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Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition

“Maratona di S. Antonio” archiviata (qui la cronaca, qui l’analisi e qui i ringraziamenti, mi son serviti addirittura tre post per “celebrare il nuovo PB in maratona!), recupero attivo superato senza problemi, è arrivato il momento di velocizzare i ritmi, per prendersi qualche bella soddisfazione cronometrica anche nelle prossime gare più corte: ne farò almeno quattro o cinque tra maggio e giugno, con l’unica parentesi “lunga” della “Cortina-Dobbiaco Run” (30 km) del 3 giugno 2012.
Ecco l’occasione giusta per iniziare a utilizzare le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition”, le scarpe in assoluto più leggere della nuova collezione Karhu Primavera-Estate 2012 (qui il post iniziale di presentazione di tutta la collezione, qui quello per le “Fast3”, qui quello per le “Forward3”, qui quello per le “Flow”).

“Racer” a confronto… nuove vs. vecchie!
La scarpa è la stessa che ho già usato (con grandi soddisfazioni!) in 2 maratone, 4 maratonine e 1 gara di 12,3 km (qui tutti i post a riguardo).
Al modello attuale hanno semplicemente cambiato colore (riprende la bandiera finlandese) e modificato leggermente il materiale della tomaia.
L’ho usata in questo allenamento mercoledì scorso, il primo un po’ più impegnativo, dieci giorni dopo la maratona, proprio per testare le gambe: 16 km totali con all’interno 15 volte i 300 m in 52” di media (quindi abbondantemente sotto i 3’00” al km) col recupero di 1’10” di corsetta… un ottimo riscontro!
Le impressioni sono le stesse del modello precedente (se interessati, leggetevi i vari post), ovviamente le sensazioni diverse dipendono dal chilometraggio: tra una scarpa nuova e una scarpa usata per circa 300 km, tenendo presente che per una superleggera (A1) sono già parecchi, le differenze sono notevoli!

“Karhu Racer Fulcrum Ride”, prime impressioni e prima uscita

Ed ecco un’altra bella novità!
Dopo l’esperienza di reviewer per le “Karhu Fast2 Fulcrum Ride” (qui tutti i post a riguardo), a dire il vero ancora in essere, avendo raggiunto quasi gli 800 km e utilizzandole ancora… la “Karhu Nordic AB” ha deciso di inviarmi un altro paio di scarpe da testare e recensire.
Quale occasione migliore per provare il modello da gara per eccellenza, ovvero le “Karhu Racer Fulcrum Ride“? Categoria A1, peso dichiarato 213 grammi, buon dislivello tacco-punta per favorire il processo “Move Forward“, colore verde un po’ meno acceso delle “Fast2”, con dettagli neri e grigi.
Classica scarpa da gara e da lavori veloci.
Sono arrivate venerdì scorso con il corriere, troppo poco tempo per riuscire a provarle e utilizzarle in gara due giorni dopo…

Le prime impressioni, appena estratte dalla scatola, sono le stesse vissute con l’altro modello, ovvero grande cura dei particolari, solita tomaia morbida senza alcuna cucitura, suola molto flessibile ed elastica, estrema leggerezza.
Praticamente una “Fast2” ancora più leggera e meno imbottita!
Ai piedi risultano ancora più fascianti rispetto alle “Fast2”: tomaia morbidissima che avvolge il piede, la suola è ovviamente più secca, del resto non può essere altrimenti, parliamo di A1 leggere (ben al di sotto del limite per la categoria che è di 250 grammi), quindi per molti, ma non per tutti!
Le tengo ai piedi e ci giro per casa per un po’, i piedi sono i migliori giudici di qualsiasi scarpa…

Oggi invece è arrivato finalmente il momento di testarle su strada.

Il programma prevedeva una seduta di Interval Training sui 300 metri (15 volte con 1 minuto di recupero di corsetta), utile più che altro per far provare alle gambe un po’ di velocità dopo le prime 3 settimane di preparazione specifica per la maratona, con sedute che difficilmente raggiungono ritmi sotto 3’15” al km, allungo finale escluso…
Già durante il riscaldamento le scarpe risultano molto comode.
Correrci a 5′ al km non è decisamente l’ideale, si sente parecchio la suola secca e l’avanpiede molto scarico.
Quando invece arriva il momento di partire per l’allenamento vero e proprio, ecco che le scarpe rispondono “presente”!
Grande elasticità e reattività della suola, la leggerezza si sente eccome (sarebbe meglio dire che le scarpe praticamente non si sentono ai piedi!), e anche la tomaia molto fasciante aiuta ad aumentare la sensazione di una scarpa che si integra perfettamente con il piede, non essendoci praticamente alcuno spazio vuoto.
Il fatto poi di essere priva di cuciture e molto morbida, mette al riparo da ogni problema di sfregamenti, anche in gare lunghe.
Concludo l’allenamento in buona progressione, con i quindici 300 metri corsi mediamente in 54” (quindi 3’00” al km).
Solito defaticamento fino a casa per un totale di 14 km, non male come prima uscita!
Qui il GPS dell’allenamento.
Modello recensito: Karhu Racer Fulcrum Ride

Lucca Marathon 2012, il personal best che non è Personal Best

Lancio effettuato (vedi qui per i dettagli operativi), atterraggio avvenuto con successo dopo volo difficile (resoconto dettagliato un po’ più sotto…): qui la classifica completa (8° assoluto in 2h32’32”, 9° tempo di 1h14’51” alla prima mezza, 7° tempo di 1h17’42” la seconda, 3’32” al km fino a metà, 3’40” da lì all’arrivo), per il GPS della mia gara c’è da attendere il ritorno alla base, si festeggia il successo dell’operazione ancora per qualche giorno tra Lucca e Firenze…
Guardo le previsioni meteo su due siti diversi fino a 90 minuti dalla partenza (albergo a 150 metri dal centro maratona): pioggia debole con temperatura intorno ai 12°, alta umidità, poco vento… andrà diversamente con tanta pioggia (non avrà piovuto forse per 5 minuti in tutta la maratona) e tanto freddo!
Decido per le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition“, con le polpaccere “Compressport R2” (combinate con le calze “Compressport ProRacingSocks” corte), maglietta a compressione graduata senza maniche, manicotti a compressione graduata nei quali infilo due gel di carboidrati (ottima scelta!), niente guanti (pessima scelta!).
Esco 50 minuti prima, il freddo è pungente e piove abbastanza. Resto al chiuso fino a 20 minuti dal via, poi giusto 1,5 km di riscaldamento con qualche allungo e mi avvicino alla zona partenza. A 10 minuti dal via la pioggia si fa molto intensa, le scarpe e i piedi sono completamente bagnati, fa molto freddo tanto che getto maglietta e impermeabile solo un minuto prima dello sparo.
Al via mi metto subito al ritmo prefissato (3’30” al km), i primi passaggi sono regolari nonostante i chilometri iniziali lungo le mura con continui saliscendi, vari slalom tra le pozzanghere e una sensazione di freddo che praticamente mi addormenta da subito le cosce e le mani.
Mi ritrovo a correre con una coppia di atleti, un italiano e un marocchino. Prendo i parziali manualmente ogni 5 km: 17’36”, 17’39”, 17’41”, 17’37”, 18’21”, 18’47”, 18’46”, 18’22”, 7’23” gli ultimi 2,2 km (trance agonistica!).
Fino al 15° km siamo assieme, poi loro allungano. Mi passa un altro atleta al 23° km (finirà 6° in 2h30′), ha decisamente un altro ritmo.
Poco alla volta mi riavvicino alla coppia di prima, che nel frattempo si è divisa (siamo tutti e tre divisi da una cinquantina di metri). Riprendo l’atleta marocchino al 29° km. L’altro lo riprendiamo un km dopo, quando si ferma!
Da lì mi metto davanti e in un paio di km prendo un buon margine (il marocchino finirà 22° in 2h48’…).
Ormai le mani non le sento più, tanto che perdo almeno una trentina di secondi cercando di sfilare il terzo gel dal taschino dei pantaloncini. Al penultimo rifornimento mi danno una bottiglietta d’acqua ancora chiusa (no comment!), e non riesco nemmeno ad aprirla!
Al 36° km vedo un atleta di colore fermo ai bordi della strada.
Al 37° km si rientra a Lucca, per percorrere nuovamente il giro delle mura, in lontananza vedo un paio di atleti.
Al 39° km passo un altro marocchino (finirà 10° in 2h36′) in grave difficoltà, a un km dal traguardo un keniota (gli darò un minuto in un chilometro!), a 500 metri affianco un capoverdiano, ci giochiamo lo sprint finale, vince lui per un paio di metri.
Non avevo ancora corso una maratona senza praticamente provare fatica “organica” (zero fiatone!), ma solo tantissima fatica muscolare: il fondo bagnato e scivoloso rendeva ogni appoggio instabile, più cercavo di spingere, più diventava dispendioso farlo. La mente e il corpo volevano spingere, le gambe non rispondevano! Un male ai quadricipiti e agli adduttori che forse ho provato solo alla primissima maratona…
Già all’arrivo ho capito di aver fatto una gran gara, sensazione confermata più tardi analizzando con calma la classifica: il vincitore dello scorso anno (stesso percorso) è passato da 2h18′ a 2h26′, un altro marocchino che passa da 2h30′ a 2h46′, un italiano con (nel 2011) 1h06′ in una mezza e 2h22′ in una maratona, che finisce in 2h28′, un altro con (nel 2012) 1h07′ in un paio di mezze, che finisce in 2h30’… chissà quanto valgono le mie 2h32′!!!
Ora mi godo la Toscana per un paio di giorni, poi tre settimane di scarico e si ricomincia con una nuova programmazione… chapeau a me stesso!!!

-3 al lancio!


Solo tre giorni alla “Lucca Marathon” (partenza ore 9, qui ci si può iscrivere via mail per il live tracking, pettorale 129), con la seduta di stamattina (8,5 km lentissimi, dopo la seduta di ieri con all’interno un serie di 3 x 2 km a 3’22” al km, utile solo per ricordare alle gambe come dovranno correre gli ultimi chilometri della maratona…), la preparazione è definitivamente conclusa (vedi qui e qui gli ultimi due post per saperne di più).

Domani non uscirò a correre, mentre sabato mattina (alla solita ora) farò una sgambata di circa 6 km col finale in leggerissima progressione.

Le previsioni meteo danno parecchia pioggia (quindi umidità) con temperatura intorno ai 10° e un po’ di vento. Non mi lamento, ho visto di peggio!

Collegandomi al titolo (e alla foto!) del post, sentiamo i “Controllori di lancio”…

– Controllo scarpe: scelta tra “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition” (usate, nel colore precedente, alla “Turin Marathon 2011” e alla “Pisa Marathon 2011“) o “Karhu Flow Fulcrum Ride” (usate a Padova alla “Maratona S. Antonio 2012“). Al 99% userò le prime… “Per me è GO!”

– Controllo calze: scelta tra polpaccere “Compressport R2” (combinate con le calze “Compressport ProRacingSocks” corte) o le calze lunghe “Compressport Full SOCKS (with 3D.DOTS)“. In caso di pioggia userò la prima combinazione, le polpaccere vengono indossate anche durante la frazione a nuoto del triathlon proprio perché assorbono meno acqua… “Per me è GO!”

– Controllo abbigliamento: calzoncini corti e canottiera societaria, poi eventualmente (a seconda del clima) maglietta a compressione graduata senza maniche (probabile), manicotti a compressione graduata (difficile) e guanti (quasi impossibile)… “Per me è GO!”

– Controllo alimentazione: la base è quella del post dedicato (qui), con delle piccole variazioni riguardo alla tipologia degli alimenti, ma ne parlerò con calma e più approfonditamente tra qualche tempo… “Per me è GO!”

Quindi… chi preme il pulsante di lancio???

Mi è stato detto che ci saranno diversi atleti nella fascia tra 2h25′ e 2h30′, quindi spero di avere compagnia almeno fino a tre quarti di gara. Cercherò di essere il più regolare possibile almeno fino al 32° km (3’30” al km, passaggio alla mezza intorno a 1h13’30”), da lì inizierà la gara vera…

Giro podistico dei Campi Elisi 2012

Poco dopo la partenza…
Quarta gara del “Trofeo Provincia di Trieste 2012” alla quale partecipo… e quarta vittoria!
5,2 km in continua salita e discesa, corsi come i precedenti appuntamenti del Trofeo (qui, qui e qui i post a riguardo): partenza a tutta senza badare a tattiche di gara o altro (passaggi: 2’58” al 1° km grazie alla discesa, 6’10” al 2° km ma con in mezzo un’ascesa di quasi 30 metri “spalmati” su 700 metri, 9’30” al 3° km dopo un’altra discesa e un’altra salita, 12’35” al 4° km dopo la discesa), poi all’inversione “a U” a circa un km dalla fine mi sono accorto di avere circa 200 metri di vantaggio sul secondo, quindi ho leggermente alzato il piede sull’acceleratore, concludendo in 16’27” (media al km di 3’10”) e migliorando il mio tempo del 2011 (prima edizione col nuovo percorso) di 4”.
Calcolando il rallentamento finale e il fatto che l’anno scorso avevo spinto alla morte fino alla fine per cercare di raggiungere il vincitore, un ottimo riscontro!
Gara con un paio di situazioni “divertenti”:
– la prima riguarda il cardiofrequenzimetro. Lo uso in gara solo in rare occasioni, per avere alla fine un ulteriore dato di valutazione. Stavolta, nei momenti dove ero vicino ad altri podisti (fino al 2° km e alla fine del percorso credo a causa del passaggio in linea d’aria vicino agli altri), è letteralmente impazzito, con valori tra i 230 e i 240 bpm. Interferenze? O forse è il momento di cambiare la batteria (o direttamente tutta la fascia), calcolando che la uso quasi giornalmente da più di due anni…
… quasi al 4° km…
– la seconda invece è capitata un po’ prima di metà gara, nel momento dell’incrocio sul percorso con i partecipanti che andavano in senso opposto. A causa delle macchine parcheggiate, non sono riuscito a passare sul marciapiede a destra, quindi mi sono spostato in mezzo alla strada, sulla sinistra. Peccato che per spostarmi a destra e proseguire col percorso, dovevo attraversare le centinaia di podisti che percorrevano la discesa (io ero quindi in salita) in senso contrario!
La fine del serpentone non si vedeva proprio (alla gara c’erano oltre 500 podisti), e dovevo trovare il modo di attraversarlo: ho iniziato quindi a gesticolare con la mano destra facendo segno che volevo passare, ma la maggior parte delle persone ha interpretato quel gesto come un saluto, ricambiando con tanti “Ciaooo”, “Forza!”, “Grande!”, “Vai che il secondo non si vedeee”… alla fine per fortuna ho trovato un piccolo varco e mi ci sono infilato, tagliando letteralmente la strada a un paio di persone…
Anche stavolta ho corso con le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition” e con le polpaccere “Compressport R2“.
Qui il GPS della gara, qui la classifica completa.
Il prossimo appuntamento in calendario è tra dodici giorni: 3.000 in pista nel pomeriggio di sabato 23 (sarò nell’ultima batteria, intorno alle 17, ma spero anche un po’ più tardi).
Conto nel frattempo di andare in pista almeno tre o quattro volte per le ripetute, vediamo se l’operazione “velocizzazione” iniziata qualche settimana fa (qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui alcune sedute), e interrotta solo dalla “Cortina-Dobbiaco Run“, andrà in porto…

“Karhu” Primavera-Estate 2012, il riassuntone

Dopo quasi due mesi di utilizzo (mi sono arrivate a inizio aprile) e i vari post dedicati (qui quello iniziale di presentazione, più sotto quelli dedicati a ogni modello), avendo la fortuna (grazie della fiducia, Karhu!) di poterle utilizzare tutte e quattro in contemporanea, ecco come le alterno a seconda delle varie sedute di allenamento e delle varie gare.
Karhu Fast3 Fulcrum Ride (qui tutti i post)
Le più versatili, utilizzabili tranquillamente sia a ritmi veloci che a ritmi più lenti (dai 3’30” ai 5’30” al km).
Le uso per le corse lente di recupero, i lunghissimi, le corse lente, le corse in progressione.
Karhu Forward3 Fulcrum Ride (qui tutti i post)
Essendo leggermente meno morbide delle “Fast3”, le preferisco quando devo spingere un po’ di più.
Le uso per i lunghissimi in progressione, le corse in progressione, gli interval training lunghi, i fartlek.
Karhu Flow Fulcrum Ride (qui tutti i post)
Leggere e veloci come i modelli da gara, ma abbastanza ammortizzate.
Le uso per i medi, gli interval training, le ripetute con recupero di corsa.
Ottime in maratona (le ho usate a Padova correndo in 2h28’44”), le userò domenica alla “Cortina-Dobbiaco Run” (30 km, metà in leggera salita e metà in leggera discesa).
Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition (qui tutti i post)
Modello da gara.
Le uso per le ripetute con recupero da fermo e in tutte le gare fino alla maratonina, col modello precedente di colore verde ho corso anche due maratone nel 2011 (Torino in 2h30’34” e Pisa in 2h29’44”).

Trofeo Principe 2012, Tanta roba (anche da scrivere…)!

Parto dall’ultimo post per riprendere e concludere i tre discorsi iniziati: gara, esordio (in gara) con le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition” (vedi post) ed esordio (in assoluto) con le polpaccere “Compressport R2” (vedi post). Vado con ordine…
LA GARA
In partenza, quasi rilassato…

Previsioni meteo quasi azzeccate, in realtà le condizioni erano addirittura peggiori, tanto da far pensare a un rinvio della gara: un’ora prima della partenza c’erano 8°, pioveva, ma soprattutto la Bora soffiava con raffiche oltre i 100 km/h!

Già durante i 5 km di “riscaldamento” (ho percorso i primi 2,5 km del tracciato in andata e ritorno) ho capito che il record della gara non era assolutamente attaccabile, in certi punti il vento sembrava un muro invalicabile! Tra l’altro, soffiava contro proprio nei punti peggiori, soprattuto nel tratto iniziale in continua e leggera salita.
Con me, uno dei più forti atleti triestini (e regionali), che ha concluso domenica scorsa la maratonina della Bavisela in 1h10’19”!
Gara tattica quindi? Niente di tutto ciò: allo sparo, giù tutto, mi metto davanti e comincio a spingere come se dovessi lottare da solo col cronometro.
La partenza è a favore di vento, quindi siamo sotto i 3′ al km. Prima curva a gomito a sinistra e… BAM, la Bora ci si para davanti: passiamo immediatamente a 3’35” al km, ma praticamente con lo stesso sforzo di prima!
Continuiamo così fino a oltre il 4° km (alla fine della salita), col vento prevalentemente in faccia che alterna raffiche fortissime a pochi momenti di tregua. Siamo da soli (il 3° classificato finirà con 58” di distacco), ma sono sempre io davanti a fare il ritmo.
Dalla fine della salita, provo più volte a fare dei piccoli allunghi, a ogni salitina o a ogni curva, giusto per testare la reazione delle gambe, in caso di volata è bene farsi trovare pronti…
La seconda parte di gara è leggermente in discesa, il vento si sente ancora ma è sicuramente meno fastidioso che in salita.
Dal 5° km comincio ad aumentare (i 3 km successivi li coprirò in 9’06”!), per cercare di prendere in po’ di margine, senza riuscirci.
… all’arrivo, quasi morto!

A 1 km dal traguardo siamo ancora assieme, a questo punto ci provo: scatto sotto i 2’50” al km, mi accorgo di avere una decina di metri di vantaggio, proseguo ancora un po’, ultima curva a destra prima del rettilineo finale… non ho memoria in gara di cinquecento metri così lunghi e duri (forse solo le gare in pista dai 3.000 in giù): finale corso con tratti sotto i 3′ al km (con la Bora contraria!), piccola curva a destra, vedo il traguardo, l’acido lattico mi ha indurito talmente le gambe che arrivo per inerzia, riuscendo a malapena ad alzare un braccio in segno di vittoria: 15” di distacco al 2° classificato in circa 800 metri, non mi sono decisamente risparmiato nel finale!!!

Tempo ufficiale 26’54” (ma devono aver fatto partire il cronometraggio in anticipo, a tutti risultano almeno 6” in più, comunque non cambia niente) per una media di 3’15” al km, praticamente lo stesso tempo del 2011. Guardando tra chi l’aveva fatta lo scorso anno, quasi tutti sono stati parecchio più lenti (in alcuni casi anche più di un minuto), la conferma che sono andato veramente forte!
Qui il GPS della gara (qui quello del 2011), cliccando sul “Riproduttore” si può notare l’effetto del vento nei primi 4 km (prima ricordatevi il click su “Visualizza in metrico” per vedere in km e non in miglia), qui la classifica completa.
KARHU RACER FULCRUM RIDE SIGNATURE EDITION (vedi post)
Non potevano essere da meno delle precedenti in versione verde (qui la gara d’esordio): vittoria per entrambe! Niente da aggiungere (qui tutti i post), un’ottima scarpa anche sotto la pioggia!
COMPRESSPORT R2 (vedi post)
Anche qui, niente da aggiungere a quanto scritto a suo tempo sulle calze (vedi post). Il tessuto più leggero rispetto alle calze va sicuramente meglio con la pioggia, in quanto non assorbe l’acqua. Avendole entrambe e potendo scegliere, direi:
– le calze, quando non fa tanto caldo e non piove;
– le polpaccere, quando fa più caldo o quando piove.
Ovviamente, più la gara è lunga, più diventano utili.
Domani riposo obbligatorio (dopo sedici giorni), poi una settimana di transizione per affrontare al massimo il Trofeo Vidussi. In tanti danno già per scontato un certo risultato, ma… come si dice?“Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco!”

Trofeo Principe 2012, brutta domenica per Pitteri “versione 2011”?

Domenica torno finalmente in gara, a tre settimane dalla Maratona di Padova.

Finalmente una gara “corta”! C’è il “Trofeo Principe” (partenza e arrivo nei pressi dell’omonimo stabilimento), manifestazione “giovane” (sarà la quinta edizione) di 8,2 km (8,3 km l’anno scorso, a causa della partenza leggermente arretrata), un percorso abbastanza vario con un’unica salita impegnativa, oltre a qualche piccolo saliscendi.

La cosa che più mi piace di questa gara (il panorama della zona industriale non è dei più suggestivi, se poi ci aggiungiamo i “profumi” dell’oleodotto…) è che negli anni ha mantenuto sempre lo stesso percorso (tranne appunto la piccola variazione dell’anno scorso): l’ideale per sfidare se stessi!

Edizione del 2010

Partirò quindi con due obiettivi: il primo (sempre quello…) migliorarmi, il secondo cercare di avvicinare il record della gara. Sempre che le condizioni climatiche non siano proibitive come quelle del 1° aprile a Basovizza… infatti guardando le previsioni, torna l’inverno??? 11°, pioggia e vento “molto forte”!
Queste le mie prestazioni passate:
– 2008 (8,2 km): 27’45” (3’23” al km, 7° assoluto, il vincitore ha concluso in 26’42”);
– 2009 (8,2 km): non ho partecipato, il vincitore ha concluso in 26’18”;
– 2010 (8,2 km): 26’44” (3’15” al km, 2° assoluto, il vincitore ha concluso in 25’56”, record del percorso);
– 2011 (8,3 km): 26’53” (3’14” al km, 2° assoluto, il vincitore ha concluso in 26’46”).
L’idea è quella di correre abbondantemente sotto i 3’14” al km, tenendo presente che per battere il record della gara dovrei correre a 3’08”/3’09” al km, difficile ma non impossibile (vedi allenamenti effettuati più sotto)!

Qui ci sono i due GPS del 2010 e del 2011, si sale (e ovviamente si scende) di quasi 50 metri in verticale, non proprio una gara piatta.

Cosa ho fatto per prepararmi in queste tre settimane dopo la maratona?

La prima ho recuperato (4 sedute per 55 km totali, con un’unica seduta un po’ più vivace a sette giorni da Padova), la seconda ho caricato un po’, cercando di ascoltarmi e assecondando sempre le sensazioni (7 sedute per 98 km totali), la terza ho diminuito i km totali delle singole sedute, velocizzando i ritmi di corsa delle stesse (il cosiddetto “tapering”, vedi post con “esperimento” riuscito a riguardo!).

Questi i tre allenamenti affrontati per lavorare sui ritmi:

mercoledì 2 maggio, 16 km in totale con all’interno 15 x 300 m in 52” col recupero di 1’10” di corsa;

sabato 5 maggio, 17,5 km in totale con all’interno 5 x 1 km in 3’02” (Rec. 3′ corsetta) e 5 x 400 m in 1’09” (Rec. 2′ corsetta);

mercoledì 9 maggio, 15 km in totale con all’interno 2 km a 3’10” (Rec. 3′ corsetta), 2 x 1 km in 3’01” (Rec. 3′ corsetta), 4 x 400 m in 1’07” (Rec. 2′ corsetta).

Mai fatti i 1.000 così veloci e così “facili”. Per domenica la vedo quindi abbastanza bene… ;-)

P. S. Sarà anche l’occasione per esordire in gara con le “Karhu Racer Fulcrum Ride Signature Edition” (qui il post a riguardo, qui tutti quelli relativi al modello precedente di colore verde) e per utilizzare per la prima volta in assoluto le polpaccere “Compressport R2” (vedi post).

Nuove “Karhu” Primavera-Estate 2012

Mi sono arrivati oggi a casa in anteprima (a giorni saranno disponibili anche sul sito ufficiale) tre nuovi modelli (categoria Neutre, suddivisa ulteriormente in tre sottocategorie) della collezione “Karhu” Primavera-Estate 2012.

In ordine di “arrivo” a casa Pitteri (a sinistra le prime arrivate)

In realtà, i nuovi modelli per tale categoria sono quattro (due quelli della categoria Stabili, uno da Trail), ma le “Racer Fulcrum Ride Signature Edition” (categoria “Neutral Race”) nel nuovo colore (che riprende la bandiera finlandese) non sono ancora disponibili.

Quindi, per ora mi devo “accontentare” (si fa per dire eh, grazie “Karhu Nordic AB” e “Karhu Italia”!) delle “Flow Fulcrum Ride“, delle “Forward3 Fulcrum Ride” (entrambe categoria “Neutral Performance”) e delle “Fast3 Fulcrum Ride” (categoria Neutral “Training”), che vanno a fare compagnia alle due “Fast2 Fulcrum Ride” (nella prima versione color verde ormai messa da parte avendo raggiunto i 1.200 km, e in quella successiva color porpora, attualmente intorno ai 400 km) e alle “Racer Fulcrum Ride” (circa 250 km per 2 maratone, 4 maratonine e la gara di 12,3 km di domenica scorsa).

Non ho inserito volontariamente la categoria di appartenenza in base al peso (A1, A2 e A3) in quanto, come già specificato alla fine di questo post, ormai è un concetto superato: scarpe più leggere possono essere meno “performanti” di scarpe più pesanti e viceversa.
Infatti, dopo aver pesato le scarpe, ho scoperto che le “Fast3” sono più leggere delle “Forward3”, ma dichiaratamente meno “veloci”!

Qui trovate tutti i miei post relativi alle scarpe “Karhu” finora utilizzate, qui invece quelli dedicati alle “Fast2” e qui quelli dedicati alle “Racer”.

Come accennato poco sopra, per curiosità stasera ho pesato tutte le scarpe.
Normalmente i pesi dichiarati e pubblicati sui vari siti e giornali sono relativi alla misura 9 US, quelli di seguito sono ovviamente riferiti alle mie (10,5 US), quindi per forza di cose leggermente diversi.

In ordine di peso (dalla più leggera)…

In ordine di peso (a sinistra le più leggere)

“Karhu Racer Fulcrum Ride”: 248 g
“Karhu Flow Fulcrum Ride”: 280 g
“Karhu Fast2 Fulcrum Ride”: 298 g
“Karhu Fast2 Fulcrum Ride”: 298 g
“Karhu Fast3 Fulcrum Ride”: 306 g
“Karhu Forward3 Fulcrum Ride”: 316 g
Ora mi serve qualche giorno per testarle, a breve quindi le prime impressioni.

Dedicherò inizialmente un post per ogni nuovo modello, ma mi servono almeno un paio di uscite ciascuno per farmi un’idea precisa.

Guardandole e semplicemente calzandole per camminarci un po’ per casa, si nota la solita cura dei dettagli e l’estrema morbidezza della tomaia, oltre all’avanpiede molto scarico, quindi confermo quanto scritto a suo tempo in questo e in quest’altro post.

Aggiungo solo una prima impressione avuta con le “Fast3”: la sensazione di “caduta in avanti” è ancora più evidente rispetto alla versione precedente!

Pisa Marathon 2011, doppiare la maratona si può!

Grazie a runner maniac per la foto!

Rieccomi a casa dopo la trasferta toscana di quattro giorni (due a Pisa per la gara, due a Firenze per… il post gara!).

Prima di partire col resoconto della maratona, la risposta a quanto scritto all’inizio di questo post (… un azzardo o una scelta ponderata…): scelta ponderata e decisamente vincente (che conferma quanto scritto in quest’altro post)!
Per facilitare chi non ha tempo/voglia di leggere oltre:
1) la Maratona di Torino (13 novembre 2011, 2h30’34”) è stata “assimilata” come un lunghissimo;
2) a Pisa (cinque settimane dopo) ho migliorato il personal best di 50” (2h29’44”);
3) a Pisa ho raggiunto uno dei miei obiettivi cronometrici (il “muro” delle 2h30′ in maratona), che diventa il mio nuovo punto di partenza.
Per chi invece ha tempo e soprattutto voglia, ecco il resoconto completo.
Sabato 17: sveglia alla solita ora, stretching, corsetta di circa 6 km per risvegliare la gambe dal riposo del giorno prima, finale in leggera progressione in sostituzione degli allunghi. Doccia, colazione più abbondante del solito, partenza con Valentina intorno alle 9 (Arianna è rimasta a Trieste con i mitici nonni), è la nostra prima “vacanza” da soli! Un paio di soste per sgranchirci le gambe, bere un caffé e pranzare e siamo a Pisa poco dopo le 14. Ritiro pettorale e pacco gara e via in albergo per un po’ di relax prima di uscire per cena. Passeggiata in centro, appuntamento con gli amici emiliani e romagnoli (Giordano, Katia, Luigi, Margherita e Stefano, abbiam passato con loro due giorni fantastici!) e via a cena in pizzeria. Due piatti di pasta con il pomodoro per me, poi si rientra in albergo.
Domenica 18: mi sveglio intorno alle 4:30 (ma la sveglia era impostata alle 5:00…), faccio la mia mini colazione in camera, il mio solito stretching, leggo un po’ e per ingannare l’attesa mi guardo un’ora di video col riassunto dell’IronMan di Kona 2011 (segnalato da Luigi!), dire che è motivazionale è poco…
Pochi dubbi su come vestirmi: temperature vicino allo zero, quindi maglietta aderente senza maniche (SKINS A400) sotto la canottiera societaria, manicotti (sempre SKINS A400) e vecchi guanti eventualmente da gettare lungo il percorso (Nike). Per il resto, pantaloncino corto leggero (Nike), solita calza lunga progressiva/compressiva CEPSocks (vedi post dedicato) e scarpe da gara (Karhu Racer Fulcrum Ride, tutti i miei post a riguardo li trovate qui).
Arrivo a piedi in zona partenza dietro piazza dei Miracoli, faccio un paio di km di riscaldamento (per modo di dire…), qualche allungo, entro in griglia nella zona dedicata davanti e a cinque minuti dallo start getto via la vecchia tuta che mi ero portato dietro.
In partenza vengo superato dai soliti scalmanati che non hanno il minimo senso del ritmo. Cerco da subito di correre intorno ai 3’30”. La strategia è quella descritta in questo post: più regolare possibile fino al 32° km cercando di spendere il minimo indispensabile, ultimi 10 km alla ricerca del personale o di un arrivo il meno traumatico possibile, a seconda delle sensazioni del momento.
Già dal 3° km inizio a superare tanti atleti (si correva assieme agli iscritti alla maratonina fino al 12° km). Arrivato al bivio della mezza (sinistra per la maratona, destra per la maratonina), mi accorgo che quasi tutti girano a destra per tornare in centro, davanti a sinistra non si vede nessuno!
Dietro invece mi si attacca (letteralmente!) un atleta scortato da due suoi amici in bici. Mi farà compagnia (sempre un metro dietro) dal 13° al 37° km!!! In altri sport li chiamano “succhiaruota”… però almeno ho qualcuno con cui scambiare qualche battuta…
Passo alla mezza in 1h14’24” (a 3’31” al km), il percorso è veramente scorrevole, fa freddo ma non si sente ancora il vento.
Le cose cambiano intorno al 22° km, quando dopo un’inversione a U si corre paralleli al mare: qui il vento contro si sente eccome! Dal 26° è ancora peggio: per 3 km si corre proprio lungomare, fino a Marina di Pisa dove si svolta a destra per iniziare il ritorno in città.
Ma la parte più difficile deve ancora arrivare. Dal 33° km il lunghissimo rettilineo (quasi 7 km!) sale leggermente. Il vento contrario è ancora più forte e si sente tutto: butto più volte l’occhio al GPS e mi accorgo di correre intorno a 3’40”, certe volte anche a 3’50”, facendo parecchia fatica!
Per riuscire a stare sotto le 2h30′ non posso perdere troppo tempo, quindi o la va o la spacca: a 5 km dalla fine provo ad aumentare il ritmo, con una brusca accelerazione che almeno mi permette di staccare definitivamente l’atleta che mi seguiva. Cerco di spingere più possibile, ormai mancano meno di 2 km, con la coda dell’occhio cerco di leggere l’istantaneo del GPS e vedo un paio di volte 3’1x” e 3’2x”. Ultima curva a sinistra, sono in piazza dei Miracoli, alla fine del rettilineo leggo sul display 2h29’2… ormai è fatta!!!
Un ultimo allungo e passo un’altra volta sotto il traguardo con le braccia alzate, ma stavolta, oltre al personale, ci sono altre due cose per le quali festeggiare: la presenza di Valentina al traguardo e il muro delle due ore e trenta finalmente abbattuto!
Post maratona dedicato ai festeggiamenti: Stefano (triathleta) ha esordito in maratona correndo in meno di 3 ore (con scarpe nuove e mangiando panettone ai ristori, un mito!), Katia è arrivata sesta assoluta in maratonina, Luigi, dopo un prima mezza molto veloce, ha pagato nella seconda metà i problemi di salute della settimana prima e ha preferito attendere Margherita (decima assoluta col personale di 3h18′ e campionessa italiana UISP di categoria!) per passare assieme il traguardo, molto romantico! Giordano e Valentina si sono congelati in piazza dei Miracoli in attesa del nostro arrivo…
Pranzo a base di specialità toscane (crostini, ribollita, selvaggina, fiorentine… insomma non ci siamo fatti mancare niente!).
Nel pomeriggio il momento dei saluti, ma con la promessa di ritrovarci nel corso del 2012 in occasione di altre gare, si lavorerà a una sorta di calendario podistico condiviso…

Devo essere sincero: fino a due anni fa, mai avrei pensato neanche lontanamente di riuscire a correre una maratona a 3’33” di media al km!!!

Ora il riposo obbligatorio, ovvero due/tre settimane con qualche corsa a sensazione e poco altro. Da gennaio si riprende con alcune settimane di costruzione aerobica (si riparte dalla base!), ma sarò più specifico in un altro post, bisogna studiare per bene gli obiettivi per il 2012!

Qui il GPS della gara, qui la classifica completa (7° assoluto, 3° italiano, 5° categoria BM).

Questi i dati numerici: 1h14’24” alla mezza (3’31” al km), 1h15’21” (3’34” al km) fino in fondo. Ultimi 3 km corsi in 10’12” (3’24” al km).

Concludo con due foto relative al giorno prima (sabato 17) e al giorno dopo (lunedì 19).

Questo è il “simpatico” articolo su un quotidiano locale, soprattutto per l’ultima frase… della serie “non dormite troppo tranquilli”!


Questi invece sono i protagonisti della degustazione fatta a Firenze lunedì sera… da sinistra verso destra: buon riscaldamento con un onesto Rosso di Montalcino, subito un mille a 3′ al km con un incredibile Chianti Classico (vera sorpresa della serata!), si cerca di tenere il ritmo con un Brunello di Montalcino ma si paga lo sforzo del mille precedente, poi grande ripresa con un mille da scarpa chiodata per il Brunello di Montalcino seguente (il top della serata!), altro piccolo cedimento per l’ultimo Brunello (da riprovare tra un paio d’anni), defaticamento svelto con un buon Passito.

Classifica finale (sempre da sinistra):  4°, 2°, 3°, 5°, 6°, 1°…

Tiratevi giù le etichette… e Buone Feste a tutti!!!

Karhu-aggiornamento per Karhu-amici

Piccolo aggiornamento relativo alle scarpe “Karhu” (qui tutti i post con le mie recensioni). Finora ho avuto la possibilità, grazie al contributo della “Karhu Nordic AB” e di “Karhu Italia”, di testare questi due modelli: la “Fast2 Fulcrum Ride” (categoria A2/A3) e le “Racer Fulcrum Ride” (categoria A1).
Anche due miei compagni di squadra, incuriositi dalle recensioni, hanno acquistato online questi due modelli: la “Forward2 Fulcrum Ride” (categoria A3/A2) e la “Fluid Fulcrum Ride” (categoria A3).
Praticamente sono tutti i modelli “neutri” (mancherebbe solo la “Flow Fulcrum Ride“, A2/A1 disponibile anche in versione invernale water proof).
Parto dalle più leggere…
Col rischio di risultare ripetitivo (leggi terz’ultimo paragrafo…), cosa aggiungere al fatto che le ho appunto usate in gara solo in occasione di una maratonina (vinta) e di una maratona (con personal best)? Se non ricordo male, si usa dire “Non c’è due senza tre!”, quindi vedremo domenica prossima alla Pisa Marathon
Qui tutti i post a riguardo.
Karhu Fast2 Fulcrum Ride (categoria A2/A3)
1.000 km superati e le uso ancora! Niente da aggiungere, soprattutto tenendo presente che solo in un’occasione ho superato i 900 km, ed era una A3!
Qui tutti i post a riguardo.
Karhu Forward2 Fulcrum Ride (categoria A3/A2)
Le usa il mio compagno di squadra (e di allenamenti!) Rocco, per ritmi dai 3’30” in su. Abbondantemente superati gli 800 km, anche lui è rimasto piacevolmente sorpreso dalla comodità (unita alla reattività) e dalla durata.
Le usa il mio compagno di squadra e triathleta (IronMan finisher!!!) Luigi. Ne parla qui e soprattutto qui.
N. B. Le categorie tra parentesi le ho inserite io, anche se ormai da un paio d’anni direi che sono belle che superate. Una volta facevano riferimento solo al peso della scarpa (preso sulla misura 9 US, sotto i 250 g per le “A1”, tra 250 g e 299 g per le “A2”, sopra i 300 g per le “A3”, poi le stabili “A4” solo per chi ha problemi di iperpronazione), ora con i nuovi materiali e la nuova “filosofia” che si sta affermando (scarpe meno ammortizzate e strutturate per garantire maggiore libertà al piede e quindi favorire un graduale ritorno alla corsa “natural”) le categorie servono più che altro per distinguerne l’utilizzo, tenendo sempre presenti le caratteristiche fisiche e soprattutto “prestazionali” dell’utilizzatore.
Sul sito ufficiale trovate anche tutte le informazioni che stanno alla base della filosofia “Fulcrum”: per dirla in poche righe, cercano di favorire la corsa in avanti grazie a un buon dislivello tacco-punta.
Per chi è più lento, si tratta di facilitare e velocizzare il movimento di “rullata”.
Per chi è più veloce e corre prevalentemente di avanpiede, il fatto di averlo abbastanza “scarico” in tutti i modelli permette al piede di muoversi in tutta libertà.

Turin Marathon 2011, Personal Best sgretolato…

… ma già si pensa al 2012!
La soddisfazione è tanta, ma i miglioramenti possono essere ancora sostanziosi, quindi… mai molàr (traduzione per i non triestini: non dormire sugli allori)!
Inizio con la parte numerica: qui il GPS con la gara, qui e qui la classifica (mi trovate in entrambe a pagina 2).
Tempo finale:
2h30’34” (media di 3’34” al km)
Passaggi:
10 km in 35’23” (media di 3’32” al km);
mezza in 1h15’15” (media di 3’33” al km, media frazione 3’35”);
30 km in 1h47’44” (media 3’35” al km, media frazione 3’38”);
arrivo in 2h30’34” (media 3’34” al km, media frazione 3’30”).
32° assoluto (29° maschio), 2° categoria M35.
Mi sono dato due giorni di tempo per cercare di analizzare con calma la gara, rivivere con maggiore distacco le emozioni ed elaborare il tutto.
Riprendo il discorso iniziato in questo post, partendo quindi da venerdì mattina col resoconto del fine settimana.
Venerdì 11: solita sveglia pre-sveglia intorno alle 5:00 (scarse…), niente corsa, quindi posso dedicare più tempo allo stretching. Quasi 40 minuti cercando di rilassarmi il più possibile, poi una ricca colazione (iniziato il leggero carbo loading), doccia, lavoro, pranzo (pasta e insalatona), ritrovo con i compagni di squadra, partenza e arrivo a Torino in albergo, poi a cena (pasta) e a nanna quasi alle 24:00, per come sono abituato è notte fonda!
Sabato 12: apro gli occhi ben prima delle 5:00, mi faccio violenza un paio di volte e rimango a letto fino alle 5:15, poi mi alzo, solito stretching, aspetto che il mio compagno di stanza si svegli (anche lui abituato a correre sempre e solo prima dell’alba), ci vestiamo e usciamo per 6 km in leggera progressione, con alla fine cinque allunghi sciogligambe. Le sensazioni sono ottime: gambe leggere, reattive e voglia di correre ai massimi livelli. Lo scarico degli ultimi giorni mi ha decisamente fatto bene! Si torna in camera, doccia, colazione, poi a piedi (1 km) fino in piazza Castello all’Expo Run a ritirare il pettorale, veloce giro tra gli stand, piccola sessione di shopping gastronomico (Guido Gobino per i giandujotti, Eataly per i vini), passaggio alla Mole, con in mezzo un paio di soste per riposare le gambe e gustarsi una bevanda calda in completo relax. Poi pranzo (ancora pasta) e ritorno in albergo, un po’ di musica, letture varie, Internet e presto arriva l’ora di cena (pasta per l’ultima volta, poi basta per almeno una settimana!). Breve passeggiata, si sale in camera e si spegne la luce entro le 23:00. Nessun problema a prendere sonno: le sole 5 ore della notte prima e l’aver resistito alla palpebra calante nel pomeriggio mi portano a un cedimento praticamente istantaneo.
Domenica 13, it’s Race Time!
Occhi aperti alle 4:30 (sveglia, questa sconosciuta…), rimango a letto ancora un po’, poi una colazione leggera (in camera), stretching, doccia, un po’ di Internet, la tv in sottofondo, vestizione con scelta della calza lunga (giravo per la camera con la “Compressport” sul piede destro e la “CEPSocks” sul sinistro, alla fine ho optato per le “CEP”), valutazione climatica su utilizzo manicotti e guanti (bocciati entrambi), poi intorno alle 8:00 esco e raggiungo la zona di partenza per iniziare a vivere l’atmosfera pre-gara. Breve riscaldamento seguendo i kenioti (più lenti di 6’30” al km!) su un percorso circolare, qualche allungo, via i vestiti usa e getta, infine ingresso in griglia 5 minuti prima della partenza grazie al pettorale basso fornito dall’organizzazione. Ultimi attimi prima della partenza dove cerco di liberare la mente e concentrarmi sul percorso: regolare il più possibile fino al 23° km, poi a sensazione lungo la salita dal 23° al 28° km, ripresa del ritmo fino al 30° km, progressione finale sfruttando la leggera discesa fino all’arrivo.
Partenza!!!
Allo sparo la mia preoccupazione principale è quella di NON farmi calpestare come a Berlino 2010 (spaventoso pestone al piede sinistro che mi ha azzoppato per tutta la maratona!), quindi parto subito forte con i gomiti larghi per trovare un corridoio e procedere tranquillo.
I primi 2 km sono in discesa, inutile guardare i passaggi, l’importante è correre rilassati senza esagerare. Già al 3° km riesco a mettermi al ritmo corretto (3’32”), si sono già formati alcuni gruppetti davanti, io procedo assieme a un altro: il fiato va benissimo, le gambe si muovono leggere, unico fastidio il freddo alle mani (forse era meglio partire con i guanti vecchi e buttarli dopo qualche km). Vengo raggiunto dalla prima donna intorno al 6° km, sto con lei un po’ ma procede a strappi, quindi preferisco continuare col mio passo.
Intorno all’8° km vengo raggiunto da un gruppo enorme: tante donne tirate da un uomo (che in realtà faceva da lepre a un’unica atleta) e almeno altri quattro atleti. Corrono abbastanza regolari a 3’33”, quindi decido di accodarmi e procedere con loro. Si continua così fino al 17° km, quando iniziamo a superare atleti partiti troppo forte che provano ad accodarsi cedendo poco dopo. Al 19° km prendo il primo gel, passiamo alla mezza in 1h15’15”, la fatica c’è ma è ampiamente gestibile. Ripensare alle due maratonine corse con temperature proibitive a settembre e ottobre rispettivamente in 1h18’59” e 1h16’19” mi stampa sul viso un sorriso da ebete che mi dura per qualche decina di metri…
Dal 23° km inizia la parte più impegnativa, quasi 80 metri di dislivello in 5 km, con il punto peggiore negli ultimi 2 km, dove si sale di 40 metri! Decido quindi di concentrarmi sul mio passo, evitando condizionamenti esterni (passaggi al km o allunghi di altri atleti). Infatti in questi 5 km succede di tutto.
Da un gruppo compatto di una quindicina di atleti, in breve ci troviamo spezzati in vari tronconi: davanti un gruppo di 3 atlete, più indietro restiamo in 4, dietro ancora iniziano a perdere terreno in tanti. Alla fine della salita raggiungiamo un atleta, mi affianco e scopro essere il grandissimo Giorgio Calcaterra! Da come respira si capisce che è parecchio affaticato (è reduce da NY di sette giorni fa conclusa in 2h27′, vabbé che è abituato, però…), infatti lo passiamo in discesa.
Pian piano, grazie anche ad alcuni tratti dove la discesa è leggermente più ripida, il ritmo aumenta, stabilizzandosi ben presto sotto i 3’30”. Si inizia a correre meno regolari, procedendo un po’ a strappi per cercare di raggiungere il gruppetto davanti e di staccare quelli dietro. Al 31° km prendo il secondo gel.
Davanti ormai il gruppetto con 5 donne e 1 uomo ha un vantaggio di 300 metri, io rimango solo con un’altra donna e la sua lepre, dietro non si sente più nessuno. La vera maratona inizia ora, a 10 km dalla fine.
Decido di aumentare il passo, a un certo punto mi accorgo che la lepre non c’è più, è rimasta solo la donna. A un cavalcavia la sento gridarmi, tra un affanno e l’altro “… wait… togheter…”, le dico ok e le faccio un cenno con la mano, ma si capisce che non ce la fa più e alla successiva discesa rimango completamente solo.
Mi accorgo che davanti il gruppetto si sta poco a poco sfilando. Siamo ormai al 37° km, procedo sempre intorno a 3’30”, provo ad aumentare ancora un po’.
Raggiungo e supero la 5a donna, poi la 4a, ormai mancano meno di 2 km.
Ogni tanto butto l’occhio al GPS, leggere una velocità istantanea (presa col campionamento ogni secondo) sotto i 3’10” fa davvero impressione.
Ormai non mi sembra nemmeno di fare fatica, mi trovo in quella specie di limbo dove le gambe vanno da sole, il respiro non si sente nemmeno, qualcuno la chiama “Corsa Zen”…
Curva a sinistra e lunghissimo rettilineo finale pieno di gente. Sento lo speaker annunciare l’arrivo della 2a e della 3a donna con un 2h30’… butto un occhio al tabellone con il tempo, sono sotto le 2h30’40”, non è il muro ma poco ci manca, quindi braccia al cielo e grande soddisfazione!!!
Mi danno da bere, un utilissimo telo argentato contro il freddo (branzino style!), un asciugamano, tolgo il chip dalla scarpa, giro l’angolo e mi incammino verso l’albergo per la doccia.
Arrivo in camera, accendo il cellulare che quasi va in tilt: tra sms, chiamate perse, e-mail, notifiche di “Facebook”, citazioni e messaggi di “Twitter”, ci metto venti minuti solo per leggere tutto!!!
Poi la meritata doccia, i complimenti al mio compagno di stanza per il suo esordio in maratona sotto le 2 ore e 40 minuti, l’attesa per l’arrivo degli altri, infine nuovamente verso piazza Castello per le premiazioni.
Non abbiamo tempo per un pranzo come si deve, quindi mi arrangio con: 2 focacce col pomodoro, 1 panino con filetto di cinghiale e bufala, 1 panino caldo con formaggio tipico piemontese e, per finire in bellezza, 1 coppetta Maxi di gelato da GROM con l’immancabile aggiunta di panna (“Zabaione” e il gusto del mese, ovvero “Meringata ai marrons glacés”, spettacolare!)… quando ce vò, ce vò!!!
Arriviamo a Trieste alle 23:00, alla fine di una giornata che per emozioni vissute ne vale almeno dieci…
Ho corso con le “Karhu Racer Fulcrum Ride” (qui tutti i post a riguardo), cos’altro aggiungere al fatto che finora le ho usate in sole due gare: una maratonina (vinta) e una maratona (col personal best)… occorre dire altro?
Ora recupero con calma, niente corsa per qualche giorno… nel frattempo inizio a studiare il calendario podistico 2012…
Tra un paio di giorni un post più tecnico di analisi della prestazione e soprattutto della preparazione per raggiungere questo risultato.
Modello recensito: Karhu Racer Fulcrum Ride
N. B. Foto tratte dal sito dell’A.S.D. Podistica Torino, che ringrazio!