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Trofeo Vidussi 2012… 3 vittorie su 3 gare… London Marathon 2013!
Tra undici mesi esatti! |
Praticamente una lotta a distanza uomo-donna, con la possibilità d’inserimenti in classifica “a sorpresa”.
Avendo vinto le prime due prove (qui il resoconto della prima, qui quello della seconda), mi bastava vincere anche la terza per essere sicuro del premio: la mia “avversaria” infatti aveva vinto la prima prova, ma era arrivata seconda in quella successiva. Purtroppo il regolamento del premio non prevedeva un’iscrizione iniziale per questa speciale classifica, quindi ci potevano essere anche “sorprese” dell’ultimo minuto, con atleti che partecipando a una sola prova andavano magari a stravolgere la classifica finale della stessa.
Nei giorni scorsi, vari articoli sul quotidiano locale e su Internet mi davano già favorito (due esempi qui e qui), normalmente non sono né scaramentico né superstizioso, ma stavolta ho veramente incrociato tutto l’incrociabile!!!
LA GARA
Continua il meteo “pazzerello”: settimana scorsa un sabato con quasi 30° e una domenica mattina con 8°, pioggia e raffiche di Bora oltre 100 km/h, questa con il sabato “fresco” (ho corso al mattino con maniche lunghe e smanicato) e la domenica con sole e temperatura oltre 20°. Cercare riparo all’ombra in attesa del via NON è un buon segno…
Allo sparo, mi metto davanti per staccare subito più atleti possibile, e grazie anche alla discesa, passo al 2° km agevolmente in 6’08”. Resiste solo il mio compagno di squadra Simone, fresco di personale in maratonina (poco sopra 1h11′ alla Bavisela, due settimane fa). Un po’ prima del 3° km però, inizio a prendere un po’ di vantaggio, tanto che al giro di boa dei 5 km sono davanti di una quarantina di metri, che poco alla volta diventano cento/centocinquanta (non mi volto mai, ma vari podisti in senso contrario mi danno le distanze). Dal 7° km la gara diventa veramente dura, inizio a sentire tanto caldo e il percorso con vari saliscendi (da qui prevalentemente in salita) non aiuta a mantenere un ritmo regolare.
Salita finale, scollino, vedo in lontananza il traguardo, ormai è fatta! Inizio quindi a studiare come festeggiare… aeroplano o “L” “O” fatto con le mani? Opto per la seconda opzione, riuscendo addirittura a riflettere (sotto i 3’20” al km non è proprio semplicissimo) sul fatto che, per le foto, la “L” deve esser fatta con la mano destra!
Tempo finale un po’ più alto del previsto (sicuramente dovuto al primo vero caldo), ma stavolta non era importante…
Qui il GPS della gara, qui la classifica completa.
GRANDE soddisfazione per la vittoria e per il premio, ma soprattutto per come l’ho vinto: in tutte e tre le gare (12,3 km la prima, 8,2 km la seconda, 10,1 km la terza) sono stato davanti dal primo all’ultimo metro, quindi oltre trenta chilometri in fuga senza mai fare calcoli o altro… stavolta lasciatemelo dire… PREMIO MERITATO!!!
Ho usato anche in questa occasione le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition” (vedi qui e qui) e le polpaccere “Compressport R2” (vedi qui e qui), due gare, due vittorie… cosa aggiungere?
Concludo con due foto: mi ero preparato psicologicamente a finire la gara così…
Il fortissimo Dathan Ritzenhein |
… per fortuna ho finito così…
Si vedono la “L” e la “O”? |
Trofeo Vidussi 2012 (ex Track&Field, ex Papi Sport)
L’arrivo del 2011… … ero scoppiato un km prima! |
Trofeo Principe 2012, Tanta roba (anche da scrivere…)!
In partenza, quasi rilassato… |
Previsioni meteo quasi azzeccate, in realtà le condizioni erano addirittura peggiori, tanto da far pensare a un rinvio della gara: un’ora prima della partenza c’erano 8°, pioveva, ma soprattutto la Bora soffiava con raffiche oltre i 100 km/h!
… all’arrivo, quasi morto! |
A 1 km dal traguardo siamo ancora assieme, a questo punto ci provo: scatto sotto i 2’50” al km, mi accorgo di avere una decina di metri di vantaggio, proseguo ancora un po’, ultima curva a destra prima del rettilineo finale… non ho memoria in gara di cinquecento metri così lunghi e duri (forse solo le gare in pista dai 3.000 in giù): finale corso con tratti sotto i 3′ al km (con la Bora contraria!), piccola curva a destra, vedo il traguardo, l’acido lattico mi ha indurito talmente le gambe che arrivo per inerzia, riuscendo a malapena ad alzare un braccio in segno di vittoria: 15” di distacco al 2° classificato in circa 800 metri, non mi sono decisamente risparmiato nel finale!!!
Ovviamente, più la gara è lunga, più diventano utili.
Trofeo Principe 2012, brutta domenica per Pitteri “versione 2011”?
Finalmente una gara “corta”! C’è il “Trofeo Principe” (partenza e arrivo nei pressi dell’omonimo stabilimento), manifestazione “giovane” (sarà la quinta edizione) di 8,2 km (8,3 km l’anno scorso, a causa della partenza leggermente arretrata), un percorso abbastanza vario con un’unica salita impegnativa, oltre a qualche piccolo saliscendi.
La cosa che più mi piace di questa gara (il panorama della zona industriale non è dei più suggestivi, se poi ci aggiungiamo i “profumi” dell’oleodotto…) è che negli anni ha mantenuto sempre lo stesso percorso (tranne appunto la piccola variazione dell’anno scorso): l’ideale per sfidare se stessi!
Edizione del 2010 |
Qui ci sono i due GPS del 2010 e del 2011, si sale (e ovviamente si scende) di quasi 50 metri in verticale, non proprio una gara piatta.
Cosa ho fatto per prepararmi in queste tre settimane dopo la maratona?
La prima ho recuperato (4 sedute per 55 km totali, con un’unica seduta un po’ più vivace a sette giorni da Padova), la seconda ho caricato un po’, cercando di ascoltarmi e assecondando sempre le sensazioni (7 sedute per 98 km totali), la terza ho diminuito i km totali delle singole sedute, velocizzando i ritmi di corsa delle stesse (il cosiddetto “tapering”, vedi post con “esperimento” riuscito a riguardo!).
– mercoledì 2 maggio, 16 km in totale con all’interno 15 x 300 m in 52” col recupero di 1’10” di corsa;
– sabato 5 maggio, 17,5 km in totale con all’interno 5 x 1 km in 3’02” (Rec. 3′ corsetta) e 5 x 400 m in 1’09” (Rec. 2′ corsetta);
– mercoledì 9 maggio, 15 km in totale con all’interno 2 km a 3’10” (Rec. 3′ corsetta), 2 x 1 km in 3’01” (Rec. 3′ corsetta), 4 x 400 m in 1’07” (Rec. 2′ corsetta).
Mai fatti i 1.000 così veloci e così “facili”. Per domenica la vedo quindi abbastanza bene… ;-)
P. S. Sarà anche l’occasione per esordire in gara con le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition” (qui il post a riguardo, qui tutti quelli relativi al modello precedente di colore verde) e per utilizzare per la prima volta in assoluto le polpaccere “Compressport R2” (vedi post).
Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition
“Racer” a confronto… nuove vs. vecchie! |
Maratona S. Antonio 2012, l’analisi
Come anticipato in questo post, ritorno sulla gara di domenica per analizzare tutto il percorso che mi ha portato a migliorare di un minuto il personal best in maratona, passando da 2h29’44” a 2h28’44” in poco più di quattro mesi.
Anche per rispondere a quanti, analizzando il confronto tra l’ultimo lunghissimo corso prima delle mie ultime tre maratone (vedi post), avevano erroneamente valutato i freddi dati della seduta, senza prendere in considerazione tutti i vari parametri che entrano in gioco.
Parto dall’inizio, ovvero dopo l’ultima maratona corsa a Pisa il 18 dicembre 2011 (2h29’44”, qui il post dedicato):
– poi sono arrivate le tre settimane più fredde degli ultimi anni: la prima passata in montagna, correndo un giorno sì e uno no a temperature polari (anche -18°!), quindi pochi km (71) ma tutti abbastanza veloci, la seconda (92 km) nuovamente a Trieste, con la Bora record e una sensazione di freddo mai provata in vita mia, la terza (79 km) sempre freddissima (raffreddore e tosse) con alla fine la prima gara-test (Giulietta & Romeo Half Marathon a Verona);
– due settimane di carico (102 km la prima e 112 km la seconda), dove ho lavorato per velocizzare i ritmi;
– una settimana di scarico (86 km), per arrivare abbastanza fresco alla Maratonina delle 4 Porte;
– due settimane (73 km la prima con un fine settimana difficile, quando a causa della stanchezza e della sensazione di malessere, mi sono imposto due giorni consecutivi di riposo, 76 km la seconda) e altra maratonina, stavolta a Ferrara.
– la prima di carico (108 km) con gara (vinta!) alla domenica (Trofeo No Stop Viaggi);
– la seconda di super carico (138 km con un paio di sedute veramente toste);
– la terza di carico (109 km);
– la quarta di scarico (96 km maratona compresa), con la mia dichiarazione d’intenti, poi seguita quasi alla lettera.Sedici settimane di preparazione, correndo 100 giorni su 112 per una media di 97 km a settimana (minimo 71, massimo 138 km) e 15,5 km di media a seduta (minimo 6, massimo 44,2 km proprio il giorno della maratona, considerando i 2 km di riscaldamento).
Guardando i riscontri cronometrici delle tre maratonine corse tra febbraio e marzo (1h14’15”, 1h12’49” e 1h12’58”), solo pensare a un risultato del genere (se raddoppiamo la miglior prestazione, il differenziale con Padova è di soli 3’06”!) era effettivamente un’utopia!
Sicuramente ho ancora aumentato leggermente il chilometraggio settimanale, portandolo quasi a tre cifre. La vera svolta però l’ho avvertita martedì 20 marzo, dopo lo stop di due giorni: da quel momento, ho corso ogni giorno fino al venerdì pre-maratona (altro record, 31 giorni di corsa consecutivi!), ma soprattutto ho iniziato a recuperare benissimo tra una seduta e l’altra: anche il giorno dopo le sedute più impegnative, le gambe erano incredibilmente fresche.
Riuscire poi a sopportare (e assimilare) la settimana di super-carico mi ha dato la convinzione che la forma stava proprio arrivando, e qui mi ricollego al post sull’analisi del lunghissimo. In tanti avevano commentato dicendo che ero andato meno bene delle altre volte, non considerando alcune cose, ovvero:
1) Continuità (ovvero zero infortuni!): su 16 settimane ho saltato solo 2 allenamenti per “malessere” e 3 allenamenti causa freddo polare in montagna (ma alternando un giorno di corsa a uno di riposo, quando correvo mi tiravo sempre il collo per finire l’allenamento prima possibile…).
2) Aumento del chilometraggio: la media settimanale è aumentata di poco (97 km), ma se togliamo dal calcolo le settimane con gara alla domenica (dove necessariamente si scarica) e quelle penalizzate dal freddo, la media sale a oltre 110 km.
3) Ultimo mese: gran carico di lavoro nelle prime tre settimane (356 km) con ottime sensazioni e ottimi recuperi.
4) Tre allenamenti lunghi (24, 31 e 25 i km totali delle varie sedute), con all’interno diversi km veloci (in totale, quasi 30 km intorno al ritmo maratona) in cinque giorni, a due settimane dalla maratona.
E ora???
Nell’immediato si recupera (due giorni di riposo assoluto, poi l’idea è di correre pochi km a sensazione, inserendo almeno un altro giorno di riposo nella prima settimana), dalla prossima settimana si riprende normalmente, ma col primo allenamento un po’ più intenso (un interval training sui 300 metri con recupero di 1 minuto a sensazione) non prima di nove/dieci giorni dalla maratona.
Il passo successivo sarà quello di velocizzarsi un po’, quindi meno km, sedute con ripetute brevi corse a ritmi più veloci e con un recupero più ampio. Maggio e giugno son pieni di gare sotto i 10 km, e a fine giugno un pensierino alla pista…
Per quanto riguarda la maratona, ne farò sicuramente un’altra in autunno. Per l’8° personal best su 8 maratone servirebbe un percorso altrettanto veloce e un clima non troppo penalizzante.
Secondo me, consolidando ulteriormente quanto fatto finora, le 2h27’/2h26′ sono fattibili.
Per andare sotto (dalle 2h25′ in giù), credo servano i famigerati “doppi”, passando quindi da 6/7 (o 7/7) ad almeno 9/7 (o 10/7)… ma il lato oscuro della forza (per ora) non mi avrà!
Maratona S. Antonio 2012, la cronaca
Con il premio di categoria! |
Un Personal Best del genere (real time di 2h28’44”) merita almeno due post: uno con la cronaca della gara (e del post-gara!), l’altro con l’analisi della preparazione che mi ha permesso di migliorare di un minuto esatto il tempo di Pisa 2011 (2h29’44”).
LA GARA
Clima quasi perfetto per correre: nuvoloso, temperatura intorno ai 14°, peccato solo per l’alta umidità.
Parto subito dietro ai top runner, un breve rettilineo, curva secca a destra, un cavalcavia e immediatamente ci si ritrova su uno stradone dritto del quale non si vede la fine (delle sette maratone fatte finora, dopo Berlino questa è decisamente la più veloce!).
Si formano subito tre gruppetti: il primo per stare intorno alle 2h10′ (vari atleti da Kenya, Brasile, Etiopia, Eritrea), il secondo con due professionisti italiani per le 2h20′, nel terzo siamo in cinque.
Già al primo km (3’26”) il mio gruppo si sfalda: in due aumentano il ritmo e si staccano, prendendo poco alla volta sempre più vantaggio, quindi rimaniamo in tre.
Scambio un paio di battute con il ragazzo alla mia sinistra, e decidiamo di correre regolari a 3’30” al km. L’altro atleta lo perderemo intorno al 5° km, già dal 3° sembrava in grande affanno, chissà come (se) ha finito…
Rimaniamo quindi in due, corriamo fianco a fianco, e km dopo km siamo sempre più regolari, sul passo dei 3’30”, nonostante un paio di calvalcavia. A un certo punto chiedo al mio compagno di gara il suo personale in maratona, dicendogli il mio (2h29′)… mi risponde “Un po’ più alto…”.
Passiamo a metà gara in 1h14’01”, e per un attimo mi tornano in mente le tre maratonine corse nove (1h14’15” a Verona), sei (1h12’49” a Pieve di Cento) e quattro (1h12’58” a Ferrara) settimane fa… ok, facevano parte della preparazione, però non è che all’arrivo ero proprio freschissimo…
Da questo momento in poi, rimango da solo: l’altro atleta aumenta decisamente il ritmo, mentre io cerco di rimanere costante sui 3’30” al km, la gara è ancora lunga, oltre al fatto che nel frattempo ha iniziato a piovere!
Continuo così fino al 32° km, anzi mi accorgo che sto leggermente rallentando (niente di che, circa 1” al km), e lo svantaggio da chi mi precede è aumentato, ora saranno circa 30”.
La maratona però è una gara lunga, e di solito inizia proprio dopo il 32° km… infatti in lontananza vedo un atleta fermarsi per un attimo (a vomitare?) e poi riprendere a correre. Km dopo km, sarà sempre più vicino. Lo passerò al 37°, in grave crisi (arriverà 2′ dopo di me).
Anche l’altro atleta (quello con il quale avevo corso fino alla mezza) in realtà si fa sempre più vicino, al 38° km ci separano dieci secondi, al 39° cinque, e ormai ce l’ho nel mirino. Lo affianco al 40° per passarlo subito dopo, lui prova a reagire per un centinaio di metri, io aumento ancora un po’ (sono intorno ai 3’20” al km)… sparito! Arriverà quasi 50” dopo di me, tutti presi in meno di 2 km (dopo il traguardo mi confesserà felice di essersi migliorato di oltre 5 minuti!).
Ultimo km sparato a tutta, arrivo in Prato della Valle (piazza magnifica!), curvone a sinistra, in lontananza vedo il gonfiabile dell’arrivo con sotto il cronometro, un ultimo allungo per concludere comodamente sotto le 2h29′!!!
12° assoluto, 4° italiano, 2° master e 2° categoria M35 (qui la classifica ufficiale, qui il GPS della mia gara).
Cerco e trovo con lo sguardo Valentina, vado a farmi fare un massaggio addirittura a quattro mani (il vantaggio di arrivare presto!), poi in albergo per la doccia e via a pranzo.
IL POST-GARA
Ottimo il recupero post-maratona: ben due pizze (farina integrale, bresaola, bufala, pomodorini e basilico per cominciare, farina integrale, bufala, pomodoro, porcini e grana per continuare), anche se in realtà potevano essere tranquillamente tre, ma ho preferito non esagerare… poi, per non farsi mancare niente, addirittura due assaggi delle torte vincitrici del “Campionato del Mondo di Pasticceria 1997/98”, ovvero la Setteveli (marchio registrato, ho finalmente capito perché la stessa IDENTICA torta, preparata da una nota pasticceria triestina, ha da poco cambiato nome…) e l’Abbraccio di Venere. Buone entrambe, ma la Setteveli vince a mani basse!
Finale di giornata molto “divertente”: avendo la macchina nel garage dell’hotel, ed essendo l’hotel nella zona chiusa al traffico causa maratona, abbiamo dovuto attendere la fine della manifestazione (tempo limite addirittura 8 ore!). Quindi ci siamo accomodati all’aperto a prendere qualcosa da bere, applaudendo i vari podisti… e qui una piccola considerazione: quando vado a lavorare a piedi, per fare 2 km con tutta calma, calcolando anche i vari semafori, ci metto al massimo 21 minuti (quindi 11′ scarsi al km). La domanda che sorge spontanea è la seguente: cosa devi fare per andare ancora più lento???
Nel prossimo post, l’analisi della preparazione che mi ha portato al 7° personal best su 7 maratone… ora si fa veramente dura!!!
Domani a Padova… maratona!
…del commento di Valentina (“Te fa veramente impresiòn!”) vedendomi uscire dalla doccia (quantità di vene che segnano il corpo a livello Sly Stallone)…
Karhu Flow Fulcrum Ride
Dopo i due post sulle Karhu Fast3 Fulcrum Ride e sulle Karhu Forward3 Fulcrum Ride (qui invece quello iniziale con i dettagli dei singoli modelli), è arrivato il turno delle “Karhu Flow Fulcrum Ride”, scarpa neutra dichiaratamente veloce, con caratteristiche che la pongono a cavallo tra una A2 e una A1.
Le ho usate in queste tre sedute:
– mercoledì 11 aprile, 22,5 km: Risc. 4,5 km, 4 x 3 km (3’26”) Rec. 1 km (3’45”), Def. 3 km.
Allenamento durissimo a undici giorni dalla Maratona di Padova, soprattutto per il “recupero” di 1 km a 3’45”;
– domenica 15 aprile, 21 km: Risc. 4 km, Ritmo Maratona 14 km (3’32”), Def. 3km.
Test del ritmo maratona a una settimana dalla gara, il tutto reso più complicato dalla Bora e dalla pioggia nel finale della seduta;
– mercoledì 18 aprile, 14 km: Risc. 4,5 km, 3 x 2 km (3’16”) Rec. 3′ corsetta, Def. 2 km.
Ultima seduta di richiamo a quattro giorni dalla maratona, l’importante era “lanciare le gambe” senza esagerare.
Ecco le mie impressioni:
1) sarò ripetitivo, ma le scarpe risultano sempre molto curate nei singoli dettagli (lacci, occhielli, cuciture…);
2) tomaia molto avvolgente, con una calzata giustamente più stretta rispetto alle “Fast3” e alle “Forward3”;
3) da fermi, si nota abbastanza il dislivello tacco/punta, ma la suola risulta più morbida delle “Forward3″;
4) in corsa, semplicemente uno spettacolo: durante il riscaldamento a ritmi anche lentissimi, si percepisce molto bene l’ammortizzazione sul tallone, ma quando si aumenta il ritmo, l’avanpiede molto scarico e reattivo favorisce una corsa in spinta, praticamente diventano delle vere e proprie scarpe da gara (nessun problema a spingerle anche sotto i 3’00” al km)!
Concludo dicendo semplicemente che saranno le scarpe che utilizzerò domenica alla maratona di Padova…
Karhu Forward3 Fulcrum Ride
Le varie riviste specialistiche infatti le inseriscono nella categoria A2, mentre le “Fast3” le danno come A3.
Del resto, una reattività del genere va sfruttata come si deve!
Le “Fast3” per tutte le corse lente di recupero (quelle dove parto lentissimo e poi aumento leggermente nel finale, a sensazione), le corse lente (anche quelle in progressione) e i lunghissimi.
Le “Forward3” per i medi, le corse lente in forte progressione finale, gli interval training lunghi e i lunghi dove negli ultimi km cerco di andare al massimo.
Analisi di un lunghissimo 2
A Padova si arriva qui… |
La Maratona di Padova si avvicina, venerdì (16 giorni dalla gara) ho corso l’ultimo lunghissimo.
Come già fatto in questo post, quale occasione migliore per confrontarlo con l’ultimo lunghissimo pre-maratona svolto appunto prima delle maratone di Torino e Pisa corse a fine 2011?
Maratona S. Antonio (Padova) 2012
22 aprile 2012: ?h??’??” (a ?’??” al km)
16 giorni prima
31 km totali a 4’02” con FC media 155: risc. 3 km, 20 km a 3’59” con FC media 155, progressione 6 km a 3’41” con FC media 172, def. 2 km
2 domeniche prima
30 km totali a 4’12” con FC media 144: risc. 3 km, 15 km a 4’13” con FC media 139, 9 km a 3’37” con FC media 168, def. 3 km
3 domeniche prima
35 km totali a 4’05” con FC media 140: 18 km a 4’25” con FC media 129, 15 km a 3’38” con FC media 156, def. 2 km
Chi ci capisce qualcosa???
A complicare il tutto, non solo tre lunghissimi nettamente diversi per impostazione e ritmi di corsa (oltre a gare e allenamenti dei giorni precedenti), ma anche percorsi diversi: l’ultimo senza particolari dislivelli (ma con la difficoltà psicologica di dover fare quattro inversioni a U e ripercorrere più volte la stessa strada per prendere chilometri), quelli precedenti con la leggera salita dall’8° km fino al giro di boa, e ovviamente la conseguente leggera discesa. Anche le condizioni climatiche erano diverse: correre col freddo è ovviamente diverso (i bpm sono più bassi!) dal farlo con 16° e l’umidità oltre il 90%…
Quello prima di Pisa tra l’altro serviva solo come piccolo “richiamo”, erano passate tre settimane dalla “Turin Marathon”, che come specificato all’inizio di questo post, è stata probabilmente assimilata come un ulteriore “lunghissimo”.
Aggiungo un ulteriore piccolo “indizio”, ovvero l’allenamento di stamattina, l’ultimo veramente tosto a undici giorni dalla maratona.
22,5km: risc. 4,5 km, 4 x 3 km (3’26”), Rec. 1 km (3’45”), Def. 3 km, per una media finale di 3’55” con FC media 155, nonostante 7,5 km tra riscaldamento e defaticamento…
Una cosa comunque la si capisce: mi piace sperimentare sempre qualcosa di diverso… ;-)
Aggiornamento del 13/04/2012: il post potrebbe risultare “fuorviante”, nei commenti ulteriori approfondimenti… ;-)
La Settimana Record: 138 km senza doppi!
Il pettorale è già arrivato… bel numero! |
Ora inizio veramente a spaventarmi: gambe non dico “fresche”, ma sicuramente non come il solito giorno post-lunghissimo.
Nonostante la Bora e la pioggia a tratti fastidiosa, un’altra seduta lunga, con un’ora di variazioni di ritmo, in buona progressione finale.Ricapitolando, 138 km in 7 sedute per quasi 10 ore di corsa, media totale 4’18”, compresi 23 km tra riscaldamento e defaticamento e 3 sedute di corsa di recupero a sensazione (quindi altri 42 km senza guardare il GPS), proprio niente male!
Concludo con una considerazione e un suggerimento che esulano dal mondo della corsa: ho la casa piena di uova di cioccolato!!!
Purtroppo, da quando ho scoperto quello al 100%, anche un fondente all’85% mi sembra troppo dolce, quindi le uova non mi attirano per niente.
Sono decisamente preoccupato per Valentina… ;-)
Ecco quindi il suggerimento, ovvero una ricetta per i kg di cioccolato (solo per quello fondente, il perché lo spiego qualche riga più sotto) che vi ritroverete a casa, da offrire agli ospiti o anche a voi stessi… occhio perché è molto facile esagerare, la consistenza soffice rende il tutto molto più appetibile, ma le calorie sono le stesse!!!
MOUSSE DI SOLO CIOCCOLATO FONDENTE
Premessa: la mousse piacerà a tutti gli amanti del cioccolato fondente, ma verrà apprezzata VERAMENTE solo da chi si diletta un po’ in cucina!
Infatti, la difficoltà è far montare il cioccolato senza aggiungerci NULLA (niente latte, panna o uova).
Ovviamente, farlo col cioccolato al latte (o peggio con quello bianco) non ha senso, tanto vale aggiungerci la panna e montare…
Il segreto è calcolare i grammi di acqua da aggiungere in base alla quantità di grassi totale con questa formuletta:
grammi di acqua = grammi di grasso x 2,94
Per esempio, con 200 g di cioccolato fondente, con per esempio (bisogna guardare la tabella nutrizionale sulla confezione!) 38 g di grassi ogni 100 g, la formula è:
38 g di grassi x 2 (sono 200 grammi di cioccolato!) x 2,94 = 223 g di acqua
Potete usare qualsiasi cioccolato fondente, ma ovviamente più la percentuale di cacao è alta, meglio è: si sentirà meno lo zucchero e di più il cioccolato…
Procedimento:
1) mettere il cioccolato in un pentolino antiaderente e scioglierlo a fuoco bassissimo, toglierlo dal fuoco, aggiungerci l’esatta quantità di acqua a temperatura ambiente, mescolare bene;
2) quando il tutto è ben emulsionato, versare la miscela in una baccinella metallica (no di plastica o vetro perché ovviamente non si raffredda come il metallo!), inserita da qualche tempo in un contenitore pieno di ghiaccio;
3) montare con le fruste elettriche o per i più coraggiosi a mano;
4) mangiare!
Si può fare con qualsiasi cosa abbastanza grassa e scioglibile, per esempio gorgonzola (risultato spettacolare), brie ecc.
Per il cioccolato, si può provare a sostituire l’acqua con caffé leggero (all’americana, oppure normale caffé un po’ annacquato) o vari succhi di frutta filtrati e allungati sempre con acqua (per esempio arancia, menta ecc.). La formula rimane la stessa.
La ricetta è estratta e schematizzata da questo post (è il blog di un chimico che si diletta in cucina, ci trovate altre chicche oltre a tanti falsi miti smontati):
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/06/06/le-ricette-scientifiche-il-cioccolato-chantilly/
Qui mica si corre e basta eh… comunque, come si dice dalle mie parti…
Karhu Fast3 Fulcrum Ride
Avendo già utilizzato due paia della versione precedente (“Karhu Fast2 Fulcrum Ride”, queste e queste, con le seconde ci corro ancora), risulta semplice partire subito con un confronto.
New Record!
“Basovizza e dintorni 2012” (AKA “2° Trofeo No Stop Viaggi”), ho vinto io o ha vinto il vento?
Partenza “di squadra” |
Avvio molto veloce con i compagni di squadra Andrea, Simone e Rocco subito dietro (finiranno rispettivamente 5°, 2° e 3°, il poker sarà per la prossima!), primi tre km con leggeri saliscendi mi vedono lanciarmi in diversi strappi in stile ciclistico per saggiare la gamba che risponde molto bene (passaggi sotto i 3’10” al 1° km, intorno a 6’30” al 2° km e 10′ al 3°, all’inizio della salita).
La prima discesa |
Alla fine della prima salita (60 metri di dislivello in circa un chilometro e mezzo inizialmente molto dolce ma con una bella rampa finale, resa ancora più dura dalle raffiche contrarie di Bora!) mi ritrovo da solo con Simone, giù in discesa a tutta spesso sotto i 3’00” al km, poi secondo giro più o meno regolare fino alla salita, a metà della quale resto da solo guadagnando una trentina di metri che incremento piano piano anche in discesa.
Quando manca poco più di un chilometro e mezzo all’arrivo mi accorgo che ormai il tempo del 2010 non è più raggiungibile e visto che il vantaggio è consistente, decido di amministrare senza tirarmi il collo oltre il necessario.
All’arrivo si festeggia! |
Tempo finale di 42’39” (qui il GPS della mia gara, qui la classifica completa), 1’18” secondi più lento del 2010, ma con un vento del genere (oltre al freddo!) risulta veramente inutile confrontare i due dati.
Domenica 1° aprile a Basovizza, Pitteri 2012 vs. Pitteri 2010
L’arrivo del 2010 |
“Ferrara Half Marathon”, sensazioni ok, crono un po’ meno…
In premiazione con una valletta d’eccezione! |
La mitica “salama da sugo” |
Comunque a tavola siamo veramente da record del mondo…
A questo punto restano quattro settimane per presentarsi a Padova col coltello tra i denti: domenica prossima una delle mie gare preferite qui a Trieste, la “Basovizza e dintorni“, percorso di 12,3 km con una lunga salita (e una lunga discesa!) da affrontare due volte, poi una settimana di super carico con l’ultimo lunghissimo, per arrivare alla ultime due settimane dove si inizia a scaricare.
Essendo a fine aprile, spero solo non faccia troppo caldo…