnica” (ossia alla sopravvivenza!). L’allenamento scorre che è un piacere, complice anche un bellissimo tempo e il bisogno di smaltire i festeggiamenti del giorno prima!

 

Giorno 12Giorno 12: in un battito di ciglia sono arrivata anche a concludere la quarta settimana, oggi ho compagnia anche se la sveglia ha suonato all’alba, diciamo, anzi, che qualcuno si sarebbe rigirato dall’altra parte, se non avesse avuto una rompiballe per moglie! Lo premio con qualche bella foto, la sua silhouette si staglia elegante sull’alba di Basovizza ed è proprio un piacere immortalarlo, anche se fa di tutto per irritarmi, lui che mentre arranco e rispondo a monosillabi mi parla fluentemente come se stesse camminando, lui che fa gli scattini, torna indietro da me, ripercorre alla mia velocità i metri già fatti a velocità lepre… lui che, alla fine ha portato la moglie che odiava la sua sveglia mattutina a impostarla ancora prima!

Polar H10, la recensione dettagliata

Il Polar H10 è l’ultimo modello di fascia cardio dell’azienda finlandese Polar. Uscito nel Gennaio 2017 con pochissima pubblicità, in procinto di essere aggiornato per includere anche la trasmissione Ant+, Polar H10 risulta dal nostro punto di vista il miglior cardiofrequenzimetro sul mercato. Anche se il cardio da polso ha fondalmente soppiantato la fascia nelle preferenze di molti podisti, come vedremo ci sono condizioni in cui quest’ultima si rivela superiore alla misurazione sul polso. Vediamo il perché nella nostra recensione dettagliata, con i test a cura di Massi Milani.

Polar H10, la nostra opinione sulla fascia cardio più innovativa

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Il Polar H10 (a 65 euro su Amazon) è la fascia cardiaca Polar di nuova generazione che ha sostanzialmente sostituito il modello Polar H7. Così come il modello precedente, ha protocolli Bluetooth Smart e analogici a 5gz, permettendo di funzionare anche con i tapis roulant della palestra. Si noti che il sensore ha ricevuto un’upgrade software per consentire anche l’aggiornamento al protocollo Ant+. Occorre semplicemente aggiornare il firmware tramite Polar Flow per ottenere l’aggiornamento.

Il dispositivo Polar H10 è stato acquistato su Amazon a finalità di test. Di seguito vi raccontiamo la nostra opinione.

Essendo una recensione dettagliata, abbiamo suddiviso la nostra opinione in sezioni indipendenti:

Entriamo quindi nel dettaglio delle principali caratteristiche del Polar H10. Semplicemente, Il Polar H10 ha solo una funzione: misurare la frequenza cardiaca in maniera tradizionale. Basterà indossare la fascia attorno al torace ed il prodotto vi dirà immediatamente la vostra frequenza. E lo farà in maniera superlativa, senza mai sbagliare. Noi abbiamo testato il prodotto in diverse condizioni.

Per la recensione del nuovissimo cardio da Polso di Polar, vi invitiamo a leggere la recensione del Polar OH1.

Unboxing e contenuto

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La fascia cardio Polar H10 si presenta in una confezione bianca, accompagnata da un manuale e da un foglio contenente le garanzie in diverse lingue. La scatola ha un design molto semplice e l’immagine della fascia caratterizza una buona parte della confezione, mentre nella parte centrale si vede la scritta H10:

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La fascia è leggermente diversa rispetto al modello H7.

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La principale novità è che la parte posteriore della nuova cinghia ha una sessantina di gommini circolari. Questi secondo il design Polar permettono una migliore presa al torace ed inoltre facilitano la dissipazione del sudore attraverso il tessuto. Pensiamo che sicuramente per corsa e ciclismo il design sia davvero eccellente, mentre per il nuoto è difficile esprimere un parere preciso, non essendo il nostro sport:

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Anche la chiusura è cambiata. Il nuovo cinturino è molto più facile da allacciare e molto più difficile da slacciare durante la corsa:

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Per farlo è necessario premere sulla parte centrale. Decisamente una grande innovazione, considerando che i modelli precedenti tendevano a slacciarsi più facilmente.

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Qui invece è molto improbabile:

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Polar H10 vs H7

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Ma non è stato l’unico aspetto di design che rende Polar H10 migliore della competizione. Nella nuova fascia, chiamata Polar Pro, è stata aumentata l’area del sensore ed il contatto con il torace. Questo dovrebbe facilitare la rilevazione dati, consentendo di bloccare al meglio la fascia. Nella nostra esperienza comunque il design della fascia Polar H7 non aveva grossi problemi e la rilevazione era già corretta.

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Ovviamente il modello precedente può essere utilizzato sulla nuova fascia Polar Pro, con l’unica limitazione che l’H7 è limitato soltanto alla trasmissione BLE e 5gz, e potrà consentire il collegamento con un solo dispositivo Bluetooth:

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Polar H10: taglia

La fascia Polar Pro si presenta in due taglie, M-XXL e XS-S. La prima è pensata per i podisti, la seconda per le podiste.  Il nostro consiglio resta quello di acquistare la versione M-XXL poiché la fascia

Polar H10, Caratteristiche

Su Internet potrete scaricare il manuale completo di Polar H10.  Di seguito alleghiamo le specifiche tecniche riprese dal sito ufficiale Polar.

Caratteristiche tecniche

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  • ‎Durata batteria: 400 ore con trasmissione a 5 kHz e BLE attiva
  • Batteria: CR 2025
  • Peso: sensore 21 g, fascia 39 g
  • Dimensioni: 34x65x10 mm
  • impermeabilità: ‎30 m (adatto per il nuoto)
  • Materiali: Trasmettitore: ABS, ABS + GF, PC, acciaio inox. Fascia: ‎38% poliammide, 29% poliuretano, 20% elastam, 13% poliestere, stampe in silicone

Caratteristiche funzionali

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Diciamolo chiaramente, non c’è nessun’altra fascia sul mercato che abbia tutte le caratteristiche di Polar H10. La fascia ha effettivamente quattro connessioni simultanee:

  1. canale Bluetooth Smart # 1
  2. canale Bluetooth Smart # 1
  3. Trasmissione ANT +
  4. Trasmissione analogica 5 kHz (per palestra e trasmissione subacquea)

Ma Polar H10 è anche un dispositivo di allenamento indipendente. Può essere utilizzato in autonomia senza l’ausilio di GPS da polso o smartphone, disponendo di una memoria interna che permette la memorizzazione di un allenamento, fino a 30 ore. I dati sono memorizzati ogni secondo. Per caricare i dati, basterà semplicemente collegare l’app mobile Polar Beat e trasferire i dati sullo smartphone. Questa funzione è sicuramente utile a chi va in palestra oppure nelle sessioni di nuoto, soprattutto per chi non voglia portarsi dietro un GPS durante le uscite.

Polar H10 e Bluetooth

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Così come il vecchio H7, anche il sensore H10 è compatibile con tutti i dispositivi Bluetooth Smart. È interessante notare che il sensore si può accoppiare simultaneamente con due dispositivi BLE. Basterà semplicemente abilitare l’impostazione sull’App Polar Beat, che comunque è attiva di default. In sintesi, la connessione si attiverà su tutti questi prodotti:

  • tutti i cellulari;
  • i principali orologi GPS da corsa di Polar e Suunto
  • i dispositivi recenti GPS Garmin, che a partire dal 2017 hanno attivato la connessione BLE. Per esempio, con Fenix 5, Fenix 5 Plus oppure con Forerunner 935:
  • i dispositivi da ciclismo recenti con l’opzione Bluetooth
  • tutti i tapis roulant con l’opzione Gymlink: praticamente tutti quelli che abbiamo provato, a meno che abbiano più di 15 anni. Polar H10 è sicuramente compatibile con Tecnogym, ma anche con Fitness

Fino ad inizio Maggio 2019, Polar H10 non funzionerà con i vecchi Garmin, o con qualsiasi dispositivo solo ANT+. Ma manca poco ed in effetti il sensore sarà universalmente riconosciuto da tutti i dispositivi sportivi.

Polar H10 e Ant+

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Quando Polar ha introdotto il nuovo sensore H10, ha deciso di adottare un Chipset Nordic, che ha la capacità di trasmissione simultanea Ant+ / Bluetooth Low Energy (“BLE”). Per i primi due anni  l’azienda finlandese ha solo attivato il collegament BLE. Nel 2019 però Polar si è resa conto che perdeva una quota importante di mercato del ciclismo amatoriale, oltre il 90% dei dispositivi utilizzati attualmente è Garmin. Perché non offrire alla base clienti ANT+ la migliore fascia cardio sul mercato? Il vantaggio di utilizzare Ant+ è che le connessioni simultanee sono infinite, mentre per BLE si limitano soltanto a due.

Aggiornamento firmware

L’H10 è aggiornabile tramite le due App Polar Beat e Polar Flow. Basterà associare lo smartphone tramite bluetooth, aspettare qualche secondo e verificare il corretto aggiornamento che si otterrà una volta completata la sincronizzazione.

Polar H10 e App

Il Polar H10 si può utilizzare con diverse App su cellulare. Noi abbiamo scelto sia Polar Beat sia Strava. Tuttavia il dispositivo funziona con (quasi) tutte le applicazioni fitness sugli smartphone. Avviamo l’applicazione sul dispositivo mobile assicurandoci di avere attivato la connessione Bluetooth, per quanto riguarda Polar Beat bisogna andare su “impostazioni/sensore FC” e selezionare H10 per effettuare l’associazione. Il dispositivo viene riconosciuto automaticamente e  l’applicazione è pronta all’utilizzo; nella schermata principale si può scegliere il tipo di attività da effettuare, noi abbiamo utilizzato “Corsa” ma le alternative sono molteplici. Non appena stabilita la connessione GPS, appare un piccolo cerchio verde in alto sulla destra, mentre l’indicatore con il numero di pulsazioni appare sulla sinistra, pressione su Avvio e analogamente a quanto avviene con un orologio si inizia la registrazione della sessione di allenamento.

Molto interessante è l’opzione di visualizzazione della frequenza cardiaca, infatti si può scegliere tra numero di battiti o percentuale, quest’ultima molto utile per chi esegue allenamenti in un preciso range.

A differenza dell’utilizzo come dispositivo individuale, non è necessaria la sincronizzazione dei dati, poiché la traccia cardio viene registrata dall’applicazione, i dati non appena terminiamo la registrazione della sessione vengono immediatamente resi disponibili nelle rispettive piattaforme, Polar Flow e Strava.

Utilizzo con dispositivo Polar

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Per l’utilizzo di Polar H10 con gli ultimi dispositivi dell’azienda Finlandese, suggeriamo di leggere la recensione dettagliata del Polar Vantage V.

Polar H10 e Apple Watch

Anche Apple Watch potrà collegarsi alla fascia Polar H10. Come sappiamo il sensore ottico di Apple è discreto ma non perfetto. Di conseguenza l’utilizzo di Polar potrebbe essere la soluzione per chi corre o svolge esercizi HIIT ad alta intensità. Il dispositivo si collega semplicemente aggiungendo nel menù Bluetooth

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la fascia cardio Polar H10 che sarà immediatamente riconosciuta (purtroppo causa infortunio non riesco ad indossarla). Apple Watch si collegherà con il canale Bluetooth perché il dispositivo di Cupertino non supporta Ant+:

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Una volta collegata la fascia, ogni applicazione dell’Apple Watch la utilizzerà al posto del sensore da polso, per esempio sull’app Strava (sensore allacciato al torace di mio figlio):

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Polar H10 e Garmin

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La domanda sorge spontanea: «il Polar H10 è compatibile con il Garmin»? la risposta è assolutamente si.

Il supporto dei dispositivi Garmin avviene in due modi:

  • con Bluetooth Low energy, con i nuovi dispositivi recenti Fenix 5, Fenix 5+, Forerunner
  • a partire da Maggio 2019, con Ant+, su tutti i dispositivi Garmin. Si veda il paragrafo Ant+ e Polar per aggiornare il firmware

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Batteria Polar H10

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Diversamente da Garmin che si basa su CR2032, Il Polar H10 utilizza come batteria il modello CR2025, che ha lo stesso diametro ma uno spessore (di 2,5 mm) e durata leggermente inferiore. Come spiegato nel manuale, la durata della batteria è visualizzabile sul telefono oppure sui dispositivi GPS.

Sostituzione batteria

Rispetto a Garmin e Polar H7, la sostituzione della batteria è davvero facile, rispetto ad H7. Basterà sollevare il coperchio della batteria con una piccola leva, sostituire le pile scariche ed aggiungere la nuova batteria assicurandosi di avere il lato negativo verso l’esterno. Infine occorre allineare il coperchio correttamente come nella foto.

Conclusioni

Il cardiofrequenzimetro Polar H10 è senza dubbio il migliore della categoria. Ha una vestibilità perfetta, grazie al design innovativo, un’ottima leggerezza e soprattutto un sensore molto preciso. Inoltre ha la migliore connettività del mercato permettendo di essere utilizzato su tutti i dispositivi capaci di ricevere dati della frequenza cardiaca. Sia l’ultimo modello di tapis roulant, sia un Garmin di vecchia generazione grazie alla possibilità di collegarsi tramite Ant+. Polar H10 si connette molto semplicemente anche a tutti gli ultimi Smartphone.

Anche se l’evoluzione della tecnologia è destinata a sostituire i cardiofrequenzimetri con strumenti più innovativi, nel 2019 il Polar H10 risulta il miglior strumento a disposizione dei podisti esperti che cercano uno strumento evoluto per la misurazione della frequenza cardiaca. Polar non soltanto è riuscita a realizzare un grande strumento per tutti i prodotti della casa finlandese, ma da Aprile con l’apertura ad Ant+, ha aperto un nuovo mercato soprattutto per chi cerca l’eccellenza ma non vuole cambiare ecosistema, preferendo restare a Garmin.

Prezzi e disponibilità


Il Polar H10 ha un prezzo di listino di 90 euro
ed è disponibile nei migliori negozi sportivi, ma si trova sul web a prezzi decisamente interessanti, con sconti da 18% al 27%. Ecco i principali link per l’acquisto, con Decathlon e Amazon come opzioni meno care:

Retailer Online prezzo medio Link acquisto
Amazon 57- 90 € link Amazon
Cisalfa 72 € link
Decathlon 64,99 € link
Nencini Sport 73,97 € link






Suunto 9, la recensione dettagliata

Il Suunto 9 è l’ultimo modello di fascia alta dell’azienda finlandese. Essendo la prima recensione Suunto del Blog, occorre chiarire che questo orologio è il top di gamma dell’azienda, un orologio destinato a competere con Garmin e Polar nel lucrativo mercato degli orologi fitness di alta gamma. Suunto 9, nella versione Barometrica, è stato lanciato a fine Luglio ed è disponibile in Italia da Settembre. Pur essendo cambiato il nome, l’obiettivo del lancio era quello di sostituire il beneamato Suunto Spartan. Nell’infografica Amazon, è presentata l’affascinante storia Suunto, che consigliamo di guardare.

Nonostante non abbiamo una grande conoscenza di dispositivi Suunto, tranne l’utilizzo del primo Ambit, da parecchie settimane abbiamo effettuato i nostri test in diverse situazioni. Ora che l’orologio si è stabilizzato a livello firmware, finalmente pubblichiamo la recensione dettagliata in ottica Pitt 2.0.

Suunto Baro 9, l’orologio GPS per chi corre a lungo, la nostra opinione

Appena uscito il comunicato stampa di Suunto, la nostra curiosità sul nuovo dispositivo, il modello 9, è cresciuta a dismisura. Poi la preparazione della maratona di New York 2018 ci hanno tenuto lontano dai test. Il Suunto 9 si è presentato come l’evoluzione della Serie Spartan, con parecchie novità davvero interessanti. Almeno quattro hanno attratto la nostra attenzione: la gestione della batteria, la modalità GPS, oltre al nuovo sensore Cardio Valencell e il GPS Sony. Quest’ultimo è lo stesso presente sugli ultimi modelli Polar e Corus.

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Le Principali domande della recensione

Ma quali sono in dettaglio le funzioni del Suunto 9? Valgono il prezzo, considerando che il listino è di 600€? E le funzioni uniche ed innovative sono davvero tali? A chi lo consigliamo? Quali limitazioni abbiamo riscontrato nelle diverse settimane di utilizzo quotidiano? E il sensore ottico Valencell come si posiziona? E soprattutto, il nuovo Fuse Track a cosa serve e come funziona? Cosa manca al Suunto 9 per essere l’orologio top del mercato?

Per chi volesse guardare la recensione video, ecco il link del Suunto 9 Baro Titanium sul canale Youtube di Massi Milani:

Come disclaimer, non abbiamo ricevuto e non siamo interessati a ricevere alcun compenso per questa recensione. Pur essendo soltanto podisti amatori evoluti, le nostre conoscenze analitiche ci aiutano a diffondere in maniera semplice le nuove tecnologie, uno dei principali obiettivi del sito. Limiteremo la recensione alla Corsa su Strada ed al Trail. Ma il Suunto 9 è multisport, come molti dispositivi premium.  Siete pronti a leggere il seguito? Suggeriamo di scorrere la nostra recensione in sequenza oppure di soffermarsi soltanto sulle parti che vi interessano, cliccando sulle relative sezioni:

Indice recensione

La recensione è stata possibile grazie a Suunto che ha offerto in prova il Suunto 9. In questo momento l’orologio è su un corriere e tra poche ore tornerà all’azienda.

Suunto 9 Baro in Sintesi

Nel raccontare sinteticamente il Suunto Baro 9 ai non addetti ai lavori, abbiamo preparato due infografiche. La prima descrive le caratteristiche principali mentre alla conclusione dell’articolo una seconda sintetizza i principali pregi e difetti.

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Nuove funzioni del Suunto 9

Sono parecchie le nuove funzioni del Suunto 9, rispetto ai modelli Spartan. Avendo testato un’infinità di modelli di GPS presenti sul mercato, riteniamo che ci siano davvero diverse funzioni uniche rispetto ai modelli precedenti. Saranno davvero così utili? vediamolo nel seguito

Funzioni uniche

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Ecco la lista delle due funzioni chiave ed innovative:

  1. In primo luogo, la gestione della batteria. Sul dispositivo l’azienda finlandese ha adottato la possibilità di gestione dinamica dei consumi. In altri termini, il Suunto 9 è in grado di adattare il consumo durante l’allenamento.
  2. Fused Track, ossia l’abilità di gestire i percorsi, senza avere a disposizione il GPS.

Cambiamenti importanti

  1. Suunto ha cambiato il sensore GPS, passando da SIRF a Sony, proprio per poter migliorare la gestione energetica del dispositivo
  2. E’ stato aggiunto un sensore cardio da polso Valencell, azienda all’avanguardia nella tecnologia cardio da polso
  3. E’ stata attivata la possibilità di fare la rilevazione 24* 7 della frequenza cardiaca
  4. E’ stata aggiunto una nuova App chiamata “Suunto”, che a tendere sostituirà Movescount, a cui è stato altresì affiancata la piattaforma Web Sport Tracker.

Unboxing Suunto 9

Il Suunto 9 si presenta in una confezione nera, davvero facile da aprire. Nulla di nuovo rispetto ai modelli precedenti.

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All’apertura della confezione, troveremo l’orologio, un caricabatterie USB identico alla versione precedente Spartan, oltre ad un manuale cartaceo e qualche foglio informativo.

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Per chi ha visto le foto in anteprima sulla pagina Strava, l’orologio è davvero imponente. Esteticamente l’orologio è piacevole

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Fascia Cardio Suunto

Ordinando la versione «completa», all’interno della confezione si troverà pure la nuova fascia cardio Suunto, Bluetooth.

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Contrariamente all’orologio, il ricevitore è di dimensioni minuscole, poco più grande di una moneta da 2 euro.

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Al tempo stesso però, a causa del design del sensore, la fascia non potrà essere utilizzata per altri sensori di marche concorrenti, mentre è compatibile per tutti i dispositivi Bluetooth.

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Il caricatore è simile a quello dei modelli precedenti. Abbiamo apprezzato che il cavo USB sia magneticamente attaccato alla parte posteriore dell’orologio. Nella ricarica è fortemente improbabile che si stacchi, la presa è davvero avvolgente.

Estetica e Forma

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L’orologio potrebbe essere ricaricato correndo, ma la gestione della batteria è ottimale e la cosa non servirebbe nemmeno in un trail lungo.

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Come già scritto, l’orologio è parecchio imponente, il peso è di 82 grammi, ma la cosa che ci ha colpito è il suo spessore

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Anche se il cinturino ha un’infinità di fori per tutti i polsi, il dispositivo sembra più adatto a polsi medi e grandi.

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Per quanto concerne il manuale, è davvero utile per i neofiti per districarsi nella configurazione iniziale. Esiste una versione online molto completa, di quasi 60 pagine.

Prima di correre con Suunto Baro 9

Prima d’utilizzare il Suunto 9 abbiamo attivato la registrazione del dispositivo sulle due app ufficiali. In effetti l’ecosistema Suunto si compone di una app storica chiamata Movescount

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e una seconda chiamata semplicemente Suunto. L’orologio può dialogare con entrambe e di conseguenza trasferire i dati.

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In pochi minuti si riesce facilmente a configurare il dispositivo. Come tutti gli orologi premium, anche il Suunto 9 ha a disposizione un aggiornamento Firmware, attraverso il programma SuuntoLink. Suggeriamo di selezionare sempre l’ultima versione, poiché i miglioramenti software sono costanti ed aggiungono nuove funzioni.

I menù del Suunto 9

Il Suunto 9 ha a disposizione tre pulsanti, tutti sul lato destro. Quello centrale consente di gestire la maggior parte delle operazioni, gli altri due sono utilizzati in funzione del contesto. L’orologio è anche touch, molto comodamente si riesce a spostarsi tra i menù toccando e scorrendo lo schermo. E’ importante sapere che durante l’allenamento il tasto superiore mette in pausa o consente di cambiare lo sport se tenuto premuto. Quello inferiore blocca e sblocca i pulsanti, e attiva i lap manuali.

Correre con il Suunto 9

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Per iniziare l’attività basta premere il pulsante centrale, e poi scegliere la tipologia d’esercizio.

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Il segnale si ottiene davvero rapidamente, l’ho provato in Belgio, Germania, e in vari luoghi in Italia. Nonostante i viaggi, l’attesa è stata sempre inferiore ai 10 secondi. Tra le varie opzioni a disposizione, oltre al collegamento con un sensore esterno e con Stryd per la misurazione della potenza, è possibile visualizzare anche la durata della batteria. Una volta attivati tutti i collegamenti, si potrà dare inizio alla registrazione, premendo il pulsante centrale una seconda volta.

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Le funzioni nelle attività

Di seguito una breve descrizione delle funzioni durante l’attività.

  • Il tasto centrale è il cervello del Suunto 9 perché controlla tutti i dati
  • il tasto superiore consente di mettere in pausa la registrazione, di attivare i dati e di muoversi tra i menu
  • Il tasto inferiore consente di scorrere fra le varie schermate di informazioni oltre che a completare le operazioni.

Le schermate hanno un numero variabile di campi a seconda del menù e dalla tipologia d’operazione svolta. Per esempio utilizzando la schermata standard troverete in alto in piccolo Passo istantaneo e battito. Mentre nella parte inferiore vedrete la durata dell’allenamento e nella parte centrale la distanza. Tutto è però personalizzabile via web, in funzione della tipologia dell’attività

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Configurazione schermate

Uno degli aspetti molto interessanti della visualizzazione dati è la possibilità di utilizzare uno sfondo bianco con caratteri neri

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ma anche uno sfondo nero con caratteri bianchi

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Una volta attivata la modalità allenamento, è possibile selezionare una miriade di attività impostate sul dispositivo.

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Sono disponibili ovviamente trail di base, corsa, ma anche triathlon, multisport, attività indoor. Se ne possono chiaramente aggiungere altre, in funzione dei vostri interessi.

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Correre le ripetute con il Suunto 9

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La gestione delle Ripetute sul Suunto 9 è leggermente diversa rispetto a quella di altri dispositivi. Gli allenamenti devono essere programmati direttamente dal dispositivo. Per ora invece non è possibile trasferire i dati dall’app o via web, a meno di creare un piccolo script che però richiede nozioni base di programmazione.

Nulla di complesso, ma richiede almeno un paio d’ore per capire come funziona!

Programmi di allenamento

L’allenamento si configura direttamente nel dettaglio delle schermate di corsa. E’ come al solito, basato sulle fasi: riscaldamento, allenamento, riposo, defaticamento.

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Per l’allenamento il passaggio alla fase successiva avviene in automatico, mentre l’attivazione delle ripetute avviene manualmente durante la fase di riscaldamento. Questo avviene schiacciando ripetutamente il tasto centrale da cui si attiva la schermata equivalente. Non esiste modo, tranne tramite programma, di effettuare allenamenti con fasi multiple.

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Per esempio l’allenamento:

  1. riscaldamento, con avvio della fase successiva manuale
  2. allenamento    5 x 1200 metri, con avvio fase successiva automatico
  3. riposo              2’30” con avvio fase successiva automatico
  4. defaticamento, che precede la conclusione dell’allenamento

Ogni fase può essere impostata su durata o distanza, decidendo o meno di vincolarla all’interno di una fascia di velocità o di frequenza cardiaca.

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E’ possibile selezionare i lap manuali per visualizzare ulteriori dati

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Durante l’allenamento sono a disposizione sia un un alert Sonoro sia la vibrazione per capire se ci troviamo in un range diverso rispetto a quello impostato. Purtroppo non siamo riusciti a passare alla fase successiva, senza dover aspettare la fine della fase.

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Abbiamo amato le ripetute con il Suunto 9. La visualizzazione dei dati durante le ripetute è eccellente, ma l’utilizzo è troppo complesso e potrebbe scoraggiare alcuni di noi.

Analisi dati appena dopo la corsa con Suunto 9

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L’allenamento si interrompe premendo il tasto superiore, che mette il dispositivo in pausa. Premendo il tasto inferiore, l’allenamento viene concluso

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Alla fine della sessione d’allenamento, otterremo una serie di dati, suddivisi in varie schermate. Ma prima di tutto, al salvataggio dei dati l’orologio ha l’opzione di richiedere le sensazioni, che saranno poi salvate sul web. Molto utile in caso di allenamento intenso

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Visualizzazione Dati

Una volta completato l’allenamento, le principali informazioni a disposizione saranno

  • Tipologia dell’attività effettuata
  • Durata e Distanza dell’allenamento
  • Andatura / passo medio dell’allenamento
  • Cadenza media e massima, espressa su una singola gamba (con 180 passi al minuto, troverete 90rpm come cadenza)
  • numero di passi dell’allenamento
  • FC Media
  • Zone di Frequenza Cardiaca

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  • Calorie
  • Tempo di recupero ed ulteriori informazione supplementare come PTE e EPOC
  • dislivello

Le schermate sono selezionabili con lo schermo touch oppure con i pulsanti laterali

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Il Suunto 9 consente anche di visualizzare la temperatura, se misurata dal polso sarà ovviamente più elevato di quella esterna

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Visualizzazione lap su dispositivo

Tra i dati a disposizione potremo anche vedere sia i Lap automatici, al semplice passaggio del chilometro

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ma anche i Lap manuali impostati dal dispositivo. Troviamo molto utile questa funzione che aggiunge informazioni all’allenamento. Tutti questi dati vengono salvati automaticamente nelle due app e via web, con una sincronizzazione rapida: 60 minuti di allenamento si trasferiscono in meno di 20 secondi.

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Una delle funzioni ben pubblicizzate da Suunto è la navigazione, ossia la possibilità di seguire una traccia GPS predefinita. Così come gli altri orologi premium, si può «navigare» tramite due modalità. Da un lato, come parte di un allenamento, dall’altro in maniera autonoma ed indipendente. Consigliamo la prima, perché con la seconda i dati non vengono salvati.

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Il concetto di navigazione è davvero semplice, tutto parte dalla creazione di un percorso da scaricare sull’orologio. Il vantaggio di navigare su una traccia precisa è chiaramente evidente per chi voglia partecipare ad un trail, oppure per chi si trovasse in trasferta per lavoro e volesse un percorso ben preciso in città.

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Selezione Percorsi per navigazione

I percorsi si possono trovare facilmente online ed aggiornare rapidamente. Per esempio ad Anversa, questa è la schermata che troverete

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ed ovviamente si possono anche pianificare. Ultimamente tutti i siti principali mostrano «heat map», indicando la frequenza in cui altre persone hanno corso. Suunto ha funzioni avanzate in merito, che consentono immediatamente di capire le migliori soluzioni per chi non conoscesse una particolare zona. Una volta stabilita la traccia del percorso, si può facilmente aggiungere all’orologio con una banale sincronizzazione. La foto è relativa ad uno dei miei percorsi italiani:

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Questo consentirà immediatamente di visualizzare il profilo del percorso includendo l’elevazione sia prima della navigazione sia durante l’allenamento / navigazione. Durante l’allenamento, il percorso sarà visualizzato come una linea continua, a cui sarà aggiunta una tratteggiata per la parte già svolta. Il posizionamento è ottenibile grazie ad una piccola freccia.

Chi fosse esperto di altri dispositivi, noterà immediatamente che Suunto utilizza la tecnica di navigazione «breadcrumb»: la mappa è solo virtuale.

Visualizzazione mappe

Non sarà in altri termini possibile seguire una mappa reale, perché il dispositivo non ha sufficiente memoria. Questo di per se non è un grosso problema perché lo schermo è decisamente molto grande. Però nelle poche uscite di navigazione testate, abbiamo notato che nel caso si sbagli percorso, il dispositivo tenderà ad informarci soltanto dopo parecchi metri, a volte anche cinquanta.

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Si tenga presente che attraverso il pulsante centrale, è possibile ingrandire oppure ridurre la scala della mappa. Una delle funzioni molto interessanti grazie al touch screen è la possibilità di ritornare ad un menù specifico di navigazione, ed eventualmente salvare punti particolari, oltre a tornare alla partenza.

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Per concludere, pensiamo che le funzioni di navigazione di Suunto 9 siano particolarmente interessanti e l’esperienza utente è decisamente positiva anche grazie al touch screen.

Resta chiaro però lo svantaggio di fondo: non avere mappe cartografiche sull’orologio nel 2019 sembra non è proprio adeguato al nostro tempo. Detto ciò, pur con questa limitazione la navigazione funziona molto bene e sicuramente con il Suunto 9 non mi sono perso, nemmeno in una grande città!

La Gestione della Batteria nel Suunto 9

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Diciamolo subito: nella gestione della gestione della batteria Suunto 9 eccelle e distanzia tutti i concorrenti.

Non si tratta soltanto di una migliore batteria, ma soprattutto della gestione dinamica dei consumi. Il Suunto 9 è in grado di adattare i propri consumi in funzione della tipologia dell’allenamento. Finora tutte le aziende pensavano alla batteria come ad un concetto statico. Come tutti i nostri lettori sapranno, prima la configurazione era legata ad un profilo preciso: maggiori saranno i collegamenti ai dispositivi Bluetooth, ai GPS, al salvataggio dati, più grande sarà il dispendio energetico. Suunto invece ha attivate delle Modalità di «consumo della batteria intelligenti», che indipendentemente dal profilo consentirà un consumo energetico variabile:

  • «Performance», con una durata di 25 ore
  • «Endurance», con 50 ore di durata
  • «Ultra», fino a 120 ore di durata del GPS (!)
  • oltre ad una modalità «Personalizzata», per configurare ulteriormente le varie opzioni

Batteria e aggiornamento GPS

Le diverse modalità di precisione GPS corrispondono al numero di secondi dell’aggiornamento. Si passa da una precisione al secondo, fino ad arrivare all’aggiornamento ogni 120 secondi, con una via di mezzo ogni 60 per la modalità Endurance. Durante la corsa troverete più o meno sempre la stessa velocità, a meno di fermarsi. Occorre notare che utilizzando la modalità Ultra il display non si aggiornerà… se non dopo 120 secondi. La distanza visualizzata non sarà quella reale ma l’ultima ottenuta dall’aggancio del GPS. Sebbene abbia trovato questa scelta corretta, dal punto di vista utente è sicuramente fastidioso per chi è abituato a guardare l’orologio costantemente.

In effetti, per migliorare la precisione dei dati, per la prima volta Suunto utilizza il concetto di FusedTrack, ossia l’abilità di gestire i percorsi, senza avere a disposizione il GPS.  Ma la gestione intelligente non si limita a scegliere la tipologia d’aggiornamento. Il Suunto 9 al raggiungimento di una soglia critica di durata, proprio come per l’Iphone, consente di passare alla modalità energetica meno dispendiosa. E per evitare lo spegnimento, il dispositivo ad un certo punto critico si trasformerà in un semplice cronometro da corsa. E’ stata infine aggiunto un avviso pro-attivo: sfruttando gli allenamenti passati, il Suunto 9 fornisce degli avvisi per suggerire di ricaricare l’orologio prima di una corsa lunga.

Fused Track, il GPS intelligente

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Ma la gestione della batteria non è stata l’unica vera innovazione. Suunto ha aggiunto anche la funzione Fused Track. Da qualche anno Suunto ha utilizzato il termine “Fused” accoppiato ad altri termini per stare ad indicare una gestione intelligente di una determinata caratteristica. Fused significa fondere: ai dati del GPS venivano accoppiati quelli dell’accelerometro e del giroscopio per ottenere dati più precisi. Di fatto è lo stesso concetto di Stryd, che nonostante non abbia un GPS, riesce a calcolare precisamente distanze e velocità istantanea, in funzione del movimento del corpo.

FusedTrack serve per unire le tracce dati. E’ una funzione eccellente perché unisce i punti in maniera intelligente, quando la scelta del rilevamento dati è a 60 o 120 secondi. Utilizzando bussola, giroscopio ed accelerometro interno, il Suunto 9 riuscirà a collegare al meglio una mole di dati. La precisione sarà ovviamente migliore, più costante sarà la corsa e minore sarà il numero di curve e tornanti affrontati. Il FusedTrack funzionerà meglio nel caso in cui si sceglierà la funzione Endurance.

Suunto 9 e accuratezza sensore cardio

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La precisione della rilevazione cardiaca al polso è sempre un argomento molto dibattuto, ne abbiamo scritto in diverse occasioni. Come il lettore saprà, tutte le aziende di fitness implicitamente hanno ammesso che il sensore cardiaco da polso non potrà funzionare in tutte le condizioni e per tutte le tipologie di podisti. Per evitare di ripetere quanto scritto, consigliamo la lettura della recensione dedicata alla rilevazione della Frequenza cardiaca al polso, che potrete trovare al link allegato.

Se di solito sono nella lista dei fortunati, con il Sensore Cardio del Suunto 9, sono passato dalla parte dei puniti. Nonostante avessi indossato correttamente l’orologio, la rilevazione era coerente, ma circa 30-40 battiti superiore a quella corretta:

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Ad altri podisti la situazione è risultata decisamente migliore, per esempio la recensione di Nino, visto che molti hanno riportato che:

  • il battito era in generale allineato con quello della fascia: perfetto ad andature blande, buono a velocità più elevate;
  • i primi 10 minuti sono risultati ai più problematici, con una rilevazione di molto superiore a dati reali;
  • qualche ritardo nella misurazione durante gli sprint più rapidi.

Dimensione Suunto 9 e cardio

Per capire il perché dei miei problemi, bisogna analizzare non tanto il sensore cardio, ma quanto il design dello stesso

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Molto probabilmente, il più grande problema di Suunto nella misurazione della frequenza cardiaca da polso è proprio il suo design. Con un oggetto «così pesante», il dispositivo subirà maggiori pressioni e tenderà con più difficoltà ad aderire al polso. Chiaramente meno l’orologio è aderente, maggiori saranno le rilevazioni erronee. Nel mio caso di sicuro con un polso piccolo la situazione si è esacerbata. Per evitare ulteriori complicazioni, alla quarta uscita ho immediatamente utilizzato una fascia cardio che ha riportato il battito sotto controllo

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Dopo aver discusso con ulteriori esperti Europei, siamo arrivati alla conclusione che la misurazione del sensore cardio sia efficace, soprattutto per polsi medio/grossi. Ironicamente lo stesso identico sensore da polso dell’azienda Valencell sugli orologi dell’azienda finlandese hanno dimostrato una valutazione molto precisa.

Li testeremo più avanti sul blog.

Suunto 9 e accuratezza GPS

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I nostri test sono molto variegati, anche alla luce del fatto che i miei spostamenti sono sempre «interessanti». In effetti, solamente correre in diverse condizioni di strada e di terreno può consentire un test accurato. Il Suunto 9 è equipaggiato di un Chipset Sony con GPS e Glonass. Non abbiamo testato il dispositivo appena uscito, ma la combinazione della tecnologia FusedSpeed e questo nuovo chipset hanno mostrato buona precisione ed accuratezza dei dati. Rispetto ad altri orologi con GPS Sony, siamo rimasti sorpresi che il passo istantaneo fosse molto stabile. Ma come al solito non manca qualche dropout.

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Anche nell’analisi dati post corsa non abbiamo notato particolari problemi, sicuramente meglio di quanto ci aspettassimo

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La stessa cosa vale per la misurazione dell’altitudine. Sembra proprio che la tecnologia Fused, in questo caso FusedAlti ha consentito un passo in avanti rispetto agli altri GPS.

Pensiamo che in questa categoria di misurazione, il GPS del Suunto 9 sia eccellente e il migliore della categoria.

Potenza nella corsa sul Suunto 9

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Tra le varie funzioni a disposizione del Suunto 9, c’è anche la gestione della potenza nella corsa. La misurazione della potenza avviene con l’utilizzo di un sensore esterno, come Stryd o Runscribe. Le recensione di Stryd e di Runscribe sono nei link allegati. La potenza è misurata in maniera «nativa», senza la necessità d’utilizzare ulteriori programmi. Una delle principali schermate consente di visualizzare automaticamente la vostra potenza nella corsa. Inoltre, nella misurazione del Lap automatico, troverete immediatamente l’informazione dei vostri Watt medi del chilometro. Infine sono state attivate le zone di potenza, configurabili dall’orologio. C’è piaciuto moltissimo la possibilità che il sistema aggiornasse i colori nel caso in cui passassimo alla zona successiva o precedente. La visualizzazione colorata e gli alert sono stati davvero efficaci.

A fine seduta troverete immediatamente un grafico su Movescount, che vi mostrerà l’evoluzione della potenza:

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Pensiamo che Suunto sia riuscita a gestire le informazioni della potenza in maniera davvero brillante, consentendo soprattutto ai trailers di avere un’informazione aggiuntiva durante le gare. Siamo rimasti abbastanza contenti dell’integrazione con Stryd: sebbene non sia stato intuitivo associarlo all’orologio, poi i due strumenti hanno dialogato perfettamente.

In conclusione, il Suunto 9, a condizione di avere un sensore di potenza, sfrutta perfettamente tutte le funzionalità offerte dallo strumento.

Accessori Suunto 9

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A parte la fascia cardio, già descritta nell’introduzione, uno degli aspetti più interessanti del Suunto 9 è la possibilità di cambiare il cinturino con una miriade di scelte di Amazon. Basterà semplicemente scegliere tra quelli di 24 mm. Inoltre, consigliamo di aggiungere una pellicola protettiva, per evitare graffi sul vetro. Non sembra che ci sia davvero la necessità di farlo, ma se pensate che l’orologio costa oltre 500 euro, forse ne vale la pena. Di pellicole ne esistono diversi tipi con prezzi svariati. Infine esiste la possibilità di acquistare per sei euro anche un cavetto di ricarica.

Conclusione

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Come visto in altri settori della tecnologia, la dimensione dell’azienda conta molto. Solo chi ha una taglia importante potrà permettersi investimenti adeguati. Secondo noi con l’evoluzione tecnologica dei GPS, chi ha a disposizione maggiori risorse è destinato a prendere ulteriori quote di mercato. Ma come abbiamo mostrato nelle nostre recensioni dettagliate, nessun orologio GPS è perfetto. Con tutte le miriadi di funzioni a disposizione, occorre spendere milioni di euro in ricerca e sviluppo per raggiungere l’eccellenza.

Per fortuna Suunto ha deciso un target specifico: gli atleti di endurance. Se pensiamo il Suunto 9 in questa ottica, il dispositivo è perfetto. Il Suunto 9 ha la migliore gestione della batteria del mercato, offre un altimetro molto competitivo. Inoltre il GPS è solido ed affidabile ed in caso di problemi di ricezione, la funzione di Fuse Track consente di gestire al meglio le uscite.

In sintesi, pregi e difetti

Abbiamo davvero amato la gestione della batteria, che dinamicamente è riuscita ad aggiornarsi in funzione della durata residua della stessa. Siamo convinti che anche la potenza della corsa sia stata implementata perfettamente. Restiamo invece dubbiosi sull’accuratezza del sensore cardio, almeno per polsi piccoli. E ci saremmo aspettati una migliore configurazione delle ripetute. Tutto sommato, il Suunto 9 ha davvero un suo perché, soprattutto per chi pensa d’utilizzarlo per trail di oltre 100 km. Per il podista mezzofondista probabilmente il Suunto 9 non rappresenta l’oggetto del desiderio, perché alcune funzioni mancanti sul dispositivo sono presenti in altri orologi. Ma non c’è dubbio che gli amanti del trail nel Suunto 9 potranno trovare uno strumento perfetto per le loro uscite. E per chi «non ha paura» d’indossare grossi orologi, il Suunto 9 potrà essere anche un buon strumento per avere le ultime informazioni sui prossimi meeting aziendali.

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Approfondimenti

Di seguito i dettagli per l’acquisto e i riferimenti:




Polar Vantage V, la recensione dettagliata

Il Polar Vantage V è stato lanciato ad inizio Settembre 2018 ed è disponibile in Italia da Ottobre. I supporter della casa Finlandese potranno gioire. Finalmente è stato sostituito il riuscitissimo Polar V800, che ha avuto un grande seguito tra il pubblico dei podisti e triatleti, ma aveva bisogno di un vero restyling.

Il lancio sul mercato italiano è avvenuto ancora una volta in pompa magna. Con la scelta di Polar di utilizzare i social network per promuovere l’orologio, abbiamo voluto anche noi scrivere la nostra opinione. Siccome le funzioni che sono state aggiunte sono tantissime, abbiamo preferito aspettare la vigilia di Natale prima di presentare la nostra recensione dettagliata. Anche perché in queste poche settimane il firmware dell’orologio è stato aggiornato parecchie volte, con cospicui miglioramenti rispetto alla versione iniziale.

Ecco che quindi finalmente pubblichiamo la nostra recensione dettagliata in ottica Pitt 2.0.

Polar Vantage V, l’orologio GPS Multisport per atleti che puntano ad obiettivi ambiziosi, la nostra opinione

A Luglio del 2017 abbiamo pubblicato sul blog uno degli articoli più indicizzati da Google, con oltre 300 keywords, le cui principali al primo posto. Con la chiave «Recensione» abbiamo ottenuto il 40% dei click e raggiunto oramai le 30.000 visite. Da Ottobre l’articolo ha raggiunto il quarto posto assoluto delle recensioni più lette di sempre su «The Running Pitt».

Stiamo parlando della recensione del Polar M430, la nostra prima riguardante la casa finlandese. Poche settimane dopo abbiamo recensito l’innovativo braccialetto a Led per la misurazione cardiaca, Polar OH1, al link il nostro articolo, per concludere a Dicembre dello stesso anno con il Polar M200.

A distanza di un anno, eccoci nuovamente qui a raccontarvi le nostre impressioni sul nuovissimo e rivoluzionario GPS Multisport, il Polar Vantage V, l’ultimo nato insieme alla versione M, che recensiremo durante le vacanze.

Le Principali domande della recensione

Quali sono in dettaglio le nuove funzioni aggiunte al Polar Vantage V? Valgono il prezzo, rispetto alle offerta dei prodotti Polar, marca che ha sicuramente il miglior rapporto qualità/prezzo del mercato? Quali sono le funzioni che varrebbe la pena utilizzare? A chi lo consigliamo? Quali limitazioni abbiamo riscontrato nelle diverse settimane di utilizzo quotidiano? E il sensore ottico è davvero migliore della concorrenza? E cosa manca al Polar Vantage V per essere l’orologio top del mercato?

Come disclaimer, non abbiamo ricevuto e non siamo interessati a ricevere alcun compenso per questa recensione. Pur essendo soltanto podisti amatori evoluti, le nostre conoscenze analitiche ci aiutano a diffondere in maniera semplice le nuove tecnologie, uno dei principali obiettivi del sito, oltre a permettere ai podisti di tutti i livelli di correre meglio. Essendo il nostro un sito focalizzato sul podismo, limiteremo la recensione del Polar Vantage V alla corsa. Ricordiamo però che il Polar Vantage V un dispositivo Multisport pensato soprattutto per il Triathlon.  Siete pronti a leggere il seguito? Suggeriamo di scorrere la nostra recensione in sequenza oppure di soffermarsi soltanto sulle parti che vi interessano, cliccando sulle relative sezioni:

Indice recensione

I due curatori della recensione, Diego in quanto Polar Ambassador, Massi come esperto di tecnologia, hanno avuto l’opportunità di utilizzare gratuitamente il prodotto. Nei 3 mesi di test hanno percorso oltre 1800 Km fra allenamenti e gare, di cui 2 Maratone e una mezza maratona, ecco di seguito le loro considerazioni.

Ma prima di addentrarci nella recensione, per chi non avesse tempo di leggerla tutta, vi alleghiamo la sintesi del dispositivo GPS, utilizzando come aiuto anche i principali documenti di marketing di Polar, oltre alla nostra esperienza d’utilizzo.

Polar Vantage V in sintesi

Per descrivere in sintesi il Polar Vantage V, abbiamo preparato due infografiche, la prima che illustra le caratteristiche principali, alla conclusione dell’articolo abbiamo aggiunto una seconda che ne descrive i principali pregi e difetti.

Per gli atleti evoluti

L’azienda si presenta subito dopo la pausa estiva annunciando l’imminente uscita sul mercato di due nuovi GPS Multisport della serie Vantage, in versione M e in versione V. Quest’ultimo è dedicato all’atleta evoluto che punta ad obiettivi ambiziosi. I nuovi prodotti Polar danno vita ad un corso tutto nuovo. Per citare il direttore vendite di Polar «la serie Vantage segna un passo in avanti come poche altre volte nella storia degli orologi sportivi, l’introduzione del cardio-frequenzimetro o della potenza nella corsa ad esempio, stabilendo di fatto un nuovo standard di riferimento.» Ci riferiamo al Polar Precision Prime, il nuovo sistema di misurazione della frequenza cardiaca dal polso, ma soprattutto al Running Power che permette per la prima volta di misurare la potenza direttamente dal polso.

Belli esteticamente

I dispositivi sono completamente nuovi, belli esteticamente ed evoluti tecnologicamente, Polar abbandona la vecchia forma rettangolare e propone una versione più attuale e moderna in linea con i gusti del momento. Disponibile nelle tre colorazioni nero, bianco e arancione.

Dal quadrante rotondo con un diametro di 46 mm per 13 mm di altezza, Polar è riuscita nel design a contenere il peso (66 g). La seconda novità che riscontriamo è l’introduzione del display a colori touch, funzione che si disattiva in automatico durante l’attività, in Gorilla Glass da 1,2′ con una risoluzione di 240*240.

Batteria e GPS

Leggermente più performante la batteria ai polimeri di litio da 320 mAh rispetto al M430 (240 mAh) che permette una durata che si attesta intorno alle 40 ore in modalità allenamento. Con la registrazione GPS ad ogni secondo e la rilevazione cardio al polso, si colloca ai primi posti dei GPS come durata. GPS e GLONASS integrati, nuovo Chipset Sony, con tecnologia «assisted GPS» per una ricezione del segnale più rapida, il dispositivo è inoltre equipaggiato con il barometro altimetrico.

Sebbene la miglior durata della batteria rispetto al passato sia innegabile, alcune recensioni indicano un problema la mancanza della scelta del modo di rilevazione della traccia GPS. Si potrebbe in effetti obiettare che al Vantage V manchi la modalità intelligente, adottata dai due concorrenti americani e finlandesi. Quest’ultima, a discapito della misurazione continua, consente di tenere acceso il GPS per oltre 80 ore. Ma chi corre più di 10-15 ore continuamente?

Cinturino

Cinturino in silicone intercambiabile, disponibile in due dimensioni per accontentare tutti gli utenti (S: circonferenza del polso 130-185 mm – M/L: 155-210 mm). E’ resistente, confortevole e si integra perfettamente con la cassa restituendo un design molto gradevole. La fibbia robusta e in tinta con la cassa di color acciaio brunito riscatta quella del Polar M430 che avevamo criticato. Per finire tocco di classe per il doppio passante del cinturino, il primo fisso il secondo mobile, con logo, per assicurare un confort ottimale. Polar questa volta ha mostrato la massima cura dei dettagli.

Nuove funzioni del Polar Vantage V

Secondo i documenti di marketing dell’azienda finlandese, sono cinque le funzioni/caratteristiche che Polar indica come rivoluzionarie. Nell’idea dell’azienda, «queste funzioni permetteranno al Polar Vantage V di segnare un passo in avanti rispetto all’attuale standard dei GPS da polso.»

Di seguito descriveremo brevemente le cinque principali innovazioni presenti nel dispositivo:

  1. Polar Precision Prime: innovativo sistema di rilevazione della frequenza cardiaca dal polso, questo sistema unisce tre tecnologie e precisamente la lettura ottica a 9 led (5 verdi e 4 rossi) con diversa lunghezza del fascio di luce, 4 sensori/diodi (utilizzati anche per la ricarica) per la rilevazione dell’effettivo contatto fra dispositivo e pelle infine l’accelerometro 3D, l’integrazione di questi tre sistemi fornisce un dato accurato e «depurato» da dati erronei determinati dai disturbi causati dal movimento.
  2. Batteria di ultra durata: è attualmente l’orologio con la durata maggiore sul mercato, 40 ore di allenamento in modalità GPS full-mode, rilevazione del segnale ad ogni secondo, e lettura ottica della frequenza cardiaca in funzione. Si veda comunque quanto scritto nel riquadro precedente.
  3. Running Power: il Vantage V è il primo orologio al mondo ad offrire la misurazione della potenza di corsa direttamente dal dispositivo, senza quindi necessità di ricorrere a dispositivi esterni, che sono tuttavia compatibili.
  4. Recovery Pro: funzione per la misurazione della variabilità cardiaca, serve a gestire l’equilibrio fra allenamento e recupero nel breve e nel lungo periodo, rispettivamente di 7 e di 28 giorni, funzione che richiede l’effettuazione del test ortostatico tramite fascia cardiaca (Polar H7 o H10)
  5. Training Load Pro: analizza il carico di lavoro in maniera completa e dettagliata, analizzando i dati di carico muscolare, cardiaco e quello percepito.

Caratteristiche importanti

Altre caratteristiche importanti (touch) presenti sugli altri orologi Polar e della concorrenza, che ritroviamo anche sul Vantage V:

  • Modalità di registrazione della traccia GPS ad ogni secondo.
  • Polar Sleep Plus: funzione che offre un monitoraggio e un’analisi completa del sonno con il tempo effettivo e tempo totale, distinzione fra qualità e quantità, su base settimanale e mensile. Pensiamo che sia impressionante la precisione che questa funzione ha raggiunto.
  • Running Index determina una stima del valore VO2max ed economia di corsa, ad ogni attività registrata e compila un grafico per il controllo dell’andamento dello stato di forma.
  • Monitoraggio continuo della frequenza cardiaca: una panoramica completa della frequenza cardiaca durante tutto l’arco della giornata. Con registrazione ogni 5 minuti, questa funzione fornisce dati ancora più precisi sull’attività quotidiana, sulle calorie consumate e indica la frequenza cardiaca minima e massima rilevate.
  • Aggiornamenti firmware via Bluetooth Smart, senza l’utilizzo del collegamento al computer.
  • Profili sport funzione per inserire tramite Polar Flow fino a 20 fra gli oltre 130 profili sportivi disponibili.
  • Metriche di nuoto per monitorare i progressi in piscina. Polar Vantage V rileva automaticamente la frequenza cardiaca, lo stile di nuoto, la distanza, la velocità, le bracciate e i tempi di riposo. La distanza e le bracciate vengono monitorate anche nel nuoto in acque libere con GPS e algoritmo ottimizzato per l’utilizzo in acqua. Indice di performance SWOLF.
  • Running Program, un programma di corsa personalizzato in base alle proprie qualità e improntato agli obiettivi richiesti, dai 5 chilometri alla Maratona.

Aggiornamenti previsti nel 2019

Chiaramente l’azienda finlandese ha riscritto completamente tutto il software dell’orologio, quindi non potevamo aspettarci una piattaforma completa. Quindi per chi si apprestasse a comprare il Vantage V sappia che

Il Polar Vantage V è uscito sul mercato a fine Ottobre non al 100% delle proprie funzionalità, ma con un programma di upgrade già definito e suddiviso in tre fasi.

Molti hanno criticato questa scelta, alcuni l’hanno applaudita. Lasciamo al lettore capire se sia sensata. Per noi ciò che conta è che esiste un piano graduale di rilascio di nuove funzioni:

La «roadmap» Polar

  1. Il primo step, rilasciato il 12 Dicembre 2018, comprendeva l’implementazione delle funzioni Cronometro e Timer per il conto alla rovescia, blocco touch e pulsanti, in aggiunta a miglioramenti per le funzionalità esistenti.
  2. il secondo programmato per inizio 2019 comprende le Smart Notifications, per rimanere connesso con le notifiche del telefono, per chiamate, messaggi e altro. Inoltre disporrà della Guida al percorso che permette di scoprire i nuovi percorsi condivisi dagli altri utenti su Polar Flow e aggiungerli ai preferiti facendosi guidare sulla mappa. Infine avrà la funzione Back to Start che grazie alla bussola interna indica con una freccia la direzione da seguire per ritornare al punto di partenza e la distanza che ci separa da questo (in linea retta);
  3. il terzo, con tempistiche ancora da confermare, include Strava Live Segments, Fitness Test per la determinazione del Vo2Max. Saranno aggiunte infine altre funzionalità ancora da definire tra cui sicuramente Route Import la possibilità di importare nuovi percorsi in Polar Flow da altri servizi che supportano i file GPX o TCX.

Promesse mantenute?

L’azienda finlandese sarà in grado di realizzare anche gli altri miglioramenti nei tempi previsti? per ora, diremmo di si, ma si tratterà d’aspettare perché le altre modifiche sono più complesse da realizzare, in particolare la parte della navigazione. Aggiorneremo comunque la recensione appena i nuovi sviluppi saranno fatti.

Unboxing Polar Vantage V

Il Polar Vantage V si presenta in un contenitore esteticamente accattivante. Sfondo nero, risalta immediatamente la schermata colorata dell’orologio. Agli attenti osservatori, sembra davvero che la scatola rappresenti un prodotto d’alta qualità.

Aprendo la confezione, si troveranno immediatamente l’orologio, un caricabatterie USB,

oltre a numerosi manuali cartacei.

L’orologio si presenta esteticamente in tutta la sua bellezza, sicuramente il miglior orologio visto quest’anno.

Se avete ordinato la versione «completa», riceverete pure la fascia cardio Polar H10, l’ultimo modello per misurare il battito in maniera olistica.

Anche il caricatore è migliorato notevolmente rispetto alle versioni precedenti. Finalmente il cavo USB, a forma circolare, riveste la parte posteriore dell’orologio, esattamente dove si trova il sensore cardio. La presa è davvero molto avvolgente e l’idea sembra ottima.

Chiaramente non ci sarà la possibilità di ricaricare l’orologio correndo, ma a meno di correre per una giornata intera, non ne avrete bisogno. Si veda il paragrafo, durata della batteria.

Per quanto concerne il manuale, ci sembra completo, anche se suggeriamo di leggere la versione online, che supera le 100 pagine. Nel caso abbiate chiarimenti in merito alle molteplici funzionalità, la ricerca elettronica è semplice e rapida. Anche se solo virtualmente, l’ecosistema Polar si compone di un App chiamata Polar Flow Mobile per Android o iOs, con cui effettuare le sincronizzazioni dati. Infine a disposizione dell’utente c’è un sito Web che include ulteriori strumenti per sfruttare al meglio il prodotto.

Prima di correre con il Vantage V

Come per ogni prodotto Polar, prima dell’utilizzo, bisogna procedere alla registrazione. Tale procedura si può effettuare via PC oppure tramite Smartphone/Tablet, previa associazione del Vantage V a tale dispositivo. Per abitudine e praticità abbiamo optato per la configurazione tramite Personal Computer. Ribadiamo che non è necessario rimuovere alcun dispositivo Polar precedentemente configurato nell’account Polar Flow in quanto questa è una piattaforma per la gestione totale dei dispositivi Polar in nostro possesso.

Bastano pochi minuti per configurare il dispositivo e procedere all’aggiornamento dell’ultimo Firmware disponibile ed il dispositivo è pronto all’uso.

L’aggiornamento Firmware si effettua davvero molto rapidamente, suggeriamo di selezionare sempre l’ultima versione, poiché i miglioramenti software sono costanti ed aggiungono nuove funzioni.

I menù del Vantage V

Il funzionamento del dispositivo e la navigazione attraverso i vari menù e sotto-menù è molto semplice e intuitiva. Rispetto al Polar M430 esiste una sola differenza, riguardo l’inizio della registrazione della sessione. Sono presenti in tutto cinque pulsanti, due sul fianco sinistro e tre su quello destro, quello centrale è colorato di rosso ed ha la funzione principale. Di seguito le funzioni basilari associate ad ogni tasto:

I pulsanti sul lato destro in alto e in basso servono a scorrere le schermate principali e a navigare nei vari sotto menu. Quello sul lato sinistro in basso permette di accedere nelle opzioni, compresa la  modalità pre-allenamento oltre a quella di “annulla/indietro”. La pressione prolungata invece avvia la sincronizzazione Bluetooth. Quello rimanente (in alto a sinistra) ha la funzione light (illuminazione) e blocco Touch + pulsanti con la pressione prolungata.

Di seguito le 5 home disponibili sul dispositivo e i menù ai quali si può accedere consultando il dettaglio di ognuna:

  • Orario;
  • Diario, riepilogo di tutte le attività effettuate;
  • La mia FC, misurazione della frequenza cardiaca;
  • Training Load Pro;
  • Activity Tracker, percentuale di completamento giornaliera.
Prima di correre sappiate che dall’orologio sono pochissime le possibilità di configurazione del Vantage V. Polar ha pensato che tutte le configurazioni vengano effettuate dal telefono oppure dal computer. Se, per esempio, per qualche ragione non avete aggiunto l’auto-lap, non sarete in grado di farlo dall’orologio. Per la maggiore parte dei podisti non è un problema, per voi?

Correre con il Polar Vantage V

Per iniziare l’attività basta premere il pulsante Menù/sincronizza (in basso a sinistra) per entrare nella modalità Pre-allenamento, confermare con enter (tasto rosso) e successivamente scegliere la tipologia di attività alla quale vogliamo dare inizio fra quelle presenti. In base a quella che abbiamo selezionato ci troveremo su una schermata con uno due o tre piccoli cerchi, il primo indica la Frequenza cardiaca, il secondo il segnale GPS, solo se l’attività scelta lo prevede. Infine il terzo mostra il collegamento a un dispositivo esterno (Stryd, Footpod, etc.).

Inizialmente questi piccoli cerchi sono rossi ad indicare una mancanza di segnale/connessione. Ma non appena questa viene stabilita diventano verdi oppure blu se la funzione prevista si avvale di un dispositivo esterno, come fascia cardio, misuratore di potenza oppure footpod.

Nonostante i numerosi viaggi, per stabilire le connessioni di cui sopra non abbiamo mai dovuto aspettare più di 20/30 secondi. Nemmeno a Chicago!

E’ importante ricordare di sincronizzare il Polar Vantage V almeno una volta ogni 15 giorni tramite PC in modo da avere la posizione dei satelliti sempre aggiornate per una più rapida e precisa connessione GPS. Una volta stabilita anche il collegamento per la Frequenza Cardiaca che sia al polso o tramite dispositivo esterno, si potrà dare inizio alla registrazione, premendo il pulsante rosso una seconda volta.

Le funzioni nelle attività

Di seguito una breve descrizione delle funzioni durante l’attività. Per dovere di cronaca non cambiano rispetto ai modelli precedenti.

  • Il tasto centrale (rosso) per la misurazione dei Lap manuali;
  • il tasto menù/annulla per mettere in pausa la registrazione, mentre una pressione prolungata per terminare la stessa (un breve conto alla rovescia di 3 secondi per evitare interruzioni accidentali).
  • I tasti Up e Down (sul lato destro) per scorrere fra le varie schermate di informazioni sui dati di allenamento (passo, FC, Potenza, etc.). Ricordiamo che queste possono essere composte da massimo 4 campi per schermata per un massimo di 10 schermate e sono personalizzabili in base alle nostre preferenze tramite l’App o direttamente su Polar Flow.

Se è stato impostato un allenamento a fasi tramite Polar Flow, alla pressione del tasto centrale verrà proposto l’inizio di questa attività, che possiamo confermare o annullare, questa verrà comunque ripresentata al successivo accesso.

Come illustrato precedentemente, con il tasto centrale si seleziona una delle attività impostate sul dispositivo. Sono disponibili ad esempio triathlon, corsa, ciclismo, spinning, attività outdoor, attività indoor, solo per citarne alcune. Ma a queste se ne possono aggiungere fra le più svariate tramite Polar Flow, fino ad un massimo di 20.

Correre le ripetute con il Polar Vantage V

Nessuna novità rispetto al passato per quanto concerne la possibilità di programmazione degli allenamenti sul Polar Vantage V. Questa può essere effettuata tramite l’App oppure direttamente su Polar Flow.

A Fine Dicembre 2018, manca ancora la possibilità di effettuare questa operazione direttamente dal dispositivo. Ossia non è possibile programmare le ripetute «on the Fly». Speriamo che Polar possa colmare questa lacuna, sebbene non è chiaro se sia previsto nella cosiddetta «roadmap».

Programmi di allenamento

Accedendo al Diario di Polar Flow, scegliamo “Nuovo obiettivo di allenamento”, che può essere semplice, impostato su durata, distanza, calorie, «race pace». In alternativa potrebbe essere avanzato, basato sulle fasi: riscaldamento, allenamento, riposo, con la possibilità della ripetizione di queste ultime due anche con distanze o durate differenti e defaticamento.

Per esempio:

  1. riscaldamento 15′ (zona di FC 1/3) avvio fase successiva manuale
  2. allenamento    10 x (400 metri (Zona di Velocità 5) avvio fase successiva automatico
  3. riposo              10 x (1’30” Zona di FC 1/2) avvio fase successiva automatico
  4. defaticamento 2 Km Zona di FC 1/3

Ogni fase può essere impostata su durata o distanza, decidendo o meno di vincolarla all’interno di una fascia di velocità o di frequenza cardiaca, purtroppo non è ancora possibile sulla Potenza.

Un alert combinato Sonoro e Vibrazione ci avvisa se siamo fuori dal range impostato. Il passaggio da una fase all’altra, che possiamo scegliere fra automatico o manuale, è scandito dall’alert sopra descritto al raggiungimento della distanza. Mentre se la fase è impostata su “tempo”, quattro secondi prima della conclusione alcuni ripetuti “Bip” annunciano l’imminente passaggio a quella successiva. Attenzione a ricordarsi di sincronizzare il Polar Vantage V così da trovare l’allenamento caricato sul dispositivo. Nelle varie schermate, ne troviamo una in più dedicata proprio agli allenamenti programmati, dove viene visualizzato quanto manca al termine della fase in tempo oppure in metri.

Purtroppo a fine Dicembre 2018, non è ancora possibile passare alla fase successiva dell’allenamento. Come fare se volessimo ridurre il riscaldamento da 20 a 15 minuti? E’ sicuramente una funzione importante per un podista amatore, anche alla luce del fatto che non si possono programmare le ripetute sull’orologio. Sarà attivata a Gennaio 2019?

Configurazione schermate del Polar Vantage V

Come abbiamo ampiamente descritto nelle precedenti recensioni Polar, una peculiarità dell’azienda Finlandese è di permettere la configurazione dell’orologio a tutti gli sport, non precludendo questa funzione ai modelli di bassa fascia. Non poteva ovviamente essere diversamente per il Polar Vantage V anche in considerazione del fatto che trattasi del modello di punta dell’azienda.

Configurazione schermate e Polar Flow 

Attraverso Polar Flow e l’App si possono configurare fino ad un massimo di 10 schermate con un massimo di 4 campi per ognuna. In pratica potete avere tutti i dati immaginabili a vostra disposizione. I più importanti sono sicuramente quelli dedicati a passo, distanza, frequenza cardiaca e potenza, ma molte altre sono le informazioni che potete configurare sul Vantage V. Si noti che quelle dedicate ai grafici richiedono l’intero utilizzo della schermata. Se non siete degli «smanettoni» non preoccupatevi, il dispositivo è preconfigurato con le informazioni più richieste dalla popolazione mondiale dei podisti. Queste le macro aree di informazioni disponibili: cadenza, misurazione del corpo, potenza, tempo, distanza, ambiente, velocità, grafici.

Il consiglio che ci sentiamo di dare a chi corre nelle ore serali è di configurare nell’orologio alcune schermate con un massimo di 2/3 campi, così da poter leggere più facilmente le informazioni al buio.

Sul Vantage V è presente l’illuminazione automatica che tanto avevamo apprezzato sul Polar M200. Alla rotazione del polso l’orologio si illumina. Non è ancora disponibile invece l’illuminazione continua. Questo ovviamente è un passo indietro rispetto ai modelli più «semplici» dell’azienda finlandese, ci aspettiamo che la lacuna sia colmata presto!

Analisi dati appena dopo la corsa con Polar Vantage V

Appena terminata la sessione di allenamento, il dispositivo ci comunica una serie di dati e analisi della corsa appena effettuata, suddivise in varie schermate.

  • Tipologia dell’attività effettuata
  • Data e Ora inizio/Durata/Distanza

  • FC Media e Max + indice di carico cardiaco
  • Zone di Frequenza Cardiaca
  • Calorie e percentuale di grassi bruciati

  • Andatura Media e Max
  • Running Index (stima del Vo2Max)
  • Zone di velocità
  • Potenza Media e Max + indice di carico muscolare
  • Zone di Potenza
  • Cadenza Media e Max
  • Altitudine Max + dislivello positivo e negativo in metri
  • Lap manuali: numero di Lap – Miglior Lap – Lap Medio
  • Lap automatici: numero di Lap – Miglior Lap – Lap Medio

Il Vantage V non offre più la visualizzazione della temperatura come avveniva sul V800.

Visualizzazione lap su dispositivo

Attualmente non è ancora possibile consultare i Lap automatici e i Lap manuali dal dispositivo, ma è prevista l’implementazione della funzione nel 2019. Speriamo presto!

Tutti questi dati vengono salvati automaticamente nel diario, ad eccezione di corse particolarmente brevi (inferiori a 2 chilometri o ai 12 minuti) per le quali ci viene chiesto se vogliamo o meno procedere al salvataggio.

Queste sessioni sono consultabili in ogni momento direttamente dall’orologio limitatamente alle ultime 20 attività, anche per questo aspetto è prevista la funzione Diario “perpetuo” in uno dei prossimi upgrade.

Tenendo premuto il tasto annulla/indietro (in basso a sinistra) si procede alla sincronizzazione dei dati via Bluetooth, operazione che raramente impiega più di un minuto. Infatti, 150 minuti di allenamento si caricano in 90 secondi circa.

Running Index e Polar Vantage V

Riprendiamo quanto scritto nelle due precedenti recensioni di GPS Polar, M430 e M200, parlando del Running Index, valore che ci viene proposto al termine di ogni sessione di corsa.

Contrariamente a quanto indicato precedentemente, il Running Index non misura il Vo2Max ma il rapporto tra il Vo2Max e l’economia di corsa. Di fatto, giudica il vostro stato di forma dopo l’allenamento.

Condizioni necessarie perché il valore venga generato al termine della sessione sono: un’andatura di almeno 6 km/h, una corsa di minimo dodici minuti con al massimo due interruzioni e ovviamente la rilevazione della frequenza cardiaca. Confrontando la documentazione online del Running Index e del test di Cooper, si capisce che il Running Index ha circa 10 punti in più del Vo2Max (esempio: Running Index = 50, Vo2Max = 40).

Running Index e grafici

Lo storico dei risultati, consultabili nella sezione progressi di Polar Flow, genera un grafico, personalizzabile fino a un anno, dal quale si può facilmente desumere l’andamento degli allenamenti e della condizione, utile per valutare se un determinato ciclo di corse  sta dando i risultati che ci aspettavamo o meno. Contrariamente ad altri sistemi di aziende concorrenti, il valore di Running Index è dipendente solo dalla sessione di allenamento e non dalle ultime sedute, quindi tenderà a variare molto di più rispetto ad altri modelli. Si veda per esempio il grafico seguente:

Precisiamo però i grafici del Training Load Pro molto più accurati grazie alla molteplicità e accuratezza di dati da cui attingono rendono l’analisi del Running Index ormai superata.

Previsione tempi

In base al Running Index viene inoltre generata una stima dei tempi potenzialmente realizzabili sulle distanze dei 5 km, 10 km, Mezza e Maratona. Utilizzando le tabelle di Cooper, è uno strumento interessante se stiamo preparando qualche gara. Per determinare il più corretto indice di performance, è importante assicurarsi di aver inserito nelle impostazioni i corretti dati relativi alla frequenza cardiaca (max, a riposo, soglia aerobica e soglia anaerobica).

Polar Precision Prime e accuratezza sensore cardio

La precisione della rilevazione cardiaca al polso tramite il flusso sanguigno raggiunta da Polar con il modello M430 è stata valutata positivamente da tutti i forum italiani di corsa. Con i modelli Vantage l’azienda finlandese rivoluziona il sistema di cui sopra con il Polar Precision Prime, il nuovo sistema che promette di stabilire un nuovo standard di precisione. Come indicato nei documenti di marketing è «la misurazione ottica della frequenza cardiaca più precisa e funziona quasi ovunque.»

Senza farsi troppe illusioni, implicitamente Polar ammette che non è detto che Precision Prime possa funzionare in tutte le condizioni e per tutte le tipologie di podisti.

Sensori Cardio Precision Prime

Polar Precision Prime si avvale di tre diversi tipi di sensori per la misurazione dalla FC. Il primo comprende nove canali ottici con due diversi colori, ognuno dei quali con un diverso livello di lunghezza del fascio di luce. Il primo sensore dispone precisamente di 5 led di colore verde per una lettura a 0,4 mm dell’epidermide e 4 led rossi per una più profonda a 0,8 mm. Questa scelta permette una maggiore precisione soprattutto nei periodi freddi, riducendo così il problema della vasocostrizione.

Il secondo sensore è rappresentato da 4 elettrodi, utilizzati anche per la ricarica del dispositivo. Questi elettrodi determinano l’effettivo contatto del dispositivo con la pelle. In tal modo la traccia cardio è depurata da eventuali valori non veritieri determinati appunto dal movimento dell’orologio. In altri termini il Polar Vantage effettua una sorta di lavoro di post produzione al termine dell’allenamento fornendo appunto una traccia cardio più accurata rispetto al passato. Il terzo sensore è rappresentato dall’accelerometro 3D.

I nostri test

Nel momento in qui scriviamo questa recensione abbiamo installato l’ultimo firmware rilasciato (2.0.7) sul Polar Vantage V. Abbiamo effettuato svariati test comparativi fra il dispositivo e altri modelli Polar e di aziende concorrenti. Sono state testate parecchie fasce cardio ed i test effettuati in diverse condizioni atmosferiche, inclusi diversi tapis roulant. Si noti che non abbiamo testato l’orologio in condizioni di caldo estremo, aggiorneremo la recensione in merito al nostro prossimo viaggio in Arizona e a Dubai.

Prima di vedere i nostri risultati, è necessaria una premessa.

Come indossare l’orologio

Molti podisti si sono lamentati di una rilevazione imprecisa della Frequenza Cardiaca, per poi scoprire che non adottavano tutte quelle accortezze che fanno la differenza fra una misurazione corretta ed una imprecisa.

Ribadiamo che per una corretta rilevazione della FC al polso bisogna “assolutamente” rispettare le indicazioni fornite dall’azienda circa il corretto utilizzo del dispositivo:
  • va indossato oltre l’osso del polso,
  • va allacciato stretto ma non da procurare una vasocostrizione,
  • vi consigliamo una volta trovata la giusta posizione di contare i buchi del cinturino,
  • in ultimo raccomandiamo la pulizia dei LED e dei diodi, responsabili del monitoraggio del flusso sanguigno del polso, se non sono perfettamente puliti potrebbe verificarsi una misurazione alterata.

Ci sono poi altri fattori che possono influire, tipo tono della pelle e l’irsutismo. Da non sottovalutare quest’ultimo aspetto che può fare la differenza fra una corretta misurazione ed una completamente errata. In effetti sarebbe suggerita la depilazione della zona.

Per quanto sopra descritto vi consigliamo la lettura della nostra recensione completamente dedicata alla rilevazione della Frequenza cardiaca al polso, che potrete trovare al link allegato.

I risultati dei test

La nostra esperienza è davvero mista. Se da un lato, l’implementazione del sensore e la tecnologia utilizzata è la migliore del mercato, dall’altro in diverse condizioni pratiche abbiamo notato variazioni troppo significative della misurazione rispetto a dati plausibili.

Secondo Diego, i risultati sono più che soddisfacenti: 100% di coerenza con la fascia cardio su andature costanti. Per gli allenamenti ad intervalli, il classico minuto veloce + minuto lento, possiamo affermare che siamo intorno al 95% di coerenza rispetto alla fascia H10. Diego ha notato latenza minima e frequenza identica.

Si noti però che in ulteriori test:

  1. nelle corse estremamente veloci e in gara, il battito rilevato era inferiore a quello reale del 10%;
  2. nelle giornate estremamente fredde la misurazione non ha funzionato perfettamente, mostrando una riduzione improvvisa della misurazione;
  3. in generale la variazione rispetto alla fascia è ancora più elevata.
  4. La situazione sul tapis roulant in condizioni atmosferiche ideali, il sensore funziona perfettamente senza nessun errore:
La conclusione della nostra recensione è che il sensore cardio sia il migliore del mercato, ma il software utilizzato non è superiore a quello della concorrenza. E soprattutto la fascia cardio è una tecnologia di misurazione migliore rispetto al sensore.

Polar Vantage V e accuratezza GPS

Vantage V è equipaggiato con GPS e GLONASS, il sistema di navigazione Russo. Questa doppia scelta garantisce teoricamente la massima precisione dei dati. Utilizzando la tecnologia A-GPS, Il Vantage permette una rapida ricezione del satellite. I dati vengono scaricati sul dispositivo esclusivamente tramite la sincronizzazione via il PC e sono validi per 13 giorni. Grazie a questa tecnologia, fin dal primo giorno, si ottiene un collegamento «fix» ai satelliti in pochi secondi, anche in condizioni sfavorevoli.

Invece, la precisione della traccia GPS è nettamente migliorata rispetto al principio. È stato molto interessante testare con mano l’evoluzione software del dispositivo, in particolare del GPS.

L’ultimo upgrade ha corretto l’indicazione del passo istantaneo che in precedenza risultava a tratti poco coerente con parecchie oscillazioni. Ora le variazioni restano, ma si ravvisano principalmente in città e in presenza di folta vegetazione. Comunque il Lap automatico dei mille metri è sempre abbastanza preciso. Raramente si riscontrano perdite complete di segnale come era avvenuto nelle fasi iniziali.

Stesso discorso riguardo l’analisi delle tracce GPS post-corsa, perfette in spazi aperti, le linee delle tracce GPS sono pulite, dritte e senza spigolature e serpentine che aumentano per eccesso la lunghezza di un percorso. Anche le curve sono ben disegnate e coerenti con la cartina, qualche piccola imprecisione in presenza di palazzi molto alti, ma nettamente migliorata rispetto al lancio, siamo quindi fiduciosi che migliorerà anche sotto questo aspetto.

La nostra opinione in sintesi

Se il Polar V800 era percepito come il GPS più accurato del mercato, l’aggiunta del chipset Sony ha allungato la durata della batteria al Vantage V, ma ha lievemente peggiorato le condizioni di precisione, soprattutto sul passo istantaneo. Riusciranno i tecnici Polar a sistemare gli errori ancora presenti?

Training Load Pro e StravistiX

Con il lancio del Vantage V, Polar ha introdotto i concetti di Training Load Pro e Recovery Pro. Per la maggior parte dei lettori, sono idee familiari e si basano sulla domanda legata a «quanto ci si può allenare intensamente in un determinato giorno?». Per rispondere a questo quesito è necessario capire quanto ci siamo allenati nel periodo precedente e quale è la nostra capacità di recupero.

Training Load Pro cerca proprio di valutare analiticamente il nostro carico dell’allenamento nelle settimane precedenti. Mentre il Recovery Pro fornisce una visione completa della nostra capacità di recupero, in funzione dello stress accumulato con l’allenamento e durante il giorno.

Integrazione Training Load e Recovery

Siccome allenamento e recupero sono due facce della stessa medaglia, Polar è in grado di fornire una visione personalizzata su come allenarsi, grazie alla combinazione dei due fattori. L’aspetto più interessante di queste due funzioni è che sono integrate tra di loro, sia nell’orologio, sia su Polar Flow web e mobile. Non sarebbe più necessario in effetti consultare siti esterni. Il Polar Vantage V, analizzando l’evoluzione dei vostri allenamenti, vi informerà immediatamente sulla vostra capacità di stressare il corpo in maniera progressiva, identificando eventuali rischi di sovrallenamento, che potrebbero portare ad eventuali infortuni.

L’implementazione Polar del carico dell’allenamento è al tempo stesso complessa e semplice. Complessa perché i calcoli effettuati non sono banali, semplice perché il dispositivo vi dirà immediatamente come comportarvi nel prossimo allenamento. Vi basterà in effetti sfiorare il dispositivo con un dito per accedere alla schermata del training load.

Se siete interessati alla teoria, vi consigliamo di leggere l’articolo del carico dell’allenamento. In caso contrario, fidatevi: funziona, a patto che la misurazione del sensore cardio sia accurata.

E’ importante notare che l’implementazione dell’algoritmo del Training Load Pro è stata realizzata interamente dal team Polar e non da Firstbeat, come invece è avvenuto in altri orologi della concorrenza. Servirà un po’ di tempo capire se effettivamente è superiore a quello finora disponibile sul mercato.

Training Load Pro in Sintesi

Il Training Load Polar è composto dalla combinazione di tre algoritmi, in funzione del vostro carico cardiaco, del carico muscolare e di quello percepito. La prima stima è basata sulla misurazione del battito degli allenamenti, la seconda attraverso la potenza ed infine l’ultima determinata dalla vostra risposta soggettiva dopo l’allenamento.

Carico cardiaco

Alla base del Training Load Polar c’è prima di tutto il Cardio Load o carico cardiaco. Utilizzando il modello TRIMP, Polar calcolerà il vostro carico in maniera immediata. Saranno visualizzati dei piccoli pallini rossi, sia sul dispositivo sia su Polar Flow. Il Cardio Load è conosciuto per esempio dagli utenti Strava come Suffer Score ed è utilizzato dai principali siti di allenamento come TrainingPeaks o dall’estensione Google Chrome Stravistix. In termini semplici, il carico cardiaco utilizza una media ponderata del vostro tempo nelle varie zone assegnando un punteggio maggiore, più alta è la zona. Il carico è poi ponderato sulla base delle date del vostro allenamento, più distante, minore il punteggio. Nel calcolo vengono ovviamente considerate le zone cardiache ed è quindi fondamentale che siano correttamente aggiunte su Polar Flow.

Come già descritto nell’articolo sul carico dell’allenamento, anche Polar calcola il nostro sforzo/carico e il miglioramento della forma. Il primo è rappresentato dalla linea Rossa calcolando una media mobile a 7 giorni del carico. Il secondo è basato su una media a 28 giorni e visualizzato con una linea blue. Chiaramente non abbiamo ancora utilizzato l’orologio per più di 90 giorni, quindi le valutazioni debbono essere prese con le pinze. In sintesi però la regola è che l’atleta dovrebbe puntare a far crescere la linea blu, fino a qualche settimana prima della gara della stagione.

Carico muscolare

Al carico cardiaco, Polar aggiunge quello muscolare, misurato dai dati di Potenza generate durante l’allenamento podistico e ciclistico. Per visualizzarlo basterà accedere a Polar Flow, oppure direttamente dall’orologio. Nella schermata di sintesi, sarà immediatamente visibile sotto la voce potenza. Condizione fondamentale per un perfetto utilizzo è quello di utilizzare la stessa tipologia di misurazione della potenza, per un singolo sport. Non fate come gli autori della recensione che nei test hanno alternato Stryd, Runscribe e la misurazione da polso. Come vedremo nella parte di misurazione della potenza, i numeri non sono perfettamente equivalenti, quindi otterreste una valutazione relativamente errata.

Carico percepito

Infine, il carico percepito serve per variare i dati complessivi, nel caso in cui si praticassero molti sport e non ci fosse la possibilità di misurare il battito, oppure se la frequenza cardiaca dello sport resti bassa durante l’allenamento, cosa tipica di sport di squadra oppure per sessioni in palestra. Per inserire il carico percepito, serve naturalmente digitarlo sull’App oppure via web. Il sistema modificherà il responso del sovra-allenamento basandosi anche su questa informazione.

Cardio Load Status

Una volta effettuati i calcoli, il Polar Vantage V offrirà immediatamente l’informazione con un parametro numerico semplice:

  • da 0 a 0,5, per indicare un detraining generale
  • da 0,5 a 1, una situazione di mantenimento della condizione
  • da 1 a 1,5, la zona migliore indicante un miglioramento di forma
  • sopra l’1,5, con un rischio di overtraining e potenzialmente d’infortunio.

Polar Vantage V: lo stato di carico cardiaco, con la sintesi di come ci stiamo allenando

Il nostro giudizio

A noi sembra che il sistema funzioni molto bene: nella sua grande complessità, è la migliore implementazione che abbiamo visto del carico dell’allenamento da molto tempo.

Abbiamo apprezzato il fatto che tenga in considerazione molteplici parametri, è il primo sistema che utilizza pure la potenza e una valutazione soggettiva. Il modello è davvero intellettualmente interessante, ma per avere una valenza completa sarebbe opportuno utilizzarlo durante la preparazione di una maratona e non soltanto per 40 giorni nella fase di scarico.

Vale la pena ricordare che è fondamentale che i parametri di calcolo dei dati siano corretti. Se per esempio il battito cardiaco non è adeguatamente rilevato, per esempio durante questi giorni molto freddi o in un allenamento intenso, si tenderà a sottostimare il carico dell’allenamento. Proprio per questa ragione, Polar ha aggiunto al Training Load Pro anche il concetto di Recovery Load Pro.

Recovery Pro e HRV

Per perfezionare l’algoritmo del carico dell’allenamento, Polar ha introdotto anche la misurazione sull’orologio della variabilità del battito cardiaco, detta anche HRV. Polar ha chiamato la sua implementazione dell’HRV come Recovery Pro, per indicare che la funzione include non soltanto i dati “meccanici” del calcolo del battito, ma anche informazioni supplementati. Il Recovery Pro si compone pertanto di tre dati, il test ortostatico, dati soggettivi ed il stato del carico cardio.

In sintesi, l’algoritmo di Recovery Pro offre una valutazione immediata del vostro carico dell’allenamento e della vostra capacità di recupero.

Test ortostatico

Con un linguaggio medico, Polar definisce il calcolo della variabilità del battito test Ortostatico, ma è concettualmente equivalente alla misurazione dell’HRV. Il Polar Vantage V effettuerà il test HRV offrendo raccomandazioni dell’allenamento giornaliero, anche basandosi sulla qualità del sonno e su vostre informazioni qualitative fornite durante la misurazione. Affinché il test sia efficace sono necessarie due condizioni: realizzare il test nelle stesse condizioni al mattino, ed utilizzare una fascia cardio Polar H10 o H7. Funziona comunque anche con fasce compatibili Bluetooth, ma non Ant+. Senza la fascia, il test non funziona. Il test ortostatico si effettua con 2 minuti di misurazione, di cui uno a riposo ed un secondo in piedi. Rimandiamo all’articolo sulla variabilità del battito cardiaco alla nostra recensione dettagliata. Polar ha attivato un promemoria per ricordarsi di effettuare la misurazione ogni mattina.

Una volta collegato Polar H10 all’orologio ed effettuata la misurazione, il sistema mostrerà immediatamente i risultati e un consiglio dell’allenamento. I numeri visualizzati sono il battito cardiaco a riposo ed il calcolo standard della metrica Rmmsd.

Informazioni qualitative e quantitative

Prima di fornire un responso su come svolgere l’allenamento, Polar richiede di inserire informazioni supplementari. Tali dati sono relativi alla qualità del sonno, oltre ad eventuali problemi muscolari. Tutte informazioni che vengono richieste anche nelle App dedicate come HRV4training oppure Elite Hrv. Aggiunti tramite Polar Flow Mobile, questi dati renderanno la valutazione più efficace, consentendo una scelta d’allenamento consapevole. Al calcolo dell’HRV si aggiungono inoltre i dati del carico dell’allenamento precedentemente descritto.

Alla fine del calcolo, il sistema mostrerà un’icona che consentirà di stabilire come allenarsi. Per avere una valutazione corretta Polar suggerisce di effettuare almeno 8 test nell’ultimo mese, anche se una misurazione quotidiana dovrebbe essere la prassi per l’atleta evoluto. La nostra valutazione è positiva, l’unico problema che vediamo è il fatto di avere salvato oltre 3 anni di dati su altre piattaforme. Ma per chi è all’inizio della misurazione, riteniamo che il Recovery Pro sia uno strumento molto efficace di valutazione della condizione di stress post allenamento.

Potenza nella corsa: Running Power e Stryd

Una delle nuove funzioni introdotte dal Vantage V è il calcolo della potenza. Polar non è stata la prima azienda ad includere la potenza nella corsa, ne abbiamo parlato diffusamente negli ultimi anni.

Ma per la prima volta in assoluto, l’azienda finlandese ha introdotto la misurazione della potenza senza dover utilizzare un sensore esterno.

Due modalità di calcolo

Ovviamente Polar ha fornito la possibilità di calcolare la Potenza anche con un sensore esterno, come Stryd o Runscribe. Le recensione di Stryd e di Runscribe sono nei link allegati. Tra i due modelli lanciati ad Ottobre sul mercato esiste una differenziazione importante. In sintesi:

  • Il Polar Vantage V consente di calcolare la potenza sia senza sensore sia con Stryd e Runscribe; il calcolo è effettuato basandosi su un algoritmo complesso che sfrutta il sensore barometrico interno e la velocità del GPS;
  • Il Polar Vantage M soltanto con sensori esterni.

La visualizzazione della potenza

Per noi indipendentemente dal sensore, la vera novità è che Polar abbia attivato una modalità di visualizzazione molto efficace. Non occorre scaricare ulteriori programmi: una delle principali schermate consente di visualizzare automaticamente la vostra potenza nella corsa. Non soltanto la potenza è visualizzabile dall’orologio, ma il calcolo viene trasferito facilmente sia su Polar Flow, sia su Strava, senza dover comprare la funzione premium del sito Strava. Si noti che la misurazione della potenza sul tapis Roulant non funzionerà, dal momento che il Polar Vantage V richiede la presenza del segnale GPS. Così come non funzionerà sotto i tunnel o in mancanza di segnale. Abbiamo provato pure associando un footpod senza risultati. D’altro canto invece, con l’utilizzo di Stryd o Runscribe, la potenza viene misurata “correttamente” e visualizzata sull’orologio.

Le zone di potenza

Ma questa non è l’unica novità: Polar ha aggiunto le zone di potenza, oltre alla visualizzazione degli alert di potenza, che saranno disponibili all’inizio del 2019. Per la prima volta sono state separate le zone di Potenza della corsa rispetto a quelle della bici e sono visibili su entrambi gli orologi e su Polar Flow. Tali zone possono essere liberamente configurate, ma possono essere basate sulle soglie funzionali MAP.

Speravamo che Polar aggiungesse già nelle prime release la funzione chiamata Zone Lock. Invece gli alert dinamici saranno previsti per il 2019. Polar con l’introduzione del V800 aveva aggiunto una funzionalità unica rispetto alla concorrenza per misurare passo e frequenza cardiaca. Se attivata, permetterà di gareggiare con la potenza. In pratica si tratta di un alert configurato dinamicamente durante la corsa. Con la Zone Lock non è necessario costantemente controllare la propria potenza perché un alert audio indicherà immediatamente quando si è usciti “dalla zona”.

La potenza: funziona?

L’attento lettore potrebbe chiederci: e la misurazione della Potenza di Polar funziona? In effetti la nostra idea ce la siamo fatta. Ma prima di rispondere, è doverosa una premessa. Ogni produttore di sensori per la misurazione della potenza nella corsa utilizza algoritmi diversi. Ad algoritmi diversi corrispondono risultati diversi, nonostante la misurazione del sensore possa essere simile. Se dovessimo confrontare i principali dati, diremmo che Garmin ha la misurazione della potenza più alta, seguito da Runscribe. Infine Stryd ha quella più bassa.

Per quanto abbiamo capito sia leggendo i forum, sia analizzando i dati in dettaglio, Polar è molto allineato al modello dati di Runscribe, ma la variabilità del sensore GPS influenza fortemente il risultato finale dell’algoritmo.

Rispetto agli altri strumenti, non abbiamo notato variazioni importanti, tranne nelle prime settimane di test, in cui il firmware GPS era particolarmente instabile, rendendo il calcolo inutile. Appena migliorerà nuovamente il firmware, probabilmente il dato sarà più affidabile, utile e coerente rispetto agli obiettivi di allenamento. Per ora la correlazione non lineare con Stryd è intorno al 60-65%, su allenamenti lunghi e a velocità relativamente costanti.

Infine dobbiamo notare quanto sia importante utilizzare sempre lo stesso sensore per la misurazione, in modo tale da avere dati coerenti nell’arco temporale di valutazione.

Sintesi della Potenza

La nostra conclusione è che il modello Polar della potenza è abbastanza consistente, sia in corse su terreni pianeggianti, sia in salita e discesa. Ma soprattutto siamo rimasti impressionati dalla perfetta integrazione con Stryd. In sintesi, il Polar Vantage V ha la migliore implementazione della potenza presente sul mercato.

Polar Vantage V, perché comprare il nuovo?

Nonostante il Polar V800 sia ancora in commercio, il Vantage V si configura come suo successore naturale. Durante il suo ciclo di vita, il V800 ha raggiunto un livello di eccellenza grazie al costante lavoro di supporto e upgrade dell’azienda. Modifiche software e massicce implementazioni funzionali si sono susseguite negli anni, innalzandone ogni volta il valore e la qualità.

Evoluzione Software

Stesso discorso vale per il Polar Vantage V, che nonostante non sia ancora operativo al 100% rappresenta uno degli strumenti più avanzati si possa trovare attualmente in commercio.

Ma il dibattito sui social è aperto. Secondo alcuni non possedere alcune funzioni base è un vero problema e potrebbe frenarne le vendite. Ma per gli atleti evoluti e amanti della tecnologia, per i curiosi delle 5 novità uniche presenti sul dispositivo, il Polar Vantage V è un dispositivo a cui puntare. In particolare la misurazione della potenza e il carico dell’allenamento sono state implementate in maniera superba dall’azienda finlandese.

Noi abbiamo amato i miglioramenti repentini degli ultimi due mesi del Vantage V. Crediamo che assistere all’evoluzione ed esserne anzi parte integrante con suggerimenti all’azienda sia un vero stimolo per molti amatori ed amanti di tecnologia.

Estetica accattivante

Venendo all’aspetto estetico, secondo noi Polar ha raggiunto un livello di eccellenza come poche volte in passato. Ha abbandonato vecchie forme per seguire le mode e le richieste del momento adottando un design semplice, pulito ma elegante. Il Polar Vantage V unisce sportività e design e può essere indossato con disinvoltura al di fuori delle sessioni sportive anche con un completo elegante, passando tranquillamente inosservato. In sintesi, il Vantage non salta all’occhio come lo Sportwatch da runner.

Durata batteria estrema

Un altro fattore che può essere fondamentale per la scelta di passare immediatamente al Polar Vantage V è sicuramente la durata della batteria. La casa finlandese ne fa un vero vanto: il Vantage V può essere utilizzato per 40 ore in modalità allenamento, collocandosi di fatto al primo posto in assoluto dei GPS attualmente in commercio. Non appena saranno attivate le mappe, potrebbe essere indossato anche in  Trail, dove il fattore durata è un elemento determinante nella scelta del dispositivo.

Accessori Polar Vantage V

Esistono diversi accessori per il Polar Vantage V, le più interessanti sono i diversi modelli di fascia cardio, le pellicole protettive e il cavo di ricarica.

Fascia Cardio

Anche se il Vantage V utilizza il sensore ottico come impostazione predefinita, è sempre possibile sostituire il sensore con una fascia cardio Bluetooth. Ma perché farlo? Come visto nella parte della precisione del cardio, il Polar Vantage V è preciso. Ma non dimentichiamoci che la fascia cardio e le fasce Polar restano gli strumenti standard per misurare la vostra frequenza cardiaca. Le fasce cardio vi consentiranno di avere una precisione assoluta, senza compromessi e vi consentiranno di misurare perfettamente la vostra variabilità del battito cardiaco.

Pellicola protettiva e cavo di ricarica

Consigliamo di aggiungere una pellicola protettiva, per evitare graffi sul vetro, abbiamo utilizzato per alcuni mesi il Vantage V e non ci è mai successo nulla. Ma forse varrebbe la pena salvaguardare l’investimento. Di pellicole ne esistono diversi tipi con prezzi svariati. Infine esiste la possibilità di acquistare per una ventina di euro anche un cavetto di ricarica. Non dovrebbe essere necessario, visto che il cavetto sembra davvero solido. Ma chi può dirlo tra qualche anno?

Conclusione

Della motivazione che dovrebbe spingere alcuni runner ad acquistare il Polar Vantage V abbiamo parlato poco sopra. Ossia la volontà di essere parte integrante del processo che porterà il dispositivo a rivoluzionare il modo di allenarsi dei prossimi anni, oltre ad essere il primo in assoluto ad avere la misurazione della potenza direttamente dal polso.

Polar ha presentato un prodotto completamente rinnovato, costruito con materiali di ottima qualità (cassa in acciaio, vetro Gorilla Glass, cinturini intercambiabili di ottima fattura e comodità) e con innovazioni tecnologiche rivoluzionarie.

Il display touch a colori, ma tutte le funzioni possono essere espletate anche con i pulsanti, è un valore aggiunto per gli amanti del genere. La cosa che ci ha colpito è la qualità dei materiali e la sensazione di solidità che si percepisce tenendo in mano il dispositivo. Il Polar Vantage V si pone di diritto nei prodotti di altissima fascia, nonostante il prezzo sia relativamente inferiore ai diretti concorrenti.

Le novità in sintesi

Riassumendo le novità del Polar Vantage V possiamo identificarle in:

  • estetiche, con il netto cambio di direzione dell’Azienda Finlandese verso le forme più apprezzate del momento, presentando un modello dal giusto connubio fra sportività ed eleganza e
  • tecnologiche, misurazione della potenza (Running Power), gestione dei carichi di allenamento (Training Load Pro), indicazione del recupero psicofisico (Recovery Pro), introduzione della misurazione cardiaca al polso a 9 led e differente profondità di lettura (Polar Precision Prime) e infine la durata della batteria.
  • Valore aggiunto alle innovazioni sopra descritte è il preciso e definito programma di Programma di upgrade orientato alla Customer Satisfaction di cui Polar è leader nel settore. Provate a chiedere ad utenti Polar che si sono rivolti all’assistenza e vi sentirete raccontare storie di riparazioni e sostituzioni anche oltre i termini della garanzia, risolta a tempo di record, solo per citare un esempio recente, l’incompatibilità con Huawei Mate 20 Pro per la sincronizzazione dati.

Cosa manca: funzioni per il 2019?

Purtroppo non sono solo rose e fiori. Di seguito un breve elenco di alcune delle funzioni che riteniamo possano essere utili a rendere il prodotto ancora più completo, a parte quelle già ufficialmente pianificate:

  • Riepilogo al termine della singola fase di allenamento (durata, passo medio, FC media, distanza ecc.) e possibilità di passare a quella successiva;
  • Visualizzazione del diario/calendario per consultare gli allenamenti passati e futuri;
  • Riepilogo dettagliato a fine sessione: analisi dei singoli Lap sia manuali che automatici);
  • Funzione illuminazione continua
  • Menù preferiti
  • Allenamento a fasi vincolato alle zone di Potenza, così come attualmente è possibile con FC e passo)
  • Possibilità di suoni di pulsanti
  • Opzione Race Pace

La nostra valutazione

Secondo noi il Polar Vantage V rappresenta un ottimo GPS, a un prezzo competitivo rispetto alla fascia di mercato nella quale si colloca. Polar è riuscita a produrre uno strumento che forse presto diventerà punto di riferimento GPS, se l’azienda finlandese riuscirà a rispettare la «roadmap» prefissata.  Ma le funzioni attualmente mancanti possono far storcere il naso ai fan Polar di lungo corso, hic et nunc!

Polar Vantage V su Amazon

Il Polar Vantage V è disponibile su Amazon e nei migliori negozi sportivi. Ad un prezzo di 499,90 nella versione normale e 549,90 nella versione con Fascia cardio H10. Attualmente non sono ancora disponibili grandi sconti rispetto agli altri modelli Polar. Ed in effetti una preoccupazione dei podisti amatori con cui abbiamo parlato è il rischio che l’orologio possa essere molto scontato tra 18 mesi, così come è successo con il Polar M430 che ha praticamente visto ridurre il prezzo con offerte pazze su alcuni siti web.

Il nostro consiglio resta di leggere la recensione per valutare quali funzioni del Vantage V vi interessano. Consultate anche la guida dei GPS, in cui descriviamo le principali funzioni di un dispositivo GPS. E’ importante sapere che alcune delle funzioni uniche per podisti evoluti si trovano solo sul Polar Vantage V. Ma servono realmente? A voi l’ardua sentenza.

Approfondimenti

Di seguito i dettagli per l’acquisto oltre alle guide e recensioni preparate per gli strumenti Polar:

 




Black Friday 2018

Black Friday

Black FridayCome gli anni scorsi, gli sconti sono iniziati ben prima del fatidico Black Friday (venerdì 23 novembre 2018). Amazon sicuramente sarà protagonista, ma quale sarà il modello di GPS più scontato? Qui un piccolo riassunto delle nostre recensioni, non soltanto dei GPS, ma anche di bilance, activity tracker, libri e scarpe.

 

Amazon

Gps

Qui la guida scritta pochi giorni fa per orientarsi tra i vari modelli

Garmin

Garmin Forerunner 645 Music (nostro confronto con il 935, link su Amazon)

Garmin Forerunner 735XT (link su Amazon)

Garmin Forerunner 235 (nostra recensionelink su Amazon)

Garmin Forerunner 935 (nostra recensionelink su Amazon)

Garmin fenix 5X (nostra recensionelink su Amazon)

Garmin fenix 5 (nostra recensionelink su Amazon)

Garmin Forerunner 35 (nostra recensionelink su Amazon)

Garmin fenix 3 (nostra recensionelink su Amazon)

Garmin Forerunner 630 (nostra recensionelink su Amazon)

Polar

Polar M200 (nostra recensione, link su Amazon)

Polar M430 (nostra recensionelink su Amazon)

Polar Vantage M (a breve la nostra recensione, link su Amazon)

Polar Vantage V (a breve la nostra recensione, link su Amazon)

Altri GPS

Apple Watch 3 (link su Amazon)

Suunto 9 (a breve la nostra recensione, link su Amazon)

Fasce e altro

Garmin Running Dynamics Pod (nostra recensionelink su Amazon)

Polar OH1 (nostra recensionelink su Amazon)

Qui l’articolo sulle fasce, con tanti suggerimenti per gli acquisti suddivisi per fascia di prezzo

Bilance

Il nostro articolo completo, con le bilance suddivise per esigenze e fascia di prezzo, tutti i link per l’acquisto sono all’interno

Activity Tracker

Il nostro articolo completo, con i consigli per gli acquisti e i link sempre all’interno

Libri

Qui una piccola parte della bibliografia del blog (sicuramente da completare!), recentemente abbiamo trovato molto interessante il libro di Gastone Breccia e quello di Cesare Picco e il concetto di “mindfulness” applicato alla corsa. Buttate un occhio anche all’elenco di marzo 2017 e quello di fine 2016. Qui comunque l’elenco di tutti gli articoli che parlano di libri!

Scarpe

Qui l’elenco degli articoli con i modelli che abbiamo testato, all’interno trovate i vari link per gli acquisti, su Amazon, su Running Warehouse Europe o anche su altri siti.

Adidas
Altra
ASICS
Brooks
Hoka One One
Mizuno
New Balance
Nike

Guida all’acquisto del GPS 2018

Allenamento, sequenza di gare, scelta del coach, tipo di alimentazione, scarpe.

Tra le grandi scelte che ogni podista deve affrontare prima dell’inizio della nuova stagione podistica c’è anche quella del GPS. E la scelta potrebbe essere di correre senza GPS! Anche se come scritto sui social «Bordin non utilizzava i GPS», pensiamo che gli orologi moderni siano uno strumento in più a disposizione dell’arsenale del podista amatore. Ma quale scegliere? Come indicato due anni fa nella guida 2016 alla scelta dei GPS, “oggi il podista amatore si ritrova a fare i conti con tante offerte e dal nostro punto di vista, tanti mal di testa prima di decidere se e come cambiare il GPS. [..] l’attenzione spasmodica della ricerca di nuovo GPS di corsa è diminuita negli ultimi anni”. 

La guida all’acquisto dei migliori GPS di fine 2018

Alla luce del Natale e del , abbiamo approntato una guida pratica ma analitica che consenta di scegliere, senza farsi influenzare dai messaggi marketing, quale sia il miglior GPS per fascia di prezzo. Riteniamo che una scelta consapevole possa portare a decisioni migliori, magari anche quella di rimandare l’acquisto all’anno prossimo!

Com’è cambiato il mercato negli ultimi due anni? Quali dovrebbero essere i criteri di decisione dell’acquisto? Quali sono le principali offerte degli case produttrici? Quali sono le case produttrici su cui puntare? Come sono evoluti nel tempo i principali orologi GPS? Come scegliere quello più adatto alle nostre esigenze? Quanto spendere per avere una funzione in più? Quali sono le funzionalità che “fanno” la differenza? Quali sono quelli attualmente (novembre 2018) più utilizzati in Italia? E infine, quali sono secondo il nostro modo di vedere le migliori scelte per ogni fascia di prezzo?

Come al solito l’articolo si divide in sezioni, potrete premere sul link per accedere alla parte che vi interessa:

Cosa cercare in un GPS

Partiamo da un assunto di base, che deve essere nella mente di chi acquista, evitando ovviamente di spendere soldi inutili (se non nuotate… non comprate un orologio da triathlon). Per decidere quale GPS acquistare, assumendo che nessun podista abbia fondi illimitati, suggeriamo di pensare all’utilizzo che si debba fare dello strumento

Oggi ci sono GPS per tutti i prezzi, quindi valutare le funzioni a disposizione risulta cruciale nella scelta. Per noi ci sono tre gruppi di funzionalità da considerare prima di scegliere cosa comprare: essenziali, importanti e interessanti. Nella guida all’acquisto del GPS del 2016, le abbiamo descritte in dettaglio, qui ne facciamo solo una sintesi.

Funzioni essenziali.

Nel primo gruppo ciò che conta è:

  • l’accuratezza della distanza misurata e
  • della velocità durante la corsa,
  • oltre alla valutazione della prestazione subito dopo la corsa.
Se “esistesse soltanto l’orologio” e non anche l’ecosistema, queste sarebbero le uniche funzioni da valutare. Fino a qualche anno fa, la misurazione della distanza migliorava con gli orologi più recenti. Ora invece dipende molto dal modello, quindi a priori è difficile dirlo. Lo stesso vale per la precisione della velocità. Si tenga conto che oramai la differenziazione tra le marche è minima, verificate i forum soprattutto se l’orologio è di una marca o modello meno noto.

Infine, la scelta di un GPS piuttosto che un altro è influenzata dalla capacità di visualizzazione dei dati. Da un lato conta capire quanti dati sono contemporaneamente visualizzabili, dall’altro quali siano a disposizione, infine come si riescono fisicamente a vedere. Mai scegliere un orologio che abbia soltanto tre “campi” a disposizione contemporaneamente, né un display troppo piccolo. Scegliete i dati che vi sembrano necessari e verificate se e come si possono visualizzare sull’orologio. Se mancano, ripiegate su un’altra opzione.

Funzioni importanti 

Un grosso punto di domanda degli anni passati era la Durata batteria. Per il podista amatore come il sottoscritto, è una scelta irrilevante: la batteria del GPS più semplice dura almeno 6-7 ore. Se invece correte le ultra maratone, è fondamentale porsi la domanda, soprattutto se “dovete” correre una gara sopra le 8 ore di durata. L’alternativa sarebbe quella di ricaricare il GPS durante la gara, ma se state pensandoci seriamente, forse avreste bisogno di un nuovo GPS. Ultimamente Garmin, Polar e Suunto hanno sviluppato soluzioni che consentono di risparmiare energia, limitando il collegamento ai satelliti, mantenendo in tal modo il GPS acceso per più di un giorno intero. 

Oramai tutte le ultime versioni presentano un lettore ottico dei battiti cardiaci. Sarà importante soprattutto durante il periodo estivo, oppure sul tapis roulant. Le limitazioni del cardio da polso sono state descritte nella recensione dettagliata.

Tra le altre funzioni da non trascurare nella scelta, includiamo:

  1. le sue dimensioni e l’estetica: pensate d’usarlo solo per correre, oppure anche durante la giornata? Solo alcuni orologi sono esteticamente piacevoli!
  2. oltre la grafica: quanti colori visualizzabili? Vi accontentate di un orologio con le scritte in bianco e nero? Personalmente non siamo grandi fan di grosse funzionalità di visualizzazione, anche perché una migliore luminosità andrà a discapito della durata della batteria.
  3. Un altro fattore di scelta è il peso dell’orologio, variabile importante soltanto se si pensa d’indossare il dispositivo durante la giornata. In effetti anche se esiste una variazione tra il peso massimo e minimo dei vari modelli attualmente in commercio, il peso (limitato) non ha nessun impatto sulle prestazioni in gara o in allenamento, quindi la scelta è puramente personale e non tecnica.
Infine, l’integrazione con altri sistemi: ogni produttore dispone non soltanto di hardware, ma anche di software per visualizzare i dati ottenuti. Se pensate di utilizzare l’ecosistema del produttore, allora analizzate la loro piattaforma.  Se siete podisti evoluti, anche la possibilità di pianificare l’allenamento, risulta importante. Stiamo parlando della capacità d’orologio d’informarci durante la corsa se stiamo correndo forte/piano, quando fermarci, se aumentare il ritmo, ecc. 

Funzioni avanzate.

Infine alcune funzioni di nicchia, per esempio:

  1. l’Altimetro barometrico, che misurerà la pressione atmosferica e vi darà l’altitudine. La funzione è decisamente più precisa di quella del GPS, e correndo i montagna vi sarà utile, ad Anversa sicuramente di meno.
  2. Navigazione. Nel caso foste interessati alla corsa in montagna, volendo percorrere dei sentieri, il suggerimento è quello di utilizzare un Iphone!
    Se però l’obiettivo è quello di gareggiare in un trail in montagna, esistono soluzioni a disposizione con strumenti avanzati di navigazione. Ma anche se non state correndo in montagna, due funzioni di navigazione sono davvero utili, “ritorno alla partenza” e “ritorno a un punto prefissato”. Sul blog troverete parecchi dettagli su come utilizzarle
  3. Inoltre sono le cosiddette Dinamiche di corsa. Ne abbiamo parlato diffusamente in diversi articoli, analizzandole empiricamente in dettaglio e studiando alcuni podisti. Sono funzioni interessantissime, ma assolutamente non indispensabili, per le quali però il monitoraggio dati nel lungo termine potrebbe permettervi di capire se state migliorando.
  4. Misurazione della variabilità del battito cardiaco; per ora funzione dedicata solo ad alcuni e probabilmente ancora gestita meglio da app come HRV4training.
  5. Infine, il carico dell’allenamento. Sono state sviluppate per capire come allenarsi.  Una sintesi del carico dell’allenamento è descritta nella nostra guida.
Ovviamente è affascinante avere 1000 funzioni sull’orologio. Ma le domande da porsi sono:
(a) vale la pena spendere oltre cento euro in più rispetto al prezzo medio di un orologio equivalente senza tali funzioni?
E soprattutto: (b) le userete mai? (c) avrete la pazienza ed il tempo per capire come funzionano?

I nostri suggerimenti

Fondamentale la premessa che la nostra guida è indipendente, non abbiamo rapporti di Ambassador con nessuna delle aziende citate qui sotto. Ci e’ capitato di ricevere alcuni di questi prodotti per i test, ma molti dei GPS sono stati acquistati con i nostri soldi. Da podisti amatori, amanti del marketing e della tecnologia, pensiamo di poter offrire al lettore una scelta indipendente e mirata. Negli anni abbiamo utilizzato qualche decina di GPS, letto tutti i manuali ed analizzato le principali caratteristiche dei modelli più interessanti. Come gia’ indicato per le scarpe, anche nei GPS l’ecosistema gioca un ruolo decisivo: se siete abituati a premere stop nelle ripetute in basso a sinistra, troverete difficoltoso abituarvi ad altre scelte. Stesso discorso vale per la visualizzazione dei dati sulle varie App dei produttori. Cambiare richiede un apprendimento importante che vorremmo farvi evitare. Ecco nel seguito i nostri suggerimenti, ma ogni podista e’ diverso, quindi ci rendiamo conto che possiamo offrire spunti di riflessione, nulla più.

Raccomanderemo orologi soltanto di 3 aziende, fortemente dedicate ad aiutare il podista amatore a migliorare. Sono, in ordine alfabetico, non di preferenza: Garmin, Polar, Suunto. A questa lista si aggiunge necessariamente l’Apple Watch solo come alternativa per altre funzioni a 360 gradi. Se due anni fa valutavamo anche Tom Tom come quarto player di mercato, l’azienda olandese ha deciso di non continuare a produrre GPS per la corsa nel futuro. Infine i produttori Fitbit, Xiaomi, Samsung, no.1 GPS, Timex sono stati considerati ma i loro prodotti non hanno soddisfatto i criteri descritti precedentemente.

GPS per podisti, con funzioni base, sotto i 100 euro

La nostra raccomandazione.

Polar M200. Il Polar M200 è stato il primo orologio dal prezzo contenuto ad aver introdotto la rilevazione cardiaca da polso a due LED. Esteticamente rotondo, il cinturino è morbido e confortevole. Il collegamento ai satelliti GPS è molto rapido e in generale funziona in pochi secondi. Anche la frequenza cardiaca da polso è relativamente precisa, ma per gli allenamenti intensi suggeriamo l’utilizzo di una fascia cardio, Polar H10. Essendo un orologio pensato come activity tracker, dispone di funzioni di monitoraggio del sonno. Al prezzo di vendita di un centinaio di euro, siamo rimasti sorpresi che offra anche funzioni avanzate di running. Assolutamente la migliore scelta sul mercato.

Per una recensione dettagliata delle funzioni del Polar M200, vi consigliamo di leggere il nostro link.

Migliore Alternativa

Garmin Forerunner 35. Non ha esattamente le stesse funzioni del Polar M200, ma esteticamente è sicuramente più bello, oltre che leggermente più costoso. E’ progettato per chi intende correre in maniera frequente, ma anche anche per un utilizzo quotidiano, vista l’estetica molto accattivante, la buona durata della batteria e le funzioni di activity tracking. La durata della batteria è superiore a quella di strumenti dello stesso prezzo, posizionandosi sopra le dieci ore in modalità attiva GPS, quindi lo potrete utilizzare per una settimana intera senza ricaricarlo. Purtroppo non dispone di funzioni avanzate molto ricercate dal podista amatore, ma è fornito di alcune delle analisi presenti in prodotti molto più costosi. Nel complesso, riteniamo che le molte funzioni disponibili e la presenza del lettore cardiaco da polso possano renderlo molto competitivo su un mercato sempre più esteso.

Per un dettaglio della recensione dettagliata del Garmin Forerunner 35, rimandiamo al link allegato.

Orologio GPS con funzioni avanzate, sotto i 200 euro

La nostra raccomandazione.

Garmin Forerunner 235. Il 235 è l’orologio ancora più utilizzato nelle gare italiane ed internazionali. Di fatto qualche anno fa sarebbe stato considerato un orologio Premium, ma è venduto ad un prezzo accessibile. Ha tutte le funzioni più utili, il lettore ottico, gli allenamenti strutturati, la stima delle performance e la possibilità di personalizzare i dati. Gli mancano però le dinamiche di corsa e tutte le funzioni di carico dell’allenamento. Quanto siete disposti a spendere per averle? A 180 euro pensiamo che non si possa chiedere di più.

Per un dettaglio della recensione dettagliata del Garmin Forerunner 235, rimandiamo al link allegato.

Migliore alternativa.

Polar M430Allo stesso livello, ma ad un costo leggermente inferiore, mettiamo senza dubbio il “vecchio” (2017) Orologio (2018) della casa Finlandese. Abbiamo definito al lancio nel 2017 il Polar M430 come l’orologio per podisti esigenti. Il Polar M430 è il naturale successore dell’M400, da cui eredita tutte le funzioni, con l’aggiunta della rilevazione cardiaca da polso a sei led. Il cinturino è di un materiale molto morbido e completamente traforato in modo da permettere la traspirazione della pelle. Per il collegamento con i satelliti non ha mai impiegato più di trenta secondi. Riteniamo che l’innovazione principale dell’orologio, ossia la frequenza cardiaca da polso, sia precisa quasi quanto la fascia cardio.

Per un dettaglio della recensione dettagliata del Polar M430, rimandiamo al link allegato.

Orologio GPS con moltissime funzioni, sotto i 300 euro

La nostra raccomandazione. Polar Vantage ME’ il nuovissimo orologio multisport con sensore Polar Precision Prime, che consente la migliore misurazione della frequenza cardiaca da polso. Secondo noi ha un prezzo assolutamente allineato alle funzioni a disposizione, in particolare il Training Load Pro consentirà di gestire al meglio gli allenamenti, il Running Index permetterà di capire l’evoluzione della forma. Altamente personalizzabile, a quel prezzo non troverete una novità equivalente.

Entro fine anno la nostra recensione dettagliata.

Migliore alternativa.

Garmin Forerunner 735. Il Garmin Forerunner 735 era nelle nostre raccomandazioni della guida precedente. La diminuzione di prezzo degli ultimi mesi lo rende davvero una grande alternativa. Nonostante sia un orologio di due anni fa, essendo uscito a Luglio 2016, presenta quasi tutte le funzioni a disposizione del podista amatore e triatleta. Le funzionalità di corsa sono davvero avanzate: dinamiche di corsa, recupero, pianificazione delle sedute dell’allenamento e stima del VO2max. Infine il peso molto ridotto lo rende davvero una scelta per il podista e triatleta esigente. Non lo mettiamo come favorito solamente perché non sarà ulteriormente sviluppato da Garmin.

Entro fine mese la nostra recensione dettagliata.

Orologio GPS con tutte le funzioni

La nostra raccomandazione.

 La nostra raccomandazione a chi non vuole badare a spese è optare per il Forerunner 935 oppure per il Fenix 5. I due orologi sono pensati per tutti gli usi possibili e immaginabili del podista amatore e triatleta. Potranno essere utilizzati quotidianamente, avendo una durata della batteria ulteriormente migliorata e le funzioni di activity tracking presenti ormai comunque anche su modelli GPS base. Le funzionalità di corsa rispetto al Forerunner 735XT sono migliorate: dinamiche di corsa, recupero, pianificazione delle sedute dell’allenamento e stima del VO2max. Ma ne sono state aggiunte parecchie altre, come per esempio il Training Load. Il costante aggiornamento del firmware, almeno per i prossimi due anni, rende l’orologio particolarmente apprezzato da noi podisti amatori, visto che anche il peso dello stesso si è mantenuto limitato a 49 grammi.

Per un dettaglio della recensione dettagliata del Fenix 5 e del Forerunner 935rimandiamo ai links allegati.

Migliore alternativa.

Polar Vantage V. Una possibile alternativa per chi cerca il meglio è il nuovissimo orologio multisport. Con un sensore cardio Precision Prime, Polar ha alzato la barra nella misurazione della frequenza cardiaca. E’ il primo orologio che misura la Potenza della corsa tramite polso e senza accessori. Il Polar Vantage V ha funzioni innovative uniche sul mercato che ne consigliano l’acquisto agli “early adopter”. Manca attualmente la possibilità di Navigazione, che sarà attivata nel 2019.

La recensione dettagliata sarà preparata entro fine mese.

Orologio GPS per ascoltare musica

La nostra raccomandazione. Garmin Forerunner 645 Music.

Per chi cercasse anche di correre con la musica, suggeriamo l’acquisto del Garmin Forerunner 645 Music, che contiene quasi tutte le funzioni del Garmin 935, tranne il collegamento ai sensori e alcune funzioni multisport. Ma la presenza di Garmin Music ed il collegamento a Spotify lo rende una valida alternativa ai tre orologi presentati precedentemente. Si noti che il Garmin Fenix 5 Plus include anche la musica.

Nel link allegato, troverete la recensione dettagliata del Garmin Forerunner 645 e il confronto con il Forerunner 935.

La migliore alternativa. Apple Watch 3.

Orologio con funzioni di Navigazione

La nostra raccomandazione. Suunto 9

Suunto 9 è pensato per la navigazione. Molto utilizzato nei trail, grazie ad una gestione efficiente della batteria. La casa finlandese lo promuove “per allenamenti lunghi e difficili, corse e avventure estreme.” Suunto ha realizzato un dispositivo per gli atleti che cercano poche ma importanti caratteristiche: grande affidabilità, migliore durata della batteria, migliori tracce GPS e altimetro.

La recensione dettagliata sarà preparata durante il mese di dicembre.

La migliore Alternativa.

Garmin Fenix 3. Lanciato nel 2015, resta una delle più valide alternative per Navigare. Modello GPS inizialmente progettato per la corsa trail e per la navigazione, può essere utilizzato anche da chi corre su strada, oppure dai triatleti. La buona durata della batteria, e le molteplici funzioni di activity tracking consentono di utilizzarlo quotidianamente. Per la corsa competitiva, il Fenix 3 dispone di tutte le funzionalità che la casa americana aveva previsto inizialmente per i modelli Forerunner: dinamiche di corsa, funzioni di recupero, pianificazione delle sedute d’allenamento, stima del VO2max. Ci aspettiamo prezzi davvero competitivi durante il Black Friday. Ottima scelta…. ma dipende dal prezzo.

Per una recensione dettagliata del Garmin Fenix 3, rimandiamo al link allegato.

Nota finale: tutti i GPS sono stati testati da uno o più redattori di TherunningPitt.com.
La guida è soltanto una sintesi dei migliori orologi per fascia di prezzo. Alcuni degli orologi suggeriti sono stati offerti dai principali costruttori, ma la maggior parte è stata comprata regolarmente su Amazon.

 




Biografia Corrado Pronzati

Come ho iniziato a correre

Ho iniziato a correre a 7 anni, frequentavo la seconda elementare e sono stato invitato dalla mia vicina di casa, presidente della neonata società Cffs Cogoleto, all’inaugurazione del campo di atletica di Cogoleto, dove per l’occasione avevano organizzato delle gare promozionali. Corsi i 50 metri, fu amore a prima vista. In prima elementare avevo giocato a calcio ma non mi era piaciuto, soprattutto per l’ambiente. Così in quell’anno mi sono iscritto ad atletica, dove mi sono trovato molto bene soprattutto per il gruppo di amici con cui correvo. Dopo i primi anni dove l’attività era prettamente propedeutica, nella categoria ragazzi ho iniziato le vere gare, scoprendomi subito portato per le corse di resistenza. Le mie gare principali sono stati i 1000 metri e le campestri. Ho proseguito fino a 18 anni nel mezzofondo, per poi smettere l’attività agonistica in seguito all’inizio dell’attività lavorativa e per dedicarmi alla mia passione di quei tempi, la musica. In questi anni ho corso soltanto per tenermi in forma senza più gareggiare. Nel 2009 in seguito ad alcuni cambiamenti nella mia vita ho deciso di rimettermi in gioco, con l’idea di provare a correre una maratona. Ad oggi corro per migliorare me stesso e le mie prestazioni, soprattutto perché mi fa stare bene.

Principali interessi

Ho una grande passione per la musica, ho suonato per molti anni il flauto traverso e successivamente la tromba. A 17 anni ho iniziato a suonare la batteria, strumento dove ho messo molto impegno arrivando a suonare in giro per molti stati in Europa. Amo la musica rock e le sue sfumature. Altra passione è quella per i viaggi e le lingue straniere, ho studiato francese, inglese e tedesco. Ho avuto colleghi che mi hanno insegnato un po’ di ungherese e rumeno.

Strumenti e marchi utilizzati

Ho sempre amato il funzionamento degli orologi Garmin, anche se per i miei percorsi di allenamento utilizzo misurazioni a rotella metrica. In gara attualmente utilizzo Garmin 235 abbinato alla fascia cardio Garmin Premium.

Scarpe

Le mie scarpe preferite sono da sempre Nike. Attualmente utilizzo:

  • Vomero 13 e epic react per gli allenamenti e
  • Vaporfly 4% o Lunaracer 4 per le competizioni.

Contatti

Il modo migliore di contattarmi è:

I miei Personal Best

  • 600m: 1’30”.96 Celle ligure 1997
  • 800m: 2’03”.5 Genova 1997
  • 1000m: 2’43”.96 Montecarlo 2012
  • 1500m: 4’07”.73 Alba 2013
  • 3000m: 8’50”.51 Celle ligure 2013
  • 5000m: 15’30”.71 Genova 2016
  • 10000: 32’56”.10 Asti 2018
  • 10km: 32’17” Santa Margherita 2017
  • Mezza maratona: 1h08’32” Novi 2016
  • Maratona: 2h23’47” Francoforte 2016

I miei Articoli

I miei articoli su TheRunningPitt sono a questo indirizzo:

https://therunningpitt.com/tag/corrado-pronzati

Biografia Andrea Giurgiovich

Come ho iniziato a correre

Riuscire a coltivare uno sport ed una passione senza sottrarre tempo alla famiglia è meraviglioso. Dopo una vita a cambiare sport senza sentirmi mai nel posto giusto, ho provato a correre solo per tenermi in forma senza sottostare ad orari di qualche palestra o prenotazioni di campi da tennis. Iniziare non è stato facile, ricordo le prime settimane in cui per percorrere 5 km alternavo corsa e camminata con il fiatone e la promessa di non riprovarci. Ora mi alzo prima del sole quasi ogni mattina e torno in tempo per la colazione in famiglia. Correre mi fa sentire in armonia, giro per boschi e strade fino a perdermi per poi giocare a ritrovare me stesso. Sono un tecnico informatico ed un fotografo che ama condividere sui social allenamenti per contagiare più persone possibili.

Principali interessi

La fotografia, la tecnologia e i piccoli lavori manuali sono il passatempo preferito e se coinvolgono anche il resto della famiglia il cerchio è perfetto.

Strumenti e marchi utilizzati

In 8 anni di corsa ho provato molte marche per giungere alla conclusione che il mio piede è fatto per scarpe Brooks, uso le Glicerine per allenamenti lunghi e gare di oltre 15km mentre preferisco le Ghost per ripetute e gare corte. Abitando nella periferia di Trieste corro spesso nei boschi con tratti più o meno impegnativi in cui uso le Cascadia o le Salomon per le salite rocciose.

Come sportwatch sono passato attraverso vari modelli Garmin da quelli base fino al multisport con cui mi sono trovato benissimo, per approdare al TomTom Spark 2 per la possibilità di avere il cardio al polso e la sincronizzazione senza fili attraverso lo smartphone. Quest’ultimo è una delusione spaventosa e non vedo l’ora di cambiarlo sia per l’impossibilità di creare allenamenti con più variazioni sia per la continua necessità di aggiornare la posizione GPS col telefono.

Indosso gli stessi indumenti che uso in gara anche negli allenamenti. Prediligo Xbionic per i pantaloncini mentre le magliette e felpe variano da Adidas, Xbionic, Oxyburn, Nike e Odlo, le calze e calf sono quasi esclusivamente Compressport.

Immancabili occhiali con lenti intercambiabili per ogni situazione, anche di notte, sempre Sziols.

Contatti

Il modo migliore di contattarmi è:

I miei Personal Best

Lista delle principali distanze per i Personal Best:

  • 400 m in pista in 1’11”
  • 1 km in 3’21”
  • 1 mile in 5’58”
  • 5 km in 19’54”
  • 10 km in 40’06”
  • Half-Marathon in 1h26’00” (Trieste 2019)
  • Marathon in 3h11’07” (Londra 2019)
  • Triathlon Sprint 1h18’54”

I miei Articoli

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Biografia Maurizio Zugna

Come ho iniziato a correre

Arrivo alla corsa “matura” dopo una gioventù passata a fare il canottiere (abbastanza seriamente, a dire il vero) dove la corsa era parte dell’allenamento ed ovviamente, vista l’età e la pratica quasi quotidiana, le prestazioni ed il VO2Max erano consoni. Dopo una parentesi di molti anni a lavorare e girare il mondo sono ritornato a correre ed impegnarmi negli allenamenti nel 2011 più per mancanza di altre alternative valide che per decisione ponderata. Oggi mi trovo a correre 5 volte la settimana e cercare di alternare la corsa con il nuoto forse con l’obiettivo recondito di poter stare al passo con i miei 3 figli tutti atleti di canoa; l’età e gli impegni famigliari e professionali non agevolano ma in fondo aumentano il challenge di riuscire a combinare tutto assieme.

Principali interessi

Corsa, famiglia, lavoro? In che ordine? Mah … A sentire la moglie sicuramente la corsa riempie la mia giornata molto di più di quanto io me ne renda conto (e forse è vero) ma in realtà gestire un’azienda con 2 sedi in Italia ed altre 10 in Europa ed una famiglia con 3 figli “scatenati” a volte richiede molte più energie di una maratona oppure di una sessione di ripetute “cattive”. Viaggiare ed allenarsi non è mai facile specialmente quando le location sono nuove e sconosciute e gli impegni della giornata tipo ti lasciano ben poco tempo. In compenso a casa (Trieste) c’è il gruppo dei RunnersDisagiatiTs che, come dicono i Marines, non lascia mai nessun compagno indietro…. Scrivere è sempre stata la mia passione: italiano, inglese o portoghese in realtà non cambia poi molto; che si tratti di argomenti professionali oppure di “liberi pensieri” legati alla corsa o allo sport l’obiettivo è sempre di condividere con il lettore le mie conoscenze o sensazioni cercando la sintesi e la correttezza morale ed evitare di dare giudizi troppo generici e poco oggettivi.

Strumenti e marchi utilizzati

  • Abbigliamento: CTW (tester), X-BIONIC, Under Armour, Karrimor
  • Scarpe: Nike, Hoka One-One, Mizuno
  • GPS: Garmin 935
  • App: HRV4 Training, Strava

Contatti

Il modo migliore di contattarmi è:

I miei Personal Best

PB dai 50 anni in poi:

  • 5 km strada – 20’25”
  • 10 km strada – 42’40”
  • Mezza Maratona – 1h32’45”
  • Maratona – 3h38’10”
  • IronMan 70.3 – 6h23’26”
  • Triathlon Sprint 1h20’05”

I miei Articoli

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Biografia Massimiliano Doria

Come ho iniziato a correre

L’interesse per la corsa è iniziato davanti ad una birra. Una bionda tedesca e un amico appassionato di podismo che mi ha sfidato a correre una mezza maratona. Ho accettato sia per gioco che per migliorare la mia forma fisica…. e la passione è esplosa.

Principali interessi

Oltre  alla corsa adoro viaggiare: conciliare entrambe le cose è meraviglioso. Fortunatamente la laurea in ingegneria aerospaziale mi ha permesso di ottenere un lavoro che richieda di essere sempre in giro! Mi piace allenarmi e scoprire luoghi e nuove città… e ovviamente scriverne sul blog! Se collaboro in questo sito è perché la scrittura mi affascina ed ho infatti all’attivo la pubblicazione di un romanzo. Ho un passato da discreto motociclista, suono la chitarra e mi piace molto leggere. Nessun viaggio, nessuna canzone e nessuna moto possono però scalfire l’amore per la mia famiglia e le mie risaie.

Strumenti e marchi utilizzati

Al mio polso c’è sempre un Garmin (un Forerunner 935 attualmente), mentre ai miei piedi molto probabilmente vedrete delle Brooks. Anche se mi piace spaziare e provare marchi e modelli nuovi, il binomio Ghost-Launch è quello che da sempre mi contraddistingue.

Sono da poco Ambassador di CEP Sports Italia e il loro indumenti a compressione sono un ottimo supporto per i miei allenamenti… e soprattutto per recuperarli!

Contatti

Il modo migliore di contattarmi è:

I miei Personal Best

La mia passione è la maratona, tutte le altre gare fanno parte del percorso per raggiungere una buona prestazione sui 42195m!

  • Maratona: 2:48:50
  • Mezza Maratona: 1:21:01
  • 10.000m : 37:12

I miei Articoli

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Amazon Prime Day 2018

Amazon Prime Day 2018

Amazon Prime Day 2018Siete pronti per l’? Dalle 12:00 di oggi alle 24:00 di domani, tante offerte a rotazione. Di solito le offerte migliori riguardano i prodotti meno recenti, quindi se vi serve un GPS, una fascia cardio, una scarpa in particolare… buttate un occhio a questo elenco: sono le nostre recensioni, suddivise per categoria e ordinate cronologicamente dalla più nuova alla più vecchia…

Gps

Polar M200 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin Forerunner 235 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin Forerunner 935 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin fenix 5X (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin fenix 5 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin Forerunner 35 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin fenix 3 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin Forerunner 630 (nostra recensione, )

Polar M430 (nostra recensione, link su Amazon)

Qui la guida scritta a novembre 2016 per orientarsi tra i vari modelli

Fasce e altro

Polar OH1 (nostra recensione, link su Amazon)

Garmin Running Dynamics Pod (nostra recensione, link su Amazon)

Qui l’articolo sulle fasce, con tanti suggerimenti per gli acquisti suddivisi per fascia di prezzo

Bilance

Il nostro articolo completo, con le bilance suddivise per esigenze e fascia di prezzo, tutti i link per l’acquisto sono all’interno

Activity Tracker

Il nostro articolo completo, con i consigli per gli acquisti e i link sempre all’interno

Libri

Qui una piccola parte della bibliografia del blog (sicuramente da completare!), recentemente abbiamo trovato molto interessante il libro di Gastone Breccia, quello di Cesare Picco e il concetto di “mindfulness” applicato alla corsa. Buttate un occhio anche all’elenco di marzo 2017 e quello di fine 2016. Qui comunque l’elenco di tutti gli articoli che parlano di libri!

Scarpe

Qui l’elenco degli articoli con i modelli che abbiamo testato, all’interno trovate i vari link per gli acquisti, su .

Scarpe Sensoria Smart, la recensione dettagliata

Sensoria è una start up americana con cervello italiano. Fondata da tre ex manager Microsoft nel 2011, l’azienda di Seattle ha come obiettivo quello di utilizzare la tecnologia per migliorare il modo di correre dei podisti e in generale per permettere agli sportivi di migliorare nelle loro competizioni. Nel Podismo, Sensoria ha inizialmente lanciato delle calze intelligenti, presentandole al CES nel 2015 e qualche mese fa ha introdotto sul mercato anche delle scarpe Smart che consentono di ottenere consigli automatici sul modo di correre.

A marzo ho ricevuto in omaggio un prototipo di Sensoria Smart che ho testato in diverse condizioni. Oggi finalmente pubblico la mia recensione dettagliata.

Sensoria, le scarpe intelligenti: la recensione dettagliata

Se dovessimo definire in ambito marketing le scarpe Sensoria Smart, le chiameremmo un nuovo ecosistema per poter migliorare il modo di correre. Lanciate sul mercato con l’arrivo dell’estate 2018, Sensoria Smart sono pensate per podisti che corrono lunghe distanze e vorrebbero migliorare la biomeccanica di corsa.

L’ecosistema Sensoria, grazie alla combinazione telefono, scarpa e sensore, chiamato Sensoria Core, fornisce durante la corsa un feedback uditivo con il supporto di una gentile donzella ed allenatrice virtuale chiamata Mara. Utilizzando strumenti di intelligenza artificiale e di machine learning, Mara fornirà informazioni cruciali sulle dinamiche di corsa e suggerimenti su come migliorare la propria biomeccanica di corsa.

Il cervello di Sensoria è comunque il Core, un piccolo sensore che contiene un accelerometro, giroscopio e magnetometro, ed ha l’obiettivo di fornire le principali dinamiche di corsa visualizzabili sull’iPhone. Per ora la versione Android non è ancora disponibile, ma l’azienda Americana l’attiverà nei prossimi giorni.

https://www.instagram.com/p/BkXMvAmgC9q/

Ma quali sono i vantaggi delle Scarpe Sensoria? A chi le consigliereste? aiutano davvero a ridurre gli infortuni? quali metriche sono disponibili? e come si comportano le scarpe nella corsa? Noi le abbiamo testate e come al solito, abbiamo scritto una recensione divisa in sezioni. Vi consigliamo di leggerlo tutto d’un fiato e poi di soffermarvi sulle parti che vi interessano ad una seconda lettura.

Come disclaimer, non abbiamo ricevuto e non siamo interessati a ricevere nessun compenso per questa recensione. Pur essendo soltanto podisti amatori evoluti, le nostre conoscenze analitiche ci aiutano a diffondere in maniera semplice le nuove tecnologie, uno dei principali obiettivi del sito, oltre a permettere ai podisti di tutti i livelli di correre meglio. La filosofia del blog resta la stessa di sempre: no test, no party, non possiamo valutare analiticamente quello che non testiamo. Le scarpe Sensoria sono un prototipo non ancora in commercio, l’azienda Italo/Americana sta costantemente migliorando il suo prodotto e di conseguenza quello che potrete acquistare sarà migliore di quanto ho avuto modo di testare.

Il modello 2018 di Sensoria ci è stato offerto gratuitamente e di seguito vi raccontiamo la nostra opinione.

Unboxing

Come premessa importante, non abbiamo avuto il modello che sarà in commercio, ma solamente un prototipo funzionante. La scatola che abbiamo ricevuto conteneva le scarpe, due sensori, un cavo di ricarica e un piccolo manuale esplicativo. Abbiamo anche scaricato il manuale PDF in inglese e l’App Sensoria per l’iPhone, che assieme ai Sensoria Core rappresentano il cervello dell’ecosistema Sensoria.

Ogni singolo sensore ha un peso limitato di 7 grammi, in linea con quello dei principali concorrenti

Sensoria Core è fornito con 2 sensori, ognuno dal peso di 7gr, per entrambe le scarpe. Pensiamo che chi decidesse di adottare questi strumenti, non dovrà cambiare i sensori ma soltanto le scarpe una volta che quest’ultime siano «scariche». Ad ogni modo i Sensori Core si ricaricano una volta ogni 5-6 utilizzi, e l’App fornisce chiaramente la percentuale di carica della batteria.

I due sensori Sensoria Core, e l’aggancio alla scarpa: si posizionano nella parte posteriore del piede

Caratteristiche generali delle scarpe

In questa recensione non ci soffermeremo particolarmente sulle scarpe, ma focalizzeremo la nostra attenzione sui sensori e le metriche a disposizione. Ad ogni modo, le scarpe sono decisamente tradizionali, delle A3 dal peso di 322 grammi sul numero 42.5, sono di buona fattura ed offrono un’ottima ammortizzazione e un buon confort. A prima vista, abbiamo notato una scarpa in grado di assorbire l’impatto della corsa, consentendo una calzata morbida ed adattabile. Ovviamente le Sensoria Shoes sono delle scarpe universali, adatte a tutte le tipologie di corridori che cercano una buona scarpa da allenamento. Visto il peso sono comunque consigliate per uscite lunghe e lente. Troviamo la scelta delle scarpe una buona idea per permettere una diffusione dello strumento.

Il peso delle scarpe Sensoria è relativamente elevato (322 gr sul numero 42), per garantire una protezione di corsa

Dal punto di vista della suola, abbiamo un battistrada piuttosto importante che consente di correre in tutte le tipologie di terreni, ovviamente a discapito del peso.

Le scarpe Sensoria hanno una suola molto tradizionale che consente un buon grip su diversi terreni

Il Sensore Core si installa immediatamente dietro alla conchiglia e grazie ad un aggancio molto saldo, non si staccherà nemmeno per le corse lunghe ed intense. Sarebbe da verificare se la solidità del sensore non rischi di staccarsi dopo diversi mesi di utilizzo, ma l’aggancio è davvero saldo, quindi sarebbe un’eventualità molto improbabile.

Il sensore delle Sensoria si illumina immediatamente appena collegato al telefono.

Comportamento nella corsa

Prima di iniziare a correre, è fondamentale accendere l’iPhone. Dopo aver atteso 10 secondi per un conto alla rovescia è possibile iniziare la seduta d’allenamento. Per analizzare in concreto l’output fornito dall’App Sensoria, abbiamo corso una mezza Maratona di test in 1h34, mettendo l’iPhone all’interno dei pantaloncini Wild Tee e collegando gli auricolari Jaybird per ascoltare i consigli del nostro coach Mara. Ovviamente anche se le metriche sono disponibili durante la corsa, è molto più utile guardare i numeri post allenamento, sia con l’app, sia attraverso un cruscotto informativo via web. Come confermato dall’apparenza, le Scarpe Sensoria si sono mostrate di ottima fattura, nella nostra uscita lenta abbiamo notato una grande solidità e un’ottima ammortizzazione. Ironicamente la tipologia di scarpa normalmente pensata per i tallonatori, si viene invitati dal coach Mara a cercare di appoggiare sull’avampiede. Forse una scarpa più «minimal» sarebbe stata più adatta?

Le scarpe ci sono piaciute, il sistema è molto semplice da utilizzare, nonostante non siamo abituati a portare il cellulare con noi durante le uscite di corsa. Ad ogni modo, Mara ha fornito buoni suggerimenti, non troppo invasivi. Riteniamo che senza auricolari sia abbastanza difficile poterla ascoltare i consigli.

Le dinamiche di corsa Sensoria Core

Sensoria ha diverse principali metriche, le cosiddette dinamiche di corsa. Ne esistono fondamentalmente di tre tipi, le prime legate all’interazione tra App e GPS dell’iPhone, la seconda collegata all’utilizzo delle scarpe. Ed infine esistono metriche visualizzabili nel caso in cui si utilizzi una fascia cardio Bluetooth. Vediamole nel dettaglio.

Metriche di Base

Le metriche di base sono quelle standard presenti in tutte le App dei telefoni:

  • Distanza, il cui valore dipende dal GPS e non dal sistema Sensoria;
  • numero di Passi, calcolati grazie al sensore. Riteniamo che il calcolo sia abbastanza allineato con gli altri sistemi da noi utilizzati nel passato;
  • Cadenza, calcolata in passi al minuto. In questo caso la metrica è calcolata su un singolo piede, mentre oramai la convenzione è di moltiplicare per due la cadenza, per calcolare i passi dei due piedi.
  • infine, la media al chilometro, in questo caso derivata dal GPS.

Il sistema offre la possibilità di ottenere pure il dislivello positivo e negativo della corsa, sempre calcolato dal sistema. L’App fornirà anche una mappa della corsa, basandosi sulle Mappe Google.

Metriche legate al battito cardiaco

Una seconda tipologia di metriche è legata al battito cardiaco. Condizione necessaria per poter visualizzare il battito è utilizzare una fascia cardio Bluetooth, per esempio Polar H7 oppure Polar H10. Per chi dovesse utilizzare anche un orologio GPS, si può pensare di scegliere Wahoo Tickr Run, da noi recensita nel 2016. Esiste comunque anche una versione “proprietaria” di fascia cardio Sensoria, che non abbiamo avuto modo di testare. I principali dati a disposizione del podista evoluto sono i seguenti:

  • Battito cardiaco, espresso in BPM (battiti al minuto);
  • Percentuale di frequenza Cardiaca, rispetto alla frequenza massima;
  • Zone di allenamento, per chi si allena con le zone cardiache.

Nulla da segnalare su queste metriche, anche perché il sistema dipende dalla fascia utilizzata.

Dinamiche di corsa Sensoria

Le Dinamiche di corsa di Sensoria sono quelle più interessanti e servono per valutare il potenziale miglioramento del podista amatore. Nel nostro sito ne abbiamo parlato approfonditamente, discutendo sia le dinamiche in maniera teorica, sia mostrando esempi concreti di diversi podisti. Vi rimandiamo alla relativa sezione sul sito.

  • Appoggio del Piede, fornisce un’informazione sul modo di appoggio del piede al terreno.
  • Contatto al terreno, la metrica calcola in millisecondi il tempo di contatto al terreno. Riteniamo nei nostri test che nella versione beta sia sovrastimata, rispetto a quella reale. Probabilmente la principale delusione di tutto il sistema, ma penso che sia tutto dovuto alla nostra versione beta, anche perché il sito indica chiaramente che l’impatto debba essere pari a 160-300ms, così come abbiamo spiegato nell’articolo sulle dinamiche di corsa.
  • Punteggio impatto, in sintesi una metrica per valutare la forza dell’impatto al terreno, che dipende dal modo di correre. Più basso il punteggio, migliore sarà la vostra dinamica di corsa. Durante il mio allenamento, il punteggio si è rivelato «medio». Non ho avuto modo e tempo di approfondire le ragioni, ma di certo per neofiti è un buon strumento di misurazione.

Le informazioni sono disponibili su entrambi i piedi ed il confronto tra le due metriche equivalenti offre spunti per valutare il bilanciamento ed eventualmente i problemi di coordinamento e/o di forza.

Alla conclusione dell’allenamento, abbiamo potuto valutare tutti i dati, sia sull’iPhone, sia sul dashboard Mysensoria. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi di ricevere un’email con la sintesi della corsa, davvero molto interessante.

il Sistema Sensoria invia una mail personalizzata alla conclusione dell’allenamento con le principali metriche di corsa

Conclusione e Prezzi

Pensiamo che Sensoria sia davvero uno strumento molto interessante, soprattutto per i podisti amatori che intendono migliorare il loro modo di correre. In particolare siamo rimasti davvero impressionati dalla possibilità di avere un coach virtuale che ci suggerisce come correre e migliorare. Sensoria è riuscita a combinare grandi capacità software (sicuramente la loro principale competenza), hardware e d’abbigliamento: siamo davvero impressionati e pensiamo che ci sia molto potenziale di sviluppo.

Rimaniamo però scettici dalla possibilità che Sensoria si sviluppi nel mercato italiano. Riteniamo che pochi podisti evoluti sarebbero disposti a portarsi il telefono con sé durante le corse. In realtà chi è interessato a dinamiche evolute corre con GPS e non con l’iPhone! Auspichiamo che l’App sia trasferita sull’Apple Watch 3, che permette di ascoltare delle voci virtuali e ha a disposizione il Bluetooth.

Sono pochissimi i podisti evoluti che corrono con il telefono e paradossalmente sono quelli interessati alle dinamiche di corsa

Infine, speriamo che si possa vedere anche una versione più leggera delle scarpe attualmente in dotazione con l’ecosistema Sensoria. Sappiamo in effetti che l’azienda di Seattle ha raggiunto un accordo con Vivobarefoot. per lo sviluppo di una scarpa minimalista che integra il sensore Core.

L’unica ragione per non comprare Sensoria… è l’ingombro del telefono. Resta comunque uno strumento per chi inizia e vuole migliorare la tecnica di corsa

Pensiamo infine che gli sviluppi Software di Sensoria siano la chiave di volta per lo sviluppo ulteriore di un ecosistema davvero promettente. La piattaforma Sensoria è il gioiello della corona e immaginiamo che possano essere «offerto» ad aziende terze per ottenere nuovi strumenti per podisti innovativi.

Le scarpe Sensoria sono pensate per chi vuole ridurre il proprio rischio d’infortunio senza essere un podista Top. Offrono protezione e discrete metriche di valutazione

Acquistare i sensori Sensoria

Come già indicato precedentemente, abbiamo avuto a disposizione una versione beta e non il modello che sarà commercializzato nei prossimi giorni. Da quanto abbiamo capito, il prezzo dell’ecosistema dovrebbe essere di 199 euro e le Sensoria Smart Shoes saranno disponibili direttamente dal sito di Sensoria.

Solette Ares, la recensione dettagliata

Le Solette in Carbonio Ares sono state l’invenzione più dibattuta degli ultimi due anni sui social network e sui forum podistici italiani per una sola e semplice ragione. Promettono quello che molti podisti vorrebbero ottenere: correre più velocemente. Analizzando in maniera dettagliata il sito dei produttori di Cesena si capisce che esistono davvero parecchie ragioni per giustificarne l’utilizzo ma il podista nostrano le ricorda solamente per la campagna pubblicitaria Youtube 2016 in cui si vedevano le solette piegarsi e consentire un super effetto molla con l’indicazione del potenziale miglioramento di 20 secondi a chilometro per chi le usava.

Diversi mesi fa ho comprato le solette e da buon allievo e studente ho cercato di approfondire le conoscenze sull’argomento, semplificare i concetti e descrivere le condizioni d’utilizzo e le limitazioni della tecnologia. Di seguito troverete la mia opinione personale, frutto dei miei test, sul mio modo di correre. Quanto analizzato dal sottoscritto potrebbe non essere valido per altre persone, tenuto conto del fatto che la biomeccanica di corsa è individuale.

Test Ares

Sono stati effettuati tantissimi test negli ultimi 6 mesi, sia in allenamento, sia in gara

Solette Project Ares, la recensione dettagliata

Come tutti i podisti italiani sanno, le Ares sono solette in carbonio che forniscono secondo i produttori innumerevoli vantaggi nella velocità di corsa. Potrebbe essere anche un caso di marketing perché, secondo noi, l’infelice campagna pubblicitaria ha visto molti podisti italiani conoscere il prodotto ma pochi avvicinarsi ad esso, dato che il marketing claim non appariva realistico. Le Solette Ares sono composte da un mix di carbonio, titanio e kevlar con due strati di materiali separati da silicone in memory foam. Con l’utilizzo delle Ares al posto delle solette delle scarpe tradizionali, si dovrebbe aumentare la velocità di una certa percentuale e ridurre il fabbisogno d’ossigeno. A conferma della veridicità delle affermazioni dei produttori, sono citati tre studi che descrivono in dettaglio diversi aspetti scientifici adottati nel progetto.

Ma le solette Ares aiutano davvero a correre più velocemente? Di quanto? In che condizione? Come cambia il comfort della corsa? Su quali scarpe utilizzarle? A chi le consigliereste?

Come al solito, la recensione è dettagliata, frutto di una serie di test accurati. Per guidare il lettore, l’articolo è diviso in sezioni. Vi consigliamo di leggerlo tutto d’un fiato e poi di soffermarvi sulle parti che vi interessano ad una seconda lettura.

Come disclaimer, non abbiamo ricevuto e non siamo interessati a ricevere nessun compenso per questa recensione. Pur essendo soltanto podisti amatori evoluti, le nostre conoscenze analitiche ci aiutano a diffondere in maniera semplice le nuove tecnologie, uno dei principali obiettivi del sito, oltre a permettere ai podisti di tutti i livelli di correre meglio. La filosofia del blog resta la stessa di sempre: no test, no party, non possiamo valutare analiticamente quello che non testiamo. Ogni imprecisione legata alla mancata comprensione della tecnologia Ares è frutto del tempo limitato a disposizione: nonostante le 50 ore per la preparazione dell’articolo, la nostra conoscenza è imperfetta. Ma da amanti della corsa e della tecnologia, abbiamo cercato di rappresentare al meglio pregi e difetti della tecnologia delle solette in carbonio.

https://www.instagram.com/p/BjnEOSWDxYo/

Il modello 2018 delle solette Ares sono state regolarmente comprate su Internet poco prima dell’uscita ufficiale e di seguito vi raccontiamo la nostra opinione.

Unboxing

Le solette Ares si trovano in una confezione nera, che a seconda dei casi potrebbe essere definita elegante o ingombrante. «Quando possiamo buttare questa grossa scatola?» In maniera impaziente mia moglie è da mesi che mi pone questa domanda. «Non appena finisco la recensione» è la mia risposta canonica.

La scatola Ares è davvero imponente ed elegante, con un logo ben definito

Nella parte alta della scatola si trova il logo di Ares stampato, la confezione è molto curata ed il contenuto è limitato ad un piccolo materiale d’istruzione e ovviamente alle due solette posizionate in maniera verticale. Il manuale contiene le principali avvertenze d’uso e si legge in pochi secondi.

Per infilare le solette nelle scarpe, servono semplicemente tre avvertenze:

  1. bisogna scegliere le scarpe giuste (si veda la relativa sezione scarpe)
  2. occorre estrarre le solette attualmente presenti nelle scarpe scelte. Nel caso in cui le solette fossero incollate alla scarpa, è una pessima idea sostituirle con le Ares.

    Le Solette Ares sono esteticamente simili alle solette di una scarpa tradizionale

  3. occorre andare con i piedi di piombo prima di utilizzare le solette, si veda più sotto.

Il Manuale Ares multilingue si legge in pochi secondi e contiene informazioni utili per le prime uscite di corsa

Caratteristiche generali delle solette

Le solette Ares sono state progettate con una struttura ad arco e contengono una combinazione di carbonio, titanio e kevlar per restituire (parte) dell’energia cinetica che altrimenti sarebbe persa. Lo sviluppo e produzione delle solette è realizzato completamente in Italia. Le solette sono a due strati, con silicone in memory foam nella parte centrale.

Le Solette Ares viste di profilo: si nota immediatamente il drop ed il doppio strato di materiale, a sua volta separato da silicone in Memory Foam

Esteticamente le solette sono davvero molto piacevoli, prese in mano si ha le sensazione di utilizzare qualcosa di veramente tecnologico. Appena comprata la speranza di migliorare in gara è altissima e la qualità dei materiali ci spinge a pensare che il risultato finale possa essere ottimo.

Ares solette

I designer delle solette Ares sono stati molto bravi perché sono riusciti a«copiare» il design di quelle tradizionali, pur innovando nei materiali

La scienza delle solette in Carbonio

Come descritto nei documenti di Marketing dell’azienda di Cesena: “Le nostre solette, inserite in una comune scarpa sportiva, ti permettono di migliorare drasticamente le performance. Questo perché grazie ad una speciale struttura ad arco composta da diversi strati elastici di fibra di carbonio e kevlar accumulano l’energia nella prima fase della falcata e la restituiscono nell’ultima.” A confermare quanto descritto, sono citati tre studi che corroborano la tesi secondo la quale con le solette in Carbonio ci sarebbe una migliore performance nella corsa. In particolare lo studio di Steffen Willwacher e altri su 19 podisti è molto interessante perché indica tre conclusioni:

  1. Materiali rigidi elastici, come ad esempio la fibra di carbonio, possono essere utilizzati per modificare il comportamento di piegatura dell’intersuola, facilitando o comunque alterando la biomeccanica di corsa;
  2. atleti amputati alle gambe che hanno adottato protesi di carbonio sono riusciti ad ottenere, proprio grazie alle stesse protesi, un ritorno energetico superiore al 90% dell’energia prodotta, migliorando sensibilmente l’economia di corsa.
  3. il design e lo sviluppo di scarpe da running potrebbero influenzare positivamente le prestazioni riducendo al minimo la perdita di energia più che massimizzando il rendimento energetico

Le solette aiutano a minimizzare la perdita d’energia

Soprattutto l’ultimo punto è scontato, ma val la pena sottolinearlo: per correre forte non servono scarpe con intersuola o solette in carbonio, ma il loro utilizzo consente di ridurre la perdita d’energia generata. L’ipotesi dello studio di Willwacher, confermata dall’analisi dei 19 podisti, ha indicato che l’implementazione di solette rigide in fibra di carbonio comporta uno spostamento del punto di applicazione della forza verso una direzione anteriore durante la fase di spinta della corsa. Questa conclusione è visibile chiaramente in un grafico che abbiamo allegato qui sotto. Si tenga presente che esiste sicuramente un compromesso tra rigidità e velocità di movimento della gamba.

Come l’applicazione della forza viene applicata nella fase propulsiva in funzione della tipologia di scarpe / solette. La linea nera, con le solette di carbonio è più alta per indicare una maggiore spinta anteriore. Grafico tratto dallo studio di Steffen Willwacher e altri.

Infine, soltanto 10 dei 19 soggetti hanno dimostrato un vantaggio significativo nella riduzione di perdita energetica durante gli allenamenti. E questo è confermato anche dagli studi di Nike sulle Vaporfly 4, di conseguenza potremmo affermare:

  • non tutte le solette in carbonio sono uguali;
  • non tutte le persone possono ottenere un vantaggio dal loro utilizzo, molto probabilmente la biomeccanica di corsa influenza la variazione delle performance con l’utilizzo delle solette. In particolare tallonatori e chi appoggia di mesiopiede avrà un vantaggio inferiore a chi corre sull’avampiede. Si veda però anche lo studio dell’Università del Colorado indicante una conclusione (empirica) opposta. Ma stiamo parlando di tecnologie diverse.
Ares - acquisto

Le solette in carbonio in generale e quelle Ares in particolare non sono per tutti. Ma i podisti efficienti possono trarne giovamento

Comportamento nella corsa delle solette Ares

Abbiamo provato le solette Ares per sei mesi, preferendo aspettare ad esprimere un giudizio definitivo. Abbiamo svolto parecchie sessioni d’allenamento, confrontando dati analitici di parecchie scarpe, utilizzando le principali dinamiche di corsa Stryd e Runscribe. Sappiamo comunque che i nostri test non sono stati effettuati su diverse persone, ma solo sul sottoscritto, e come indicato nella parte semi-scientifica, ci sono variazioni teoriche di risultati rispetto alla tipologia di corsa.

Adattamento alle solette Ares

Una premessa importante è che l’utilizzo delle solette richiede un periodo importante di adattamento, bisogna assolutamente prenderle con cautela per evitare degli infortuni muscolari di vario tipo. Questi infortuni chiaramente dipendono dalla vostra biomeccanica di corsa, ma il nostro suggerimento è di utilizzare le prime due settimane per un check up e per facilitare l’adattamento:

  • prima settimana a giorni alterni, solo corsa lenta e non più di dieci chilometri e nel dubbio evitate allenamenti intensi
  • seconda settimana qualche uscita con degli allunghi nella parte finale dell’uscita, limitando l’eventuale durata nel caso sentiste dolori diffusi a qualche muscolo sconosciuto.
  • A partire dalla terza settimana, procedete come nella norma, senza pensare di avere le solette. Ma il consiglio resta comunque quello di non esagerare.

Per le prime settimane, un grande consiglio che vorremmo dare al lettore è quello di non guardare né tempi, né dinamiche di corsa. L’obiettivo del primo periodo è la focalizzazione alla vostra biomeccanica di corsa. Chiaramente adottando le Solette Ares è come cambiare il modo di correre: se nei primi giorni vedete ritmi più lenti rispetto al solito, non scoraggiatevi. Nella nostra esperienza, pensiamo che anche per un amatore evoluto serva un po’ di tempo per adattarsi alle solette Ares, abbiamo preparato diversi grafici per mostrarne l’impatto e suggerire un modello di comportamento. Noi abbiamo preferito procedere con grande cautela perché non ci potevamo permettere un infortunio durante la preparazione della stagione primaverile, ma riteniamo che non ci sia un rischio ulteriore (rispetto a quello consueto) se utilizzate le solette a giorni alterni e siete un podista amatore.

Ares Adattamento

Le Solette Ares richiedono 3 settimane d’adattamento prima di poter essere utilizzate in maniera completa

Corsa lenta

Appena indossate sentirete immediatamente due effetti.

  • Effetto Molla. Se la vostra dinamica di corsa è discreta, capirete che correndo con mesopiede o avampiede, sentirete un effetto molla. Le solette vi spingeranno in avanti, con meno sforzo di quello che normalmente farete per una corsa equivalente. Ho sentito pareri discordanti dopo 30/45 minuti di corsa, ma l’unica certezza è che nei primi minuti di corsa, dopo un adeguato riscaldamento, anche di soli 5 minuti, troverete nuova linfa da queste solette che vi faranno rimbalzare in avanti: la reattività delle solette è decisamente superiore a quella di qualunque altra scarpa.
  • Effetto rigidità. A seconda della vostra capacità di propriocezione, dopo pochi minuti sentirete anche un effetto rigidità più o meno importante, a seconda della vostra condizione fisica, dal vostro modo di correre e dalla vostra biomeccanica di corsa.

Se l’effetto molla vi farà correre più rapidamente, quello di rigidità influenzerà il vostro modo di correre e nel lungo termine vi farà correre più lentamente. Quale dei due effetti dominerà? Difficile dirlo, sicuramente dipende! e proprio per questa ragione, l’azienda di Cesena vi offrirà la possibilità di testare per 30 giorni le solette prima di restituirle, nel caso in cui il vostro modo di correre non sia compatibile con le caratteristiche delle solette.

Correndo lentamente, non c’è ragione di utilizzare le Solette Ares, non avete bisogno di migliorare la prestazione ed il vostro unico obiettivo dovrebbe essere quello di recuperare dopo un allenamento intenso, sia dal punto di vista fisiologico, sia cardiovascolare, sia di quello biomeccanico. Detto ciò, se proprio vorrete utilizzare le Solette, sappiate che sicuramente ne otterrete un vantaggio rispetto alle solette tradizionali.

Corsa veloce

Non si può nascondere che in effetti le solette Ares consentono di correre più velocemente. Di quanto? Beh, dipende dalla vostra biomeccanica di corsa, anche per i test delle Nike Vaporfly 4 percento non si è calcolato un valore puntuale ma semplicemente una media rispetto agli atleti che sono stati sottoposti ai test. Nei nostri allenamenti, abbiamo utilizzato oltre 20 volte il «Fartlek Moneghetti», una delle sedute meno invasive, ma al tempo stesso allenamento indicativo della performance sulla corsa veloce (nota: si tratta di correre 20 minuti intervallati velocemente / lentamente).

Ebbene, confrontando i parametri di Velocità, di Lunghezza del passo e soprattutto di Stiffness, notiamo sulla mia biomeccanica di corsa, un miglioramento delle performance, e di conseguenza un miglior risultato.

Corsa lunga

Secondo i nostri test, una volta superata l’ora di corsa, l’aspetto legato alla rigidità delle solette ha un impatto decisamente limitante nella gestione della gara. Non ho mai corso nessun lungo con le solette, però ho provato ad utilizzarle in una maratona. In particolare alla Maratona di Anversa (quinto assoluto, primo MM45), ho notato un significativo peggioramento delle prestazioni nella seconda parte di gara. Se sulle gare corte, penso che ci sia un vantaggio significativo, probabilmente la rigidità influisce negativamente sul risultato oltre le 2 ore di corsa. Forse non ero sufficientemente allenato, forse non avevo svolto sufficienti sessioni di forza, ma alla prova dei fatti l’appoggio al terreno dopo 2 ore di gara è decisamente peggiorato. Un grafico parla più di mille parole: utilizzando Stryd si vede che il parametro di Stiffness è significativamente diminuito nella seconda parte. Ovviamente non sto dicendo che non siano utili in gare lunghe, soltanto che io non le userò nel futuro sopra i 21km. De Gustibus!

Utilizzo suggerito

Da quanto scritto precedentemente, si evince che il nostro consiglio è di utilizzare Ares in gare dai 5 ai 10 chilometri ed eventualmente, per podisti più evoluti, sulla mezza maratona. Suggeriamo di provarle anche in allenamenti di qualità ed invece di lasciarle nell’armadio nel caso di uscite lente a sensazione e per corse più lunghe. Molto probabilmente non sopporterete il lieve fastidio dell’effetto molla in uscite di rigenerazione e in gare lunghe oltre l’ora e mezza.

Aspetti da considerare delle Solette Ares

Come già indicato, la nostra opinione è positiva, ma non sono tutte rose e fiori e non vorrei che il lettore pensasse quello. A parte la performance sulla lunga distanza, riteniamo che ci siano 4 aspetti da considerare nell’utilizzo delle solette, alcuni negativi, altri non necessariamente:

  • come caratteristica, le solette proprio per la loro costruzione sono progettate indipendentemente dalle scarpe in cui saranno inserite. In particolare, le solette saranno sempre infilate sopra l’intersuola, riducendo in maniera significativa l’ammortizzazione pensata dalle scarpe stesse. Anche se le solette offrono un piccolo grado di ammortizzazione, è sicuramente inferiore a quello di qualunque scarpa che avrete provato. Di conseguenza, come già indicato, occorre un periodo di adattamento, prima dell’utilizzo. Proprio per quello parliamo di «effetto rigidità».

    Sostituire le solette tradizionali con Ares è veramente molto semplice, ammesso che le solette tradizionali non siano incollate alla scarpa

  • Le solette pesano 59 grammi sul numero 42-43, mentre quelle “tradizionali” soltanto 5-10 gr. Siccome l’aumento di peso delle scarpe ha un’influenza negativa sulla performance, è importante tenere in considerazione il peso delle scarpe prima di decidere quali indossare. Anche se è probabile che la reattività delle solette compensi il peso, occorre considerare anche quest’aspetto. Inoltre, non tutte le scarpe sono uguali, per esempio la forma di Altra è completamente diversa rispetto alle solette tradizionali. Infine per alcune scarpe, l’eccessiva reattività delle stesse, combinata con un drop basso, potrebbero provocare problemi ai vostri tendini. Nonostante la mia corsa relativamente efficiente, ho notato problemi di affaticamento. Per esempio dopo un allenamento intenso con le Salming Race, ho dovuto correre solo lentamente per evitare problemi supplementari.

    Il Peso delle Scarpe Ares è di 58-59 grammi sul numero 42.5, occorre tenerlo presente nella scelta delle scarpe

  • Il costo dell’utilizzo delle Solette è superiore a quello che normalmente un podista medio è disposto a spendere. Nonostante le solette dureranno molto più delle scarpe in cui sono inserite, stiamo parlando di un investimento di 269 euro, che non tutti sono disposti ad affrontare. Si tenga presente che l’azienda di Cesena offre comunque un servizio di «rigenerazione» delle solette dopo 1000 km, fondamentalmente al costo.
  • La rigidità eccessiva potrebbe crearvi vesciche per un utilizzo eccessivo, non necessariamente un problema… tranne durante la corsa. Per il resto c’è Compeed.

Solette Ares e Scarpe da gara

E quali scarpe da gara utilizzare? Difficile dirlo, perché vale il principio del professor Nigg dell’università di Calgary. Scegliete le scarpe che già utilizzate, sapendo che sono quelle per voi più confortevoli. Ma prima di utilizzare le solette Ares, sappiate che:

  1. le scarpe a basso drop e molto rigide potrebbero aumentare sensibilmente il vostro rischio d’infortunio, soprattutto ai tendini. Non vi consigliamo di esagerare: non ne vale davvero la pena;
  2. scarpe troppo ammortizzate o morbide probabilmente non sono “compatibili” con Ares, non ne trarrete il vantaggio cercato;
  3. scarpe con solette incollate non possono essere utilizzate per ovvie ragioni;
  4. infine, scarpe relativamente più leggere dovrebbero essere quelle maggiormente utili. In tal caso però sappiate che le solette occupano uno spazio maggiore di quelle tradizionali, quindi occorre fare alcune prove di compatibilità prima di scegliere le scarpe adatte.

In conclusione, non esiste una scarpa perfetta, noi ci siamo trovati davvero molto bene con le Altra Vanish R, proprio perché non eccessivamente rigide e con un ampio spazio anteriore e laterale. Ma altri modelli sono utili. La nostra selezione comprende le seguenti 3 scarpe, più una serie di altri modelli come alternativa:

Adidas Adios 3

L’ammortizzazione delle Adidas adios 3 Boost è fantastica, reattiva e il grip eccellente. Con le Ares il risultato è decisamente ottimo per corse veloci fino ai 10km.

Asics Dynaflyte 2

Di queste scarpe avevamo parlato nei mesi scorsi. Dynaflyte è leggera, veloce ed efficiente: tutti gli ingredienti che rendono la scarpa da corsa perfetta per essere utilizzate con le Ares.

New Balance 1400V5

Ne avevamo parlato per la recensione a Settembre 2017. Le New Balance 1400 v5 sono fantastiche con Ares, nonostante la forma leggermente stretta. Non essendo soltanto una scarpa da gara, la versione 5 delle New Balance 1400V5 è adatta anche per allenamenti intensi, ma al tempo stesso si comporterà bene in gare fino ai 10k. E per chi fosse un po’ restio alle scarpe da gara… suggeriamo come alternativa le New Balance 1500V4, pensate con allacciatura BOA.

Scarpe Alternative per essere usate con Ares

Abbiamo indicato solo le top 4 (Altra + Adidas, New Balance e Asics). Ovviamente altri modelli sono suggeriti, paradossalmente sono scarpe su cui abbiamo fatto delle recensioni dettagliate, visto che amiamo scarpe reattive ed ammortizzate:

Purtroppo/per fortuna ognuno di noi ha un piede diverso e quello che nella maggior parte dei casi potrebbe andare bene ad alcuni, potrebbe generare infortuni per altri. Il nostro suggerimento resta quello di provare le vostre scarpe attuali, prima di comprarne di nuove.

Conclusione e Prezzi

Siamo rimasti davvero sorpresi dai test effettuati durante questi sei mesi. Le Solette Ares si sono dimostrate davvero utili nel correre più velocemente, abbiamo stimato che il miglioramento della velocità sia pari al 1%-2%, con il nostro modo di correre, soprattutto sulle distanze più brevi. Non siamo intellettualmente in grado di dire se migliorino le vostre performance. Indossare Ares potrebbe migliorare i vostri risultati, ma il miglioramento non sarà di certo sensibile. Infine, la sensazione di rigidità della corsa si farà sentire sempre di più con il passaggio del tempo e quindi non suggeriamo di utilizzarle sopra i 60 minuti di corsa. Siete disposti a spendere oltre 250 euro per correre almeno 1% più velocemente nelle serali di paesi o nelle gare FIDAL? in tal caso, vi consigliamo di non pensarci due volte.

Non dimenticate però di andarci cauti: anche se la casa di Cesena indica nei documenti di marketing la riduzione degli infortuni, quest’ultimo aspetto non l’ho potuto testare. Empiricamente (per esempio leggendo Magness) cambiando la biomeccanica di corsa, nel breve periodo, gli infortuni tendono ad aumentare, non a diminuire. Ma come diceva un famoso spot degli anni ’90, «mai avuto carie in vita mia».

Ares: conclusioni

Le Solette Ares non sono per tutti e non aiutano in tutte le distanze. Ma sul breve offrono un discreto vantaggio.

Acquistare le Solette Ares

Le solette Ares sono disponibili sul sito dell’azienda di Cesena. Come già indicato precedentemente, anche a causa del prezzo (dovuto fondamentalmente al costo dei materiali in carbonio e Kevlar, oltre ai costi di progettazione) avrete 30 giorni di tempo per decidere se tenere o restituire il prodotto. Nel caso in cui vorreste comprarle, vi suggeriamo d’utilizzare il codice di sconto “PITT10“, che vi consentirà d’ottenere uno sconto del 10% sul prezzo di listino, e ci consentirà di finanziare gli acquisti di strumenti innovativi da recensire in maniera dettagliata.




Il Passatore, un’analisi statistica

Nel 1947 il defunto scrittore britannico Stephen Potter coniò scherzosamente il termine «gamesmanship» per descrivere «l’arte di vincere partite senza in realtà barare». In effetti, gli atleti moderni, alimentati da ricompense esorbitanti, possono facilmente essere tentati da comportamenti immorali in gara. E gli atleti della domenica? Dopo aver letto alcuni post sui Social Network per le ultime gare di ultramaratona, ho voluto cercare di capire se effettivamente esistevano comportamenti scorretti anche in gare dove l’aspetto monetario è irrilevante. L’ho fatto partendo dai dati. Non sono un grande esperto di corsa di lunghe distanze, nonostante mi piaccia gareggiare ed ottenere piccole soddisfazioni. Ho corso una sola Ultra-maratona, la Wings for Life 2017, quindi non conosco perfettamente le dinamiche di questa tipologia di gare. Tuttavia, ora che sono «off» dalla corsa, mi sono ricordato del mio recente passato in cui preferivo utilizzare la tastiera del computer piuttosto che allenarmi. Quanto letto nelle ultime settimane mi ha fatto tornare la voglia di effettuare alcune analisi statistiche.

Consiglio di spegnere le notifiche del cellulare e dedicare 10 minuti alla lettura di quanto segue. Buon divertimento!

Passatore 2018: i furbetti del Negative Split

Approfittando del fatto che nel prossimo week-end si svolgerà la Comrades Marathon, una delle ultra-maratone più belle mai corse al mondo, con dei premi fantastici ed una bellissima cornice di pubblico, ho deciso di valutare se anche in Italia si verifica uno strano fenomeno oramai conosciuto nel paese Sudafricano, il taglio del percorso. I sudafricani lo chiamano cheating, «imbroglio». In Italia preferiamo il termine “furbetti” per denotare il comportamento di chi per scelta decide di non correre tutti i chilometri di una gara, nella fattispecie i 100 del Passatore.

Qualche anno fa un professore Sudafricano, Mark Dowdeswell, uno statistico della Wits University, ha cercato di stabilire statisticamente quanti furbetti avessero corso l’ultra Maratona che si svolge a Durban la prima settimana di Giugno. Analizzando i dati della Comrades Marathon 2013, Dowdeswell identificò almeno un gruppo di 20 atleti che avevano degli split negativi importanti: correvano cioè  molto più velocemente nella seconda metà della gara. In una gara delle lunghe distanze, il negative split è un evento più improbabile che in una gara cortaOvviamente Mark indicava solo incoerenze statistiche che per chi non ama o conosce la materia potevano sembrare soltanto dei pretesti per avere visibilità gratuita da parte del professore, al fine di vendere i suoi servizi statistici. Ed in effetti, nessuno è stato formalmente accusato e tolto dalla classifica dopo la pubblicazione dell’articolo.

Ed al Passatore? Succedono cose simili? Ce lo siamo chiesti nel week end scorso, adottando una metodologia modificata di quanto sviluppato 5 anni fa.

I dati, l’unica fonte «certa» di analisi

Prima di discutere i risultati dello studio, vorremmo sottolineare una premessa importante e doverosa. Quest’analisi statistica è stata possibile grazie al supporto di una serie di amici che negli anni hanno corso il Passatore ed hanno fornito consigli su come svolgere lo studio. Ringraziamo anche Cosimo Bertotto, il podista Tarantino che ha debuttato al Passatore quest’anno, per averci dato preziose indicazioni sulla gara e sui possibili tagli. Grazie alle nostre conoscenze statistiche e di data mining siamo riusciti a manipolare i dati grezzi per ottenere informazioni sintetiche. I dati sono presenti sul sito Endu.net, ma utilizzare il file Excel è possibile solamente a fini personali. Per questa ragione abbiamo usato uno script Python e il software R per visualizzare i risultati. In tal caso non è necessaria nessuna autorizzazione perché i dati sono visibili anche senza necessità di password. La nostra analisi è fatta tutta a livello aggregato, per evitare di creare polemiche inutili. L’obiettivo di quest’articolo è sensibilizzare gli organizzatori di gare di media e lunga distanza ad utilizzare la tecnologia per garantire una classifica più attendibile.

Per stabilire eventuali incongruenze nei dati, siamo partiti dai sette intermedi individuali e dal risultato finale. Abbiamo inizialmente confrontato il tempo in secondi di ogni podista alla Colla (dopo 48 km) ed all’arrivo a Faenza (dopo altri 52 km) e calcolato un rapporto per quantificare la variazione del tempo tra la prima e la seconda parte. Per esempio, il nostro amico Cosimo è transitato alla Colla in 6 h 59 minuti e ha completato la sua gara in 16 h e 3 minuti, ciò significa che ha sostanzialmente corso la seconda parte del 31 percento più lentamente. Per darvi un’idea, il vincitore della gara Andrea Zambelli ha corso la seconda parte lo 0 virgola 5 percento più lentamente, re Giorgio Calcaterra il 10 percento. Alleghiamo nel grafico i punti dei primi 30 per spiegare il concetto e darvi un’idea della difficoltà di correre più velocemente nella seconda metà di gara.

Solo 1 dei primi 30 arrivati al passatore è riuscito a correre con uno split negativo, peraltro dello 0,7% solamente

Viceversa, correndo gli ultimi 52 km in 6 ore e i primi 48 km in 7 ore, il podista otterrebbe uno split negativo di circa il 14 percento. Contrariamente alla Comrades Marathon non abbiamo una suddivisione esattamente uguale tra prima e seconda parte, ma considerando che la parte più difficile è la salita della Colla, la nostra approssimazione è accettabile. Inoltre come da tradizione, una volta raggiunta la cima, si perde giustamente tempo al ristoro per recuperare energie. Proprio perché la seconda parte è in discesa non abbiamo utilizzato la media al chilometro. Ciò implica che nel calcolo del «negative split» ci sia un margine dell’8%, ossia 4 km in più.

Si noti infine che nella lista dei 2426 arrivati al traguardo di Faenza, 49 passaggi intermedi non sono stati rilevati e in particolare 4 podisti non hanno un tempo intermedio alla Colla e quindi sono stati esclusi dall’analisi.

Passatore 2018: alcuni grafici che parlano da soli

Diamo un’occhiata alla distribuzione statistica del rapporto tra la seconda e la prima parte di gara.

La prima cosa da notare è che circa il 13% dei podisti ha corso la seconda parte almeno il 30% più lentamente della prima e che in media si è corso più lentamente di oltre il 15% la seconda parte. Possiamo inoltre vedere che solo una piccola percentuale dei partecipanti ottiene uno split negativo, delimitato nel grafico dalla linea verde continua. Questa è una percentuale piccola ma non piccolissima, ci saremmo aspettati molti meno podisti in grado di un exploit del genere. In effetti ben oltre il 7.7% dei podisti hanno corso gli ultimi 52 km più velocemente dei primi 48 km. Di primo acchito un dato sorprendente, soprattutto pensando a quanto succede in Maratona. Ma è proprio possibile?

Passatore, istogramma di gara

Poco meno dell’8% dei Podisti ha corso la seconda parte di gara più velocemente della prima al Passatore

Se un indizio non fa una prova, abbiamo approfondito anche il rapporto tra tempo di conclusione della gara e il negative split. Ci saremmo aspettati che i più allenati, i più veloci, sarebbero coloro che hanno un negative split più probabile. Sui grandi numeri, in effetti è così. Confrontando la distribuzione dei veloci (sotto le 11 ore) e dei “lenti” (sopra le 11 ore) si vede che, come la teoria prevederebbe, i più veloci hanno uno split negativo più probabile ed i più lenti uno più alto. Per chi non è avvezzo alla statistica, si noti che la densità è pari a 100 per entrambe le distribuzioni, ma i più lenti sono molto di più.

Confronto tra ultramaratoneti veloci e lenti al Passatore 2018: i più veloci in generale hanno una migliore resistente

Ma se invece si prendono solo i dati dei top 30 e li si confronta con chi ha corso sotto le 11 ore, la sorpresa sui nostri volti si è subito materializzata. Prima di guardare l’istogramma vorremmo ricordare, come mostrato precedentemente, che nessuno dei primi 10 e 1 solo sui primi 30 sono riusciti ad ottenere uno split negativo. La domanda sorge spontanea: come mai i “veloci non top” hanno split negativi migliori dei top? al lettore la risposta.

Istogramma Passatore

I Podisti veloci ma non top hanno corso percentualmente più veloci nella seconda parte rispetto a quelli Top

Casi Estremi: come scoprire i furbetti?

Ma per sapere chi ha veramente barato, bisognerebbe analizzare la distribuzione degli estremi. In generale si analizzano gli outliers, ossia le più probabili incoerenze per stabilire se il modello analizzato è sensato. Per il Passatore, possiamo valutare due situazioni.

Valori positivi del rapporto sono normalissimi. Nella seconda parte di gara si corre decisamente più lentamente ed è fortemente probabile che una crisi avvenga per mancanza di energia o per debolezza psicologica. Oltre il 46 percento dei podisti ha corso la seconda parte almeno il 15 percento più lentamente della prima parte.

All’estremo opposto abbiamo situazioni in cui diversi podisti hanno corso la seconda parte molto più velocemente della prima. Specialmente se si è camminato nella salita della Colla (si veda però il seguito) possiamo indicarlo come evento statisticamente possibile, ma è sicuramente più strano e difficile da accettare. Anche Cosimo ha camminato nella salita e nonostante ciò ha corso il 31% più lentamente nella seconda parte. In effetti alcuni eventi sono più improbabili di altri, specialmente sui grandi numeri. Per esempio, ci sono 34 podisti che hanno corso la seconda parte tra il 7% ed il 20% più velocemente della prima. Ma è davvero possibile?

L’attento lettore potrebbe non condividere la nostra analisi. Chi cammina alla Colla per definizione avrà la tendenza a correre più velocemente nella seconda parte. Ma è proprio vero? I numeri tendono a smentire l’amico lettore. Confrontando il grafico normalizzato al km 31,5 con quello al quarantottesimo, noteremo una quasi perfetta correlazione (>90%) con lo split negativo definito precedentemente. I punti fuori dal grafico sono relative a prestazioni sospette, oppure a chi è entrato in crisi nella seconda parte di gara.

Correlazione tra il rapporto prima / seconda parte ed il tempo normalizzato a Borgo San Lorenzo: forte correlazione tra i due

Conclusioni

Dopo aver analizzato tutti questi dati, siamo arrivati alla conclusione che ogni mondo è paese. Anche in Italia, così come in Sudafrica, è molto probabile che almeno 1 persona sia salita su una delle tante bici presenti al Passatore, soprattutto nella seconda parte di gara. Forse la nostra analisi è una grande semplificazione della realtà, ma c’è una probabilità non nulla che alcuni podisti abbiano imbrogliato approfittando dell’oscurità e della mancanza di controlli efficaci. È anche possibile, sebbene altamente improbabile, che alcuni di questi podisti con split negativo abbiano risparmiato tante energie nella prima parte per ottenere risultati migliori nella seconda.

Non ci sentiamo di accusare né di giustificare nessuno. Non abbiamo ricette magiche per evitare questo fenomeno, ma per il rispetto di chi si è allenato seriamente, di chi ha utilizzato la propria resilienza per arrivare al traguardo completamente con le proprie gambe, suggeriamo agli organizzatori di dotarsi di strumenti tecnologici per effettuare maggiori controlli.

Basterebbe utilizzare dei GPS e caricare i file su un sito dedicato per smascherare i furbetti

Ora con l’Ultratrack di Polar oppure di Garmin l’analisi del tracciato è automatizzabile e i controlli molto efficaci. Per chi avesse già il GPS, si potrebbe offrire uno sconto sull’iscrizione, nel caso in cui il podista sia disposto a caricare il tracciato su un sito dedicato. Per chi non avesse un GPS, si potrebbe offrire in comodato d’uso un orologio di una delle principali aziende produttrici. Siamo sicuri che questa scelta sia un vantaggio per tutti e consenta una migliore trasparenza informativa. In alternativa, la maratona di Londra insegna, si potrebbe aggiungere al comitato organizzatore un giovane neo-laureato in statistica che, con poche righe di programma, aiuterebbe a trovare i (presunti) «cheaters». 

Anche se con il beneficio del dubbio, vi assicuro che c’è una probabilità non nulla che qualche furbetto abbia corso il Passatore 2018 e appaia ancora in classifica.

Per approfondimenti

Per chi volesse approfondire alcuni argomenti discussi, alleghiamo alcuni links:

Maratona e Psicologia, debutto in maratona a Vercelli

Dopo aver corso la Mezza Maratona di Novara, e scritto il libro Stress e Performance atletica, Cesare Picco si è cimentato nella gara più importante dal punto di vista fisico e mentale. Vediamo come si possono coniugare Maratona e Psicologia, nel racconto del nostro bravo psicologo e collaboratore del blog.
Nota del redattore: Cesare sta realizzando una ricerca su Maratona e atteggiamenti mentali, se non l’avete ancora fatto, vi suggeriamo di completare il questionario di 15 minuti.

Uno psicologo in corsa: la mia prima maratona

Torniamo indietro di qualche mese. Siamo a Settembre 2017. Il lavoro mi lascia meno tempo libero e la bici diventa un lusso. Decido di passare alle scarpette da corsa in modo continuativo (in passato mi capitava di correre solo saltuariamente). Contemporaneamente la mia compagna parte per prendere parte a una formazione in California della durata di due mesi.

Mi passa per la mente il desiderio di mettermi alla prova e di associare all’inizio della mia carriera podistica anche un piglio competitivo. Mi alleno per un paio di mesi con obiettivo la mezza di Milano. Il risultato è superiore alle mie aspettative (1h23’19”). Opto quindi per continuare la preparazione, direzione Vittuone a metà febbraio. Purtroppo mi scopro scarico di testa (il mio motore mentale è a Gas e do il meglio di me quando gli stimoli stressanti sono lievi e brevi) e decido quindi di competere a Novara a inizio Febbraio, una decina di giorni prima di quanto preventivato. Chiudo in 1h21’34”, miglioro ma sono consapevole della necessità di tirare il fiato fisicamente e mentalmente.

So che per ottenere il meglio da me stesso e per sperimentare uno stato di benessere ho bisogno di essere rilassato. Decido quindi di mettere da parte obiettivi sportivi (per me fonte di stress) e di correre solo per piacere. Inizio procedendo unicamente a ritmi blandi, senza nessuna variazione. Sento tornare lentamente le energie mentali, progressivamente vedo aumentare i chilometraggi e nasce in me l’idea di sperimentarmi in una maratona. Ricontatto il coach Stefano Ruzza e ci diamo due mesi per prepararla al meglio. Il mese di rigenerazione è stato salutare e sento nuovamente di aver fame e di essere disponibile a soffrire in allenamento.

Maratona, scelta della gara

Maggio è il mese in cui mi confronto tradizionalmente con un picco lavorativo. So che non potrò cercare gare successive a questo mese. Inoltre le condizioni climatiche potrebbero divenire avverse con un possibile aumento della temperatura. Dall’altra parte siamo a inizio Marzo e per preparare una maratona serve tempo. Opto per cercare una gara tra fine Aprile e inizio Maggio.

Non avendo mai corso una maratona esiste la possibilità di partire nelle retrovie se scegliessi una gara con le griglie di partenza. In considerazione di queste variabili la mia decisione cade sulla maratona di Santhià nel vercellese.

La gara si terrà il 1° Maggio, non è molto partecipata (da 300 a 400 podisti) quindi gruppo compatto in partenza e con un livello atletico non di primo piano. Sento che è la manifestazione perfetta per iniziare.

Definizione degli obiettivi

Definire un obiettivo non avendo un precedente riferimento non è stato semplice. Per questa ragione mi sono fidato del parere del Coach e della sua esperienza. Insieme abbiamo deciso di non essere troppo esigenti e di stilare una meta raggiungibile, soprattutto non sapendo come il mio corpo avrebbe recepito allenamenti di endurance e come avrebbe affrontato l’ultima parte di gara.

Come spesso consiglio trovo utile definire tre diversi obiettivi: 1) un tempo minimo in cui sperimentare soddisfazione; 2) un tempo sfidante, ma raggiungibile; 3) un tempo molto sfidante e raggiungibile solo in condizioni ottimali.

La decisione è la seguente:

  • 3h00′
  • 2h56′
  • 2h52′

La strategia di corsa

Anche in questo caso, non avendo esperienze precedenti mi sono fidato completamente del parere del coach. L’idea era di partire con gioco e un po’ sotto ritmo per i primi 27 km, tenendo un passo sui 4’14” al km e di aumentare negli ultimi 15 godendo anche della spinta legata alla percezione di “averne”.

So che questa può non essere la strategia migliore per ottimizzare il risultato, ma per la prima maratona sembrava perfetta, minimizzando il rischio di saltare.

Il pre-gara

I giorni che precedono la maratona sono molto caldi e sento la fatica del corpo in questo processo di adattamento climatico. Sono inoltre giorni molto densi a livello lavorativo e lo stress è palpabile. I dubbi sulla condizione e l’inesperienza ne aumentano il livello

Forse per queste ragioni digerisco male l’ultimo allenamento a 2 giorni dalla gara. Quattro serie di ripetute da 2 km a ritmo maratona o leggermente sotto. Un allenamento molto semplice, da cui esco però con gambe di legno, che mi accompagneranno fino alla sera prima della maratona.

Pensavo di aver compromesso due mesi di duro lavoro, ma la prendo con filosofia. Cercherò di fare il massimo e di godermi l’esperienza.

Alla partenza

So di non essere al 100%. Da una parte mi spiace non poter massimizzare il risultato, ma dall’altra mi aiuta a smorzare le aspettative verso me stesso.

Sia durante il riscaldamento, che sulla linea di partenza, mi scopro felice. Voglio essere dove sono e sorrido sapendo che sto per iniziare un’avventura di 42 km e di circa tre ore.

I primi 10 km

Come immaginato le gambe non girano al meglio, sudo molto e la percezione di fatica arriva da subito. Mentalmente, però, sono fresco e in controllo, decido di bere molto e bagnarmi il più possibile. Quasi subito è presente un ristoro, prendo un bicchiere d’acqua e me lo rovescio addosso.

Sento di aver fatto la scelta giusta e sperimento un senso di benessere. Ora l’obiettivo è mantenerlo il più possibile.

Il cielo è nuvoloso, ma luminoso. Incollo la mia attenzione alle nubi, ai loro movimenti e seguo il volo degli uccelli. Poco prima del 5° km inizio a correre da solo. Guardare il cielo è bello, ma può essere pericolo se fatto in gruppo. Fino al 10° km non mi accorgo nemmeno di essere in corsa. Mi sento steso su un prato a godermi il panorama.

La fatica è scomparsa e non mi curo molto del mio passo, che comunque è in linea a quanto deciso.

Dal km 10 al km 21

Dal 10° km non riesco più a dirigere l’attenzione dove vorrei e mi ritrovo in corsa. Sto bene, le sensazioni sono buone, la fatica è poca e mi accorgo di riuscire a recuperare progressivamente 5/6 maratoneti. Ora sono pienamente in gara e sto competendo. Al passaggio della mezza sono in un gruppo di cinque persone e il mio Garmin fa segnare 1h28’09”. Moltiplico per due e so che a questo ritmo potrei chiudere a poco più di 2h56′.

Dal km 21 al km 30

Seppure il coach mi avesse detto di stare buono fino al 27°/30° km, mi lascio prendere. Aumento il passo e lo porto sui 4’05” per un paio di chilometri, ma capisco essere leggermente troppo veloce per la giornata odierna. Calo leggermente seppure scelga un ritmo più veloce dei primi 21 km.

Questo mi permette di superare una persona che vedevo precedentemente in lontananza al 24° km, quando la strada diventa un lungo vialone dove nei due sensi di marcia si incontrano i percorsi tra chi va verso la boa dei 28 km e chi dai 28 km va verso i 32.

Questo tratto mi fornisce una panoramica delle posizioni che mi precedono: i primi tre sono molto distanti, dietro di loro un gruppo nutrito, e da me, non raggiungibile. Sono completamente solo. Ne prendo consapevolezza, non ci sono più maratoneti da raggiungere o superare. Ora la corsa sarà una gara esclusivamente con me stesso.

Dal km 30 al km 40

Passo il 30° km indenne. Sto procedendo bene e mi prefiggo di terminare intorno alle 2h55′. Le energie non sono più numerose come prima, ma sento che ce la posso fare. Questa convinzione mi accompagna fino al 32° km quando sento che qualcosa non va.

Inizio a fare progressivamente più fatica, le gambe sono più pesanti, il mio pensiero non è più lucido come prima. Proprio ora che ho bisogno di pensare lucidamente, non sono più lucido. L’unica cosa che riesco a fare per ingannare la fatica è contare. Conto. Moltiplicazioni, divisioni, addizioni, sottrazioni e proiezioni. Cercavo solamente di spostare la mente dalla fatica, ma senza molto successo.

Il mio GPS era implacabile e mi indicava che stavo viaggiando a circa 4’40” al km, ovvero 30 secondi al km in più del mio passo precedente.

Dal km 40km al km 42

Mi superano alcuni podisti che in precedenza avevo superato. Quei 2 km tra il 22° e il 24° km a 4’05” erano stati un brutto errore, mi ero giocato l’obiettivo delle 2h56”, ma ora dovevo farmi carico del mio errore e portare il mio corpo al 42° km.

Fortunatamente sento le energie tornare. Forse la consapevolezza di poter arrivare al traguardo mi sblocca e torno a girare a circa 4’15” al km. Sentivo di poter aumentare, ma di non voler rischiare ulteriormente.

Sprinto solo sul rettilineo finale. Mentre taglio il traguardo guardo il tempo 2h59’32”. Ce l’ho fatta e sono felice!

Strumenti utilizzati

Scarpe: Kalenji Kiprun Fast

Pantaloncini: Kalenji Kiprun Light

Maglietta: Salomon

Calze: Kalenji light

Polpaccere: Mount Swiss

Orologio: Garmin Forerunner 220

London Marathon 2018, quando “amici” e “medaglia” valgono più di “tempo” e “classifica”

London Marathon 2018

Dopo quindici maratone in undici anni, ho affrontato l’attacco alla quindicesima medaglia (a Firenze nel 2014 l’unico ritiro) come mai avevo fatto prima, ovvero con un puro e semplice obiettivo da finisher: arrivare in fondo sulle mie gambe senza fare ulteriori danni al tendine d’Achille, ovviamente senza trasformare la gara in un calvario, quindi OK un po’ di sofferenza, ma senza gesti eroici o autolesionisti.
Un approccio completamente diverso dai precedenti, dove (qualche volta di più, qualche volta di meno) ero arrivato all’evento preparato e convinto di poter raggiungere un risultato cronometrico compatibile con quanto fatto nel percorso di allenamento: in tutte le maratone ho sempre azzeccato il tempo finale con una differenza massima di tre o quattro minuti su quello previsto.

Se fosse stata una qualsiasi altra maratona avrei rinunciato a partire, fermandomi completamente, probabilmente già a fine febbraio, ma quando si parla di un evento come la London Marathon, considerando le difficoltà a ottenere un pettorale, il fatto di andarci con un gruppo di amici e di correre in sostegno a una charity grazie all’impegno di Maurizio e soprattutto al fatto di averla già corsa nel 2013, quindi consapevole di cosa mi aspettava… ecco che l’obiettivo a inizio marzo è virato da “Voglio correre a Londra sotto le 2h35′!” a “Voglio almeno riuscire a partire e arrivare a metà, ma farò di tutto per arrivare in fondo!”.
Quindi con Matteo abbiamo pensato a pochi allenamenti a settimana, praticamente solo ripetute o simili, per chilometraggi non eccessivi. Due settimane con meno di 20 km totali, altre tre tra 30 e 38 km, poi cinque settimane tra 40 e 52 km totali. Mai due allenamenti in giorni consecutivi (e solo due volte ho superato di poco i 20 km), spesso addirittura due giorni di pausa tra due allenamenti, se il fastidio aumentava.
Dopo la 10 km del 15 aprile, ho corso martedì e giovedì scorsi per 20 km totali, in modo da avere poi due giorni senza corsa e arrivare alla gara senza troppi fastidi al tendine.

Il viaggio a Londra e i giorni pre-gara

London Marathon 2018Viaggio di andata senza intoppi: Trieste-Venezia in macchina, parcheggio a due minuti dall’aeroporto, atterraggio in orario a Gatwick, Gatwick Express preso al volo fino a Victoria Station, poi a piedi in albergo (zona Pimlico) a lasciare le valigie e subito dopo in metro e treno verso l’ExCel per il ritiro del pettorale e il classico giretto nel villaggio maratona. Anche se la forma atletica non è quella migliore, l’ambiente e l’eccitazione generale aiutano ad aumentare la voglia di correre…
Cena con quasi tutto il gruppo di amici in un ristorante italiano vicino all’albergo dove ho finalmente conosciuto live il mio “insider” londinese Andrea: abbiamo mangiato bene, peccato che i tempi del servizio siano stati ben più lenti dei nostri personal best in maratona!!!
Il giorno dopo, passeggiata fino a Buckingam Palace, poi su fino a Piccadilly Circus, Chinatown e pranzo veloce a Soho da “Vapiano”, nel nome un monito per il giorno dopo, con tanto di motto aziendale “Chi va piano va sano e va lontano”. Nel frattempo, continuavano ad arrivare e-mail dall’organizzazione per mettere in guardia i partecipanti sulle temperature previste in gara: si prospettava la London Marathon più calda della storia! Finito il pranzo, Simone e io siamo rientrati in albergo in metro, mentre Andrea e Maurizio hanno continuato a girare a piedi fino a poco prima di cena… eroi anche in questo! Cena presto vicino all’albergo e a letto altrettanto presto, con la sveglia puntata verso le 5:30, per riuscire a fare tutto senza fretta.

Il giorno della London Marathon

London Marathon 2018Prima delle 5:00 eravamo già tutti svegli, colazione leggera in camera, poi via verso la partenza, prima con la metro, poi con il treno. Entriamo in zona partenza (Red Start) intorno alle 9:00, lasciamo le sacche, un po’ di fila per i bagni, poi ognuno nella propria griglia (metà eravamo in griglia 1, metà in griglia 2).

Dopo l’inno nazionale, è la regina a dare il via ufficiale: prima di noi parte il serpentone degli inglesi iscritti con il tempo di qualifica in base all’età, poi arriva il nostro turno: una differenza con lo sparo di 2’43”, che significa tanta gente davanti.

London Marathon 2018Cerco subito di trovare il mio spazio e di correre a un ritmo facile, indicativamente di poco sotto i 4′ al km. C’è traffico, ma il tutto è abbastanza gestibile, sicuramente più semplice rispetto al 2013, anche grazie a un ritmo di corsa più tranquillo (30” di differenza al km non sono pochi!). La situazione purtroppo peggiora quando confluiamo con l’altra partenza: c’è tantissima gente davanti e dove la strada si restringe, si creano dei veri e propri ingorghi che in certi punti quasi mi fermano!
Passo al 5° km in 19’27”, anche grazie al dislivello favorevole, poi però rallento e i successivi 5 km li corro in 20’10”. Il tendine mi manda segnali contrastanti: primi due chilometri con parecchio dolore, ma ormai ci sono abituato, poi la situazione migliora leggermente, ma non come mi aspettavo, tanto che all’ottavo chilometro penso sia davvero impossibile arrivare in fondo, anzi mi sembra addirittura difficile arrivare a metà gara! Poi però le sensazioni cambiano ancora, in un continuo susseguirsi di percezioni opposte: quasi bene, poi di nuovo male, ora malissimo, poi di nuovo bene…

Dal 10° al 15° km passo in 20’35”, dal 15° al 20° km in 20’42”, e proprio in quel momento mi rendo conto che il fastidio si è ridotto, anche se forse mi sono sempicemente assuefatto al dolore. Passo alla mezza poco sotto l’ora e venticinque minuti, con la bellezza di 4.719 sorpassi effettuati (e 7 subiti)! Riprendo fiducia, tanto che dal 20° al 25° km corro in 19’39”. Qui però comincia a venir fuori tutta la carenza di chilometri in allenamento (ho corso praticamente un terzo dei chilometri che sono abituato a fare quando preparo una maratona…), che unita al caldo estivo, mi suggerisce di rallentare un po’ se voglio sperare di arrivare in fondo senza cedere brutalmente nel finale. 20’50” dal 25° al 30° km, con il tendine che torna a urlare, tanto che a quel punto i dodici chilometri finali mi sembrano veramente tanti. Rifletto però che arrivare soffrendo oltre il trentesimo chilometro e ritirarsi sarebbe proprio una beffa, quindi cerco di concentrarmi su altre cose e di focalizzarmi a correre un chilometro alla volta, senza contare quanti ne mancano: aspetti mentali che possono sembrare banali, ma quando si è in difficoltà possono fare la differenza.

Tra il 30° e il 35° km lo split più lento della mia gara (20’59”), ma non mi demoralizzo, anzi m’impegno a superare quanti più podisti possibili. Continuo ad alternare momenti dove mi sembra di correre bene ad altri dove sento i piedi poco o per nulla reattivi. 20’37” dal 35° al 40° km, ma ormai è fatta.
Continuo a superare e arrivo finalmente al traguardo in 2h52’13” (718 sorpassi effettuati nella seconda mezza, uno solo subito). La mia quindicesima medaglia è quella della mia maratona più lenta, ma per come ci sono arrivato, la soddisfazione è quasi pari a quelle corse sotto le 2h30′: obiettivi diversi, felicità simile!

Qualche numero: 1h24’54” la prima metà, 1h27’19” la seconda metà, 2h52’13” il tempo finale (520° assoluto, 92° 40-44), 5.437 sorpassi totali effettuati, 8 sorpassi totali subiti. Qui la mia gara su Strava, qui le classifiche, con tutte le statistiche.

London Marathon 2018Post-gara come sempre di livello: due chilometri (tipo zombie) a piedi per raggiungere l’albergo, ricevendo un numero di complimenti imbarazzante lungo il percorso da dei perfetti sconosciuti, doccia bella lunga e poi in pub con Simone, in attesa dell’arrivo degli altri. Panino_con_tutto_dentro (burger di manzo, petto di pollo, emmenthal, bacon affumicato e uno spiedino di gamberetti), un’insalata col salmone grigliato per fare il finto salutista, il dolce più imbarazzante della casa, il tutto accompagnato da tre birre. E poche ore dopo abbiamo anche cenato assieme a tutti gli altri…

Il giorno dopo, in attesa del volo serale, un bel po’ di shopping in centro: inizialmente camminavo come Verbal Kint, poi ho capito che bevendo birra e continuando a camminare la situazione migliorava, quindi… pub e shopping (ancora grazie al mio “insider” Andrea per la compagnia e le dritte)!

Considerazioni finali

Che altro dire della London Marathon? Semplicemente, che è un evento incredibile. Organizzazione ai massimi livelli: 18 punti acqua ufficiali (mai bevuto così tanto in maratona, forse solo a Padova nel 2016 c’era un caldo simile, concentrato però nella seconda parte di gara), 2 punti con gel energetici, 8 postazioni con le docce più altri 4 punti gestiti direttamente dai pompieri, oltre 40.000 finisher e un tifo da stadio dal primo all’ultimo metro: parliamo di quasi un milione di persone lungo il percorso, intere famiglie in piedi per ore sotto il sole a dare supporto, con tanto di “banchetti ristoro” autogestiti con caramelle, frutta e tante altre cose.
Per far capire il livello di cura dei dettagli organizzativi, vi dico solo che mi hanno telefonato e mandato un’e-mail per avvertirmi che la sacca che avevo lasciato prima della partenza (con dentro vestiti da buttare) ce l’hanno ancora loro e che se voglio me la spediscono in Italia!

Tutti i miei compagni di corsa hanno dato il massimo: nonostante il traffico iniziale e le condizioni climatiche proibitive, c’è chi ha fatto il personal best (Nicola, Aldo, Andrea e Lox), chi (Simone) un gran tempo (2h41′), chi (Laura) un vero e proprio miracolo per arrivare in fondo nonostante condizioni fisiche che definire precarie è un eufemismo e infine Maurizio con la sua continua lotta con la Maratona, il nostro capo-spedizione, senza di lui questa esperienza non sarebbe stata possibile. E non dimentichiamo Gianni e Rino, rimasti a casa per motivi diversi, a fare il tifo guardando gli aggiornamenti live sull’App dedicata.

Ora un po’ di stop dalla corsa, per guarire definitivamente: allenarsi da acciaccato non fa per me!

Strumenti utilizzati in gara

Per chi fosse interessato, ecco la lista degli strumenti utilizzati durante la London Marathon 2018 e i link alle nostre recensioni:

No.1 F5 low cost Smartwatch, in depth review

No.1 F5 Smartwatch

During this amazing period when everything “has to be” smart, from phones to washing machines, watches producers also moved in this direction. In few years we have seen simple watches to become very advanced, with functions previously attributed to other devices. Now the web is full of smartwatch for all budgets. The differences among them are often linked to the simplicity of use and the ability to connect with the various mobile phones. Advanced users can make clear distinction between those devices that integrate smart features and others that incorporate less convincing sports functions.

Today, we have tested the DT – N.1 smartwatch F5, with sport functions, good looking appealing and “smart” price.
Here is our opinion of this new smartwatch.

No.1 F5 Smartwatch GPS, our in depth review

no.1 F5 inside the box

After reviewing the Garmin Fenix 5, in the last three months we have been working on testing the No.1 F5 smartwatch. The new F5 smartwatch is a low cost GPS, coupled with good appealing. Thanks to the ecommerce development, the Chinese manufacturer DT has managed to cut the distribution chain, offering to all Runners something remarkable. For those runners who are not willing to spend half of monthly salary in a high-end GPS watch, this is an unique value proposition. In our article, we are going to call the smartwatch F5, for sake of simplicity.

But the reader should not be deceived by simplification: even if it looks similar to the Garmin Fenix 5, we are actually talking about a completely different product. It is so different that it would be more logical to compare it to Xiaomi Band 2, with additional functions.

What are the F5 main functions in detail? And which ones are missing? to whom do we recommend it? What limitations have we encountered in our daily use? And are the optical sensor and the GPS accurate? And how is an activity tracker positioned against the competition?

As a disclaimer, the Chinese company DT has provided us with two free F5 models, with which we have carried out the main tests of the review. Despite being only advanced amateur runners, our analytical knowledge helps us to easily spread new technologies, one of the main objectives of the site, as well as allowing runners of all levels to run better.

As usual, the detailed review can be read all together. As alternative, you can just take a look at the relevant sections:

Unboxing F5

Unboxing. The F5 is included inside a white box with many small icons. The watch can be taken out from the package in which you will find a USB charger cable and a multilingual document. The manual includes few pages to explain how the various menus work and above all, how to use the F5. Simple but quite good document. In some languages translations look strange, but in general we believe the manual includes good information.

no.1 F5 Box, manual and USB cable

no.1 F5 Box, manual and USB cable

USB cable. The box also contains an USB cable. To be honest, especially if you plan to use the F5 only for walking, you do not really need the cable. Initially we wanted to wait for the battery to finish before writing the review. But eventually we gave up: we would have risked that the manufacturer would have launched new models. In fact, despite the main functions always active (email notifications, chats, steps and cardio) after 8 weeks and various workouts with the GPS the battery was still working. We confirm that the battery life is F5 strong point, up to 12 hours with GPS and many weeks as smartwatch. The manufacturer indicates at least 3 weeks of daily usage, but it is definitely more.

Usage. The F5 menu and its functions convince us for its simplicity. The smartwatch takes advantage of two side keys and the touch screen. Compared to other models of the same price range, we are certainly at a higher level. The strap is comfortable, soft and silky, it does not create problems with long sleeves thanks to the case limited thickness. It has a quick release system for replacement with other models or for more thorough cleaning. This is really a strong point, even if turning on the clock you understand that the 0.95 inch display is low cost, 96 * 64 Oled color display. The website indicates as specs 180 gr, but in reality we are talking about 43 gr weight.

Before running with F5

Before starting to run, our advice is twofold:

  • make sure to synchronize the smartwatch with the phone app. It can be downloadable both on Android and Apple. The app is called H+.
  • assure that there is a connection with satellites, before running
Ready to run

Before running, make sure that the running man is not blinking

Phone app. The app is in constant communication with the phone and it is very intuitive. We have carried out tests with both Android and Apple and we believe the connection works well. Moreover, we do not see any major influence on the battery, both on the phone and on the watch. The Bluetooth signal is relatively powerful. Some texts translations could be improved, but in general this is great.

Search for the satellite. As for hooking up to the satellites, read carefully the following. Otherwise you will be risking big headaches. In our running experience we know that waiting for the search for GPS is the most frustrating element of the whole running, but we still invite you to wait for the little man in the screen to stop blinking.

Running with the F5

Your experience will be dependent on your patience. If you start running before the watch finds the satellites, forget the precise route measurement.

What not to do. If you do not have time to wait for the satellites to connect, GPS accuracy will be very low, with an error of 20 percent at least. The test of the running in this case was a disaster, despite training in open spaces, the GPS was not connected providing completely incorrect information. The error was assessed both for the personal knowledge of the routes and the comparison of the data collected through the simultaneous use of a Garmin 935 and a Tomtom Spark 2. Since the watch does not connect to the GPS, the distance calculation was based on the accelerometer. Consequently the no.1 F5 will not provide accurate values.

Satellite docking. The hooking of the satellites takes a relatively long time, certainly between 3 and 5 minutes if you move from one location to another and between 1 and 2 minutes if you run in the same place every day. For now there are no options to save our terrestrial positioning, so the GPS will be forced to perform the search every time. If you are patient enough or lucky enough to find satellites quickly, our impression is that the F5 has an error of no more than 1-2 percent compared to a premium watch. This error will be lower especially when running in open skies and slightly higher in cities.

Data display. During the run you will have 3 fields available for each screen. Unfortunately, the data are not configurable, even if 4 screens are really sufficient for most users. We found difficult to change screen just because you have to press on a precise point on the GPS, exactly on the word “sport” at the top. We also found the evening display really excellent, while the experience of running on sunny days was much less pleasant, the brightness and contrast of the screen did not allow easy reading of the data. There is a configuration to limit the display time of the data, we suggest extending it to at least 15 seconds to avoid not being able to view the data for more than five seconds.

Split mileage. One of the things we did not like is the lack of the kilometric/mileage split. There is the possibility to set a goal, but this does not calculate the average time after each kilometer. We hope that in the next software releases the Chinese company can release new features to correct this error, also because this is the first function required by every amateur runner.

No.1 F5Data sharing. In addition to potentially incorrect GPS data, the data remains only in its proprietary application. Sharing consists of a simple image without the possibility of extracting a file suitable for platforms such as Strava. We found this solution very limiting for those of us who want to monitor all the running parameters. As soon as the training session is over, the watch provides some information on the run, but you will not have time to analyze it given the rapid transfer of data to your smartphone.

F5 and daily usage

No.1 F5In addition to running data, the F5 provides information on ambient temperature, atmospheric pressure, altitude, heartbeat, sleep, smart alarm system, smartphone notifications and supports various sports. Are all accurate?

Smartphone notifications and alarm. This is definitely the strength of the device. We have worn the no.1 F5 several days in a row, notifications work really well. Even leaving the watch in the suitcase we can feel the vibration at several meters distance. The same applies to the alarm clock, which can be configured both from the watch and the app. Even the activity tracker is not bad, we estimate a small error measuring the steps of 2.5 percent, but all in all this is really acceptable. Finally, the measurement of the duration of sleep is slightly underestimated, we find that the Xiaomi band is more accurate.

Precision Cardio. We have already talked about the accuracy of the GPS, let’s discuss quickly cardio’s accuracy. Unfortunately, since the data could not be extracted, our calculation was not carried out analytically. But in summary the data at rest is very accurate. As word of caution,  we all know that accuracy depends on many factors related to the person wearing the watch. On the low-speed run, the data is underestimated by 5-7 bpm, while in intervals running you will find the same problems as the premium watches. In other words, do not rely on cardio in such condition. The only negative element is that F5 does not allow to associate accessories such as the cardio or foot pod, despite being Bluetooth 4.0 compatible.

Various data. The other data are relatively accurate, but as runner, do not expect to use this information (temperature, pressure, altimetry) for detailed analysis.

Conclusion

In summary, we think that the DT No.1 F5 is an excellent device for those who want to analyze roughly running data and is not willing to spend a lot to do it. Comparing specifications and price, it is difficult to find something similar. In terms of data accuracy, we think features are basics: the instantaneous pace is relatively variable and we do not think it will be useful in racing. On the other hand, distance measurement is decent, if you are willing to wait for the satellites to hang. Measuring heart beats is also quite consistent, especially at slow pace.

We recommend no.1 F5 to those casual runners who want a watch mainly for notifications, pedometer and cardio detection but not for athletes or data driven fanatics who desire to keep their activities under control. Its visual appealing, price and battery certainly make it one of the best non-sports budget smartwatches.

Where to buy the no.1 F5

F5 smartwatch is not available in sports stores. You can however buy online on Gearbest and Aliexpress, and also on Amazon. In the following links we have indicated the main links for purchases, with prices around 40-70 euros.