EuroMarathon 2011, cronaca di uno scoppio!



Ho intenzionalmente fatto passare 24 ore, prima di commentare e soprattutto analizzare razionalmente la maratonina corsa ieri. A caldo si rischia sempre di esagerare (sia in senso positivo che negativo), quindi meglio lasciar raffreddare i “bollenti” (stavolta in senso letterale, visto il caldo!) spiriti e rivivere il tutto a bocce ferme.
Partiamo dallo stato di forma con il quale arrivavo alla gara: due settimane di carico (122 e 119 km totali, 14 giorni su 14), la settimana pre-gara con uno scarico quantitativo (83 km totali maratonina compresa, 6 giorni su 7), il tutto all’interno della preparazione specifica per la maratona (ora mancano 8 settimane).
Nonostante ciò, la “telemetria” di un paio di sedute (domenica 11 e soprattutto mercoledì 14 settembre) sanciva uno stato di forma paragonabile a quello pre-personale in maratonina (1h10’18” a marzo 2010), nonostante una preparazione specifica iniziata da poco e orientata prevalentemente alla distanza doppia.
Finire in 1h18’59” (6° assoluto, 2° dei non_prof.) non è decisamente in linea con quanto scritto sopra. Ripensandoci bene però, le cause sono abbastanza semplici da individuare, ovvero:
1) clima: almeno 30°, umidità al 70%, sole;
2) percorso: tra Koper–>Muggia (2009) e Muggia–>Koper (2011) ho più di 5 minuti di differenza. Con la partenza da Muggia e la prima parte fino al confine molto scorrevole, il rischio è quello di esagerare con il ritmo, soprattutto se la situazione climatica è quella di ieri. La salita di Ankaran è corta ma ripida, mentre la successiva discesa molto più dolce e lunga. Farle al contrario è decisamente meno impegnativo: la salita lunga si sente meno, in discesa (più ripida) invece ci si può lasciare andare e recuperare un po’. Anche il tratto finale, con qualche cavalcavia e saliscendi, è decisamente peggio se affrontato alla fine (2011) piuttosto che all’inizio (2009);
3) gestione gara: e qui mi boccio clamorosamente! Impensabile ignorare completamente il discorso climatico, partendo abbondantemente sotto i 3’30” al km, anche se le sensazioni (cardio, fiato, gambe) erano ottime. La gara è lunga, il percorso impegnativo, prima o poi lo sforzo si paga a caro prezzo;
4) ristori: altra insufficienza grave per me! Bere il solito mezzo sorso di acqua/sali come a una maratonina primaverile o autunnale con 15° non va bene, soprattutto se la temperatura è doppia, l’umidità alle stelle e si corre sempre sotto il sole!
Ma veniamo ora alla cronaca della mia gara…
Nessun problema alla partenza, i quattro top runner sono scappati via subito a ritmi vicini ai 3′ al km, io mi sono assestato intorno ai 3’25”, grazie anche al prezioso supporto del compagno_di_squadra/lepre_per_l’occasione Simone, che mi ha “trainato” fino al 4° km. Anche Andrea (altro compagno di squadra) era con noi, col senno di poi ha fatto benissimo a rallentare intorno al 5° km. Da lì in poi sono rimasto da solo.
Le sensazioni erano perfette: gambe leggere, fatica il giusto, anche il cardio (usato stavolta in gara proprio per verificare l’andamento della preparazione per la maratona) confermava che il ritmo era quello giusto per una maratonina.
Tutto bene fino al confine, inizio la salita verso Ankaran e la prendo con tutta calma, cercando di fare meno fatica possibile, quindi passi corti e veloci.
Arrivo in cima, guardo la media (3’33” all’11° km), molto bene tenendo conto della discesa successiva. E qui mi accorgo subito che qualcosa non va: faccio una fatica incredibile per correre intorno a 3’30”, il cuore schizza in alto e anche il fiato si fa più affannoso.
Chilometro dopo chilometro mi risulta sempre più difficile viaggiare sotto i 3’40”, una sensazione di spossatezza mai provata prima in gara!
Vengo raggiunto e superato dalla prima donna e dal quinto uomo a cinque chilometri dalla fine, impensabile stare con loro, ormai procedo con fatica intorno a 3’50”! Cerco però di tenerli come riferimenti visivi.
Gli ultimi km sono veramente infiniti. Solo nell’ultimo, più per un discorso mentale “… prima finisce, meglio è!”, riesco a incrementare un po’ il ritmo e a finire comunque in progressione.
All’arrivo mi trascino fino al ristoro, bevo due litri di integratori salini in meno di un minuto, arraffo una banana e vado subito a farmi fare un massaggio.
Muscolarmente non ho nessun problema, sensazione confermata anche dalla fisioterapista: le gambe non sono per niente contratte.
Si è trattato quindi di una clamorosa crisi energetica, dovuta probabilmente a un principio di disitratazione (forse anche un po’ più di “principio”…).
Finito il massaggio e fatta la doccia (fredda, per tornare a una temperatura accettabile!), mi riavvicino alla zona ristoro con Andrea per ingurgitare praticamente di seguito 15 (!!!) fette di anguria e un’altra banana. Mi sentivo prosciugato da qualsiasi liquido!
Alla fine, guardando anche i tempi dei top runner, tutti sono andati parecchio più piano del previsto. Atleti potenzialmente sotto 1h03′ hanno finito quasi a 1h07′ o addirittura a sfiorare l’ora e dieci!
Certo, con una gestione della gara più oculata, un paio di minuti in meno li potevo probabilmente fare…
Sicuramente mi servirà d’insegnamento per la prossima volta… del resto, non si smette mai d’imparare!!!
Qui il GPS della gara (e qui la classifica, mi hanno aggiunto per errore 10 anni…): primi 11 km a 3’33” con 88% bpm di media (salita di Ankaran compresa!), ultimi 10 km a 3’52” con 93% bpm di media, altro che “negative split”…
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