Nike Lunaracer+ 3, pronte per la Turin Marathon 2013

Nike Lunaracer+ 3

Nike Lunaracer+ 3Io e le “Lunaracer” ci conosciamo già dalla primissima versione. Ho avuto la fortuna di poterle acquistare appena uscite nell’estate del 2008 da Niketown a Beverly Hills (in Italia arrivarono qualche mese più tardi). Scarpa per l’epoca assolutamente rivoluzionaria: alla leggerezza estrema da scarpa da gara, combinava un’ammortizzazione tipica di un’intermedia, senza perdere in flessibilità e reattività. Due le tecnologie innovative a battezzarla: “flywire” per la tomaia (dei cavi sottilissimi che permettono di avvolgere e sostenere il piede praticamente senza influire sul discorso peso) e “lunarlon” per l’ammortizzazione, diventati poi dei veri e propri cavalli di battaglia della casa col baffo, applicati successivamente anche a tanti altri modelli Nike da running (e non solo). Le ho amate alla follia e calzate col contagocce (dopo un paio di uscite per testarle, le ho usate esclusivamente in gara)… fino a quando sono sopravvissute! L’unico “difetto”, se così si può chiamare, era infatti legato alla durata: sarà per il mio peso o per il mio modo di correre, ma ricordo ancora le sensazioni di “ciabatta finita” negli ultimi chilometri di una mezza (la fatica nel finale rende i muscoli meno reattivi), quando le scarpe hanno evidenziato tutta la loro età (poco sopra i 200 km). Un po’ lo stesso discorso degli pneumatici (sì, si scrive “gli pneumatici”!) di Formula 1: più sono prestanti, meno durano!

Ho avuto anche le “Lunaracer+ 2” (le prime, color grigio/verde, la versione successiva grigio/blu invece l’ho saltata), forse leggermente meno “estreme”, con un po’ di supporto in più a livello suola e una durata sicuramente maggiore: qualche grammo in più e una sensazione di scarpa meno “lunare” rispetto alla sorella maggiore. Ci ho corso nel 2010 il mio personal best in maratonina (1h10’18”, però su una gara con percorso fortemente sospettato di essere corto) e il mio personal best (dell’epoca) in maratona (a Berlino, primo italiano al traguardo in 2h32’02”), tempo poi battuto nelle successive quattro maratone (su cinque corse).

Successivamente la Nike ha creato delle altre “Lunaracer”, ritornando al modello originale, senza mai assegnare il numero “3”, semplicemente cambiando colori e piccoli dettagli nei materiali. A un certo punto hanno anche presentato, per la gioia dei negozianti “furbetti” (per non dire disonesti), una versione tale e quale alla prima, con l’unica differenza dello swoosh di colore blu invece che nero, dettaglio che permetteva esclusivamente a uno shoes addicted di distinguere tra “nuovo modello” e “fondo di magazzino” (una scarpa nuova e mai utilizzata già dopo un anno diventa vecchia, figuriamoci dopo tre/quattro anni!).

Finalmente, circa un anno fa, sono uscite le nuove “Lunaracer+ 3”. La suola è rimasta più o meno la stessa, la tomaia invece è cambiata: tessuto più traspirante, con la particolarità che i cavi flywire ora sono esterni alla tomaia (e non integrati come nelle versioni precedenti), allineandosi agli occhielli nei quali far passare i lacci (operazione non semplicissima la prima volta).

Come sono ai piedi? A essere sincero, non noto grandissime differenze con le prime due versioni. La sensazione di leggerezza è assoluta, l’ammortizzazione si sente quando conta, insomma sono Lunaracer, dal primo all’ultimo passo! Da utilizzare in gara ed eventualmente in qualche allenamento veloce, ma tenendo ben presente che la durata non può (non deve!) essere quella di una protettiva!

Le ho usate per un paio di uscite veloci e per la “Ljubljana Half Marathon 2013” (qui) in versione arancio, le ho testate anche nell’ultimo lungo di 26 km di domenica scorsa (qui per i dettagli: dopo i primi 3 km di riscaldamento, 23 km a 3’46”).
A Torino userò la nuova versione, di colore giallo. Testate per la prima volta questa mattina per l’ultimo allenamento impegnativo (2 x 8 km a 3’27” con 2′ di recupero di corsetta, qui) a undici giorni dalla maratona, le userò ancora domenica prossima (13/14 km a ritmo maratona) e forse anche mercoledì prossimo, in modo da presentarmi al via con una scarpa utilizzata per circa 50 km. Per la durata, vi saprò dire tra qualche mese. Per la prestazione? Basta aspettare undici giorni!

P. S. le mie (11 US) pesano 205 grammi.

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