Cinque giorni alla Firenze Marathon 2017… AKA Pitt@Firenze3.0

Firenze Marathon 2017

Firenze Marathon 2017Come dicono i francesi, “les jeux sont faits”: ancora un paio di sgambate e poi arriverà il momento di gareggiare. Nuovamente in maratona (dal 2007, tredici quelle concluse, dodici quelle con fini agonistici), nuovamente a Firenze, per la terza volta (ecco spiegato il “3.0” del titolo): esordio in maratona e prima visita in città nel 2007 (2h51′, un anno e mezzo dopo aver iniziato a correre), ritiro nel 2014 a causa di un infortunio non recuperato del tutto, con nel mezzo quasi altre dieci visite da turista, per una delle città che mia moglie e io amiamo di più e che ormai per forza di cose conosciamo meglio!

Decisione presa ad aprile al primo meeting degli ASICS FrontRunner Italy (a Cuneo), praticamente due secondi dopo aver saputo che era una delle gare in Italia alla quale ASICS teneva di più: troppo invitante il pensiero di combinare un obiettivo agonistico (senza il quale purtroppo, non riesco ad allenarmi seriamente) con un paio di giorni di vacanza post-maratona!
A Cuneo tra l’altro ho conosciuto Matteo (Torre), che dopo una bella carriera, con una posizione di rilievo in Ferrari (sì, proprio quella!), ha deciso di mollare tutto per dedicarsi alla sua passione, ovvero il triathlon da atleta e coach, principalmente con lo studio approfondito di tutto quello che riguarda la performance e il training negli sport di resistenza, per poi applicarlo non solo in ambito prettamente agonistico, ma anche nella gestione delle risorse umane nell’ambiente aziendale, con un visione della pratica sportiva come parte fondamentale di una vita equilibrata.
Un lungo e ricco percorso formativo con chiari riferimenti alle ultime tendenze che arrivano da oltreoceano, ma una visione della macchina-uomo sicuramente influenzata dall’ambiente lavorativo precedente (telemetria, telemetria, telemetria…), tanto che il suo motto è: “Senza dati, sono solo opinioni!”. Applicare quindi scienza e tecnologia nel “monitorare e modificare”, piuttosto che scegliere un tipo di lavoro o tabella e cercare di seguirlo/a fino alla fine. Inutile aggiungere che ci siamo da subito trovati molto d’accordo su diversi aspetti…

Una volta deciso assieme per dodici settimane di preparazione specifica, il problema principale, per quanto mi riguarda, è stato presentarmi in una forma accettabile per un inizio_preparazione_specifica degno di questo nome! Infatti, la forma di lunedì 4 settembre (“Giorno 1”) non era assolutamente paragonabile a quella di domenica 25 giugno (16’10” sui 5.000 m in pista), con l’ulteriore aggravante di non aver superato i 20 km nella singola seduta da… dalla mezza del 7 maggio 2016 (conclusa in 1h12’53”)! Come se non bastasse, da un anno e mezzo il numero di allenamenti con una distanza finale sopra i 14 km si poteva contare sulle dita di una mano…

Articolo su Runner's World Italia di Novembre 2017

Articolo su Runner’s World Italia di Novembre 2017

I dettagli e obiettivi del programma li elencherò con Matteo dopo la maratona, quello che posso anticipare è che in pratica è stato fatto… un vero e proprio miracolo in sole otto (anzi sette) settimane! Sì, sette settimane perché le prime tre sono praticamente andate perse: la prima (74 km) in vacanza in Grecia a Lefkada, la seconda (73 km), con un paio di sedute interrotte causa malanni di stagione, la terza (26 km) per ritrovare la salute, la quarta (88 km) semplicemente per riprendere a far chilometri, senza alcun lavoro intenso o strutturato.
Dalla quinta ho finalmente iniziato a seguire il programma, e devo dire che nelle successive sette settimane la forma è migliorata in maniera inaspettata (ovviamente con il contributo di qualche allenamento particolarmente “impegnativo”, per usare un eufemismo: la corsa purtroppo non regala niente!). Programma che tra l’altro doveva considerare il fatto che dal lunedì al venerdì avevo a disposizione solo percorsi collinari, con l’unica zona dove fare qualche lavoro strutturato costituita da una via di ottocento metri, tra l’altro non proprio piattissima.

604 km nelle sei settimane dalla quinta alla decima (ho corso 37 giorni sui 42 disponibili), 70 km su cinque sedute in quella appena passata (l’undicesima settimana), nella quale ho già iniziato a scaricare. Con Matteo si è creata una bella sinergia, tanto che lavoreremo assieme anche per la London Marathon del prossimo anno, obiettivo sicuramente pianificabile meglio, avendo parecchio tempo per lavorarci come si deve.

Quindi, la risposta alla domanda che tutti mi fanno, “A Firenze si va per…”? Sinceramente, la risposta ancora non la so: le sensazioni sono buone, le due gare corse volutamente da stanco (10 km sedici giorni fa e mezza maratona nove giorni fa) qualche dato in più me (ce) lo hanno dato, però la forma è migliorata in maniera talmente repentina e con poco tempo ulteriore a disposizione, che risulta molto difficile ipotizzare un ritmo maratona in maniera precisa (la fatica che facevo a 3’43” al km in questo allenamento sei domeniche fa non è paragonabile a quella che provo oggi allo stesso ritmo!).
Senza dimenticare che il percorso di Firenze è tutto tranne che scorrevole: quasi piatto (partenza e arrivo a 63 metri di altitudine, in gara non si superano mai i 65 e non si va mai sotto i 43 metri), ma con oltre cento cambi di direzione e qualche chilometro sul fondo sconnesso del centro storico. Partirò quindi prudente e cercherò di correre con margine almeno fino al trentesimo chilometro, a quel punto dovrebbe accendersi la miccia dell’agonista che è in me…

Finirla BENE la missione, quindi due metà quasi uguali o in negative split l’obiettivo vero: se poi vogliamo proprio parlare di crono finale… sotto 2h40′ la sufficienza, mentre con un tempo inferiore alle mie ultime due maratone (2016 e 2014) sarò abbastanza soddisfatto, anche se in realtà a fine gara non sono mai del tutto soddisfatto :-D

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