Pi(tt)ppi Calzelunghe?



La Bavisela 2010 – 2h32’35”
Berlin Marathon 2010 – 2h32’02”

Calze lunghe a compressione graduata per correre: semplice moda o funzionano davvero?

Partiamo dal meccanismo che sta alla base di tutto il discorso. Teoricamente dovrebbero favorire il ritorno venoso verso il cuore, ridurre i movimenti muscolari dei polpacci, permettendo quindi di correre più a lungo e con meno disagi.
La domanda fondamentale è la seguente: fanno andare più forte? Se così fosse, come mai non le usano tutti gli atleti di altissimo livello?
A mio avviso la risposta è molto semplice: più la muscolatura della parte inferiore della gamba è sviluppata, più sono utili. Kenioti e compagnia bella non le usano semplicemente perché hanno i muscoli dei polpacci poco sviluppati (che dal punto di vista biomeccanico è un vantaggio incredibile per correre forte e a lungo!). Atleti bianchi “muscolati”, come per esempio il forte mezzofondista statunitense Solinsky (primo bianco ad abbattere il muro dei 27′ sui 10.000 in pista), le usano invece anche per gare corte in pista (chissà se per effettiva necessità o solo per “dovere”, va detto comunque che il marchio dello sponsor si vede appena…).
Personalmente ho iniziato a utilizzarle qualche anno fa. Le trovo utilissime soprattutto per le gare lunghe (dalla mezza in su) e durante gli allenamenti invernali: infatti, nonostante i pantaloni lunghi aderenti, usare i calzini corti con la caviglia scoperta quando ci sono 0° non è proprio il massimo…
Le uso anche in occasione di allenamenti particolarmenti tirati o lunghi. La differenza è effettivamente tangibile, soprattutto a fine seduta: polpacci affusolati e che non si gonfiano nelle ore successive, come invece mi capitava quando usavo il classico calzino corto.
Sul mercato si trovano tantissimi modelli (da gara, da recupero, da riposo, calza completa o solo polpaccio ecc.).
Ovviamente le varie case produttrici, una volta verificata la possibilità di guadagno, hanno fatto a gara per proporre modelli teoricamente sempre più “rivoluzionari” e vantaggiosi.
Negli anni ho provato anche un modello da recupero (“BV Sport”) e vari modelli da riposo (sempre “BV SPORT”, “Solidea” ecc.).
Trovo eccezionali soprattutto i modelli da riposo: dovendo stare spesso seduto per lavoro, alle volte mi capitava di arrivare alla sera con i muscoli delle gambe gonfi e una sensazione di pesantezza non indifferente. Da quando ho iniziato a usarli quotidianamente, la situazione è decisamente migliorata, anzi il fenomeno è praticamente scomparso.
Di seguito la mia personale classifica relativa ai modelli da gara/allenamento:
Compressione ai massimi livelli, anche il piede risulta perfettamente fasciato. Polpaccio assolutamente immobile. Sono talmente strette che è addirittura impegnativo indossarle!
Piede un po’ meno fasciato delle precedenti, la compressione si sente soprattutto a livello della caviglia e su fino al polpaccio. Usate a Berlino 2010…
Molto simile alla versione “Progressive”, un ottimo prodotto.
Molto strette, forse pure troppo. Le sento più strette che compressive.
Fascianti, ma non proprio compressive.
New Balance Meryl Skinlife Compression Sock
Come sopra, fascianti ma poco compressive, sono comunque ottime calze per l’inverno.
Oltre alle calze, esiste anche tutta una serie di capi d’abbigliamento compressivi (SKINS, 2XU, X-BIONIC, BV SPORT ecc.), ma per questi mi ci vuole un post dedicato… anche perché non posso liquidare in un paio di righe il segreto del bat-pigiama… ;-)
Concludo con un consiglio: essendo molto strette, indossatele sempre e solo da seduti! Se provate a farlo in piedi, il rischio infortunio “da caduta” è altissimo…
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