I migliori libri sulla corsa usciti nel 2016 (in lingua inglese)

Run with Power

C’è poco da fare: per me l’estate significa relax, il che non vuol dire staccare completamente la spina con la corsa, piuttosto ridurne l’impegno. Meno allenamenti, zero gare… e meno articoli sul blog. Ne approfitto per leggere di più, sfruttando magari i giorni di ferie. Quale occasione migliore per elencare qualche testo interessante, soprattutto in occasione dell’Amazon Prime Day? Lascio quindi la tastiera a “Massi” Milani, ecco i suoi consigli… per ora solo in lingua inglese!

Nell’accezione moderna di marketing esistono due momenti della verità, il primo quando il potenziale cliente prova il prodotto al negozio e il secondo al primo utilizzo a casa. Tutti noi ricordiamo quando nostra figlia per la prima volta ha sperimentato il profumo che sua madre voleva comprare. Il parallelismo della corsa con il marketing è presto fatto: allenamenti e gare sono i due momenti della verità. Così come nella seconda disciplina, soltanto il secondo è prediletto da noi podisti, molti nemmeno si allenano, gareggiano e basta. Io sono una mosca bianca e invece preferisco solo allenarmi, sebbene la vita lavorativa mi spinge in posti sconosciuti e limita le mie possibilità. A ostacolare ancora di più la preparazione, nelle ultime settimane l’estate ha prepotentemente preso il sopravvento: difficile allenarsi in queste condizioni, anche scrivere risulta complesso.

Non amando gareggiare, ed essendo difficile allenarsi, approfitto dello spazio offerto dal socio Gianmarco per raccomandare alcuni libri da leggere sotto l’ombrellone, per diventare podisti migliori o semplicemente per apprendere qualcosa di nuovo sulla corsa e in generale sul mondo del podismo e dell’atletica. Nella giornata dedicata all’Amazon Prime Day (con offerte interessanti anche in ambito sportivo), suggeriamo la classifica dei cinque migliori libri in inglese dedicati alla corsa, usciti in libreria negli ultimi mesi. Nei prossimi giorni, pubblicheremo anche quelli in italiano, oltre alle nostre letture estive.

Where the road endsPosizione 5: Guida al trail Running, Where the road ends: a guide to Trail Running
Il trail running sta prendendo sempre più piede tra noi podisti italiani. “Where the road ends” descrive sistematicamente le principali caratteristiche di questa disciplina, la cui preparazione si distingue significativamente rispetto alla corsa di strada. Preparata da Meghan Hicks e Bryon Powell, i gestori del più famoso sito di Trail “Irunfar.com” questa guida è davvero benvenuta. L’autrice Meghan non è una sconosciuta: nel 2013 ha vinto la Marathon des Sables in Marocco, oltre a una decina di gare trail in tutto il mondo. Il manuale ha l’obiettivo di spiegare come “correre dove finisce la strada”, cercando di catturare l’emozione, intensità, e il fascino della vita all’aria aperta. Il libro presenta un numero di approfondimenti, non soltanto per neofiti, ma anche per esperti. In un libricino di 226 pagine, si parla di tecnica di corsa su diverse terreni (fango, sabbia, radici, rocce…), di strumenti da utilizzare in condizioni climatiche, distanze e terreni diversi, si forniscono suggerimenti per la navigazione, la gestione degli infortuni, oltre a programmi d’allenamento, nonché strategie per migliorare le proprie prestazioni in gara. Il libro è corredato da fotografie a colori davvero da non perdere. Pur non essendo un grande amante della specialità, devo ammettere che il libro è ben scritto e che le immagini sono molto suggestive.

Training essentials for UltrarunningPosizione 4: guida all’Ultra Maratona, Training essentials for Ultrarunning
Oltre ai trail running, anche le ultramaratone stanno prendendo sempre più piede in Italia: giusto per citare una statistica, rispetto alla prima vittoria di Calcaterra nel 2006 alla più famosa ultramaratona italiana, la 100 km del Passatore, il numero di partecipanti è aumentato in 11 anni del 127% (una crescita annua di quasi l’8%). Finora esistevano pochi approcci per allenarsi in un’ultra maratona, molto spesso i partecipanti a una 100 km aumentavano semplicemente i chilometri o si facevano consigliare da amici. L’allenatore di ultramaratona Koop ha sviluppato un manuale basato su solidi dati scientifici, su ricerche molto recenti sull’argomento, oltre che su parecchi anni d’esperienza con atleti elite. Il libro è organizzato in capitoli molto pratici, dove si discutono le basi scientifiche sulla preparazione di un’ultramaratona, si illustrano i principali errori degli ultramaratoneti, fornendo consigli su come correggerli. E’ presente un capitolo che spiega come utilizzare le ripetute per gestire alcune fasi dell’allenamento (ringraziamo anticipatamente chi commenterà che “le ripetute per chi corre 100 km non servono”), come gestire l’idratazione in allenamento e in gara, come pianificare la stagione. Interessante anche il capitolo in cui viene descritto il metodo ADAPT per “gestire l’inevitabile crisi durante la gara”. Supportato da tantissimi consigli di esperti del settore come Dakota Jones, Kaci Lickteig, Dylan Bowman, Timothy Olson, “Essentials training for Ultrarunning” è un’ottima guida che racchiude in poco più di 300 pagine quello che si deve sapere prima d’intraprendere la sfida con il mondo delle Ultra Maratone. Ovviamente per gli americani, le Ultramaratone e i Trail sono concetti separati, ma in qualche modo spesso convergenti: in uno dei capitoli più interessanti vengono raccontate le tecniche per affrontare al meglio alcune delle gare più affascinanti del settore: American River 50, Badwater 135, Hardrock 100, 100 Javelina, JFK 50, Lago di Sonoma 50, Leadville 100, Vermont 100, Wasatch 100, e Western States 100.

Today we die a littlePosizione numero 3: l’ultima biografia di Zàtopek, Today we die a little
Non poteva mancare nella lista dei migliori libri dell’estate 2016 la biografia di uno dei più grandi podisti di tutti i tempi: Zátopek ha vinto cinque medaglie olimpiche, fissato 18 record mondiali, ed è rimasto imbattuto sui 10.000 metri per sei anni. Avevamo però davvero bisogno di un’altra biografia di Zatopek? Beh, se la biografia è scritta da un giornalista molto conosciuto nel mondo del podismo come Richard Askwith, già autore oltre dieci anni fa di un classico della corsa (Feet in the clouds), probabilmente sì. Zàtopek, il soldato cecoslovacco che ha rivoluzionato il modo di allenarsi, resta una leggenda anche ai giorni d’oggi. Il libro descrive sulla base di ricerche approfondite un’età gloriosa di atletica e di un periodo drammatico della storia europea. L’autore dà il meglio di sé quando racconta di Zàtopek in pista: chiacchierando con i suoi rivali in varie lingue, e spingendo per ottenere le posizioni di testa in partenza, agitando le braccia in gara (“come un uomo alle prese con un polpo”), e accelerando nella parte finale della competizione. Ma il libro parla anche di storia, raccontando le vicissitudini di un podista che ha creduto nel comunismo e che ne è stata suo malgrado vittima. Se amate corsa e storia, “Today we die a little” è un libro imperdibile. Ma se non conoscete bene l’inglese, il suggerimento è aspettare la traduzione in italiano prevista per la prossima estate. P.S. Sono state in realtà pubblicate contemporaneamente quest’anno 2 biografie del podista ceco (la seconda qui) e ne è prevista una terza a luglio, davvero un caso?

Shoe dogPosizione numero 2: la storia di Nike, Shoe dog
Sono un grande fan e sono stato azionista dell’azienda americana, ma non ero a conoscenza di tutta la storia di Nike, che è iniziata negli anni sessanta. Sicuramente il più grande sforzo di Phil Knight, ora settantottenne fondatore di una delle più innovative aziende americane, ha portato frutti insperati: iniziando a vendere scarpe importate dal Giappone dal bagagliaio della sua Plymouth Valiant, incassando otto mila dollari nel 1963, oggi Knight ha visto la sua azienda raggiungere vendite annuali di 30 miliardi di dollari.
Knight racconta in particolare i “primi 18 anni” Nike, fino al 1980, descrivendo come l’azienda è stata in grado di sviluppare uno dei marchi più conosciuti e redditizi al mondo.
Anche se sembra scritto per poi essere utilizzato da Hollywood, questo libro diventerà un classico e sicuramente merita di essere letto.

Run with PowerPosizione numero 1: Correre con un misuratore di potenza, Run with Power
Non ho voluto aspettare l’uscita sul “mercato Italiano”, comprando l’edizione cartacea direttamente negli Stati Uniti. “Run with Power” è sicuramente il libro più atteso della stagione, e meriterà una recensione separata sul nostro blog. Per ora ci limitiamo a indicare le principali tematiche affrontate, aspettando settembre per darne una valutazione più precisa. Stiamo forse parlando di una rivoluzione in corso, rivoluzione che è avvenuta nel ciclismo e che grazie alle tecnologie forse avverrà anche nel podismo. Usiamo il condizionale perché “non tutto è oro quello che luccica”. Infatti, l’uscita nel 2015 delle prime versioni dei misuratori di potenza per la corsa (Stryd e Rpm2), per il momento ancora oggetto misterioso del podismo italiano, ha aperto la via ad analisi innovative e a potenziali sviluppi. “Running with Power” è il primo libro che cerca di spiegare come sfruttare al meglio il misuratore di potenza per la corsa. Scritto dal famoso allenatore di Triathlon Chris Vance, che da giovane corse in 2h54′ la maratona dell’Ironman delle Hawaii, “Run with Power” racconta un “mondo nuovo”: come i misuratori di potenza possono essere utilizzati per analizzare e migliorare le proprie prestazioni. Una parte importante del libro è dedicata all’analisi dei dati, spiegando quali sono le principali metriche a disposizioni dei podisti e illustrando i principali indicatori da considerare per analizzare l’allenamento. La parte finale del libro è infine dedicata a otto tabelle d’allenamento (due per ogni specialità) per affrontare al meglio i 5.000, i 10.000, la mezza e la maratona. Vance confronta i due principali metodi finora utilizzati dagli allenatori moderni (ritmo e frequenza cardiaca) e mostra la relazione con la potenza e con lo sforzo percepito. Anche se non sarà lo strumento più facile da capire, sicuramente il misuratore di potenza ha un fascino unico, per chi come me ama la tecnologia e ha una profonda conoscenza della statistica. “Run with Power” è secondo me una lettura molto utile che apre a nuove dimensioni finora sconosciute. Ma solo nel 2025 capiremo se gli allenamenti con “i misuratori di potenza della corsa” soppianteranno i metodi attuali. Ne parleremo approfonditamente qui…

In conclusione, buone letture. Dal canto mio, per fortuna ho la possibilità di allenarmi ogni tanto in Belgio, a temperature molto al di sotto rispetto a quelle attese nell’estate italiana, e di conseguenza spero non soltanto di leggere, ma anche di correre ed eventualmente raccontare le mie vicissitudini podistiche.

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