“Trofeo Principe 2016”, che caldo!

Trofeo Principe 2010-2016

Trofeo Principe 2010-2016Dico sempre che “gara è gara”: quando mi presento a una competizione, cerco sempre di dare il 100%, in base alla forma e alle possibilità del momento. Questo vale sia per la gara clou, ovvero quella che preparo da tempo, sia per quelle “di passaggio” che vengono normalmente pianificate all’interno del programma di allenamento. Va però detto che a livello di approccio mentale, ci sono GARE e gare: nel primo caso, risulta più semplice “accettare” livelli di sofferenza molto alti dall’inizio alla fine, nel secondo si fa più fatica del solito a dare tutto fino alla fine.
Anche la cosiddetta “tensione” pre-gara è diversa: quando si finalizza la preparazione per un evento particolare, nei giorni prima si avverte un’attivazione maggiore, con la necessità di riposare per prepararsi a dare il massimo, a combattere con una certa impazienza per la voglia di mettersi finalmente alla prova.

Normalmente il giorno prima di una GARA preferisco cenare a casa alimentandomi “in funzione” di essa, stavolta invece sono uscito a cena e non ho avuto problemi a finire gli avanzi di moglie e figlia (più un paio di bicchieri di vino), sintomo di un approccio molto più rilassato del solito…
Del resto, avendo corso sullo stesso percorso tante volte, le uniche sorprese potevano arrivare dal clima o dagli altri partecipanti.

Tanto caldo durante il riscaldamento, e sensazioni così così anche durante gli allunghi, ma si sa che allo sparo la situazione può cambiare radicalmente. Stavolta, non è cambiata.
I primi due partono forte, staccandomi subito di una decina di metri, e mi ritrovo assieme ad altri quattro atleti. Al 2° km passiamo in 6’46”, un buon parziale calcolando la leggera salita. Dopo altri cinquecento metri, curva a destra ed ecco la salita più impegnativa, durante la quale ci avviciniamo a quelli davanti. Allo scollinamento si formano due gruppetti: i tre davanti, io e un altro atleta poco dietro.
Confido ancora nella seconda parte di gara con pendenza favorevole, per cambiare ritmo e cercare di avvicinarmi. Non avviene niente di tutto ciò. Faccio fatica anche nei tratti successivi (10’25” il parziale dal 2° al 5° km, con più salita che discesa), tanto che anche dal 5° al 7° km non riesco a spingere come gli anni scorsi (6’38” il parziale, quando di solito chiudevo intorno ai 6’10”, sfruttando il dislivello favorevole). Ormai i tre davanti hanno una trentina di secondi di vantaggio, non mi resta che lottare per il quarto posto. Anche qui, poco da fare. Provo a cambiare ritmo quando manca un chilometro al traguardo, ma la testa non ha proprio voglia di far fatica.

Concludo in 28’06”, a 3’25” al km di media, tempo più alto di sempre su questo percorso. Certo, col caldo non si scherza, anche il vincitore ha tutto sommato chiuso in un tempo “alto” (27’20”) per le sue possibilità (PB di 1h08′ in mezza e sotto i 14’40” nei 5.000 m in pista!).
E pensare che dal 2010 al 2012 avevo chiuso sempre sotto i 27′ (rispettivamente 26’44”, 26’53” e 26’54”) e nel 2014 e 2015 comunque ben sotto i 28′ (rispettivamente 27’11” e 27’27”)… ovviamente mai con un caldo del genere! È proprio vero che ogni gara è una storia a sé.

Qui la classifica completa, qui il GPS su Strava, qui quello su Garmin Connect, con anche le dinamiche di corsa (stavolta ho corso con la fascia cardio).

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